‘Immobili pubblici, spreco non da soli affitti e da sofferenza abitativa’

281 miliardi il valore del patrimonio immobiliare pubblico. Non è solo quello degli affitti pubblici lo spreco. Ecco quanto costa allo Stato e all’economia la sofferenza abitativa strutturale.

 

 COMUNICATO STAMPA

Dichiarazione di Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione Inquilini.

“Se 281 miliardi è il valore del patrimonio immobiliare pubblico in Italia, gli sprechi non sono solo quelli degli affitti passavi pagati dallo Stato.
C’è il costo della sofferenza abitativa in Italia che riguarda oltre un milione di nuclei familiari: 650 mila richieste inevase di abitazioni sociali, 400 mila sfratti per morosità.
Solo la perdita per il fisco derivante dalla morosità incolpevole equivale a circa 800 milioni di minori imposte pagate. A queste vanno aggiunti i costi derivanti dalle cause giudiziarie, nonché quelli dell’intervento degli ufficiali giudiziari e della forza pubblica.
Nei 281 miliardi di patrimonio pubblico, non ancora tra l’altro ancora tutto emerso al chiaro, c’è una enorme fetta di patrimonio in dismissione, inutilizzato o sottoutilizzato, spesso ubicato nelle aree urbane, che in molti casi, anche con interventi non particolarmente onerosi, potrebbe essere recuperato e riutilizzato ai fini della residenza sociale.
Si possono mettere in campo progetti innovativi, come quelli dell’autorecupero, in cui cooperative costituite da individui e nuclei, che hanno le condizioni per avere diritto a una casa popolare, partecipano attivamente al progetto di recupero degli immobili dismessi o in disuso che gli vengono affidati.
Il tesoro nascosto e inutilizzato del patrimonio immobiliare pubblico può essere la leva di un grande progetto nazionale per abitazioni sociali in Italia al fine di incrementare in dieci anni l’offerta di un milione di alloggi popolari, destinati a giovani, studenti fuori sede, lavoratori, pensionati, migranti e coloro che si spostano per lavoro, oggi i soggetti più colpiti dalla crisi.
Ricordiamo, infine, che l’Italia è tra gli ultimi paesi dell’UE nel campo dell’offerta di abitazioni sociali: un misero 4% a fronte di una media europea del 16%.
Il rilancio delle abitazioni sociali in Italia rappresenterebbe un investimento gigantesco per il rilancio dell’economia e la crescita del PIL valutabile in 10 anni per un valore pari a circa 100 miliardi di euro, oltre che una grande opera di ammodernamento infrastrutturale del Paese, in quanto l’Italia è tra i Paesi dell’Unione Europea in cui sia la coabitazione nei nuclei familiari di origine, sia la mobilità interna sono tra le più compresse, a causa non solo della disoccupazione ma anche della difficoltà di reperire alloggi a costi sostenibili.”

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