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Sudan, ‘ripugnante’ condanna a morte donna causa sua religione

Amnesty International ha definito ripugnante la sentenza con cui oggi un tribunale sudanese ha condannato a morte per apostasia e alle frustate per adulterio una donna cristiana all’ottavo mese di gravidanza.

 

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COMUNICATO STAMPA

 SUDAN, AMNESTY INTERNATIONAL DEFINISCE “RIPUGNANTE” LA CONDANNA A MORTE DI UNA DONNA A CAUSA DELLA SUA RELIGIONE

 Amnesty International ha definito ripugnante la sentenza con cui oggi un tribunale sudanese ha condannato a morte per apostasia e alle frustate per adulterio una donna cristiana all’ottavo mese di gravidanza.

 Meriam Yehya Ibrahim, attualmente in carcere col suo primo figlio di 20 mesi, e’ stata condannata a morte dopo aver rifiutato di rinunciare alla sua fede.

 “Il fatto che una donna sia condannata a morte a causa della religione che ha scelto di professare e alle frustate per aver sposato un uomo di una presunta religione diversa e’ agghiacciante e orrendo. L’adulterio e l’apostasia non dovrebbero essere considerati reati. Siamo in presenza di una flagrante violazione del diritto internazionale dei diritti umani” – ha dichiarato Manar Idriss, ricercatore sul Sudan di Amnesty International.
 “Amnesty International considera Meriam una prigioniera di coscienza, condannata solo a causa della sua fede e identita’ religiosa. Chiediamo il suo rilascio immediato e incondizionato” – ha concluso Idriss.

 Roma, 15 maggio 2014

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