Decreto casa, ‘si va indietro e si viola diritto alla residenza’

La Canera approva definitivamente il “Decreto gambero”: per il diritto alla casa si va indietro. Nessuna svolta per i senza casa e per gli sfrattati. Si viola il diritto alla residenza.

 

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Roma 20 maggio 2014

COMUNICATO STAMPA

DISAGIO ABITATIVO: LA CAMERA APPROVA DEFINITIVAMENTE IL “DECRETO GAMBERO”. PER IL DIRITTO ALLA CASA SI VA ALL’INDIETRO. NON C’E’ NESSUNA SVOLTA PER CHI E’ SENZA CASA O VIVE IL DRAMMA DELLO SFRATTO. SI VIOLANO DIRITTI DELLA PERSONA, COME QUELLO DELLA RESIDENZA.

LA SALVAGUARDIA PER GLI INQUILINI CHE AVEVANO DENUNCIATO IL NERO E’ UNA CONQUISTA DELLA MOBILITAZIONE.

Dichiarazione di Walter De Cesaris – segretario nazionale Unione Inquilini

“Tanti annunci, tanta propaganda, poche cose concrete per il diritto alla casa nel decreto che la Camera ha definitivamente approvato oggi con il voto di fiducia. Non si è voluto incrementare il fondo per la morosità incolpevole e quello sociale per gli affitti che rimangono, sommati, inferiori di due terzi allo stanziamento di 15 anni fa del solo fondo sociale. Non si è voluto trovare la copertura all’incremento delle detrazioni fiscali per tutti gli inquilini. Non si è voluto eliminare la cedolare secca per il libero mercato, un regalo immotivato alla rendita immobiliare che sull’affitto senza regole, paga meno tasse del salario di un operaio. Anche la riduzione al 10% della cedolare secca per coloro che accettano il canale contrattuale concordato è una misura al tempo stesso inadeguata e insufficiente. Inadeguata perché non crea una differenza significativa con l’attuale tassazione del libero mercato; insufficiente perché, per contrastare efficacemente il fenomeno sconvolgente degli sfratti per morosità, occorre creare un comparto di affitto con canoni almeno il 30-40% sotto il canale concordato. Per questo, avevamo proposto un intervento drastico, che si compensava al suo interno: eliminare la cedolare secca sul libero mercato e azzerare la tassazione ai proprietari che accettano canoni ridotti anche rispetto al canale concordato. C’è poi, l’accelerazione del processo di dismissione immobiliare del patrimonio abitativo pubblico: il vero cuore del provvedimento. Una misura del tutto contraddittoria sia rispetto ai bisogni sociali reali: 700 mila domande inevase di case popolari, che rispetto all’Europa, che ha una offerta di alloggi sociali, in media 4 volte superiore a quella italiana. Ultimo, ma non ultimo la repressione con norme anticostituzionali delle occupazioni, messe tutte nello stesso calderone, senza distinguere tra occupazioni di necessità, occupazioni al fine della riappropriazione pubblica e dell’uso sociale di immobili vuoti e degradati e occupazioni delle case popolari, spesso gestite dalla malavita e dalla criminalità organizzata, spesso non ostacolate o addirittura tollerata da chi avrebbe il dovere di contrastare queste fenomeni che noi denunciamo da tempo e che combattiamo in prima fila in un corpo a corpo contro i poteri malavitosi, specialmente in alcune aree del Paese, dentro i grandi complessi dell’edilizia popolare. Impugneremo quelle norme per il loro contrasto ai diritti fondamentali della persona, come quello alla residenza, sancito dai tribunali europei. Nel passaggio al Senato è stata introdotta una norma di salvaguardia per gli inquilini che avevano denunciato il nero: una modifica positiva, risultato ottenuto in controtendenza dalla mobilitazione di sindacati, associazioni, comitati di inquilini. Ringraziamo quanti al Senato hanno contribuito a questo successo che per noi è il primo passo. Chiediamo, anche per il futuro, la reintroduzione di una legislazione che, fondandosi sul conflitto di interessi, sconfigga la piaga dell’evasione nel campo delle locazioni, valutata in circa 1 milione di contratti con una perdita di almeno 1 miliardo e mezzo di gettito.”

Unione Inquilini – Segreteria Nazionale
Via Cavour 101, Int. 4 – 00184 Roma – Tel. 0647.45.711 – Fax 06488.23.74
e mail: unioneinquilini@libero.it – sito internet: www.unioneinquilini.it

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