Livorno, voglia di cambiamento

Ci scrive Riccardo Ripoli, presidente dell’Associazione “Amici della Zizzi”, in merito al cambio di guida al Comune di Livorno dopo 70 anni di giunte di sinistra, le quali non avrebbero aiutato la sua organizzazione a difesa dei bambini.


ATTENZIONE GRILLINI


Si sa che ogni città ha una sua storia e non segue parallelamente i destini della nazione in cui è inserita. Può capitare, come sempre più spesso accade, che vengano elette le persone e non i partiti perché sul territorio sono le capacità personali a fare la differenza e non le ideologie e le logiche di partito. L’errore di molti politici è quello di credere di essere inviolabili e poter fare il proprio comodo, ma a lungo andare questo sistema si incrina e prima o poi collassa su sé stesso. E’ il caso di Livorno.
Settanta anni è durato il regime comunista, alias PD, ma se in Italia ci sono state delle trasformazioni, nella città labronica questo non è accaduto. Si può vedere un sindaco, una giunta dialogare solo con coloro che hanno lo stesso colore politico, seppur di maggioranza? Si può vedere un candidato sindaco che prometta un incontro e non si degni nemmeno di disdirlo? Si può vedere un candidato sindaco che a domanda eviti di rispondere? Si può vedere un partito che osteggi progetti sociali solo perché non portati avanti da persone dello stesso colore? E’ il caso dell’Associazione “Amici della Zizzi” che in ventisette anni di attività, a favore dei bambini maltrattati e abusati, premiata da un consenso crescente in tutta Italia, ha trovato davanti a sé sempre muri e porte chiuse nonostante i mille e più tentativi di dialogo.
Nessun sindaco, dal 1987 ad oggi, ha mai varcato la soglia di casa nostra, nemmeno quando il presidente della Camera, On. Luciano Violante, è venuto a farci visita. Nessun sindaco ci ha mai ricevuto, se non Cosimi una volta qualche giorno prima della sua rielezione, ma solo perché avevo minacciato di rivolgermi ai giornali.
Sette anni ci sono voluti per avere il via libera della giunta al progetto “Casa Zizzi” e nemmeno l’intervento del Presidente Ciampi, dell’On. Violante, del prefetto Mannino sono serviti a smuovere la situazione, sbloccatasi solo dopo due interventi a gamba tesa da parte del difensore civico regionale che sottolineava l’abuso perpetrato, passibile di denuncia.
Mai un euro di contributo alla nostra Associazione, nemmeno quanto ci è dovuto per legge per le rette di due dei nostri ragazzi. Anzi, a tal proposito, incontri, mail, istanze ufficiali andate a finire nel vuoto, promesse fatte per scritto, tanto era la loro sicurezza di essere intoccabili, e mai adempiute. E che dire dei servizi sociali, della loro prepotenza e arroganza tanto da averli come nemici? Nemici di cosa? Nostri o dei bambini? Perché di questo si parla, non di un colore, di un’ideologia, di una santa alleanza, ma di bimbi che dalla vita hanno ricevuto tutto il male possibile e immaginabile e dovrebbero essere difesi, almeno dalle istituzioni preposte alla loro tutela. E come si porta avanti tutto questo? Evitando il dialogo con un’Associazione che da quasi un trentennio antepone il bene dei ragazzi a quello personale di chi l’ha fondata e la dirige e dei suoi tanti volontari? Hanno avuto vita facile perché protetti dai politici di turno ai quali arrivavano le nostre, e non solo nostre, lamentele. Richieste di spiegazioni mai arrivate, iter burocratici insabbiati ad hoc, collaborazione impossibile da realizzare perché qualunque parere contrario era visto come un attacco al sistema e non come un valore aggiunto, una base sulla quale cercare dei punti in comune. Solo un colore era ammesso, quello rosso, mentre noi abbiamo da sempre soltanto una bandiera bianca dove campeggia la scritta “Bambini”.
 
Il voto di Livorno non è stato un voto a favore dei grillini, tanto che la lista civica “Buongiorno Livorno” ha ottenuto in prima istanza il 16% contro il 19,1% del movimento 5 stelle, ma un voto contro un regime totalitario del quale tutti noi eravamo stanchi. A dimostrazione di questo è la controtendenza rispetto al successo nazionale legato al PD e nemmeno il mettere un volto giovane come Marco Ruggeri, che in qualche modo ricordasse Matteo Renzi, ha suscitato “sentimenti patriottici” nel cuore del labronico.
 
Attenzione grillini, non fate lo stesso errore del Pd, dialogate con chi la pensa diversamente da voi, cercate punti in comune per camminare insieme, non evitate di rispondere trincerandovi dietro le mura del palazzo civico perché nessuno è intoccabile, PD docet, e le urne sono sempre lì, pronte a mandare a casa chi pretendesse di ergersi sopra gli altri con superiorità. Noi livornesi vi abbiamo dato fiducia, ma noi livornesi vi faremo scendere dal piedistallo qualora vi venisse la tentazione di montarci sopra e ripetere gli errori del PCI/PD. Livorno è stufa dei regimi, i livornesi adesso sono alla finestra ad osservare come vi muovete. Muovetevi bene e muovetevi subito siamo stanchi di aspettare.
 
Riccardo Ripoli
Associazione “Amici della Zizzi”

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