Roma, a migliaia in piazza contro la strage di Gaza

Il 24 luglio cittadini e associazioni di Roma si sono riuniti per una marcia pacifica, contro un massacro che ad oggi supera i mille morti a Gaza.

 

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PARLIAMO COI MURI
C’é la gente che passa, si ferma, chiede. Qualcuno arriva con il sax, altri aprono il proprio orto, offrono acqua. Scrivere insieme poesie sui muri è prima di tutto un modo per ricomporre le relazioni sociali. Una comunità provvisoria di senso e di-versi. “Abbiamo portato la poesia all’aria aperta fuori dalle aule e dai libri per farla incontrare con l’umanità di passaggio. Una provocazione di bellezza. Una promozione del sensibile. Chi vuole la coglie. È questa la sua natura, delicata e gratuita” L’ARTICOLO COMPLETO DI ROSARIA GASPARRO
 

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IN STRADA CONTRO IL MASSACRO (FOTO)
Da Piazza Vittorio a San Lorenzo, attraverso Porta Maggiore e il Verano. Per protestare contro i bombardamenti israeliani a Gaza e la strage di civili. Il 24 luglio cittadini e associazioni di Roma si sono riuniti per una marcia pacifica, contro un massacro che ad oggi supera i mille morti. GALLERIA FOTOGRAFICA DI ADAMO BANELLI
 

RESISTENZE NASCOSTE IN PALESTINA
Anche se media e libri di storia fanno di tutto per negarlo e nasconderlo, quella in Palestina resta prima di tutto una straordinaria storia di resistenza pacifica. Dalle ribellioni contro le politiche coloniali britanniche degli anni ’20, come il grande sciopero del 1936 durato sei mesi, fino alle forme attuali di resistenza quotidiana, in primis andare a scuola e non smettere di lavorare durante l’occupazione sempre più violenta. Uno dei passaggi di questa non-storia è la Giornata della Terra, quando il 30 marzo del 1976 migliaia di palestinesi cittadini d’Israele si riunirono per protestare contro la decisione del governo di espropriare 60.000 dunam (60 chilometri quadri) di terre palestinesi nella Galile a: naturalmente la polizia israeliana reagì con violenza, causando la morte di sei palestinesi e ferendone centinaia. Non si tratta di spiegare ai palestinesi come dovrebbero resistere di fronte a uno degli eserciti più potenti del mondo, ma di riconoscere nella ribellione quotidiana di migliaia di persone comuni storie di speranza e dignità. Del resto, cosa sono le proteste di ogni giorno, le dimostrazioni di massa, i rifiuti di pagare tasse, i boicottaggi economici, gli scioperi dei lavoratori, le aperture di scuole comunitarie illegali, le azioni di distruzione di documenti d’identità emessi dalle autorità israeliane, gli scioperi della fame nelle prigioni israeliane, le proteste contro il Muro? L’ARTICOLO COMPLETO
 

Altri articoli del dossier IL GRIDO DI GAZA:

SANZIONARE ISRAELE DAL BASSO (Noam Chomsky)

IL SENSO DELL’ASSEDIO

SOSPENDERE LE VACANZE, RESTARE UMANI
 

SE I PALESTINESI FOSSERO UMANI

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EDUCARE ALLA DECRESCITA
Abbiamo bisogno di abbandonare il concetto di sviluppo e l’invenzione dell’economia. La decolonizzazione dell’immaginario comincia con un apprendimento diverso, con una scuola differente L’ARTICOLO COMPLETO
 

POSSIAMO CAMBIARE I NOSTRI CONSUMI
Una mappa web per Gas, filiera corta, risparmio energetico, prodotti sfusi, commercio equo, mercati contadini, riduzione degli imballaggi, bike sharing, mercati dell’usato LA NOTIZIA COMPLETA
 

IL TEMPO DELLA FILIERA CORTA
Le esperienze di filiera corta si moltiplicano ovunque in molti modi, Francia, Olanda, Austria: i molti volti della distribuzione locale LA NOTIZIA COMPLETA
 

LA RIVOLUZIONE DELLE RELAZIONI
La scommessa femminista è di mutare «modo d’essere» del pensiero e «modo d’essere» della vita. È una rivoluzione, allo stesso tempo, simbolica e materiale. La via maestra di questa rivoluzione sono, per Carla Lonzi, le relazioni. Sono le relazioni che vanno modificate per cambiare la realtà, la società con le sue strutture, le sue regole, i suoi fini. Nelle relazioni si gioca la possibilità stessa di vivere ed operare nel mondo… Se il conflitto è con la civiltà dell’opera, la scommessa è di costruire un mondo meno ostile ed estraneo alle donne, mettendo in primo piano le relazioni tra soggettività differenti, invece della produzione di ogget ti. La mossa decisiva è spostare l’uomo dal suo centro. Per farlo non serve il dissidio costante, non serve la rivendicazione. Al contrario, attestarsi sul terreno delle rivendicazioni e del dissenso è un modo di riconfermare l’uomo L’ARTICOLO COMPLETO DI MARIA LUISA BOCCIA
 

IL PORTABORSE
Nel suo viaggio in Africa, il mercante Renzi ha cercato di piazzare il marchio Italia, o meglio, quello di Eni e di Finmeccanica. Per farlo ha solo fatto finta di non sapere cosa ha fatto Eni nel Delta del Niger (foto) e che il congolese Denis Sassou Nguesso sia un dittatore. Lo spiegano bene un articolo di Elena Gerebizza di Re:Common e questo intervento di Alex Zanotelli
 

QUELLA FIERA DEI PETROLIERI CHIAMATA T-TIP
Il trattato Usa-Ue “T-Tip”, ora lo hanno scoperto anche i “grandi” media, serve alle multinazionali per non avere norme di intralcio e limite alcuno (ambientale e sociale) per espandere i propri profitti. Per questo è stato preparato, finora, in gran segreto. Il trattato, ad esempio, rappresenta la via per intaccare le norme comunitarie sugli idrocarburi non convenzionali. Apre dunque un nuovo mercato per le sabbie bituminose, naturalmente a discapito del clima. In fondo, non crederete mica alla storia del cambiamento climatico? L’ARTICOLO COMPLETO
 

LA FINE DELLA TUTELA PAESAGGISTICA
La riforma per la valorizzazione dei Beni culturali del governo presentata da Dario Franceschini mette a rischio la tutela del paesaggio e sfiducia gli organi decentrati dello Stato, quelli che presidiano il territorio L’ARTICOLO COMPLETO
 

IL COSTO DELL’INSALATA IN BUSTA
Abbiamo trasformato il cibo in merce e l’agricoltura in un’industria, non sappiamo più quali sono le stagioni delle verdure, abbiamo dimenticato il sapore di una cosa buona, fresca, sana. E non abbiamo tempo per cucinare, meno ancora per coltivare. Per questo, quando si parla di insalata in busta per lo più discutiamo solo se va lavata o meno… (provate a fare una ricerca sul web). Ma la mercificazione del cibo e l’agricoltura intensiva hanno anche un’altra conseguenza, di cui gli spot delle verdi insalatine plastificate non si occupano. Dietro la produzione dell’insalata in busta, quella pronta per l’uso, venduta sui luccicanti banconi dei supermercati, che viene dalla California d’Italia (cioè le serre de lla Piana del Sele), come ricorda Medici per i diritti umani, ci sono il caporalato, lo sfruttamento di migliaia di migranti e di braccianti italiani, la mancanza delle tutele sanitarie LA NOTIZIA COMPLETA
 

AUTOSCATTI
Secondo Corriere e Repubblica le donne sono stanche del femminismo e si fanno gli autoscatti (yeah, loro sono modernelli e li chiamano selfies) per dirlo a tutto il mondo. Quando qualcuna si ritrae con un cartello con su scritto “Io non ho bisogno del femminismo perché rispetto gli uomini” è ovvio che questa persona del femminismo sa e ha capito davvero moltissimo, almeno quanto i redattori di Corriere e Repubblica… Il femminismo oggi è davvero una questione di selfies su Facebook? No. Perché le femministe, in tutto il mondo (che stranamente non è limitato agli Usa) fanno un sacco di cose che i giornalisti non vedono neppure se gliele sbatti davanti agli occhi. Portano avanti programmi di costruzione di pace, su lla salute delle donne, sul contrasto alla violenza di genere, sulla giustizia economica e ambientale; forniscono sostegno alle donne e alle famiglie in difficoltà; usano la cornice dei diritti umani per promuovere giustizia sociale; compiono ricerche sul campo ed offrono soluzioni alternative; forniscono istruzione e seminari specifici; lavorano per un’equa redistribuzione delle risorse. Cari giornalisti di Corriere e Repubblica, se non trovate nulla di vostro gradimento nella lista dell’attivismo di base, per scrivere un pezzo sul femminismo, potreste provare con i meeting internazionali. IAFFE, l’Associazione Internazionale per l’Economia Femminista, si è riunita dal 27 al 29 giugno all’Università di Accra, in Ghana. Economiste, docenti, studenti, rappresentanti di gruppi femministi ecc. hanno discusso del lavoro delle donne, delle tassazioni, del lavoro di cura non pagato, dell’accesso alla protezione sociale, dell ’accesso alla terra e ad altre risorse chiave ecc.; hanno scambiato esperienze e tecniche ed elaborato strategie comuni. Come dite? Senza foto e cartello non se ne fa niente? Ok, ecco qua

ESSERE MINORANZA
Minoritarismo e minoranza sono cose diverse. Quando si svendono intere città, ad esempio, si è parte di un minoritarismo culturale che avvolge la politica con la subalternità al dettato europeo di austerity. E, soprattutto, si è minoritari quando non si ascolta il grido di sofferenza di migliaia di persone. Non bisogna invece avere paura di essere minoranza quando si costruisce un percorso per la chiusura di un inceneritore, né quando si difende uno spazio culturale occupato, come accade a Pisa e in molte altre città, o si propone di riutilizzare subito il patrimonio pubblico abbandonato, oppure quando si chiede di requisire le case sfitte L’ARTICOLO COMPLETO
 

QUEI RISTORANTI DI CUI NESSUNO SENTE IL BISOGNO
Se vi capita di visitare Firenze, in questi giorni, potreste notare il centro commerciale San Lorenzo nuovo di zecca al piano superiore del vecchio mercato ortofrutticolo. Cibo di bassa qualità, prezzi alti, alla ricerca soprattutto di turisti… Una cosa è certa: la città ha davvero perso qualcosa smantellando il vecchio mercato, frequentato dagli abitanti del luogo L’ARTICOLO COMPLETO
 

25 IDEE PER UNA SCUOLA DIVERSA
Coloriamo le scuole, riempiamole di orti, finiamola con l’ossessione dei test, meglio teatro, musica, sport, passeggiate in città. Perché apprendere è prima di tutto piacere. E perché la scuola non è dei governi (qualcuno lo spieghi a Renzi-Giannini-Reggi) ma di chi la fa L’ARTICOLO COMPLETO DI PAOLO MOTTANA


 

RIBELLARSI FACENDO. MONDI DIVERSI GIÀ ESISTONO. NOI PROVIAMO A RACCONTARLI

 

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