Anche quest’estate i nostri medici, infermieri e mediatori stanno lavorando a Siracusa per offrire cure ai migranti che sbarcano. Sul nostro ambulatorio mobile vediamo bambini, uomini, donne arrivati in Italia dopo lunghi viaggi in mare, sentiamo i loro racconti, le loro storie, li curiamo e li aiutiamo.
Persone diverse, provenienze diverse, storie diverse, tutte accomunate da un percorso simile: la traversata in mare per raggiungere l’Italia, stipati su barconi, in condizioni terribili. Poca acqua, poco cibo, nessuno spazio per stendersi o anche solo per sgranchirsi le gambe, servizi igienici inesistenti. È questa la causa delle patologie che riscontriamo al loro arrivo: non malattie infettive, ma gastriti, malattie della pelle, dolori osteomuscolari, ferite, ustioni, disidratazione… Fare allarmismi di qualsiasi tipo su presunte epidemie portate da queste persone è non solo disumano, ma ingiustificato.
Se si vuole lanciare un allarme, che lo si faccia per denunciare i rischi a cui si espongono queste persone per scappare dalle guerre e dalle persecuzioni nei loro Paesi, le carenze del sistema di accoglienza, le condizioni dei centri in cui queste persone vengono portate dopo lo sbarco, le lacune della normativa per i minori stranieri non accompagnati. Che lo si faccia per denunciare – e cercare una soluzione per risolvere – i problemi veri: non per crearne di inesistenti. |