Comunicazioni e notizie stampa sulla (s)vendita di Rai Way

E’ forte la preoccupazione presso l’Azienda Rai e nei cittadini per la probabile cessione del 49% di RaiWay, la società proprietaria dei diritti d’uso delle frequenze Rai e delle postazioni di trasmissione.

 

libersind confsal

 

Comunicazioni e notizie stampa sulla (s)vendita di Rai Way

Rossi: Cedere azioni Rai Way equivale ad affossare il servizio pubblico

“I miei dubbi sulla legittimità di cedere azioni di Rai Way, la società controllata dalla Tv di Stato,
sono purtroppo tutti confermati”: lo dice il senatore Maurizio Rossi del Gruppo Misto-Liguria
Civica, che ha sollevato la questione in commissione Vigilanza Rai a San Macuto. “In particolare, è
molto grave che per vendere Rai Way sia stato fatto un contratto di affitto questa estate di 7+7
anni per un totale di oltre 2 miliardi di euro complessivi in cui la Rai si obbliga ad affittare impianti
per ben 5 frequenze. Il Servizio Pubblico si impegna quindi per oltre 2 miliardi al fine di incassarne
300/400 e il tutto per coprire solo 150 milioni derivanti dai tagli della spending review: una vera e
propria presa in giro!”.

“Tra l’altro, la convenzione per il servizio pubblico scade il prossimo anno e bastava rinunciare a
due frequenze su 5 per risparmiare 60/70 milioni all’anno di affitti che nei 7+7 del contratto
valgono circa 1 mld di euro. Vendere quote di un asset fondamentale, senza la minima trasparenza
e soprattutto senza alcuna strategia, è la giusta direzione per chi vuole affossare la Rai “.

http://www.liguriacivica.it/notizie/rossi-cedere-azioni-rai-way-equivale-ad-affossare-il-servizio-pubblico-2148.html

Segue interrogazione e risposta Rai inviata al Libersind Confsal dal Sen. Rossi

CAMERA DEI DEPUTATI· SENATO DELLA REPUBBLICA
COMMISSIONE VIGILANZA RAI

Al Direttore generale della RAI,

Premesso che:

l’articolo 4, comma 3, della legge n. 103 del 1975 prevede che la Commissione
parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi indichi “i criteri
generali per la formazione dei piani annuali e pluriennaIi di spesa e di investimento facendo
riferimento alle prescrizioni dell’atto di concessione”;

la vigenza di tale disposizione è stata successivamente confermata dall’articolo 50 del
d.lgs. n. 177 del 2005 (testo unico dei servizi media audiovisivi), secondo cui la Commissione
di vigilanza “verifica il rispetto delle norme previsti dagli articoli 1, commi 3, 4 e 5, e 4 della
legge n. 103 del 1975″;

l’articolo 45, comma 5, del citato testo unico, nel definire i compiti del servizio pubblico
generale radiotelevisivo, precisa che alla RAI è consentito “lo svolgimento, direttamente o
attraverso società collegate, di attività commerciali ed editoriali, connesse alla diffusione di
immagini, suoni e dati, nonché di altre attività correlate, purché esse non risultino di
pregiudizio al migliore svolgimento dei pubblici servizi concessi e concorrano all’equilibrata
gestione aziendale”;

la Commissione parlamentare è competente a richiedere ogni informazione e
documentazione al fine di accertare che in ogni fase della gestione della RAI S.p.a. e delle
società da questa partecipate sia assicurato il rispetto dei vincoli all’organizzazione aziendale
che derivano anche dal citato articolo 45 del Testo Unico;

il legislatore ha attribuito al Parlamento, attraverso la Commissione di vigilanza, i compiti
di indirizzo e vigilanza non soltanto rispetto alla qualità dei contenuti e al pluralismo
dell’informazione, ma anche alla gestione delle risorse umane ed economiche da parte della
RAI, la cui azione è limitata dagli obblighi derivanti dall’essere concessionaria del servizio
pubblico il cui esercizio è remunerato dallo Stato attraverso il C.d. canone di abbonamento;

RAI Way è una società per azioni, a partecipazione totale della RAI, costituita nel 2000 in
seguito al conferimento di ramo d’azienda della ex divisione Trasmissione e Diffusione della
RAI;

RAI Way S.p.A. detiene e gestisce le reti di trasmissione e di diffusione della RAI;

gli obiettivi della RAI come gruppo, e quindi anche di RAI Way, sono quelli imposti e
perseguiti dal contratto di servizio stipulato con il Ministero dello sviluppo economico;

le infrastrutture di RAI Way sono quindi utilizzate in via primaria per l’assolvimento degli
obblighi di servizio pubblico, e secondariamente per l’offerta di servizi di ospitalità a clienti
esterni;

la RAI ha avviato nella scorsa settimana le procedure per la cessione, attraverso la
quotazione in borsa, di una quota minoritaria, ancora da definire, di RAI Way;

la concessione tra la RAI e lo Stato italiano andrà in scadenza nel maggio 2016;

che allo stato attuale non è possibile ancora sapere se la RAI sarà ancora in tutto o in parte
la concessionaria del servizio pubblici radiotelevisivo;

a seguito del progresso tecnologico e della prossima conferenza di Ginevra 2015
sull’assegnazione agli Stati delle frequenze, nonché dei processi in corso di riorganizzazione
della RAI, non è dato sapere di quante frequenze dovrà disporre la RAI;

si chiede di sapere

quale è l’attuale struttura del contratto di affitto tra RAI e RAI Way, nonché l’importo
annuale che viene a quest’ultima corrisposto;

quale è la scadenza contrattualmente stabilita;

se è intenzione di RAI, prima della valorizzazione, modificare il contratto di affitto in
essere e, in caso affermativo, a quale importo e per quale durata;

quale sarebbe la durata prevista, il valore annuale e il valore complessivo del contratto di
affitto tra RAI e RAI Way, che si intende garantire prima della cessione della minoranza di RAI
Way;

che cosa si impegna ad affittare RAI da RAI Way per la durata del contratto;

se il contratto comprende gli impianti sia per il sistema televisivo, sia per quello
radiofonico, nonché la relativa ripartizione degli oneri economici;

che cosa accadrebbe e che cosa è previsto contrattualmente qualora la RAI non dovesse
più avere l’affidamento del servizio pubblico radiotelevisivo dal maggio 2016;

che cosa accadrebbe e cosa è ‘previsto contrattualmente per l’eventualità che la RAI
dovesse avere l’affidamento del servizio pubblico solo per una parte di quanto è oggi previsto;

che cosa accadrebbe qualora la stessa RAI decidesse di accorpare e limitare i programmi di
trasmissione differenziati e conseguentemente necessitasse di meno frequenze e quindi non
più cinque reti di impianti ma magari solo una o due.

Maurizio Rossi

Interrogazione Sen. Rossi, prot. n. 1227/COMRAI.

In merito al J’ interrogazione sopra citata si informa di quanto segue.

Il contratto tra Rai c Rai Way prevede l’affidamento da parte della R,ti aRai Way dci compito di
fornire un servizio chiavi in mano avente ad oggetto principalmente la realizzazione di tutte le
attività necessarie cIo utili per garantire la trasmissione e diffusione, in Italia e all’estero, del
segnale radioronico c televisivo relativo ai contenuti audio elo video de1la Raì.

I nuovi termini del contratto, la cui scadenza originaria era prevista nel correnle anno, sono stati
recentemente approvati dai Consigli di amministrazione della Rai e di Rai Way nelle sedute dello
scorso 24 luglio.

In merito agli specifici contenuti dcI contralto, essendo stato avviato, come nolo, il processo di
quotazione in horsa della società Rai Wuy. in questa fase, occorre evitare che si verifichino
condizioni di asimmetria informativa del puhblico o che avvenga la divulgazione di informazioni
che potrebbero rìsult~lre fuorvianti in quanto non resc in un contesto appropriato.

Per tali ragioni, si rHiene non opportuno diffondere partìcolari aspeui di carattere tecnico operativo,
nonché economico. concernenti il contralto In questione. l contenuti rilevanti del cont.ratto saranno
difatti resi disponibili in maniera coerente nell’ amhilo dclle informazioni l:ontcnute nel prospetto
attualmente in fase di predisposizionc, in un contesto informativo aderente alle prescrizioni
regolamenlari.

Towering, Conna e M5S: scellerata decisione la svendita di RAIWAY

Durissima presa di posizione dell’associazione di emittenti radiotelevisive locali CONNA sul blog di
Beppe Grillo (Movimento 5 Stelle) a riguardo della cessione degli asset di RAIWAY.

“Appare ormai chiara la volontà del capo del governo di voler distruggere la Rai accogliendo le
richieste di quello che è il massimo concorrente privato del servizio pubblico cioè il gruppo di
televisioni che fa capo a Silvio Berlusconi, i cui desiderata sono stati senz’altro recepiti durante il
famigerato Patto del Nazareno”, si legge sul blog. “Il Nazareno… – continua il CONNA -se fosse
stato presente a quella riunione li avrebbe inceneriti con una saetta, non sarebbe ricorso neppure
alla macina da mulino legata al loro collo… Ma non stanno scherzando, stanno procedendo
allegramente verso questo risultato.

La Rai sarà magari marcia e corrotta al suo interno; sarà satura di assassini di verità che la
infestano a tutti i livelli, ma è pur sempre un mezzo di comunicazione essenziale per il Paese che
appartiene a tutti noi, e quindi lo dobbiamo difendere, non deve fare la fine di tante aziende che
sono state svendute dallo Stato: telecomunicazioni, autostrade, informatica perfino le industrie
alimentari che stabilivano un calmiere, la genuinità dei prodotti. Ma, questi stanno procedendo a
suon di tamburi. I due step, le due mosse stabilite per legge sono: la prima, rubare letteralmente
una grossa somma all’amministrazione della Rai, ben 150 milioni di Euro, per mettere in difficoltà
l’azienda – questo è il secondo punto – per costringerla a svendere le attrezzature di alta
frequenza: le attrezzature di trasmissione senza le quali un servizio televisivo e radiofonico
nazionale apparirebbe come una scatola vuota incapace perfino di gestire il normale servizio
pubblico. Dobbiamo tener presente che sottrarre le attrezzature di alta frequenza a un mezzo di
comunicazione in etere, è molto peggio di privare un giornale della sua rotativa perché rotative se
ne possono trovare altre, invece gli impianti di trasmissione sono unici.

La Rai li ha costruiti pezzo dopo pezzo a partire fin dagli Anni Dieci del secolo scorso; consistono in
trasmettitori; in torri di irradiazione su postazioni nei principali monti del Paese, il tutto collegato
da un reticolo di ponti radio affatto sostituibile e riacquistabile. Allora ci domandiamo come sia
possibile che dall’interno del PD stesso che sarebbe danneggiato da una operazione del genere non
si levi qualche voce. D’accordo che le parole come democrazia, giustizia, verità per molti ormai non
contano più nulla, ma ci rifiutiamo di credere che tutti, proprio tutti all’interno del PD non provino
vergogna di agire in questo modo”, chiude l’intervento del portavoce del CONNA Mario Albanesi.
(M.L. per NL)

Towering: il 49% di RaiWay sul mercato. In pole E.I. Towers

Nel pacchetto ‘Sblocca Italia’, in esame il 29 agosto prossimo al Consiglio dei ministri, si prevede la
cessione, “anche in più soluzioni”, di RaiWay, la società proprietaria dell’infrastruttura tecnica di
alta frequenza della RAI.

Come si legge sul quotidiano Il Messaggero, la norma in questione stabilisce che il 51% di RaiWay
dovrà rimanere in mani pubbliche (in nessun modo i privati potranno scalarla), mentre il restante
49% del capitale sarà ceduto; si tratta di una quota molto più alta di quella prevista (si parlava del
30-40%). Il quotidiano segnala tra i potenziali soggetti interessati all’acquisto il player E.I. Towers,
di cui Mediaset detiene il 40%, oltre agli operatori di telefonia e agli spagnoli di Abertis, molto
attivi nel business delle torri. La scelta della privatizzazione è una novità per la RAI che potrebbe
essere stata in qualche modo influenzata (eufemisticamente parlando) dal taglio di 150 milioni di
euro imposto dal governo Renzi con il decreto Irpef.

Sul piano procedurale, l’autorizzazione del governo non rappresenta l’avvio delle procedure, ma di
fatto sblocca la vendita. Secondo i sindacati della RAI l’operazione si tradurrebbe in una “svendita”,
che potrebbe avere ricadute occupazionali (in realtà ai dipendenti RAI dovrebbero essere riservate
agevolazioni). Invero, l’Italia ad oggi rappresenta un’eccezione a livello europeo, stante l’identità di
proprietà (che interessa anche la quasi totalità dei network provider privati) tra fornitore di
contenuti ed operatore di rete, posta la naturale diversità dei ruoli (che in caso di concidenza
potrebbero portare a conflitti d’interesse con conseguenze verso i content provider puri ospitati da
network/content provider concorrenti).

Rai Way ha chiuso in positivo l’esercizio 2013 con un utile netto di 11,8 milioni di euro, in aumento
rispetto a quello del periodo precedente di 8,5 milioni di euro. I ricavi di Rai Way sono risultati pari
a 219,2 milioni, di cui 182,0 milioni di euro derivanti dalle attività svolte per il Gruppo
Rai. Relativamente ai rapporti commerciali con gli altri Clienti, i ricavi sono stati pari a 36,3 milioni
di euro, con un incremento di 1,1 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente
(+3,1%).

Il principale competitor, E.I. Towers, nel primo semestre 2014 ha visto ricavi consolidati
caratteristici attestati ad Euro 116,6 milioni, rispetto a Euro 115,8 milioni dato dello stesso periodo
dell’anno precedente. Il gruppo ha reso noto che “La crescita dei ricavi riflette l’incremento di
servizi di ospitalità ed accessori forniti agli operatori televisivi nazionali ed agli operatori di
telecomunicazioni mobili, a fronte di una riduzione dei servizi di ospitalità e manutenzione nei
confronti degli operatori televisivi non nazionali”. E.I. Towers ha precisato che “Le continue
efficienze sulla struttura dei costi hanno permesso di incrementare la marginalità di 160 punti base
rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”.

L’utile netto, dopo aver contabilizzato imposte di competenza per Euro 10,2 milioni, si è attestato
ad Euro 19,2 milioni, pari al 16,5% dei ricavi caratteristici, in crescita rispetto al dato del primo
semestre del 2013 (Euro 16,8 milioni). (M.L per NL)

Libersind Conf. Sal.

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