Case popolari, ‘no al decreto Lupi’, lettera aperta a Istituzioni locali

“Venga opposto un netto rifiuto a un provvedimento incostituzionale che è un attentato contro i più poveri e acrrescerà il disagio abitativo”. Si tratta della possibilità di vendita all’asta delle case popolari.

 

 

13 ottobre 2014

COMUNICATO

VENDITA ALL’ASTA DELLE CASE POPOLARI: LETTERA APERTA DELL’UNIONE INQUILINI AI PRESIDNETI DELLE REGIONI E AI SINDACI DELLE AREE METROPOLITANE.
VENGA OPPOSTO UN NETTO RIFIUTO A UN PROVVEDIMENTO INCOSTITUZIONALE CHE E’ UN ATTENTATO CONTRO I PIU’ POVERI E ACCRESCERA’ IL DISAGIO ABITATIVO.

Dichiarazione di Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione Inquilini.

Abbiamo inviato oggi ai Presidenti delle Regioni, al Presidente dell’ANCI e ai
sindaci delle grandi aree urbane, una lettera aperta in cui chiediamo un
pronunciamento negativo della Conferenza Unificata sullo schema di decreto
inviato dal Ministro delle Infrastrutture Lupi, che prevede l’introduzione
della procedura della vendita all’asta, al prezzo di mercato, degli alloggi
dell’edilizia residenziale pubblica.
Si tratta di un provvedimento incostituzionale in quanto lo Stato non può
imporre norme su un patrimonio non suo ma proprietà di regioni ed enti locali
che, sulla base della Costituzione, hanno nel campo dell’edilizia residenziale
pubblica una competenza esclusiva.
Inoltre, con la vendita all’asta al miglior offerente del patrimonio pubblico
(addirittura con l’aggravante della vendita in blocco degli immobili
fatiscenti) si finirà per favorire la speculazione, nelle aree dei centri
storici appetibili al mercato privato con la conseguente ulteriore
svalorizzazione del residuo patrimonio lasciato al degrado.
Si introduce una nuova bomba ad orologeria nel cuore delle città, già
martoriate dall’onda anomala degli sfratti per morosità (oltre 200 mila negli
ultimi 3 anni), una vera questione nazionale che andrebbe affrontata con
politiche di inclusione sociale e non come mera questione di ordine pubblico.
Se il meccanismo delle aste al prezzo di mercato venisse realmente introdotto,
cosa accadrebbe infatti agli assegnatari che, nella stragrande maggioranza, non
hanno redditi per poter neanche minimamente pensare di competere ?
Come potrebbero intervenire i comuni che, allo stato attuale, neanche riescono
minimamente a fronteggiare una richiesta sempre crescente di abitazioni a
canone sociale a causa della carenza di qualsiasi risposta alloggiativa
pubblica (700 mila domande di case popolare inevase)?
Lo Stato dovrebbe garantire i servizi minimi anche nel comparto abitativo.
Invece di pensare a improbabili e delittuosi crimini sociali quali la vendita
alla’sta delle case popolari, pensi a come garantire, a partire dalla Legge di
Stabilità, un finanziamento certo e continuativo all’ERP e a un piano di
recupero e riuso del patrimonio pubblico al fine di incrementare l’offerta di
alloggi sociali in Italia.

Allegata: lettera aperta ai Presidenti di Regione, al Presidente ANCI, ai
Sindaci

Unione Inquilini – Segreteria Nazionale
Via Cavour 101, Int. 4 – 00184 Roma – Tel. 0647.45.711 – Fax 06488.23.74
e mail: unioneinquilini@libero.it – sito internet: www.unioneinquilini.it

LETTERA APERTA

 Roma, 13 ottobre 2014

                                                           Ai Presidenti delle Regioni

                                                           Al Presidente dell’ANCI

                                                           Ai Sindaci delle grandi aree urbane

 

Egregio Presidente, Egregio Sindaco,

E’ stato recentemente trasmesso, per il prescritto concerto, lo schema di decreto del Ministro delle Infrastrutture che, in ottemperanza di quanto previsto dall’art. 3 della Legge 80 del 2014, detta norme per l’accelerazione dei processi di dismissione del patrimonio immobiliare dell’edilizia residenziale pubblica.

In questo provvedimento, viene prevista la vendita all’asta di detto patrimonio, partendo dal valore di mercato. All’assegnatario viene fornita l’unica garanzia di un diritto di prelazione sulla base del prezzo di aggiudicazione.

Il testo prevede addirittura la possibilità di vendita all’asta in blocco degli stabili definiti fatiscenti o i cui costi di manutenzione vengono giudicati insostenibili.

Su Regioni e comuni viene scaricata la responsabilità di eventuali ulteriori forme di tutela che, stante l’assoluta carenza del patrimonio abitativo pubblico e l’impossibilità di rispondere alle richieste inevase di cittadini che avrebbero diritto a una casa popolare (oltre 700 mila istanze), è impensabile possa tradursi nella garanzia del passaggio da casa a casa.

Il varo effettivo di questo decreto rappresenterebbe la pietra tombale per un comparto come quello dell’ERP già sull’orlo del collasso, a causa, principalmente, dell’assenza di qualsiasi forma di finanziamento pubblico.

Ci sarebbero inoltre ripercussioni gravissime sulla condizione abitativa del Paese, già segnata dal fenomeno esplosivo di uno tsunami crescente di sfratti per morosità incolpevole.

Riteniamo, inoltre, che questo intervento presenti elementi forti di incostituzionalità in quanto il governo nazionale non può imporre regole su un patrimonio immobiliare che non è suo, ma di Regioni ed enti locali, che rispetto al settore dell’ERP godono di una competenza esclusiva.

Ragioni di carattere sociale e insieme del corretto rapporto tra i diversi livelli istituzionali chiedono un Vostro autorevole intervento affinché il provvedimento venga ritirato.

Allo Stato spetta il compito di garantire, anche nel comparto dell’ERP, i servizi minimi essenziali sul territorio nazionale.

Invece, quindi, di dettare norme incostituzionali, socialmente inique e gravemente lesive della coesione sociale, riteniamo che al governo vada chiesto di prevedere nella Legge di stabilità un finanziamento certo e continuativo nel tempo dell’ERP, in modo da poter attuare politiche espansive dentro un quadro generale di riforma e rilancio dell’intervento pubblico.

In attesa di un cortese cenno di riscontro e fiduciosi in un Vostro positivo intervento nella direzione richiesta, inviamo cordiali saluti.

 

                                               IL SEGRETARIO NAZIONALE  UNIONE INQUILINI

                                                         Walter De Cesaris

 

 

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Cantiere per 12 case popolari fermo da sette mesi, video comunicato

 

Ad aprile viene inaugurato in pompa magna con presidente della regione, assessori, tecnici e perfino un buffet un cantiere per la realizzazione di 12 case popolari a Primavalle nella zona nord ovest di Roma.  Dopo sette mesi il cantiere non ha mai iniziato i lavori.  Ecco il video comunicato denuncia di Unione Inquilini Roma:

http://www.unioneinquiliniroma.it/?p=1186

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