Lettera a CdA e Presidente Rai del 22 ottobre 2014

“Il Servizio Pubblico Radiotelevisivo è esposto in questo ultimo periodo a colpi di inaudita violenza che rischiano di minarne la sopravvivenza stessa”.

 

Rai Radiotelevisione Italiana
c.a. Presidente C.d.A.
Dott.ssa Anna Maria Tarantola

c.a. Consiglieri C.d.A.
Dott. Guglielmo Rositani
Dott.ssa Benedetta Tobagi
Dott. Gerardo Colombo
Dott. Antonio Verro
Dott.. Antonio Pilati
Dott. Rodolfo De Laurentiis
Dott.ssa Luisa Todini
Dott. Marco Pinto

SEDE

Oggetto: richiesta di audizione dal C.d.A.

Gentile Presidente, egregi Consiglieri,

il Servizio Pubblico Radiotelevisivo è esposto in questo ultimo periodo a colpi di inaudita violenza che
rischiano di minarne la sopravvivenza stessa.

Le volontà governative contenute nel D.L. 66/2014 poi convertito in legge 89/2014, sono di fatto il via
libera al ridimensionamento dell’azienda RAI operata su due contemporanei fronti e cioè da una parte con
la riduzione del perimetro aziendale tramite la (s)vendita di quote azionarie di RAI WAY ed il possibile
ridimensionamento della presenza capillare della RAI nelle singole regioni italiane e dall’altra parte sul
fronte delle risorse economiche, attraverso la distrazione di 150 milioni di Euro dalla tassa di scopo
denominato canone TV destinato alla RAI, quando questa azienda vanta crediti verso lo Stato per miliardi di
Euro.

La scrivente organizzazione sindacale giudica inaccettabile tale scenario, al quale si aggiunge quanto
contenuto nel testo della legge di stabilità in fase di approvazione, ove si registra la possibile riduzione
strutturale di un ulteriore 5% del canone destinato alla RAI per un importo stimato di circa 85 milioni di
Euro l’anno.

Tutto ciò si configura come un grave attacco teso a svilire il Servizio Pubblico Radiotelevisivo nel nostro
Paese a danno di chi vi lavora, dei cittadini utenti e della società civile e democratica.

La fretta con la quale si intende giungere alla quotazione azionaria del 49% di RAI WAY in assenza di un
quadro normativo che dia alla RAI garanzia di rapporto con lo Stato, attraverso il conferimento della
concessione pluriennale e attraverso la definizione di risorse economiche certe, specie in un momento di
grave flessione della raccolta pubblicitaria e di mancato adeguamento del canone pregresso (circa 25 Mln.
di Euro annui), è motivo di grande preoccupazione per i lavoratori tutti e per questo sindacato, tanto che
approva senza riserve le decisioni di alcune OO.SS. che hanno avviato le possibili opposizioni di natura
giuridica sia rispetto alla quotazione in borsa di RAI WAY sia rispetto alla sottrazione dei 150 milioni di Euro
del canone TV spettante.

Per tali ragioni ci risulta difficile comprendere le decisioni di ultimo periodo prese su questa vicenda dal
Consiglio di Amministrazione della RAI, un organismo questo che dovrebbe per primo erigersi a difesa
dell’azienda di Stato che è chiamato ad amministrare e che invece ha dimostrato di non intervenire
opportunamente, anzi di assecondare le determinazioni governative specie riguardo alla quotazione
azionaria di RAI WAY.

Il Libersind Conf.sal chiede con forza che sin dalla prossima riunione del C.d.A. RAI emerga una netta presa
di posizione contro gli attacchi portati al Servizio Pubblico Radiotelevisivo, attraverso i necessari ricorsi
legali ed attraverso il fermo del processo di quotazione azionaria di RAI WAY, almeno fino alla definizione di
un quadro normativo certo rispetto alla concessione ed al canone.

Su tale tematica il Libersind Conf.sal chiede di essere audito dal C.d.A. RAI in tempi rapidissimi.

Se non si dovesse registrare disponibilità verso l’audizione richiesta e la necessaria determinazione del
C.d.A. in contrasto alla sottrazione di risorse economiche alla RAI da parte governativa, la scrivente
organizzazione sindacale non potrebbe non considerare azioni consequenziali.

Roma, 22 ottobre 2014
Segreteria Nazionale Libersind Conf.sal
 

 

Libersind Conf. Sal.
Tel. 06/4075619 Fax 06/40500016 Cod. Fiscale 97055050583

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