“Ci voleva la sinistra al Governo per abrogare l’art.18”

Il datore di lavoro avrà “finalmente il diritto di licenziare”. Sembra incredibile ma questo “ottimo risultato” si otterrà grazie ad un governo che si definisce di sinistra, figlio di un partito di sinistra, intriso di tanti irriducibili sindacalisti.

 

Ci voleva la sinistra al Governo per abrogare l’art.18.

Il datore di lavoro avrà “finalmente il diritto di licenziare”.

Sembra incredibile ma questo “ottimo risultato” si otterrà grazie ad un governo che si definisce di
sinistra, figlio di un partito di sinistra, intriso di tanti irriducibili sindacalisti.
In realtà ci domandiamo come si possa immaginare che togliendo ai lavoratori il diritto di potersi
rivolgere al giudice generi di per sé posti di lavoro in abbondanza?
In questa Italia massacrata dal calo della domanda interna e con le esportazioni in flessione,
afflitta dalla cronica carenza di posti di lavoro, il combinato disposto del “libero licenziamento” con
le fantomatiche “tutele crescenti” rischia di precarizzare anche l’ultimo residuo di lavoro stabile.
L’inevitabile conseguenza sarà l’abbattimento salariale e lo stipendio minimo che sarebbe meglio
definire a questo punto “stipendio al minimo”.
Il problema è che non puoi nemmeno criticare perché ti accusano di essere vecchio e gufo, il
governo va avanti a spot elettorali mentre il paese avrebbe bisogno di serie proposte strutturali e
di ampio respiro.
E invece siamo diventati il Paese degli 80 Euro.
80 Euro di detrazione straordinaria, ma solo per alcuni, con l’illusione di rilanciare i consumi; 80
euro per i pensionati, che al momento aspettano e sperano; 80 Euro alle mamme per
incrementare le nascite in un Paese dove gli asili nido pubblici non esistono e quelli privati ti
spellano vivo; 80 euro mensili di soldi tuoi presi dal TFR ma con più tasse in busta paga e sui fondi
pensione!
Viene spontaneo chiedersi come mai il governo non decida di stampare una nuova banconota da
80 Euro da donare ai lavoratori che godranno degli 800.000 nuovi posti di lavoro promessi e
annunciati dal ministro Padoan.
Insomma i numeri promessi dal governo crescono tutti nel campo della fantasia, mentre
realmente e tristemente crescono anche quelli relativi al debito pubblico e crescono i debiti delle
famiglie tartassate da TASI, TARI, TARSU, IMU e dagli aumenti di prezzo di forniture e servizi.
Gli italiani non sanno più dove sbattere la testa, mentre inesorabile continua l’emorragia di perdite
di posti di lavoro e di aziende che falliscono.
Certamente anche i governi regionali faranno la loro parte per far pagare ai soliti cittadini i tagli ai
loro bilanci imposti dal governo centrale.
E’ per queste gravi ragioni che il nostro sindacato autonomo Libersind Confsal, a differenza di
alcuni sindacati colpevolmente silenti, ritiene necessario manifestare con ogni mezzo alla protesta
dei cittadini e dei lavoratori e, fiero della propria autonomia, non può che guardare con favore ad
ogni pubblica manifestazione di protesta nei confronti delle inaccettabili scelte governative.

Roma 21 ottobre 2014

Segreteria Nazionale Libersind Confsal

Libersind Conf. Sal.
Tel. 06/4075619 Fax 06/40500016

Sito WEB: www.libersind.it  Mail: posta@libersind.it  App: Libersind Confsal 

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