Roma Capitale, quale sorte per 2000 architetti vincitori concorso?

L’argomento in questione riguarda la sorte degli oltre 2000 vincitori ed idonei delle 22 procedure concorsuali indette per l’assunzione di figure professionali di cui l’ente appare, da dati concreti, fortemente in sottorganico.

Come si è più volte scritto su molte testate, le 22 procedure furono bandite dal sindaco Alemanno nel 2010 e sono di fatto partite con gli iscritti solo un anno prima dell’elezioni che avrebbero potuto portare il sindaco uscente ad un secondo mandato.
Dal confronto elettorale uscì vincente, l’ormai noto, dott. Ignazio Marino, per il quale tutti quelli che, come noi, avevano passato regolarmente le prove scritte, sono risultati raccomandati. Tant’è che lo stesso sindaco minacciò di annullare tutte le 22 procedure, anche quelle concluse.
Ma tutto questo è storia, il problema è che ad oggi, terminate la gran parte delle procedure, la giunta Marino, benchè abbia a disposizione tanti vincitori ed idonei, nonostante abbia gli strumenti legislativi nazionali per assumere, nonché economici, con bel 7,5 milioni di euro aggiuntivi di cui non ha ancora disposto l’utilizzo, a fronte di un organico insufficiente, anche nel rispetto dei vincoli del piano di rientro, preferisce:

1 – assumere nel corso dei tre anni (2014/15 e 16) solo 281+188+88= 657 persone a fronte dei circa 2000 posti previsti dal bando indetto da Alemanno;

2 – continuare ad assegnare incarichi esterni ai dirigenti (altri 28 con la recente delibera n. 15960, per uno stipendio annuo medio di circa 130mila euro);

3 – stabilizzare 146 precari, cioè personale a tempo determinato, di cui onestamente non si comprende come siano arrivati ad avere tali contratti;

4 – continuare le 3 delle 4 procedure concorsuali, previste da Alemanno, proprio in fase di ballottaggio tra lui e lo stesso Marino, che prevedono l’assunzione a tempo determinato (2 anni) di figure tutte già previste dalle 22 procedure concorsuali. In merito a questa selezione si segnala che la preselezione era tale che per i 32 posti di architetto fossero favorite esclusivamente persone già interne al comune(!). Abbiamo persino una lista di nomi facilmente riscontrabile in quanto banalmente basta digitare nome e cognome su google e ci si rende conto che molti di questi professionisti sono già impiegati presso il comune di Roma con contratti a tempo determinato. In merito a tali 4 concorsi è necessario sottolineare che gli enti locali possono assumere a tempo determinato solo per casi eccezionali, così come ampiamente stabilito dalla legge, possibile che il comune tra le due date del ballottaggio ritenesse urgenti le figure previste dalle 4 procedure concorsuali e poi non le abbia portate a termine estinguendo, di fatto, l’urgenza?

5 – insistere sul taglio del costo del personale e non sugli sprechi, a tal proposito la invito a controllare facilmente i numeri riguardanti i costi dei contratti che il Comune ha stipulato e continua a stipulare con enti quali “Risorse per Roma” e “Zetema”, fornitori dei servizi che il comune potrebbe gestire in autonomia, assumendo personale dalle graduatorie di concorso ad un costo sicuramente inferiore. Sempre riguardo agli sprechi ogni anno il comune affida incarichi di lavori a professionisti esterni, facendo lievitare i costi degli stessi (ultima butade la sostituzione dei sampietrini in via Nazionale!!!) anche attraverso le dispendiose procedure di gara, mentre potrebbe gestire la maggior parte di tali interventi in maniera autonoma, assumendo personale tecnico di alta professionalità con un notevole risparmio di risorse.

Eppure l’Amministrazione di Roma Capitale (Delibera di Giunta Capitolina n. 441/2013) si trova in una situazione di “grave carenza di organico, rappresentata in più occasioni dai Direttori preposti alle Strutture in cui è articolata la Macrostruttura Capitolina”, tale “bisogno di personale scaturisce dal nuovo assetto di Roma Capitale sancito dai provvedimenti che le hanno conferito uno Status particolare” (L. 42/2009, D. Lgs. 61/2012).

In particolare dalle linee programmatiche del Sindaco, approvate per il periodo 2013-2018, emerge “l’esigenze di potenziamento degli organici tecnici” (leggasi in particolare architetti ed ingegneri) con riferimento alle “funzioni affidate agli Enti Locali in materia di lavori pubblici ed alla necessità di contenere i costi derivanti dall’affidamento di incarichi di progettazione e direzione lavori a professionisti esterni”.
In base a tali esigenze viene redatta la Delibera n. 440/2013, la quale prevede un variazione in aumento della dotazione organica afferente alla Famiglia Tecnica rispetto a quanto approvato precedentemente (Delibera di Giunta Comunale n. 442/2009) e nello specifico per il profilo professionale di architetto, da una vecchia dotazione organica teorica di 359 unità si passa ad una nuova necessità di 367 unità, mentre la dotazione attuale reale è di sole 213 unità, ovvero ben 154 unità in meno rispetto alle esigenze reali.

Dai dati riscontrati si evince la necessità, per la macchina capitolina, di assumere personale tecnico, di cui sussiste una forte carenza. Il Comune avrebbe bisogno non solo di tutti i 136 architetti vincitori di concorso, ma anche degli idonei utilmente collocati in graduatoria.
Tale necessità è stata evidenziata in maniera affatto celata dal ricorso, quasi ciclico, all’assunzione di tecnici a tempo determinato, nonché all’affidamento di incarichi esterni (oltre 500.000 euro per il solo 2012) e all’affidamento di servizi ordinari a strutture societarie private (i cui contratti sono decisamente dispendiosi).

Dunque da un lato la Giunta Capitolina denuncia ed evidenzia, con documenti ufficiali, una “grave carenza di organico”, dall’altro lato programma di assumere un’esiguo numero di vincitori ed idonei delle 22 procedure concorsuali, in particolare tecnici, nell’arco di un triennio, continuando nel frattempo a servirsi di affidamenti esterni.

Pertanto si chiede al Sindaco Marino di dar conto circa le modalità ed i criteri con cui egli intenda dar corso al taglio agli sprechi, ovvero:
– se intenda meramente tagliare il costo esiguo del personale, continuando a foraggiare professionisti e società esterne, senza con ciò ridurre realmente lo spreco di sovrapprezzi inevitabili ;
– se invece intenda assumere, dalle procedure concorsuali, personale indispensabile e sottorganico, come dichiarato dagli stessi direttori delle strutture preposte, in grado di gestire in autonomia la maggior parte delle attività ad oggi affidate all’esterno, realizzando un reale e concreto risparmio per l’amministrazione ed i contribuenti, aumentando l’occupazione di alta specializzazione, garantendo ai contribuenti che i milioni spesi per l’espletamento del concorso non siano stati gli ennesimo “soldi buttati”, ed, in fine, garantendo una migliore e più efficiente attività della macchina pubblica ed un migliore servizio al cittadino, che non può certo essere reso con tanto personale in sottorganico.

Arch. Giovanna Di Stefano

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