Giovedì 13 novembre gli operatori di Villa Maraini, sotto la Regione Lazio, chiederenno che venga riconosciuto a tutti i tossicomani il diritto a cure mediche adeguate nel luogo più adatto, così come prescritto dalla legge.
VILLA MARAINI: IN DIFESA DEL DIRITTO DEI DROGATI ALLE CURE
Saranno davanti alla Regione, sulla Colombo, a chiedere a gran voce che anche nel Lazio venga riconosciuto a tutti i tossicomani il diritto a cure mediche adeguate nel luogo più adatto, così come prescritto dalla legge. A darsi appuntamento per domani, giovedi 13, sono decine di operatori di Villa Maraini, lo storico Centro romano per la cura delle tossicodipendenze, e centinaia di loro assistiti accompagnati da parenti, simpatizzanti e bandiere della Croce Rossa Italiana e altre associazioni.
Attivo dal 1976 con il supporto del Comitato provinciale della CRI, con la quale condivide programmi di umana solidarietà, il Centro di Via Ramazzini da sempre accoglie nella capitale chiunque, vittima di dipendenze, venga a chiedere soccorso. “Adesso però – dice Massimo Barra, il medico che fondò quella che oggi è la Fondazione Villa
Maraini Onlus – la nostra attività è pesantemente condizionata da alcune strutture pubbliche a livello di Regione e di amministrazione capitolina, giunte al limite di un vero e proprio boicottaggio”.
Solo un ostruzionismo mirato – è il ragionamento – può infatti aver impedito fin qui alla Regione Lazio di applicare in concreto la legge nazionale antidroga che da anni ormai riconosce ai tossicodipendenti la facoltà di scegliere il luogo dove curarsi. Tanto che nel Lazio, diversamente da quanto accade nel resto d’Italia, il drogato deve ancora oggi far capo amministrativamente ai SerT (i Servizi pubblici per le Tossicodipendenze) del proprio luogo di residenza.
Fino a tempi recenti, in casi particolari il soggetto tossicodipendente poteva almeno ricorrere in alternativa alle cure di Villa Maraini, Centro autorizzato con apposita delibera regionale. Ma di recente anche questa facoltà è stata fortemente limitata – è l’accusa rivolta dai manifestanti alla Regione,e per essa alla diretta responsabile dell’ iniziativa, la ASL RMD – usando lo strumento finanziario, ossia avanzando un’interpretazione unilaterale e ingiustificata di regolamenti che è servita a sospendere il pagamento di servizi già prestati per un
ammontare di circa 300.000 euro.
Alle inadempienze della Regione si sommano – fanno ancora valere i manifestanti – quelle di Roma Capitale. A circa 450.000 euro ammontano infatti gli insoluti dell’Agenzia comunale per le Tossicodipendenze, ente capitolino, nei confronti di Villa Maraini per prestazioni eseguite in base a regolare affidamento negli anni 2012, 2013 e 2014.
Se poi nel conto si mettono anche i ritardati pagamenti si scopre che il debito accumulato a tutt’oggi dalla mano pubblica nei confronti di Villa Maraini, ammonta a 1,3 milioni di euro, una cifra pari a ben oltre la metà dell’ intero bilancio annuale della Fondazione.
Il venir meno di questa somma vorrebbe dire per il Centro la necessità di licenziare la metà dei suoi 80 operatori fra medici, psicologi e operatori sociali ex tossicomani e di ridurre nelle stesse proporzioni i servizi erogati tutti i giorni, e nell’arco dell’intera giornata, ad oltre 300 persone. Cittadini svantaggiati cui verrebbe sottratta un’assistenza spesso indispensabile che in altre Regioni ha la perentorietà di un diritto, come verrà ricordato a gran voce domani sotto le finestre del Presidente Nicola Zingaretti.