“Dal quartiere operaio della prima metà del Novecento alle occupazioni abitative degli anni Duemila, Tor Sapienza ha attraversato l’era dei palazzoni e quella dei campi rom senza poter curare le profonde lacerazioni del suo tessuto sociale”.
NEWSLETTER DI COMUNE-INFO.
PERCHÉ TOR SAPIENZA
Storia di una periferia romana che grida la sua separazione. Dal quartiere operaio della prima metà del Novecento alle occupazioni abitative degli anni Duemila, Tor Sapienza ha attraversato l’era dei palazzoni e quella dei campi rom senza poter curare le profonde lacerazioni del suo tessuto sociale. Una periferia composta di insediamenti casuali e frammentari, di enclave vissute nella cultura dell’emergenza e mai messe in condizione di poter comunicare o interagire, di crescere insieme per diventare società. Quando la situazione s’è fatta esplosiva, istituzioni lontane anni luce dalla vita reale di buona parte della città, le stesse istituzioni che in passato hanno favori to la sovrapposizione “temporanea” di strati sociali abbandonati al degrado e all’isolamento, hanno improvvisato un frettoloso e indecente sgombero dei ragazzi fuggiti dalle devastazioni che investono i loro paesi e tanto commuovono finché restano sul piccolo schermo. Un tentativo goffo quanto illusorio di calmare rabbiosi sentimenti nazionalisti e identitari che ben altre risposte dovranno trovare. Quello che generalmente non si racconta, quando si dice che la cittá è il futuro dell’umanitá, è che la chiusura di zone intere (e la decisione di condannarne altre al degrado e abbandono) induce le persone a credere che nella guerra tra benestanti e poveri tutto sia ammesso. C’è tuttavia anche un’altra storia di Tor Sapienza, quella delle persone che hanno scritto sulla maglietta: scudo umano contro il razzismo. Che è poi la stessa delle famiglie che dopo aver occupato le case hanno pulito le te rre abbandonate, creato degli orti didattici, offerto cene al quartiere e animato la sola speranza di futuro che ci resta L’ARTICOLO COMPLETO DI ADRIANA GONI MAZZITELLI
LETTERA APERTA DEI RIFUGIATI DEL CENTRO MORANDI DI TOR SAPIENZA
Tutti parlano di noi in questi giorni, siamo sotto i riflettori: televisioni, telegiornali, stampa. Ma nessuno veramente ci conosce… LA LETTERA COMPLETA
GLI ALLUVIONATI DI DOMANI MATTINA RINGRAZIANO
Per evitare frane e alluvioni, non c’è tanto da consultare i modelli matematici di previsione delle piogge, quanto piuttosto c’è da guardare a terra, chiedendosi dove e se c’è spazio per il moto delle acque che inevitabilmente vengono giù dal cielo in quantità più o meno prevedibile, un anno dopo l’altro. Intanto, non contenti di aver seppellito la legge 183 (che istituiva i bacini idrografici per amministrare sul serio i territori), i governi nazionali e locali continuano a proporre opere di salvaguardia e di “messa in sicurezza” consistenti nel costruire bacini artificiali, nell’innalzare argini di cemento, nel coprire ulteriormente sotto le strade i corsi d’acqua straripati ieri. Gli alluvionati di domani ringraziano L’ARTICOLO COMPLETO DI GIORGIO NEBBIA
CRISI AMBIENTALE, CLIMA E DISUGUAGLIANZA (SILVIA RIBEIRO)
UN CAMBIAMENTO CLIAMTICO DI FATTO (G.N.)
LA GUERRA CLIMATICA È COMINCIATA (MARCO BOSCHINI)
LA RIVOLUZIONE DELLO SGUARDO
Lettera ai ragazzi del sud, di Franco Arminio: “Dovete camminare nel mistero di questa epoca frivola e dannata … Tutto è spaccato, squarciato … ma è importante sollevare lo sguardo, allungarlo: la rivoluzione del guardare. Uscite, contestate il vomito invecchiato su una mattonella a cui si è ridotta la politica. Contestate con durezza i ladri del vostro futuro: sono qui e a Milano e a Francoforte … Siate dolci con i deboli, feroci coi potenti … ” (foto: sciopero sociale a Napoli, 14 novembre) LA LETTERA COMPLETA DI FRANCO ARMINIO
LA SCOMPARSA DELLO SGUARDO (PAOLO MOTTANA)
MI RIBELLO DIVENTANDO DOCENTE A COMPITI ZERO
“Mi ribello facendo! Iscritta adesso all’albo dei docenti a compiti zero e firmata la petizione come già avevo nei pensieri …. Nella speranza che il tempo a disposizione sia utile per formare coscienze dedite alla natura e non alla cementificazione… La nostra Liguria è in ginocchio. Ha scritto Franco Arminio, paesologo:
“Abbiamo bisogno di cont adini, di poeti, di gente che sa fare il pane, di gente che ama gli alberi e riconosce il vento. Bisognerebbe stare all’aria aperta almeno due ore al giorno. Ascoltare gli anziani, lasciare che parlino della loro vita. Costruirsi delle piccole preghiere personali e usarle. Esprimere almeno una volta al giorno ammirazione per qualcuno. Dare attenzione a chi cade e aiutarlo a rialzarsi, chiunque sia. Leggere poesie ad alta voce. Far cantare chi ama cantare. In questo modo non saremo tanto soli come adesso, impareremo di nuovo a sentire la terra su cui poggiamo i piedi e a provare una sincera simpatia per tutte le creature del creato”.
Saluti Valentina” [ANCHE VALENTINA GUASTINI, MAESTRA, HA ADERITO ALLA CAMPAGNA 2014 DI COMUNE “RIBELLARSI FACENDO”]
RIO MARE E LA SCUOLA AI TEMPI DELL’EXPO
Nelle scuole di Milano arrivano le cartoline del progetto Best Food Generation, legato ad Expo, con tanto di marchio sopra, Rio Mare. I ragazzi dovrebbero concorrere a redigere una ricetta, con prodotti del noto marchio. Naturalmente alcuni insegnanti, consapevoli che Expo è solo una colossale operazione di greenwashing per multinazionali come Nestlé DuPont Monsanto Cargill e aziende come Rio Mare, si sono guardati beni dal diffondere quelle cartoline LA LETTERA COMPLETA DI TEODORO MARGARITA
APPRENDERE FACENDO E DOMANDANDO
“Insegnare a porre domande, coglierle nel discorso degli altri, abituare ad identificare (entro situazioni complesse) singoli elementi, porre attenzione alle loro relazioni, sviluppare l’esigenza di trovare criteri unitari per descrivere ed interpretare fenomeni. Insomma tutto quello che è necessario per trasformare una scuola dove si insegnano pensieri, in una scuola dove si insegna a pensare…” (appunti di Alberto Manzi) IL DOSSIER COMPLETO DEDICATO ALL’UNIVERSO DELL’APPRENDIMENTO E DELLA SCUOLA
L’ISTRUZIONE È INDAGARE E CREARE (NOAM CHOMSKY)
PERCHÈ NON PARTECIPO ALLA BUONA SCUOLA (ROSARIA GASPARRO)
RESPINTO IL RICORSO DEL VIGILE RIBELLE
Ricordate la vicenda del vigile del fuoco spagnolo Roberto Rivas? È diventato noto il 18 febbraio del 2013 quando si è rifiutato di spezzare la catena che chiudeva la porta di casa di Aurelia Rey, perché la donna di 85 anni – che viveva con una pensione di 356 euro – , non venisse sfrattata dal suo appartamento, in cui viveva da oltre trent’anni. Il rifiuto di Roberto è costato una multa di 600 euro per “interruzione di pubblica sicurezza”: nei giorni scorsi il suo ricorso contro quella multa, presentato in appello, è stato respinto. Roberto ha detto ai media che non ha bisogno di un tribunale che dimostri la sua innocenza e di non sentirsi un eroe, come lo hanno definito molti giornali, ma una persona comune che crede nella lotta dei movimenti per il ditritto all’abitare. Anche Manu Chao ha inviato un messaggio di solidarietà a Roberto LA NOTIZIA COMPLETA
L’ULTIMO METRÒ CORRE LONTANO DAL CENTRO
L’agognata terza linea della metropolitana di Roma è stata inaugurata. Nel 2006 la sua realizzazione era stata affidata a un’associazione temporanea d’impresa per due miliardi e settecento milioni. Le larghe intese edilizie hanno già speso tre miliardi per il solo tratto che collega la fermata “Pantano” a San Giovanni. Questa volta, la conquista del centro non è riuscita, forse il motore di contraddizioni e contaminazioni che agita la città tra downtown e periferia da qualche tempo s’è inceppato, generando isole-vetrina per turisti e arcipelago di ghetti per troppi cittadini L’ARTICOLO COMPLETO DI GIULIANO SANTORO
LATTE IN PRESTITO
In molti paesi ha ordinato la vita di tanti contadini fino agli anni ’60. Il latte in prestito nasceva dalla necessità di instaurare rapporti di reciprocità con il proprio vicinato: nessuna famiglia, infatti, sarebbe stata in grado con il poco latte che mungeva dalla sua capra di trasformarlo in prodotti caseari, a parte il consumo minimo di latte per le esigenze giornaliere. Che fare, allora? Ecco l’idea illuminante: si connveniva che ad ogni famiglia, a turno, spettasse il latte munto da tutte le capre in un giorno stabilito. Il quantitativo era così sufficiente per produrre un certo quantitativo di formaggio. La raccolta avveniva nel giorno stabilito: qualcuno della famiglia, munito di secchi, si r ecava nelle stalle dei vicini e ritirava il latte. Ovviamente l’abiturdine di mettere in comune beni o servizi non veniva praticata solo in occasione del latte in prestito, ma in tanti piccoli e grandi lavori domestici e di campagna L’ARTICOLO COMPLETO DI MICHELE MEOMARTINO
NON SIAMO SPONSOR VIVENTI, ALLATTIAMO AL SENO
In molti e molte, soprattutto tante mamme, hanno perso la pazienza: smettiamola, dicono, di riempire le neomamme che escono dall’ospedale con valigette di latte in polvere e acqua minerale, tutte trasformate in sponsor viventi, come se non avessero già le risorse per nutrire i propri piccoli. Una campagna per difendere la cultura dell’allattamento al seno L’ARTICOLO COMPLETO
LA DIVINITÀ A CUI (QUASI) TUTTI SI INCHINANO
Il denaro è il grande centro attorno a cui ruota la Macchina del mondo. Tuttavia, c’è chi tenta di riprendersi, parzialmente, la sovranità con le monete locali complementari. Una crepa nell’edificio capitalistico L’ARTICOLO COMPLETO DI PIERO BEVILACQUA
IL PRIMATO DELLE ARMI COMUNI
Non siete contenti? I dati forniti dalle Nazioni Unite mostrano con chiarezza che l’Italia è il primo esportatore mondiale sia di “non military arms” sia di “armi comuni”. E il trend positivo delle esportazioni non accenna a diminuire, Nell’intero ultimo decennio (2003-2012) e anche nel più recente quinquennio (2008-2012) le esportazioni mondiali italiane di armi di entrambe queste categorie superano infatti quelle della Germania e degli Stati Uniti e ricoprono quasi un quinto (il 19,5%) di tutto il commercio internazionale. Insomma, il Pil nazionale e il profitto di alcuni padroni piuttosto noti si nutre di fucili e carabine “sportive e da caccia”, armi ad aria c ompressa o a gas, ma anche di pistole e rivoltelle. Non provate un brivido di orgoglio nazionale? L’ARTICOLO COMPLETO DI GIORGIO BERETTA
IL GUSTO SPECIALE DELLA PATATA ETICA
Dalla pedagogia della terra alla patata etica. Ernestina, del distretto di economia solidale di Varese, ci racconta come in certe valli della Lombardia si stia sperimentando un sistema partecipato di garanzia. Vengono presi in considerazione criteri che attingono alla sfera dell’economia critica e solidale, come il tipo di energia che si utilizza, il recupero delle varietà dimenticate, i canali di distribuzione, la collaborazzione con le aziende del territorio. Poi domenica 16 novembre, a Cassano Valcuvia, si fa festa con Patatrack L’ARTICOLO COMPLETO DI RICCARDO TROISI
T-TIP VUOL DIRE MENO TUTELE
L’accordo Usa-Ue ha un obiettivo: aumentare il dominio delle imprese L’ARTICOLO COMPLETO DI ALBERTO ZORATTI E MONICA DI SISTO
FILOSOFIA DEL CAMMINARE
Ha scritto Frédéric Gros in “Andare a piedi. Filosofia del camminare”: “Passeggiare significa in primo luogo fare uno sberleffo alle costrizioni: scelgo io il mio percorso, il mio ritmo e le mie rappresentazioni”. Come possiamo coltivare l’arte del camminare nelle città? L’ARTICOLO COMPLETO DI GIANLUCA CARMOSINO
IL PEDONE È IL PIÙ GROSSO OSTACOLO PER IL TRAFFICO (ADRIANO LABBUCCI)
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