“Allora, voi come state? E i miei pazienti? Come stanno oggi?”: questa è stata una delle prime preoccupazioni del medico di Emergency risultato positivo al virus Ebola e ora ricoverato all’Istituto Spallanzani di Roma.
“E I MIEI PAZIENTI? COME STANNO OGGI?” |
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“Allora, voi come state? E i miei pazienti? Come stanno oggi?”: questa è stata una delle prime preoccupazioni del nostro medico risultato positivo al virus Ebola e ora ricoverato all’Istituto Spallanzani di Roma.
Intanto, in Sierra Leone, anche i suoi pazienti guariti dal virus si sono mobilitati. “Neanche dieci minuti dopo aver chiuso il telefono, erano già qui in ospedale per donare il sangue” racconta Sara, coordinatrice del nostro ospedale a Goderich. “Ho chiamato Ester, Unissa e Monjama, tutti e tre poco più che ventenni, guariti nel Centro di cura per malati di Ebola a Lakka. Non c’è stato nulla da spiegare: appena hanno saputo che uno dei medici che ha salvato le loro vite si era infettato sono arrivati di corsa per donare il sangue”.
Il sangue dei pazienti guariti, infatti, è ricco di anticorpi: è uno dei tanti modi con cui si sta cercando di trovare una cura per i malati di Ebola. Il sangue donato da Ester, Unissa e Monjama ha viaggiato verso l’Italia con il nostro collega.
Siamo in contatto costante con il nostro collega. Glielo abbiamo già detto, ma glielo scriviamo anche qui: torna presto, ti aspettiamo! |
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