Il 1° febbraio “Riapriamo la taverna comunale”

La Taverna Comunale nasce per mettere in comune cibo buono, qualche idea e tanta convivialità (per ora a Roma) ma anche per dare un modesto sostegno alla fragile avventura di comunicazione indipendente di Comune-info.

 

NEWSLETTER DI COMUNE


1 FEBBARIO, RIAPRIAMO LA TAVERNA COMUNALE
La Taverna Comunale nasce per mettere in comune cibo buono, qualche idea e tanta convivialità (per ora a Roma) ma anche per dare un modesto sostegno alla fragile avventura di comunicazione indipendente di Comune-info. Domenica 1 l’appuntamento è in un antico e accogliente casale di pietra circondato da alberi secolari e immerso in un’isola verde nella prima periferia, Casale Falchetti: con il Laboratorio sociale autogestito 100celle e Aldo Zanchetta prima parliamo dei libri di una collana dal titolo niente male, Ripensare il mondo, poi tutti a tavola. Per il pranzo viene proposto un contributo di 15 euro a persona: è indispensabile prenotare scrivendo a info@comune-info.net. Grazie
 

Questo l’evento facebook
Questa invece la pagina sul sito

Leggi un capitolo di “Ripensar e il mondo con Ivan Illich” (a cura di G. Esteva)
Leggi un capitolo di “Crisi. La rapina impunita” di Jean Robert
Il racconto della prima (bellissima) Taverna Comunale, ospitata a Scup

 

KOBANÊ. LA NOTTE DELLE MONGOLFIERE
L’assedio è finito. Gli uomini neri dell’Isis se ne vanno umiliati. Camminano in fila indiana con l’incedere di un esercito in rotta. I Turchi ne coprono la ritirata. Le giovani kurde si abbracciano, sorridono, salgono la collina di terra con bandiere verdi, le braccia levate al cielo. Pare quasi che solo guardando da lassù, i fossati e i ripari dove per 134 giorni hanno messo in gioco la vita e perfino qualcosa di più, possano credere che sia tutto vero. Che il 26 gennaio del 2015 sia il giorno in cui hanno scritto la storia di un paese che non esiste e di una città che insegna a restituire un senso all’idea di libertà. M algrado le apparenze, l’ipocrisia, il cinico calcolo geopolitico, in un certo senso Kobanê non è mai stata sola. Perché le donne, gli uomini, i vecchi e i bambini che lì hanno saputo morire e resistere difendevano la dimensione umana tra le macerie di una città che per più di quattro mesi è stata forse il principale teatro della guerra mondiale tra la vita e la morte. Ha vinto, per ora, la voglia di vivere. Hanno vinto le mongolfiere, quelle che fanno volare la speranza come racconta il nostro reportage. Non durerà a lungo ma stanotte è tempo solo di far festa, anche per chi non c’è più

IL REPORTAGE COMPLETO DI ELIANA CARAMELLI

OGGI È CARNEVALE TUTTO L’ANNO
Non potete immaginarlo, com’era il carnevale prima della modernità. Sovvertimento dei poteri, abbuffate del prezioso cibo risparmiato nell’inverno, capovolgimento di leggi e norme. Oggi abitiamo in un carnevale perenne ma triste. Nessuna arcaica pulsione liberatoria contagia più la nostra anestesia di consumatori: nell’eterna primavera di plastica dei supermarket, nella nostra casa senza stagioni, nelle nostre città senza natura, ci illudiamo. Eppure dipende solo da noi.
L’ARTICOLO COMPLETO DI MARCO GERONIMI STOLL

KAMASUTRA FEMMINISTA
Tre posizioni sessuali femministe.
E le molte buone ragioni per cui dovremmo tutti conoscerleo
L’ARTICOLO COMPLETO DI LIEZ MIELE

LA CASA DELLA PAESOLOGIA
Mangiare, dormire, cantare, parlare insieme. Ogni tanto nella casa della paesologia sarà anche chiamato qualcuno che possa insegnare qualcosa o possa dare lietezza. Di sicuro ci saranno persone che conoscono l’odore delle nuvoleo
L’ARTICOLO COMPLETO DI FRANCO ARMINIO

BASTA COMPITI!. LA LETTERA
“Chiediamo che i compiti a casa siano aboliti, nella “scuola dell’obbligo”, perché: 1) sono inutili: le nozioni ingurgitate attraverso lo studio domestico … hanno durata brevissima; 2) sono dannosi: procurano disagi, sofferenze soprattutto agli studenti già in difficoltà; 3) sono discriminanti: avvantaggiano gli studenti avvantaggiati, quelli che hanno genitori premurosi e istruiti 4) sono prevaricanti: ledono il “diritto al riposo e allo svago”; 5) sono malsani: portare ogni giorno zaini pesantissimi, colmi di quadernoni e libri di testo, è nocivo per la salute … “.
LA LETTERA COMPLETA DELLA CAMPAGNA BASTA COMPITI! CHE IN QUESTI GIORNI GIRA TRA INSEGNANTI, DIRIGENTI SCOLASTICI, MINISTERO DELL’ISTRUZIONE

POLVERE, LUNA, FIORI E STELLE
Con i bambini si preferisce non parlare della morte. Troppo dolore, troppo difficile. Meglio tenerli lontano. Così si lasciano da soli con le loro domande e con le loro paure. Come adulti di riferimento – genitori e insegnanti – possiamo invece abitare le stesse domande, possiamo ad esempio parlare, ascolatare oppure scrivere per loro ciò che in quel momento stanno vivendo da soli.
L’ARTICOLO COMPLETO DI ROSARIA GASPARRO

LA SCUOLA COMINCIA DAI PIEDI
Sono davvero pochi i bambini che vanno a scuola a piedi da soli. In Italia risulta estremamente basso anche l’uso del mezzo pubblico. Sì, questo è un problema.
LA NOTIZIA COMPLETA

I DIRITTI NON VANNO PIÙ DI MODA
Il processo è noto: per abbattere i costi e incrementare i profitti le imprese delocalizzano le loro produzioni in Paesi dove possono reperire salari da fame. Il settore dell’abbigliamento e della moda è tra i più attivi in questo campo, in particolare in Cina, Bangladesh, Romania e Moldavia. Meno noto è il ritorno che diverse grandi imprese (Luis Vuitton, Armani, Prada, Dior ….) hanno messo in atto: ma la fileira dei grandi marchi che rilocalizzano in Italia risulta composta da un’ampia rete di subfornitori medi e grandi, che a loro volta subappaltano fasi di lavoro a piccole imprese artigianali. Secondo una ricerca della campagna Abiti Puliti, salari dign itosi e rispetto dei diritti dei lavoratori si trovano solo fra i lavoratori alle dirette dipendenze dei grandi marchi (e neanche sempre), il resto della fieliera (la gran parte), per dirlo con un eufemismo, è sfruttamentoo
L’ARTICOLO COMPLETO DELLA CAMPAGNA ABITI PULITI
 

BANCHE, LA SOLUZIONI CHE CERCAVAMO….
Un sentito ringraziamento al nostro governo, che ci ha finalmente chiarito tutto. Da anni viene segnalato che questo sistema bancario e finanziario è una disastro e che andrebbero cambiate le regole. Ma non avevamo capito nulla, continuavamo a sbagliare obiettivo. Separare le banche commerciali dalle banche di investimento? Le banche too big to fail o troppo grandi per fallire che ricattano i governi e mettono a rischi i risparmi dei clienti? Non ci interessa. La tassa sulle transazioni finanziarie per frenare la speculazione e generare decine di miliardi di euro l’anno? Non è una priorità. Il sistema bancario ombra che si muove al di fuori di qualsiasi regola e controllo? Macch&eac ute;. Il problema è finalmente chiaro e risolto con un intervento “straordinario e urgente” (decreto): il problema è il sistema di voto nelle banche popolari. Come avevamo fatto a non arrivarci prima?
L’ARTICOLO COMPLETO DI ANDREA BARANES

DIECI ANNI DI COMUNI VIRTUOSI
Non si sono trasformati in un partito, non si svegliano pensando a cosa twittare per conquistare i “grandi” media e non si organizzano neanche per rivendicare qualche briciola dall’alto. Quelli dell’associazione Comuni virtuosi sono bizzarri: pensano che i territori possono essere cambiati dalle comunità, che sia urgente e possibile ridurre l’impronta ecologica della macchina comunale attraverso interventi molto concreti, che la diffusione di nuovi stili di vita non sia un problema solo dei singoli cittadini. Insomma, che abbiamo bisogno di fare, qui e ora, città, borghi e paesi diversi
L’ARTICOLO COMPLETO

ASINI O INCENERITORI: QUALCHE DUBBIO?
A Ponte nelle Alpi (provincia di Belluno), quasi 10 mila abitanti, la raccolta differenziata porta a porta ha superato il 90 per cento. A Castelbuono (Palermo) e a Moltalto Ligure (Imperia), per fare il porta a porta sul serio, hanno chiesto una mano anche agli asini, ideali per il passaggio nei vicoli. Sì, gli inceneritori, pardon i termovalorizzatori, hanno le loro alternative
L’ARTICOLO COMPLETO DI DOMENICO FINIGUERRA

CONVERSIONE ECOLOGICA
Abbiamo riempito di cemento il mondo. Tra il 1950 e il 2012 in Italia ci sono state oltre mille frane e settecento inondazioni in 563 località diverse, che sono costate la vita a novemila persone. Ora possiamo dire basta alla dittatura del mattone. Tuttavia, muratori, carpentieri, piastrellisti, installatori, lavoratori del cemento, lapidei, cavatori, geometri, ingegneri, architetti, restauratori devono avere ancora un futuro nelle costruzioni: questa volta non per distruggere il territorio, ma per valorizzarne la bellezza, per sperimentare riciclo e riuso, per salvare scuole e paesaggi
L’ARTICOLO COMPLETO
 

LA CASA
Nella politica della casa è avvenuta una cosa molto semplice quanto devastante: il valore d’uso, l’abitazione come tetto e come spazio domestico, è stato sostituito dal valore di scambio, la casa come funzione finanziaria. È il dominio degli speculatori immobiliari. In materia urbanistica non ci sono alternative: servono la fine delle espansioni e il recupero
L’ARTICOLO COMPLETO DI VEZIO DE LUCIA

E SE USASSIMO GLI ŠCEC?
Sono presenti già in 13 regioni italiane e coinvolgono 30.000 persone e 4.000 aziende. Sempre più spesso si parla degli Šces, a volte con toni un po’ trionfalistici inadeguati. Di certo lo Šcec, che non è una moneta alternativa quanto più una sorta di sconto, che favorisce la possibilità di alimentare circoli economicamente e socialmente virtuosi, cioè locali, solidali, etici
L’ARTICOLO COMPLETO DI MARTINA LOSARDO

FACCIAMO IL PANE TRA LE ROVINE DEGLI INCA
Li avevamo lasciati a Santiago del Cile nello scorso autunno, una tappa importante del loro grande viaggio in America Latina. Adesso i fratelli Bertana sono nel Valle Sagrado, poco lontano da Cusco, in Perù. Aiutano a fare il pane, i biscotti e i dolci nella panetteria Zeu Zé di José. Lui pensa che la società sia malata anche perché mangiamo del cibo insano, quindi “quando mi sono ritrovato a decidere che cosa fare nella mia vita, ho immaginato questa panetteria come uno strumento per contribuire a realizzare questo obiettivo”. Seguire i ritmi naturali, fondendo l’agricoltura biodinamica con le conoscenze tradizionali di una cultura mille naria, è una nuova straordinaria esperienza che aggiunge incalcolabile (in denaro) ricchezza alle Storie dell’Altro Mondo che i nostri (ormai) maestri di viaggio hanno raccolto con la consueta profondità e leggerezza.
L’ARTICOLO COMPLETO DI MARCO E IRENE BERTANA
 

UN PRATO DI PANE BUONO
In un pezzo di Toscana contadini, mugnai e fornai, ma anche cittadini e Gas, hanno messo in comune saperi e tempo per un pane a km 0 e lievitazione naturale
L’ARTICOLO COMPLETO

ARANCETI, MARE, VINO, ARTE. E L’INCUBO PETROLIO
La Sicilia resta una regione incantevole. Grazie all’assenza delle autostrade in diverse aree è ancora possibile attraversare paesini e immense distese di aranceti. Il cibo è magnifico ovunque, il barocco di Ragusa ti coglie all’improvviso, scopri l’unicità del corallo di Sciacca e della sua storia, il passito di Pantelleria che diventa patrimonio Unesco, i maestosi templi di Agrigento. A un certo punto ti accorgi che storia, dialetti e cultura da queste mescolano greci, romani, arabi, normanni. Poi passi per Gela e devi tapparti il naso dalla puzza, o vedi la baia di Porto Empedocle umiliata da ciminiere Enel e pensi a Rosario Crocetta e Angelino Alfano che vogliono riempire questa terra di buchi per fare affari con i petrolieri
L’ARTICOLO COMPLETO MARIA RITA D’ORSOGNA
 

HOMER AL CUBO, G-ALGEBRA, FUTURAMA
La matematica è la chiave (neanche tanto) segreta dei Simpson. Al di là delle competenze accademiche di molti degli sceneggiatori, la sitcom animata creata alla fine degli anni Ottanta da Matt Groening mostra come la disciplina fatta odiare da tanti sconsiderati insegnanti ai ragazzi di mezzo mondo non merita lode solo per le sue infinite applicazioni (musica, pittura, filosofia, letteratura e scienze esatte) ma soprattutto per la bellezza (e l’eleganza) che nutre in sè. Lunga vita al pi greco, dunque, e al modo di memorizzare 17 decimali. La formula segreta dei Simpson, di Simon Singh, è una lettura imperdibile per chi ama «la famiglia gialla più famosa del mondo» e/o i numeri primi
L’ARTICOLO COMPLETO DI DANIELE BARBIERI

SIAMO MIGRANTI DEL QUARTIERE LIBERTÀ
Sono arrivati nel 2011 e nel 2012 dalla Libia: Dopo mesi di attesa all’interno dei Cara o di altre strutture molto provvisorie, hanno ottenuto la protezione internazionale. Ma a causa della mancanza di politiche concrete di seconda accoglienza hanno dovuto dormire per strada, nei giardini, stazionare in alloggi occasionali, senza ricevere un minimo di accompagnamento all’inclusione sociale, come previsto dai Trattati internazionali per i rifugiati politici. Hanno deciso allora di autorganizzarsi, recuperando ex-convento con il supporto di associazioni, collettivi, singoli cittadini: dopo alcuni mesi è arrivata l’ordinanza di sgombero da parte del Comune e della Prefettura di Bari, che li ha costretti a trasferirsi nell’attuale tendopoli che si trova in quartiere dal nome ambizioso, LIbertà. Nonostante tutto. la loro dignità, la loro lotta a una vita quotidiana diversa, il loro desiderio di Libertà sono più forti di prima
ARTICOLO E VIDEO

L’ULTIMA MERAVIGLIOSA LEZIONE ZAPATISTA
“Tutto quello che vogliamo come popolo dobbiamo costruirlo tra di noi (…) La speranza non sta in un uomo o una donna individualmente, come vorrebbero farci credere quelli che ci dicono “Vota per me” oppure “entra in questa organizzazione perché noi vinceremo (…) Bisogna costruire e far crescere l’organizzazione in ogni luogo in cui viviamo. Immaginare come potrebbe essere una nuova società (…) La domanda è: come ribellarsi contro il male? Come resistere per far sì che il male del capitalismo non distrugga? Non c’è un sola risposta. Non esiste un manuale. Siamo noi, i popoli, le donne, gli uomini, gli otroas, abitanti delle campagne e delle citt&ag rave; che dobbiamo prendere per mano la libertà, la democrazia e la giustizia per una nuova società (…) Adesso è ora che noi, i poveri del mondo, iniziamo a costruire un mondo diverso, più giusto, dove le nuove generazioni saranno preparate a non permettere più che ritorni il capitalismo neoliberale selvaggio (…) Sempre di più ci unisce il dolore ma anche la rabbia. Perché adesso, e anche da un po’ di tempo, vediamo che in tanti angoli del mondo si accendono luci. Luci di ribellione e resistenza. A volte piccole come la nostra. A volte grandi. A volte flebili. A volte sono un fulmine che si spegne rapidamente. A volte continuano e continuano senza spegnersi nella memoria. In queste luci si avvicina il domani che sarà molto diverso” o
L’INTERVENTO COMPLETO DEL SUBCOMANDANTE MOISES
 

 

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