“Il tango del petrolio nigeriano”

Le dimensioni colossali dell’operazione di riciclaggio del denaro, messa in atto con la complicità di fondi privati, istituzioni europee, cooperazione internazionale e faccendieri vari, potrebbero sembrare eccessive, incredibili.

 

  NEWSLETTER DI COMUNE

 

TAVERNA COMUNALE AL CINEMA PALAZZO

Basta portare un grembiule da cucina, una ciotola e un barattolo di vetro: le farine naturali e la pasta madre saranno messe a disposizione dal Cinema Palazzo e dalla redazione di Comune. La Taverna Comunale di domenica 15 marzo, il pranzo di autofinanziamento per Comune-info, comincia alle 11 con un laboratorio, per grandi e piccoli, di autoproduzione comunitaria del pane. A seguire tutti a tavola. Nel pomeriggio, ore 16, “Canti lotta e Storie di pane”, festa-spettacolo con il laboratorio dei canti di lotta della Libera Repubblica di San Lorenzo diretto da Chiara Casarico, attrice-cantante e direttrice artistica, da quasi vent’anni, dell’Associazione Culturale Il NaufragaMèDolce
 

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IL TANGO DEL PETROLIO NIGERIANO
Quella che racconta “Soldi sporchi”, la graphic novel di Re:Common e Round Robin, è una storia vera. Le dimensioni colossali dell’operazione di riciclaggio del denaro, messa in atto con la complicità di fondi privati, istituzioni europee, cooperazione internazionale e faccendieri vari, potrebbero sembrare eccessive, incredibili. Eppure non dovrebbe sorprendere nessuno il fatto che, anche in materia di corruzione, la realtà suole superare agilmente anche la più bizzarra delle fantasie. Protagonista della storia è un cittadino nigeriano onesto, Dotun Oloko, che non si dà pace e bussa alle porte dei finanziatori pubblici coinvolti per metterli in guardia e indurli a fermare una delle pi& ugrave; grandi frodi internazionali condotte con soldi pubblici negli ultimi anni. Shell ed Eni avrebbero pagato una mega tangente di oltre un miliardo di dollari al governo e a vari trafficanti nigeriani e italiani per ottenere la licenza del campo petrolifero offshore Opl245. La procura di Milano dispone un blocco senza precedenti su più di 200 milioni di dollari dell’Eni a Londra e in Svizzera…
L’ARTICOLO COMPLETO DI ANTONIO TRICARICO
 

IL GIORNO CHE UGO CI VERRÀ A SALVARE
La nostra idea è semplice e molto chiara: abbiamo un bisogno impellente, concreto e condiviso di Ugo. Ma come chi è Ugo? È l’Unica Grande Opera necessaria, anzi indispensabile a questo nostro martoriato Paese: la messa in sicurezza del suo fragile territorio. La delibera che serve a realizzare Ugo è molto semplice. Se poi riuscissimo a rinunciare definitivamente all’autolesionismo dell’alta velocità, potremmo perfino disporre delle risorse necessarie ad avere scuole sicure, a bonificare la terra avvelenata, a curarci di più e meglio e naturalmente a far viaggiare in modo dignitoso il 90 per cento delle persone comuni che utilizzano i treni: i pendolari. Ah, se la maggior parte dei Comuni d’Italia de cidesse di fare un’altra Italia…
L’ARTICOLO COMPLETO DI DOMENICO FINIGUERRA

GOMMONE SI RIBALTA E IL GIOCO RICOMINCIA
I dieci corpi sono stati recuperati martedì dalla nave Dattilo. Il nome della nave è importante, quello dei “439 extracomunitari” meno. Sono di “sedicente provenienza siriana, palestinese, tunisina, libica e subsahariana” scrive Repubblica. it. Sì, “sedicente”. Poi ci “informa” che la nostra guardia costiera ha salvato 30 bambini e 50 donne. E il gioco ricomincia, almeno fino a che una bambina…
UN NUOVO RACCONTO BREVE DI ALESSANDRO GHEBREIGZZIABIHER

LA BICICLETTA AVANZA SUI BINARI DEL PASSATO
Là dove correva il treno adesso c’è una splendida ciclabile, o un interessante percorso da coprire camminando. L’8 marzo torna la Giornata nazionale delle ferrovie dimenticate. Dodici percorsi bellissimi: da Asti a Chivasso fino a Barumini, in Sardegna, passando per Montebelluna, San Giovanni in Persiceto e Gallipoli. Tutti i recapiti per pedalare insieme
LA NOTIZIA COMPLETA

MARÍA FUX, LA DANZA INTERIORE
All’alba dei suoi 93 anni, María Fux cerca, inventa, balla ancora e insegna. Nel suo affollatissimo studio di Buenos Aires, centinaia di persone alla ricerca di un movimento autentico, si scoprono, riscoprono, curano: qui ballano tutti, ragazzi down, ciechi e fanciulle. In Dancing with Maria, Ivan Gergolet si è addentrato nei seminari della famosa coreografa argentina, per filmare una grande artista, una donna straordinaria
L’ARTICOLO COMPLETO DI FLORE MURARD-YOVANOVITCH

DAL 28 FEBBRAIO IN POI
Qualche considerazione sulla grande prova che in un giorno tanto temuto di fine febbraio ha dato un movimento eterogeneo e colorato. Contro una piazza che metteva paura e portava acqua fresca al mulino di Renzi, e contro molte nostre stesse previsioni, s’è mostrata una bella e sorprendente egemonia di senso
L’ARTICOLO COMPLETO DI MARTA BONAFONI

LA PERIFERIA È POLITICA
Renzo Piano, autorevole interprete di un sobrio “rammendo”, lo dice con chiarezza: è quello delle periferie il grande pro­getto del nostro Paese. La città del futuro, quella che lasce­remo in ere­dità ai nostri figli. Eppure, non appena è calata l’intensità dei riflettori dell’emergenza mediatica, le periferie sono tornate nell’ombra. Chi ne porta la responsabilità politica pare voler lasciare discretamente la scena al protagonismo degli architetti. Non saranno i progetti, tuttavia, a render più libera la gente, ricorda Foucault. Affron­tare la peri­fe­ria solo con lo sguardo dell’architetto ne impe­di­sce la necessaria let­ tura com­plessa. Tra le con­di­zioni che distin­guono le peri­fe­rie odierne da quelle degli anni ’50 e ’60 c’è la cre­scita pro­gres­siva delle disu­gua­glianze sociali. Che non verrà più sanata da alcuno sviluppo. Un tema di scarso interesse, affidato a improbabili soluzioni specialistiche da una scelta miope perché è il prezzo della disuguaglianza, come sostiene Stiglitz, il vero motore delle rivolte
L’ARTICOLO COMPLETO DI ENZO SCANDURRA
 

L’ARTE DI RESISTERE E LA TERRA: IL TEREBINTO
In Italia è conosciuto anche con il nome dialettale di “spaccasassi”, per quella sua straordinaria capacità di inserirsi nelle fessure delle rocce fino a spaccarle. È così che il terebinto, cugino del pistacchio nella prolifica famiglia delle anarcardiacee, riesce a radicarsi a fondo e a restare unito alla sua terra resistendo a ogni genere di avversità climatica, dalla siccità al gelo. Quella palestinese è una varietà autoctona, nata da un ibrido spontaneo con il lentisco. La grande capacità di resistere è una peculiarità assai diffusa nella flora dei territori occupati ma è particolarmente spiccata nella Pistacia terebinthus, una sorta di tenace destino condiviso con il popolo che lo canta nelle poesie e lo utilizza nelle tradizioni
L’ARTICOLO COMPLETO DI PATRIZIA CECCONI
 

INSIDE KOBANE. LA PAROLA ALLE IMMAGINI
Se fosse un altro posto, un qualunque altro posto, quelle strade piene di macerie, cadaveri e resti umani, sarebbero la cosa più simile all’inferno che si può immaginare sulla terra. Quattro italiani della Campagna Rojava Calling hanno varcato la frontiera turca e trascorso alcuni giorni a Kobanê. Poi hanno preferito far raccontare quei giorni alle immagini invece che alle parole, perché le parole a volte non bastano e spesso finiscono per annegare nella retorica. Un tentativo di restituire la verità della Rojava in una città che guarda il mondo con un punto di vista molto originale, quello di una rivoluzione possibile difesa quartiere per quartiere, anzi metro per metro.
L’ARTICOLO COMPLETO DI ROJAVA CALLING

L’ATTITUDINE DISTRUTTIVA DELLA CIVILTÀ
L’ecologia così come la intendiamo, pur con tutte le migliori intenzioni, resta una categoria concettuale di natura antropocentrica che tende a separare anziché a unire. Altre visioni come quella dell’ecologia profonda percepiscono invece la vita come una e indivisibile, e in quest’ottica l’uomo non gode di nessun particolare privilegio sul pianeta. Per quanto a noi lontana è forse questa l’unica strada efficace per cambiare davvero qualcosa nel nostro rapporto con la Terra e con noi stessi
L’ARTICOLO COMPLETO DI ANDREA BIZZOCCHI

L’ECONOMIA DELL’ALVEARE DIVENTA UN BUSINESS
La nascita in Francia, nel 2011, della piattaforma informatica La Ruche qui dit oui!, e soprattutto i suoi rapidi successi, hanno suscitato grandi polemiche che continuano a coinvolgere non solo le reti sociali ma anche i media digitali e cartacei. L’assimilazione capitalista cerca di rivoltare le pratiche solidali orientando i flussi economici a vantaggio di pochi; come reagiremo?
L’ARTICOLO COMPLETO DI TOMMASO REGAZZOLA

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