“Il popolo degli ulivi”

Donne e uomini, giovani e anziani, contadini e medici, artisti e persone comuni. È nato un popolo in Salento. È nato il popolo degli ulivi, che si ribella all’eradicazione, che si legherà ai tronchi millenari per impedirne la strage.

 

 

 

IL POPOLO DEGLI ULIVI
Donne e uomini, giovani e anziani, contadini e medici, artisti e persone comuni. È nato un popolo in Salento. È nato il popolo degli ulivi, che si ribella all’eradicazione, che si legherà ai tronchi millenari per impedirne la strage. C’è un popolo straordinario senza politici, che si appella alla propria intelligenza, alla propria passione, che rivendica il possesso della propria terra, che rifiuta la politica dell’emergenza, che sa che non c’è risarcimento possibile per un solo ulivo eradicato, che pretende studi e conoscenza, trasparenza e partecipazione. Che rifiuta qualsiasi intervento distruttivo che cambierà il volto del Salento. «Quista è casa mia, terra mia e lassu sempre aperta la porta» 
ROSARIA GASPARRO

IN PIAZZA, CON IL RAMOSCELLO D’ULIVO MASSIMILIANO GUERRIERI

NOI SIAMO GLI ULIVI DON PASTA

FERMATE LA MATTANZA DEGLI ULIVI SECOLARI ANTONIA BATTAGLIA

FACCIAMO COMUNE INSIEME
Il 30 marzo di tre anni fa abbiamo appeso un cartello sul web con sopra scritto “Comune“. Qualcuno magari se lo ricorda: i primi due articoli pubblicati erano di Ascanio Celestini (Io ho un chiodo) e di Serge Latouche (La città inedita). Ne sono seguiti 4.968. Oggi, 30 marzo 2015, più di 4 mila persone leggono Comune ogni giorno, diversi articoli sono stati letti 10 mila volte, qualcuno perfino 9 0 mila. Le pagine complessive scaricate finora sono state 2,8 milioni. Facebook aggiunge che sono 25.020 le persone a cui “piace” la nostra pagina. Il ritmo con cui salgono queste cifre è regolare, segno di buona salute. A noi continuano a piacere tutti quelli che aprono queste pagine anche per una sola volta ma soprattutto le decine di persone che, in modi e tempi differenti, scelgono di contribuire a fare Comune e a Ribellarsi facendo in ogni angolo del mondo, come ricordano tanti messaggi creativi quanto affettuosi (questi). Sì, mondi diversi già esistono, noi proviamo a raccontarli. È il nostro piccolo grande esercizio di libertà.

NELLA CABINA DI PILOTAGGIO
Dicono che il giovane pilota Andreas Lubitz avesse sofferto di crisi depressive e avesse tenuto nascoste le sue condizioni psichiche all’azienda per cui lavorava, la Lufthansa. Dicono anche faceva jogging e gli straordinari, era energico e sempre allegro. Si dimenticano di dire che il tasso di suicidio per depressione è cresciuto del 60 per cento negli ultimi quarant’anni. Ci sarà un nesso con il trionfo del neoliberismo che implica precarietà e competizione? “Un’epidemia di suicidio si è abbattuta sul pianeta terra… – scrive Franco Berardi Bifo – da quando la pubblicità ci ha sottoposto a un bombardamento di felicità obbligatorio, da quanto la solitudine digitale ha moltiplic ato gli stimoli e isolato i corpi, da quando il capitalismo finanziario ci ha costretto a lavorare il doppio per guadagnare la metà”. Un articolo da leggere e rileggere
FRANCO BERARDI BIFO

CHE ORIGINE HANNO I PILOTI? ALESSANDRO GHEBREIGZIABIHER

LA NAUSEA
Viviamo in perenne competizione con tutti. Siamo cervelli in vendita desiderosi di emergere, di apparire in qualche talk-show. Oppure inseguiamo oasi individuali. La nostra volatilità è assoluta. Ci restano nausea e molta rabbia
PAOLO MOTTANA

EXPO 2015. NOTE CRITICHE A MARGINE DEL MEGAEVENTO
Expo non è “solo” un cantiere di speculazioni e un banco di prova delle nuove riforme strutturali del lavoro (all’insegna del self-management, della gratuità e della flessibilità), ma si configura anche come spazio di produzione di discorso, di simboli, di miti e di pratiche che vanno ad alimentare un’idea di mondo nata nella notte dei tempi: la Storia del maschio. Uno dei campi discorsivi e simbolici attorno a cui si costruisce l’Esposizione Universale del terzo millennio è infatti quello della femminilità come insieme di attributi salvifici e creativi della donna e quello della vita come terreno di sfida politica ed economica. Donna come portatrice di un potenziale differen te per il lavoro e per l’impresa. Per queste ragioni quella contro Expo è una battaglia dalla portata epocale in ci occorrono creatività concettuale e coraggio intellettuale
GEA PICCARDI
 

EXPO, LA VETRINA DEI MERCANTI
Expo 2015 rappresenta la più chiara manifestazione di un modello di sviluppo insostenibile. Tutta la kermesse riprende e rilancia un sistema agroalimentare incapace di rispondere alle esigenze di sovranità alimentare e di equo accesso ad un’alimentazione di qualità. I cantieri verso Expo 2015 sono stati un insulto ai diritti del lavoro e alla sostenibilità ambientale. Ancora una volta è la filosofia delle “grandi opere” ad essere validata come unica strada percorribile. L’evento sarà una grande vetrina di marketing per le multinazionali dove non verranno affrontati i veri nodi dell’agroalimentare. “Forti della nostra esperienza e azione quotidiana – scrivono reti di economia solidale e associazioni -, abbiamo scelto di unire le forze per promuovere e sostenere qualcosa di diverso. Sarà uno spazio fatto di proposta e di conflitto”
L’APPELLO COMPLETO
 

IL SUOLO COME BENE COMUNE
Per salvare il suolo occorre favorire l’agricoltura bio fondata su piccole imprese in campagna e sugli orti in città
PIERO BEVILACQUA

MANIFESTO PER UN’AGRICOLTURA ECOLOGICA
L’agricoltura odierna non è più soltanto industriale ma tecnico-scientifica, non è più solo questione di meccanica, chimica e genetica tradizionale ma di biotecnologie, con intrecci inestricabili tra centri di ricerca e aziende chimiche e farmaceutiche, Stati, organismi sovranazionali, capitali di rischio, speculazioni sulle derrate, privatizzazione e commercializzazione di ogni risorsa naturale (e umana). Il sistema agro-industriale nella sua versione più avanzata è insostenibile per l’ambiente, come appare dalle crescenti manifestazioni di cambiamenti climatici, di erosione del suolo, di perdita di fertilità e di biodiversità, di inquinamento d elle acque. Anche l’agricoltura bio è finita sotto le attenzioni della grande distribuzione, dell’industria alimentare e, in ultimo, della finanza. Occorre ripartire da un’agricoltura ecologica, rimettere al centro dell’operare umano il valore del saper fare, il valore delle cose e delle relazioni, il valore del tempo, dei tempi dell’attesa, del silenzio e dell’otium come opportunità di conoscenza, come capacità di godere della vita senza consumarla
L’ARTICOLO COMPLETO

VIEWWOOF, CAMMINIAMO PER SALVARE IL TERRITORIO
Per secoli nei paesi, nelle città e nelle campagne tra le Alpi e gli Appennini le persone si sono spostate a piedi. Le strade bianche, i sentieri e i percorsi che hanno solcato sono ancora esistenti, basta semplicemente scovarli. Il progetto “Viewwoof” ha questo obiettivo, invitando i contadini (e non solo) a cercare il percorso che unisce la propria fattoria a quella del vicino. Un modo per riscoprire, vivere e aprire i territori
ARTICOLO E RADIOTRASMISSIONE TERRANAVE

UNA VIA URBANA PER DIFENDERE IL CLIMA
Ricordate le vicende di via Urbana, a Roma? In questo angolo del Rione Monti i cittadini si sono messi in testa di pedonalizzare la strada, coinvolgendo artigiani e negozianti. C’è un particolare: non hanno aspettato, non hanno delegato, si sono ribellati (facendo) alla dittatura dell’auto. La sorprendente e allegra ribellione di questo vicolo medioevale ha motiviato altri in diversi luoghi d’Italia, e al momento in tanti guardano all’esito di questa storia. Intanto, succede che via Urbana viene inserita tra i luoghi romani dove si celebra la simbolica Earth Hour, iniziativa pluridecennale del Wwf (ancora co’ ‘sti panda ahò!, direbbe il furbissimo romano medio) per pun tare l’attenzione sul cambiamento climatico dovuto alle attività antropiche, soprattutto quelle energivore. Il vicolo è in ottima compagnia: Colosseo, Campidoglio, Quirinale, Camera dei deputati, basilica di San Pietro, la moschea, la sinagoga. Robetta così
ROTAFIXA
 

PRODURRE SENSO NELLA VITA: UN ATTO PEDAGOGICO
Il mondo nel quale viviamo è quello dei mezzi, delle tecniche. Le finalità, il perché delle cose, il senso umano e storico sembrano non appartenere alla cosiddetta “postmodernità”. Che cose io sono? E cos’è il genere umano? Che cosa sto facendo? Che cosa sta realizzando il genere umano? Sono domande che dovremmo porci tutti ovunque. A cominciare dalla scuola
ALAIN GOUSSOT

A JAKARTA L’ACQUA TORNA UN BENE COMUNE
Il Tribunale del Distretto Centrale di Jakarta ha annullato la maggior privatizzazione di acqua avvenuta nel mondo. È accaduto martedì scorso, il 24 marzo, dopo diciotto anni fallimentari con la gestione privata. I contratti stipulati da Suez (Pt Pam Lyonnaise Jaya – Palyja) e Aetra non sono più validi. La Corte ha aggiunto che le Asociaciones Público-Privadas (App) sono state negligenti nel garantire il diritto umano all’acqua per i cittadini di Jakarta
L’ARTICOLO COMPLETO
 

ARTE E CULTURA FUORI MERCATO
Il Sale Docks è uno splendido spazio espositivo per arti visive e sceniche. Ma non solo. È un laboratorio artistico, un centro di aggregazione e di iniziativa dei lavoratori, degli studenti e degli operatori della cultura e dello spettacolo, uno snodo tra i gruppi che a Venezia praticano forme di autogestione sociale nella città
PAOLO CACCIARI

MERCANTI DI SCHIAVI VIRTUALI
Quelli di Indi.ie hanno dichiarato guerra ai colossi del web che si intromettono nella privacy di chi naviga su internet, “succhiando” i loro dati per poi rivenderli ai clienti. “Pensiamo che molti dei servizi di Facebook e Google siano gratuiti ma non è così – dice Aral Balkan di Indi.ie – Quando usiamo i loro servizi, cediamo una parte di noi. È il modello di business dei mercanti di schiavi virtuali … 25 anni fa l’idea in voga era che il web dovesse essere una piattaforma orizzontale e decentralizzata. Con la piattaforma per la comunicazione Indi.ie, erede del movimento per il software libero e l’open source, tentiamo di ricreare un web basato sul collegamento peer-to-peer, orizzontale”
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DOVE ABITA LA BARBARIE?
I pazzi jihadisti sono dei barbari, è vero. Ma la nostra società, dove più nessuno è barbaro poiché tutti si comprendono l’uno con l’altro nel linguaggio del profitto e della competizione, non ristagna in un mefitico odore di putrefazione?
LUCILIO SANTONI

IL DIO UNI-VERSO E LA DEA DAI MILLE NOMI
Alcune ricerche e scoperte archeologiche sulle religioni testimoniano l’esistenza di un’idea di sacro in ogni continente a partire da almeno 30.000 anni fa, ossia da molto prima che Dio nascesse nelle grandi religioni monoteiste. La vita in tutte le sue manifestazioni umane, animali, vegetali, pietre e argilla, acqua, aria, fuoco e spirito era considerata “divina”, e sacro il suo continuo movimento a spirale di nascita, maturazione, morte e rigenerazione: era il tempo in cui in “Europa” prevalevano comunità matriarcali egualitarie. Il concepimento di Dio da e in menti maschili interruppe questa visione. Si afferma il Dio maschile (solitario, geloso e gerarchico), il Dio Bene Assoluto, sostituendo la Dea dai Mill e Nomi che conteneva in sé tutti gli aspetti dell’apparentemente discorde fluttuare dell’essere. Questo processo compì un ulteriore passo in avanti nell’Europa del Rinascimento, quando si verificò un’alleanza “irresistibile” tra religione stati nazionali, capitalismo e scienze nascenti. Tuttavia, all’interno dei tre monoteismi il paesaggio non è e non è mai stato privo di incrinature e di spazi di movimento (nel cristianesimo, la sua radice, Gesù, costituisce ancora oggi, paradossalmente, la sua più radicale messa in discussione…)
LUCIANA PERCOVICH
 

NAUSEANTE
Un paio di giorni fa, una giovane donna guarita dall’anoressia – dopo anni di sofferenze e ricadute e una grossa somma di denaro spesa in cure mediche – mette online alcune immagini che testimoniano il suo percorso. I testi che le accompagnano sono molto chiari e non c’è modo di confondere l’album fotografico di Anne Marie Sengillo (così si chiama la donna) con un’esaltazione delle “cure” dimagranti. Tuttavia The Chive, una sorta di aggregatore di notizie “straordinarie e incredibili” fatto di ragazze in bikini e stupidaggini “virali” varie, decide di usare l’immagine di Anne Marie quando pesava 31 chili come una fantastica trasformazione dovuta alla perdita di peso… A proposito d i immagini: c’è chi invece fa pubblicità di intimo per bambine con foto, diciamo così, discutibili. C’è un nesso tra l’uso delle foto fatto da The Chive e quello dell’azienda di intimo? Di sicuro, in entrambi i casi è il profitto a dettare la linea. Ma ciò che permette grandi guadagni è un’immagine di corpo femminile che instiga le donne all’odio per se stesse e che insegna alle donne la loro unica principale funzione nella vita: essere desiderate dagli uomini, valutate dagli uomini, giudicate e premiate e punite dagli uomini… Tutto questo arricchisce qualcuno ma non diventa per questo libertario, eretico, trasgressivo o meno fetente di quel che è. Nauseante
MARIA G. DI RIENZO
 

LA RIVOLUZIONE DELLA CONDIVISIONE
“Chiunque abbia voglia di iniziare un proprio orticello può attingere dal deposito comune di attrezzi all’orto centrale. Nel villaggio accanto si è fatto pure di più. Gli abitanti stanno cercando di rilevare il pub dopo aver già rilevato il cinema, il teatro e addirittura la sala comunale”
L’ARTICOLO COMPLETO

ECCO, QUESTO LO DOVREBBERO LEGGERE TUTTI
Quante volte, arrivati all’ultima riga di un romanzo, di un saggio o di un libro di poesie abbiamo pensato a qualche ragazzo o ragazza a cui consigliare quel libro. Se avete qualche suggerimento per studenti e studentesse di liceo, per favore, scrivetelo nello spazio commenti in fondo all’articolo qui linkato. Sta nascendo una biblioteca comune niente male:
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LA BIBLIOTECA DELLE COSE
Porti oggetti non utilizzati e prendi gratuitamente in prestito quello che serve
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