“C’è stata tortura”

“Ci voleva un’autorevole corte europea per certificare, quindici anni dopo, la natura di tutto quel sangue sulle pareti, sui pavimenti, sulle magliette?”

 

 

FACCIAMO COMUNE INSIEME
Sabato 11 e domenica 12 aprile piazziamo il nostro cartello con la scritta Comune in mezzo a molta bella gente: nell’Ex Cartiera del Parco Regionale dell’Appia Antica, a Roma, c’è Raccontiamola giusta. L’economia solidale in festa (ne parliamo in questo articolo Raccontare e fare una società diversa). Due giorni di officine, racconti e fiera: qui trovate il programma completo (reslazio.economiasolidale.net). Come al solito non ci muoveremo da soli, a fare Comune insieme, tra gli altri, ci saranno Nilde che regala scatti fotografici, Annarita con il laboratorio di autoproduzione del pane (per grandi e piccoli, domenica alle 11, per prenotarsi leggete Domenica facciamo il pane) e poi Alberto, Monica, Daniela, Adriana, Claudia, Annalisa che insieme a Riccardo, Marco e Gianluca si alternano allo stand. Abbiamo voglia di fare due chiacchiere, venite a trovarci.

L’APP DI UN MONDO DIVERSO
Gas, botteghe, orti urbani, agricoltura bio, finanza solidale, riciclo e riuso, risparmio energetico, mobilità sostenibile… sperimentano ogni giorno conversione ecologica e sociale in molti territori. Un’applicazione web e, per la prima volta, un’app mobile per smartphone (già scaricabili) accompagnano quel pezzo di società: domenica 12 presentazione a Raccontiamola giusta, a Roma.
ARTICOLO DI R. TROISI, A. SACCO, D. LAMANNA E S. PUGLIA
 

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C’È STATA TORTURA
C’è stata tortura alla Diaz.
C’è stata tortura a Bolzaneto.
C’è stata tortura nelle strade di Genova,
e pure in piazza Alimonda.
Ci sono state violazioni di diritti, repressione…. IL COMMENTO DI ELENA GIULIANI SEGUE QUI

REATO DI TORTURA IN ITALIA. IL PAESE BEATO
A volerci proprio ritornare su adesso a quel garage olimpo genovese, proprio di fronte al nostro centro media, una ragione di profonda indignazione, in effetti, si trova. Ci voleva un’autorevole corte europea per certificare, quindici anni dopo, la natura di tutto quel sangue sulle pareti, sui pavimenti, sulle magliette? Ci voleva il fantasma rancido e parruccone di una cultura della civilità (che non fa neanche più ridere) per capire che la tortura non è, e non è mai stata, un’esclusiva da “terzo mondo”? Ma se lo insegnano i libri di storia delle scuole medie… L’ipocrisia dello sguardo delle democrazie consolidate non cessa di stupire, in effetti. Adesso poi, belin, vogliono una legge che garantisca la punibilità di chi tortura, in altre parole il rispetto universale della dignità. Universale? Per quelli che non affogano, è ovvio. NOI, PER FORTUNA, ABBIAMO IL PAESE BEATO DI ALESSANDRO GHEBREIGZIABIHER

MINISTRO MARTINA, SMETTETELA COL PIANO SILLETTI
Migliaia di persone sono state informate, sono scese in piazza e non smettono di protestare in molti modi; accademici di università italiane e straniere vanno ripetendo che è del tutto assurdo mettere in piedi provvedimenti come quelli del Piano Silletti; anche alcuni giudici hanno cominciato a prendere posizione contro l’attuazione delle misure di eradicazione-irrorazione chimica degli ulivi aggrediti dal batterio della Xylella. Grazie a questa straordinaria agitazione dal basso, il governo italiano è ora in una posizione imbarazzante. Il ministero dell’agricoltura Martina non ha alternative, deve bloccare immediatamente il piano voluto dal commissario di governo per l’emergenza Xylella, Giuseppe Silletti
L’APPELLO COMPLETO

GLI ULIVI SONO CREATURE VIVE
“È da quando son piccola che vivo in mezzo agli alberi. Di ulivo… Lì un giorno quand’ero piccola mi portò un ragazzo, anzi per la verità lo portai io, e gli diedi un bacio… Un po’ più avanti ce n’è uno che sta tutto piegato, tocca quasi terra, io l’ho chiamato Pigro, ha il tronco come una panchina… A volte capita di esser un po’ triste, no? Quando mi sento così io me ne vado in campagna e mi ficco in un albero, proprio dentro, perché solo così mi sento protetta. Mi dico che se quell’albero ha resistito a tante di quelle disgrazie, beh, un po’ di forza potrà darla anche a me. E me la dà! Gli alberi sono creatu re vive… Vi immaginate se dall’oggi al domani gli alberi di ulivo non ci fossero più? Qui ci sarebbe un deserto e nel deserto poesie non se ne recitano e non se ne scrivono. C’è gente che si vanta di avere il “sangue blu”: sapete che vi dico? Io il sangue ce l’ho olivastro ….”
ARTICOLO DI CRISTINA CARLÀ, PER CHI PREFERISCE ANCHE IN DIALETTO
 

TERRE GRATIS
Se avete un sogno nel cassetto o un progetto incentrato sull’agricoltura naturale, non mettetelo da parte
LA NOTIZIA COMPLETA

VOCI DALL’ASSEDIO DEL CAMPO DI YARMOUK
“Siamo soli, ancora una volta. Ci hanno abbandonato tutti, come a Sabra e Chatila e a Tal Al Zaatar “. Si sta probabilmente consumando in queste ore una delle pagine più nere della storia recente del popolo palestinese. Sono senza speranza i racconti della gente comune del campo profughi di Yarmouk, a pochi chilometri da Damasco. Dall’inizio di aprile, in 18 mila erano intrappolati in quella che è stata a lungo la capitale della diaspora palestinese, il simbolo del diritto al ritorno. Adesso, oltre alla fame e ai letali bombardamenti dell’artiglieria di Assad e dell’Isis (o Daesh), sopravvivere è diventatato, se possibile, ancora più arduo: gli uomini che calpestano le bandiere palestinesi per inneggiare a quelle nere controllano infatti l’ospedale e buona parte dell’intero campo. Molti di coloro che non sono riusciti a fuggire, non mangiano e non bevono da giorni. Le istituzioni palestinesi, negli anni passati quasi sempre silenziose e reticenti di fronte al regime di Assad, sostengono ancora il principio di non intervento negli “affari interni” di uno stato arabo. Promettono che visiteranno il campo ma sarà forse troppo tardi per evitare l’ennesimo disastro umano e politico. “Ci descrivono come fieri combattenti senza paura ma fa parte della loro mitologia. Noi non siamo qui per resistere, siamo intrappolati qui dentro e invece vorremmo solo vivere”, ci ha detto la gente del campo. “Non è possibile che serva la presenza di Daesh perché qualcuno si ricordi dei nostri fratelli e sorelle intrappolate a Yarmouk”, chiosa con amarezza da Ramallah l’a ttivista Lema Nazeeh
ARTICOLO DI FOUAD ROUEIHA

FESTIVAL ITINERANTE DELLE ERBE
Scuola domestica conviviale e Letteraria, corsi-laboratori di Riconoscimento delle erbe, Autoproduzione di saponi e Cucito, Ginnastica dolce, Orto bio sinergico, Cucina naturale stagionale, Raccolta della legna nei boschi, Ludoteca di montagna, Costruzione di una capanna di pietra a secco ma anche convegno e laboratori dedicati all’ortica. Nasce in montagna una straordinaria scuola all’aperto per grandi e piccoli, che si nutre della vitalità dei mesi primaverili ed estivi e che mette al centro non la ricerca di qualche profitto ma le relazioni tra persone e tra persone e ambiente naturale
L’ARTICOLO COMPLETO

ORTO CIRCUITO, SPESA A KM ZERO CONSEGNATA A CASA
Solo cibi freschi e solo di stagione. Si ordina selezionando dal catalogo online, si paga con carta di credito o Paypal (ma si può scegliere anche di pagare in contanti alla consegna), si attende la mail di conferma ed entro 48 ore la spesa arriva a casa
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IL CINEFEST CHE LA RACCONTA GIUSTA
Un Festival cinematografico itinerante su cooperazione, solidarietà e sostenibilità si aggira tra piazze, scuole e persone comuni. Mondi diversi già esistono
ARTICOLO DI CRISTIANA SMURRA E ROBERTO LI CALZI
 

POSSIAMO DIRE NO AI CENTRI COMMERCIALI
Ovunque intrecci mostruosi di strade, controviali e svincoli accompagnano Il proliferare delle cittadelle del consumismo che devastano i territori, mettono in crisi gran parte del piccolo commercio di prossimità, moltiplicano la produzione dei rifiuti. Eppure c’è anche chi fa inversione di marcia, chi dice no a nuovi territori cementificati, no a Ikea
ARTICOLO DI DOMENICO FINIGUERRA
 

UN MATERASSO CHE VA A VAPORE
Quando Ida Travi nel 1976 diede alle stampe “Un materasso che va a vapore”, fu una folgorazione. Lo strambo titolo cifra benissimo di cosa si tratta: tu fai un segno, io un altro, cosa hai tracciato, un cane? No, è un materasso. Si aggiunge il segno del fumo: ecco il materasso che va a vapore. E si continua. Il disegno è un work in progress… Non a caso quel materasso piacque a Elvio Fachinelli. “Tutto ciò mi è tornato in mente pensando alla Città dei Ragazzi di Cosenza. Che è un materasso grandissimo (33.000 mq) e che va lento – scrive Massimo Celani -, a vapore, come il trenino di Silvana Mansio, forse con la stessa discontinuità. Il materassone a vapore, nella sua aperiodici tà delle corse ogni tanto riparte. Con l’intrattenimento estivo, coi laboratori per le scuole, con il doposcuola pomeridiano, col laboratorio di fisica e ludoscienza, col recente seminario col ludomastro Carlo Carzan. E ad aprile con il B-Book festival, un mondo di arte e letteratura per bambini e ragazzi”. Il team che gestisce il B-Book festival ha scelto come direttori artistici due giovanissimi ma già navigati: l’illustratrice Jole Savino e Michele D’Ignazio, astro nascente della letteratura per ragazzi e compagno di strada di Comune
ARTICOLO DI MASSIMO CELANI
 

VALUTARE. COSA? E, SOPRATTUTTO, COME?
In tutte le discipline, in particolare nelle scienze umane (filosofia, antropologia, sociologia, psicologia e pedagogia), dilagano l’ossessione della valutazione ma soprattutto il feticcio della misura statistica e il pensiero unico della tecnologia come uniche possibili risposte alle questioni di senso e di significato, e la dittatura dell’inglese. Abbiamo bisogno di pensiero critico e di complessità
ARTICOLO DI ALAIN GOUSSOT

CENTO CELLE, MILLE BICI, MIGLIAIA DI BAMBINI
Prima si sono ripresi il percorso per andare a scuola, poi hanno coinvolto altre scuole e ora si riprendono pure la piazza insieme a un bel pezzo di periferia romana. Bike to school Centocelle festeggia la fine dei cantieri della Metro C per dare a tutti la possibilità di vivere, almeno per un giorno, un quartiere a misura di bambino. 12 aprile, isola pedonale: gare di bici genitori-figli, percorsi di abilità, tour nel verde nei parchi di zona, percorsi di educazione stradale, musica, laboratori di ciclofficina, bike renting, premiazione dei lavori didattici svolti dagli scolari sui temi della mobilità sostenibile
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IL TEATRO COMINCIA NEL SOTTOSUOLO
Può un’ex fabbrica diventare teatro? “Accendi un teatro nel sottosuolo” è il titolo di una campagna di crowdfunding iniziata da una compagnia di giovani attori, scenografi, costumisti che da un anno lavora a Civita Castellana, una cittadina che si trova a 30 km a nord di Roma. La compagnia PoEtica ha un nome che è già tutto un programma… “Fare teatro genera una trasformazione sociale”, dicono quelli di PoEtica che vogliono ristrutturare un’ex fabbrica in disuso a Civita Castellana, per trasformarla in un centro polivalente per i giovani. Le cose non succedono per caso, bisogna farle accadere, ne sono proprio convinti quelli di PoEtica, bisogna costruire i propri sogni
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