Incendio a Fiumicino, lavoratori esposti a rischio salute

“Per giorni si è lavorato al Terminal 3 senza alcun elemento di certezza. Le autorità aeroportuali hanno dimostrato di agire senza tenere conto della salute né dei lavoratori né dei passeggeri, né degli operatori della sicurezza”.

 

 

COMITATO STAMPA

Incendio T3 di Fiumicino

USB rende noti i dati delle rilevazioni di BIOCHEMIELAB l’azienda che ha svolto le analisi per Aeroporti di Roma
Hanno fatto lavorare centinaia di persone senza sapere se c’erano le condizioni per farlo

“Per giorni si è lavorato al Terminal 3 – afferma Guido Lutrario della Federazione di Roma e Lazio della USB – senza alcun elemento di certezza. Dalla documentazione emerge quanto da noi sospettato: le analisi si sono svolte nel pomeriggio del giorno 8 maggio e i risultati sono datati 11 maggio. Eppure i lavoratori delle ditte del pulimento, della ristorazione , degli handler, ecc. sono stati messi al lavoro dalle ore 14 del giorno 7 maggio. La società Aeroporti di Roma ha agito in modo irresponsabile, l’ENAC non ha svolto alcun ruolo di coordinamento e supervisione, nel complesso le autorità aeroportuali hanno dimostrato di agire senza tenere conto della salute né dei lavoratori né dei passeggeri, né degli operatori della sicurezza”.

“La preoccupazione da noi espressa alla riunione di ieri pomeriggio in Prefettura – ha proseguito Lutrario – si è purtroppo rivelata più che fondata. Le analisi si sono svolte dopo che le attività erano riprese ed i risultati si sono conosciuti soltanto lunedì 11. Ciò vuol dire che si è agito al buio, mossi esclusivamente dall’esigenza di mandare avanti gli affari”.

“La prudenza dimostrata dai funzionari della ASL – ha continuato Lutrario – che nello stesso incontro di ieri hanno invece dichiarato che i risultati delle loro rilevazioni saranno noti non prima della prossima settimana, gettano altra inquietudine sulle modalità con cui le analisi commissionate da Aeroporti di Roma sono state svolte. Questi dati andranno accuratamente analizzati da esperti, e ci auguriamo di non scoprire altri gravi indizi di comportamenti irresponsabili”.

“Infine – conclude Lutrario – resta ancora in sospeso la questione dell’amianto. E’ convinzione diffusa tra gli operatori di Fiumicino che nella struttura del Terminal 3 sia presente tale sostanza in quantitativi significativi. E’ certificato, per esempio, che nella caserma dei vigili del fuoco che dista 200 metri dal Terminal ci fosse amianto almeno fino al giugno 2014: che poi sia stato rimosso ce lo auguriamo. Questo dato certo, del quale disponiamo la documentazione, ci dice che l’amianto nell’aeroporto di Fiumicino c’è stato almeno fino ad un anno fa. Ora vorremmo sapere se le ristrutturazioni recenti di alcune aree del T3, risalenti ad un anno fa, abbiano effettivamente permesso la bonifica dell’amianto. Ci rivolgeremo alla Asl affinché verifichi celermente la situazione”.

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