‘Afghanistan: una violenza che non stupisce’

Nel 2014 abbiamo ricevuto nei nostri ospedali per vittime di guerra a Kabul e a Lashkar-gah il 146% di vittime in più rispetto al 2010.
Nello stesso periodo, i bambini feriti sono aumentati del 22%.
E quest’anno la situazione continua a peggiorare: tra gennaio e aprile i ricoveri sono aumentati del 39% rispetto a un anno fa.

Questi numeri, di certo, non raccontano un Paese in cui “è stata riportata la pace”.
Nell’ospedale di Kabul abbiamo appena aperto un nuovo blocco operatorio, più grande, più attrezzato: tre nuove sale operatorie e la una nuova terapia intensiva e sub-intensiva per migliorare la nostra capacità di risposta alle emergenze della guerra.
Ce n’è un disperato bisogno.

Non appena ha manifestato i primi sintomi, domenica 10 maggio in tarda serata, il nostro collega ha applicato le procedure per l’isolamento, come previsto dai protocolli del ministero della Salute e dalle linee guida di Emergency.

L’operatore effettuava regolarmente l’automonitoraggio delle proprie condizioni e questo ha permesso di intervenire tempestivamente per evitare un possibile contagio.

Ricordiamo che il virus Ebola è contagioso solo dopo l’insorgenza dei sintomi e che viene trasmesso esclusivamente attraverso il contatto diretto con fluidi corporei.

Il paziente, che è in buone condizioni generali, è stato trasferito con un volo in alto bio-contenimento all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma per essere sottoposto al trattamento medico.

Ulteriori aggiornamenti sullo stato di salute del nostro collega verranno forniti ogni giorno dalla direzione dell’Istituto Spallanzani.