In Tanzania, ambientalisti, attivisti, giornalisti e scienziati affrontano un futuro incerto: nuove leggi criminalizzano la distribuzione di informazioni scomode o biasimevoli per il governo – compresi report che relazionano funzionari del governo a crimini contro la biodiversità.
La circolazione delle informazioni è cruciale per un lavoro efficace e per combattere la caccia illegale di elefanti ed il contrabbando del loro avorio. Le nuove leggi in Tanzania potrebbero servire a bloccare le azioni indipendenti volte a conservare la biodiversità e garantire i diritti umani.
L’anno scorso, il governo ha proibito la circolazione di un report dell’Agenzia di Investigazione Ambientale, EIA, nel quale si concludeva che il paese ha perso due terzi dei suoi elefanti nei sei anni precedenti e responsabilizzava di questo “le più alte sfere del governo”. Secondo la EIA, la popolazione degli elefanti della Tanzania si è ridotta a 55.000 unità rispetto alle 142.000 dei dieci anni precedenti, durante il governo dell’attuale presidente Kikwete.
Il Grande Censimento degli Elefanti, un progetto di due anni del creatore di Miscrosoft, Paul Allen, ha constatato di recente che nel Parco Nazionale Ruhaha e nelle riserve di caccia vicine, la popolazione degli elefanti è passata da 20.000 a 8.000 in un solo anno. Il governo tanzaniano non ha pubblicato alcun report ad oggi, sostenendo che necessita una “ulteriore convalida”.
Anziché inasprire la repressione, la Tanzania necessita di maggiore libertà di informazione. Ora più che mai, devono nascere iniziative dal basso per obbligare il governo ad agire in modo responsabile. Per favore, firmate la nostra zione esigendo al presidente Kikwete di porre fine al regime di censura che ha stabilito. Questioni controverse come il bracconaggio non devono essere un segreto di stato.