“La lotta della scuola”

 “Il movimento della scuola ha dimostrato di non essere una corporazione e ha fatto crescere le ragioni di una protesta con cui in realtà si respinge l’aziendalizzazione della vita di ogni di giorno”.

 

 

LA LOTTA DELLA SCUOLA
Il movimento della scuola ha dimostrato di non essere una corporazione e ha fatto crescere le ragioni di una protesta con cui in realtà si respinge l’aziendalizzazione della vita di ogni di giorno. Il risultato più importante di questa lotta non è aver messo in difficoltà il governo, obiettivo comunque impensabile qualche settimana fa, ma aver cominciato a trasformare la scuola in una grande Agorà pedagogica, culturale e politica che produce analisi, progetti e idee per rifondare il sistema formativo ma anche l’intera società ALAIN GOUSSOT

 

LA BUONA UNIVERSITÀ
Mentre la Buona scuola non supera l’esame di costituzionalità in senato, il governo, dopo aver scatenato una protesta enorme e capillare e dopo aver unito il fronte sindacale, riesce anche nell’impresa di colmare il tradizionale scollamento tra scuola e università. In pochi giorni tanti docenti hanno risposto a un appello che lamentava la scarsa presenza dell’università nel dibattito sulla “riforma“. E il giudizio è pressoché unanime: questo disegno di legge vuole smontare quella che è stata una delle scuole migliori al mondo con picconate di gerarchia e autoritarismo, marketing e aziendalismo
L’ARTICOLO COMPLETO

BOICOTTARE LA RIFORMA RENZI-GIANNINI MATTEO SAUDINO

LA LOGICA AZIENDALE LEA MELANDRI

PENNAC, BARICCO E LA SCUOLA A.G.

LA FARSA ELETTORALE NON COPRE LA TRAGEDIA
Ci sono diversi Paesi in cui la crisi della rappresentanza politica, ormai evidente in tutto il pianeta, assume i contorni sanguinosi della tragedia. Uno dei casi più eclatanti è quello del Messico, uno Stato che l’opinione pubblica mondiale che conta, quella occidentale, non è abituata a considerare in mano alle dittature o luogo di sistematiche torture. Nello scorso week-end, molto meno del 50 per cento dei messicani è andato alle urne, circondate da spiegamenti repressivi inauditi e in un clima di violenza surreale: nel solo mese di aprile, secondo una polizia corrotta e indistinguibile ad ogni livello dalla criminalità organizzata, ci sono stati ben 1.374 omicidi. Alm eno sette candidati sono stati uccisi dai cartelli dei narcotrafficanti. Il partito-stato, quello al governo da sempre, il volto politico più impresentabile di quella criminalità, incassa un’altra vittoria farsesca. Tra le molte forze della società sana che hanno invocato a disertare le urne, c’erano i famigliari degli studenti desaparecidos di Ayotzinapa, protagonisti di una campagna che ha varcato i continenti dopo il massacro e il sequestro da parte degli apparati dello Stato di 43 ragazzi. Questo articolo è scritto da uno dei ragazzi sopravvissuti all’episodio più tragico della storia recente di quella che è stata la democrazia messicana
OMAR GARCIA

DIGITAL NIGHTMARE?
Viviamo tempi in cui non dobbiamo prestare più attenzione a nessuno, è la società dell’isolamento e della frantumazione dei legami comunitari, in cui vengono depotenziati gli strumenti critici e si favorisce la vendita esasperata di sé ancor più del consumismo. Queste trasformazioni accadono non per lo sviluppo della tecnologia quanto per le necessità produttive, per i ritmi del mercato. E’ l’universo del digitale che si è sviluppato in questo contesto: non si tratta certo di pensare alle tecnologie come salvifiche, perché bisogna decostruirle con attenzione e riconoscere dove si annidano la manipolazione o la strumentalizzazione a fini di asservimento commerciale o di sorveglianza. Tuttavia, è sciocco anche pensare alle tecnologie come male assoluto, il panorama è molto sfaccettato. Il cellulare e internet non uccidono la cultura né l’esperienza ma semmai mettono in discussione una certa immagine e una certa costituzione e rappresentazione della cultura e dell’esperienza
PAOLO MOTTANA

UMBERTO ECO HA DETTO UNA DISCRETA CAZZATA S.T.

C’È UN’ALTERNATIVA ALLO SVILUPPO
Nasce dal sogno universalista andato in pezzi e dal fallimento dei generosi progetti occidentali nell’interesse dei paesi “in via di sviluppo” il concetto di pluriversalismo. Si tratta di un dialogo democratico, vero e mai impositivo, tra culture capaci di imparare ad ascoltare e a riconoscere la propria contingenza conservando legittimità. È la via che, ancor prima di Serge Latouche, avevano aperto Raimon Pannikar e Lester Pearson. Non con quel contesto, perché un cambiamento di prospettiva diventa indispensabile, ma è tenendo la rotta di quell’orizzonte concettuale che Gaia Calligaris ha scritto “Decrescita”, un saggio divulgativo per un’alternativ a di teoria e di pratiche alla rovinosa ricerca del mito della crescita nella crisi globale. Un’alternativa che è però anche proposta politica, peraltro già in atto in diverse zone del mondo nelle pratiche di chi difende l’ambiente, i diritti delle persone, i beni comuni e il buen vivir. Gaia ha selezionato per i lettori di Comune tre brani estratti dal suo e-book edito da Secondavista
GAIA CALLICARIS

 

TERRITORI CONTRO IL DOMINIO DEL PROFITTO
C’è un movimento che spinge per un’economia ispirata ad altro che non sia la massimizzazione dei rendimenti e dei profitti, un movimento costituito da gruppi di produttori e cittadini consumatori che sperimentano modalità di relazioni collaborative, dirette, trasparenti, fondate sulla reciproca fiducia. Le iniziative più note sono i Gruppi di acquisto solidali, le banche del tempo, le botteghe del commercio equo, la microfinanza etica, i mercati contadini, le reti dei produttori biologici… Sostengono che occorre ripartire dal distretto territoriale, un luogo e un entità di promozione del cambiamento dove si possono sperimentare scambi di beni e di servizi capaci di generare legami comunitari eco-solid ali. Questo movimento si prepara a un incontro nazionale a Trieste
PAOLO CACCIARI

UN PAESE MERAVIGLIOSO
Da qualche tempo viaggiando in autostrada ci si imbatte in grandi cartelloni pubblicitari su cui giganteggia immancabilmente una frase: “Sei in un Paese meraviglioso”. Sotto la frase si dispiega una verdeggiante immagine satellitare. In basso si legge: “Itinerario consigliato da Slow Food”. Guardando meglio, si nota che in tutto quel verde c’è qualcosa che non va: troppo regolare, ripetitivo. Un “Copia & Incolla” fatto al computer? Tutta quella vegetazione è davvero, in gran parte, finta: alberelli stilizzati e ripetuti secondo schemi fissi. Perché il turista, si sa, non ci sta a far caso… Chissà come sarebbero quelle immagini senza i provvidenziali ritocchi, dopo secoli di disbos camenti selvaggi e decenni di agricoltura industriale?
FILIPPO SCHILLACI

VOGLIAMO FARE LE COSE CON CALMA
Presto. È ciò che ci insegnano fin da piccoli. Bisogna fare presto. Correre. Muoversi. Accelerare. Il mondo non aspetta, non ha tempo. Cresciamo accumulando ritardi, mentre un senso di colpa latente ci avvolge con una patina quasi impercettibile. La tecnologia, se usata male, non aiuta. Semmai accelera l’affanno. Proviamo a pensarci: le relazioni, il godimento delle cose terrene, la contemplazione del mondo intorno a noi. Tutto, ma proprio tutto, richiede tempo, e il tempo concede calma, serenità. Sposta l’asse terrestre della bellezza e rende degno il gioco di esserci. Sostiene Milan Kundera come ci sia “un legame stretto tra lentezza e memoria, tra velocità e oblio”. Il Festival della le ntezza (12-14 giugno a Colorno, festival di cui Comune-info è media partner) nasce dall’idea di restituire a noi stessi quel tempo sottratto a cui abbiamo rinunciato, un giorno alla volta. Per prenderci cura del nostro passato e immaginare con freschezza un futuro ancora tutto da scoprire
MARCO BOSCHINI

QUANDO VI CHIEDERANNO CHI ERA GIACOMO MATTEOTTI
Il 10 giugno di una manciata d’anni fa uccisero Giacomo Matteotti. Qualche giorno prima, nell’aula della Camera, Matteotti aveva denunciato la violenza del Governo fascista, che utilizzava una milizia armata composta dai cittadini del suo stesso partito per condizionare il risultato delle elezioni. Finito il suo discorso, rivolto ai suoi compagni, disse: “Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me”. Il giorno dopo Mussolini …. SEGUE QUI
SAVERIO TOMMASI

L’EXPORT EUROPEO ALLA CONQUISTA DEL PERÙ
C’è un bel profumo di colonia e poi c’è dentro tutto, ma proprio tutto l’arsenale da guerra del liberismo commerciale e finanziario nell’Accordo di libero scambio tra Unione europea, Colombia e Perù che devono ratificare a breve i senatori italiani. Il passaggio non è trascurabile perché inciampare nel No parlamentare di uno degli Stati che compongono la Ue significa mandare tutto all’aria. Sarebbe una festa per i 400 mila piccoli produttori di latte colombiani condannati a subire il dumping indecente dei colossi europei. E lo sarebbe anche per i piccoli coltivatori, per gli indigeni che subiscono deportazioni, per la popolazione minacciata dall’avvelenamento che gene ra l’estrattivismo delle miniere a cielo aperto. E poi per le foreste, per le lagune e per la vita del pianeta intero. Per la vita, sì ma non per gli affari. Il fallimento del trattato sarebbe infatti una straordinaria occasione di crescita e sviluppo gettata alle ortiche per gli investimenti e i profitti delle imprese petrolifere e delle telecomunicazioni, per i soliti insaziabili predatori della terra, dell’acqua e delle altre risorse naturali ma anche per chi traffica – in Europa e in Sudamerica – con il riciclaggio di denaro del tutto indifferente alla sua provenienza. E dunque, cari lettori, cosa pensate che decideranno i senatori italiani?
FRANCESCO MARTONE

OFFICINE DI LETTURE E RELAZIONI
In questi giorni Booq festeggia un anno di attività. Bibliofficina nel centro storico di Palermo, lo spazio occupato è una biblioteca e un luogo culturale di confronto e aggregazione che raccoglie più di 7.000 testi, ma vuole essere anche “un’officina del riuso per ripensare il rapporto con gli oggetti, ripararli, conservarli e condividerli”. Booq sorge all’interno di un locale di proprietà del Comune da anni in stato di abbandono, una risposta di autogestione alla carenza di servizi dedicati alla lettura della città. In un paese in cui si legge sempre meno, ecco qual è il panorama delle biblioteche (autogestite e non) da Palermo a Trento
NOTIZIA E RADIOTRASMISSIONE

RIPENSARE IL LAVORO SOCIALE
Nei giorni della seconda ondata di arresti per l’inchiesta Mafia capitale, un gruppo di operatori sociali di Roma, prende la parola per raccontare, per denunciare e per fare nuove proposte sul “lavoro sociale”
ROBERTO DELL’AQUILA

RISTORANTE A METRO ZERO
A Milano c’è un ristorante che serve in tavola i prodotti bio dell’orto coltivato accanto, insomma un “chilometro zero” alla lettera. Oltre all’idea dell’“orto con cucina”, il locale mette a disposizione biciclette per passeggiate lungo il fiume
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POSSIAMO TRASFORMARE LE CITTÀ IN ORTI E GIARDINI
Coltivare ortaggi in ogni luogo pubblico possibile. Nessun camion o treno merci trasporta verdura. Nessun cittadino raccoglie più di quello di cui ha bisogno, tutti danno una mano curando ogni giorno i vari spazi coltivati…. Ecco dove accade
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