Jobs Act, ‘no a penalizzazione disabili gravi in decreto attuativo’

“Quanto previsto nel decreto attuativo, in riferimento alle chiamate nominative, sarebbe il modo più diretto per escludere completamente da ogni possibilità assuntiva intere fasce di persone con disabilità”.

 

Comunicato Stampa

JOBS ACT: NO A PENALIZZAZIONE DISABILI GRAVI NEL DECRETO ATTUATIVO DEL JOBS ACT

 

Ho letto più volte, in altri comunicati, questa affermazione:

La proposta ripresa all’interno del decreto delegato è il frutto di una riflessione condivisa e approfondita all’interno dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, istituito presso il Ministero del Lavoro e a cui afferiscono associazioni, regioni, sindacati, enti pubblici”

Desidero smentire proprio la sostanza dell’affermazione. Sono un componente del Gruppo di lavoro 5 dell’Osservatorio, proprio quello dedicato ai problemi dell’inclusione lavorativa, e, nel corso delle varie sedute, queste riflessioni non sono mai state fatte, come può essere confermato da molti altri componenti, che si sono espressi in tal senso, anche per iscritto. Difficile pensare che l’Osservatorio abbia riflettuto approfonditamente, ed in modo condiviso, senza che altrettanto, e preventivamente, lo avesse anche fatto il Gruppo di lavoro nominato a tale scopo!

D’altro canto Osservatorio e Gruppo di lavoro sono composti di membri appartenenti fra l’altro ad associazioni e sindacati. A favore del decreto delegato, nella forma attuale, si sono espressi “unitariamente” due sole Associazioni, con gravi dissensi al loro interno nel merito, ed un solo sindacato. Tutti gli altri sindacati e decine di associazioni si sono espressi esplicitamente in modo contrario.

La causa dei problemi è sempre di chi vuole rappresentare sempre tutti, senza averne alcun titolo.

Ribadisco che soprattutto quanto previsto nel decreto attuativo, in riferimento alle chiamate nominative, sarebbe il modo più diretto per escludere completamente da ogni possibilità assuntiva intere fasce di persone con disabilità, e cioè le fasce considerate “meno appetibili”. Mi riferisco a persone con gravi disabilità, a persone con disabilità cognitiva, disabilità relazionale, disabilità psichica.

Chiamata nominativa significa scelta delle situazioni più facili da gestire ed esclusione di tutte le altre. Chi non ne approfitterebbe? Con buona pace dello spirito della legge 68/99!

Quanto poi ipotizzato sulla scarsa efficacia di detta legge, nella forma attuale, nel raggiungere gli scopi prefissi, deve essere ancora una volta ricordato che detta scarsa efficacia non è attribuibile alla legge, ma alla impropria applicazione che se ne fa. Se non c’è volontà politica di realizzare i percorsi da essa previsti, se non si attuano i principi in essa contenuti e non si utilizzano le risorse umane e finanziarie necessarie, tali scopi non saranno mai raggiunti, neppure con illuminati possibili emendamenti al suo testo attuale, che certo non sono comunque quelli previsti nel decreto attuativo oggi in discussione.

 

Alessandro Paramatti

(Gruppo di lavoro n. 5 (inclusione lavorativa) dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità)

 


 

 

Comunicato stampa

Disabilità, Cgil-Uil-Ugl-Anmic-Ens:

Nessuno si arroghi il diritto di parlare a nome dell’Osservatorio

Contrari a plauso incondizionato a decreti attuativi Jobs Act


Nina Daita (CGIL), Sergio Ricci (UIL), Giovanni Scacciavillani (UGL), Nazaro Pagano (Presidente ANMIC – Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) e Giuseppe Petrucci (Presidente ENS – Ente Nazionale Sordomuti), unitamente ad altre associazioni del vasto mondo della disabilità, stigmatizzano in una nota congiunta “il comportamento palesemente scorretto di qualche associazione di limitata rappresentatività che arbitrariamente si è arrogata il diritto di parlare a nome dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, esprimendo il plauso incondizionato ai decreti attuativi del Jobs Act”.

Come evidenziano, invece, gli atti dello stesso Osservatorio, una larga maggioranza di esso si è espressa contro alcuni punti di rilievo dei decreti attuativi, quali ad esempio la chiamata nominativa, che se attuata, potrebbe creare pesanti discriminazioni all’interno del mondo della disabilità, riportando indietro di molto l’orologio della storia sul versante dei diritti”.

Roma, 23 luglio 2015

 

 

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