“La scuola nel bosco”

“Ora è ufficiale: parte a settembre ad Ostia Antica (Roma) la prima scuola primaria pubblica italiana che si ispira ai principi pedagogici delle scuole nel bosco. Natura, esperienza diretta e città diventano maestre.”

 

NEWSLETTER DI COMUNE

 

 

LA SCUOLA NEL BOSCO
Ora è ufficiale: parte a settembre ad Ostia Antica (Roma) la prima scuola primaria pubblica italiana che si ispira ai principi pedagogici delle scuole nel bosco. Natura, esperienza diretta e città diventano maestre. Ma nel prossimo anno scolastico nasceranno in diverse città anche nuovi asili che si ispireranno a questa pedagogia. C’è chi demolisce la scuola e chi sperimenta un apprendimento diverso
PAOLO MAI

 

LA SCUOLA DELLA TERRA MARIA DE BIASE

25 IDEE PER UNA SCUOLA DIVERSA PAOLO MOTTANA

LA GRANDE GUERRA DEI SEMI
Per milioni e milioni di anni le piante hanno generato semi fecondi che davano vita a nuove piante e a nuovi semi. Poi, negli anni Sessanta del secolo scorso, con la cosiddetta Rivoluzione Verde, le imprese hanno cominciato a sostenere che alcune di queste essenziali fonti della vita avevano dei padroni e che non erano i contadini, quelli che i semi fino ad allora avevano sempre protetto e custodito. Una ricerca condotta in trenta paesi dei quattro continenti, promossa da Vía Campesina e Grain, mostra quanto quel processo di appropriazione e rapina sia avanzato in pochi decenni: solo tre colossi del business controllano più della metà del mercato mondiale dei semi. Sono Monsanto, DuPont Pioneer e Syngenta. La resiste nza dei contadini, in modo particolare in America Latina, è forte e difende il libero scambio di semi tra comunità e popoli, vale a dire ciò che ha permesso alle coltivazioni di adattarsi a una varietà di condizioni, climi e territori per nutrire il mondo
DARIO ARANDA

CUSTODIRE I SEMI VANDANA SHIVA

L’INDUSTRIA E I VELENI NEL PIATTO SILVIA RIBEIRO

OGNI QUATTRO ANNI
«Ogni quattro anni molte persone cedono volentieri la loro capacità di pensare criticamente…. Ogni quattro anni, ricordo alla gente la differenza principale tra repubblicani e democratici: dicono menzogne diverse per farsi eleggere – scrive Michael Zezima, giornalista e scrittore statunitense – Il Partito democratico non è che una delle componenti di una vasta impresa criminale, un’impresa responsabile per aver minacciato tutta la vita sulla Terra. Un’impresa comunemente intesa come “il nostro modo di vivere …. Il nostro modo di vita significa supremazia bianca, supremazia maschile, e supremazia di classe. Significa ecocidio …. Ha scritto Arundhati Roy: “Penso che sia pericoloso confondere l’i dea di democrazia con le elezioni. Solo perché avete le elezioni non significa che siete un paese democratico” …. Siamo sull’orlo del collasso sociale, economico e ambientale. Pertanto, voto o non voto, tutto quello che mi interessa sapere è cosa facciamo gli altri 364 giorni …. Cosa facciamo, ogni giorno, per contribuire a portare giù il sistema globale di oppressione e di sfruttamento prima che non ci sia più niente da fare? …. »
MICHAEL ZEZIMA
 

NUOVI MOVIMENTI CHRIS CARLSSON

CREARE UN MONDO NUOVO RAÚL ZIBECHI

LA GRECIA DELL’AUTORGANIZZAZIONE SANITARIA
“Quale tipo di risposta dal basso è possibile per contrastare e negare la finanziarizzazione totalizzante delle nostre vite? Non esiste un’unica risposta …. La scelta è tra nazionalizzazione e austerity: noi abbiamo fatto una scelta diversa …. Possiamo sviluppare un approccio differente all’assistenza sanitaria: per la de-istituzionalizzazione non la carità, non la medicina per il profitto …. Vogliamo mettere insieme le cliniche di solidarietà autonome, per sperimentare forme non capitaliste di lavoro, assistenza non medicalizzata. Ogni clinica funzionerà come un nodo e si coordinerà con altri gruppi auto-organizzati nella stessa città o territorio …. “. Un appello internazionale per il sostegno all’autorganizzazione e al mutuo soccorso in Grecia
L’APPELLO COMPLETO

LE RETI DEL BARATTO IN ARGENTINA E GRECIA MARINA SITRIN 
 

CRESCERE UN GIARDINO
Digna ricorda ancora.Quando ne aveva 5 i soldati arrivarono a casa sua sparando, minacciarono di morte lei e la sua famiglia: semplicemente perché i familiari di Digna non volevano andarsene dalla terra in cui erano fittavoli per far spazio ai progetti delle multinazionali. Le altre famiglie di coltivatori fronteggiavano la stessa violenza, indifese dagli assalti di potenti proprietari terrieri spalleggiati dall’esercito e da un sistema politico-giudiziario corrotto. Siamo in Hondurars, nella comunità agricola La Confianza, nella valle di Bajo Aguan. Le 227 famiglie che ne facevano parte finirono a vivere sotto tende fatte di sacchetti di plastica, ma grazie alla loro forza di volontà nello stare e nel lot tare insieme e al sostegno della comunità internazionale degli attivisti, nel 2011 riuscirono ad acquistare 4.000 ettari di terra in proprietà collettiva: ora li lavorano come cooperativa. Digna oggi ha dieci anni e frequenta la quarta elementare della scuola autogestita che la cooperativa agricola ha messo in piedi come primo progetto a partire dal suo insediamento. Le piace studiare, ma compiti a parte ha anche il suo lavoro da fare, un lavoro che si è scelta lei e che sognava da tempo: crescere un giardino pieno di fiori
MARIA G. DI RIENZO
 

IL FEMMINISMO DEL FARE OGNI GIORNO MARIA GALINDO

USO PUBBLICO PER IL SANTA MARIA DELLA PIETÀ
Non hanno aspettato che Comune di Roma e Regione Lazio decidessero di creare uno spazio sociale e culturale per tutti nel parco dell’ex manicomio di Roma: hanno cominciato a renderlo tale con mille iniziative. Poi, armati di santa pazienza, nei giorni scorsi sono riusciti perfino a convincere il Consiglio comunale ad approvare una delibera, forte di una mobilitazione che dura da anni, che ribadisce la volontà di evitare un uso sanitario preponderante delle strutture esistenti nel parco, di realizzare gli ostelli della gioventù e un polo culturale a rilevanza europea; di porre in essere una gestione partecipata
COMITATO SI PUÒ FARE

SFREGIO ALLE PIAGGE. LA COMUNITÀ VA AVANTI
Se non conoscete la comunità della Piagge e il suo centro sociale il Pozzo, straordinario spazio di ribellione della periferia di Firenze, rimediate quanto prima. Per chi la conosce è il momento di far sentire in tanti modi diversi vicinanza e solidarietà, dopo l’aggressione di qualche giorno fa, durante la quale sono stati rubati uno dei furgoni utilizzati per le attività di riciclo della cooperativa Il Cerro, l’auto di Alessandro Santoro, prete, ed è stato portato via il distributore delle bevande del commercio equo che si trovava nel centro sociale
COMUNITÀ DI BASE DELLE PIAGGE

A OAXACA NON NE POSSIAMO PIÙ
Una lunga, incredibile serie di soprusi. La gente di Oaxaca è esasperata. Vede che si consegna il paese al capitale privato e che si fa sempre più palese e indecente la rapina dei territori, delle acque, dei mezzi di sussistenza. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, segnala Francisco Toledo, uno dei più prestigiosi artisti messicani viventi, è l’atroce ingiustizia di assegnare a un enorme, pericoloso e devastante centro per convegni sul colle Fortin molto più denaro che non ai servizi sanitari. L’ennessima grande opera inutile serve solo ad alimentare il fiume della corruzione e del business selvaggio. Intanto i bambini nascono nei cortili degli ospedali e i medici scioper ano perché la mancanza di farmaci impedisce loro di lavorare. È cominciata la campagna “Che cos’è successo ai miei diritti?”
GUSTAVO ESTEVA

LA MINGA DELL’ARTE DEL POPOLO NASA
Quando si sentono molto sicuri, i sostenitori dello sviluppo e del progresso parlano chiaro: la terra dei comuneros Nasa del Cauca, a sud ovest di Bogotà, serve alle monocolture di canna da zucchero delle multinazionali. Una gestione efficiente e al passo con i tempi dell’acqua, inoltre, mai e poi mai potrà essere pubblica… Peccato che la strenua e pacifica resistenza degli indigeni mostri con evidenza che loro, i comuneros, di quello sviluppo predatorio possono farne a meno, anzi non ne vogliono affatto sapere. Così hanno smesso di aspettare le promesse disattese dal governo colombiano e stanno liberando la terra cui appartengono, la loro terra. E quella liberazione dà vita anche alle principali forme artistich e comunitarie
DANIELA CAVALLO

CHI HA UCCISO HOUSSEM SAIDI?
Aveva raccontato di essere stato minacciato ed era fuggito in Algeria. Poi, telefonando alla madre, aveva detto di essersi accorto che lo avevano rintracciato. Lo hanno trovato morto nel centro di Algeri, ai piedi di un muro alto sei metri da cui, secondo le autorità tunisine, sarebbe “precipitato”. Alla famiglia, però, dall’Algeria avrebbero detto che era stato buttato giù, poi la versione ufficiale algerina aveva frettolosamente accantonato la tesi dell’omicidio premeditato. Una vicenda terribilmente inquietante che apre molti interrogativi sul lavoro che Houssem Saidi stava facendo e sulla capacità delle istituzioni democratiche tunisine di proteggere i suoi cittadini
AMAL BINT NADIA

MARIJUANA, PROSTITUZIONE LEGALE E SANT’ERARIO
Secondo molti lo Stato guadagnerebbe tanto con la marijuana e le prostituzione legali. Eppure sono numerosi i motivi per cui non possiamo tenere insieme le due cose. La cannabis dovrebbe essere de-criminalizzata subito. Quanto alla prostutuzione (che non è il mestiere più vecchio del mondo, lo dicono gli storici), non è accettabile che donne e bambine/i siano comprati e venduti in una moderna società basata sull’eguaglianza ed è irragionevole criminalizzare chi, nella maggioranza dei casi, è la parte più debole ed è sfruttata da altre persone. Sono mercati vivaci che porterebbero benefici all’erario? Beh, allora dovremmo essere più coraggiorsi: anche la prostituzi one minorile e la mafia lo sono….
M.G.d.R.

LANGER, OLTRE LA POLITICA
Incarnare le proprie idee, rifiuto dell’identità, conversione ecologica. Nel luglio del 1995 moriva Alex Langer. «Propongo di capovolgere il motto olimpico, “più veloce più alto più forte”, che è un po’ l’essenza della nostra civiltà – scrive Langer – in “più lenti, più in profondità e più dolcemente”. Con questo motto non si vince nessuna battaglia frontale ma forse si ha il fiato più lungo»
LUCA CIRESE

LA LIBIA E LE GUERRE OCCIDENTALI
Il rapimento dei quattro italiani ha improvvisamente fatto scoprire l’attuale situazione libica (ai “grandi” media la Libia di ogni giorno non interessa). Tutti a pontificare e giudicare, dimenticandosi che la coscienza occidentale è tutt’altro che innocente. Molte delle armi, ad esempio, sono arrivate dall’Italia e gli interessi economici di molti paesi occidentali su quel pezzo di terra sono evidenti
ALESSIO DI FLORIO

 

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