“Il dominio a tempo pieno”

Esistono analogie tra la logica del campo di concentramento e le politiche di austerità che vengono imposte ai giorni nostri, come accade ad esempio nel laboratorio greco? Da tempo Giorgio Agamben sostiene di sì.


NEWSLETTER DI COMUNE

Sopravvissuti in modo fortunoso alle settimane in cui Roma s’è arroventata fino a farci rimpiangere il respiro di Flegetonte dei primi giorni di luglio, eccoci finalmente arrivati a qualche giorno di riposo ferragostano. Non andiamo in ferie, per carità, non vi prendete pena. Bisognerebbe essere “occupati”, come dicono i buontemponi. Ci limitiamo a rallentare ancora un po’ il ritmo, tanto per riposare gli occhi e le idee. E poi per rimuginare meglio, senza la routine di ogni giorno, su un settembre che spunta già dietro l’angolo e dovrebbe portare qualche sorpresa. Buon ferragosto, dunque, e non dimenticate di regalare un fiore agli animali da tiro. Prima di liberarli dal giogo, naturalmente

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IL DOMINIO A TEMPO PIENO
Esistono analogie tra la logica del campo di concentramento e le politiche di austerità che vengono imposte ai giorni nostri, come accade ad esempio nel laboratorio greco? Da tempo Giorgio Agamben sostiene di sì: è il campo di concentramento e non la città il paradigma politico dell’Occidente. Il concetto di “nuda vita” non prevede la possibilità di ritorno alla politica classica. L’autorevole storico catalano Josep Fontana dice che i fondamenti sono gli stessi: ridurre al minimo i costi del lavoro ed eliminare gli improduttivi. Zibechi indica l’andare e venire dal lavoro al consumo e poi si domanda: come si fa a far politica in queste condizioni? Risposte non ce ne sono, anzi diffidiamo di chi ne ha sempr e di pronte. Non ci sono nemmeno manuali, dobbiamo imparare, ragionare e provare. Questo articolo indica, intanto, due possibili direzioni verso cui indirizzare la riflessione. Ne parleremo nel prossimo viaggio di Raúl in Italia a fine agosto

IL VIAGGIO IN ITALIA DI ZIBECHI E OLIVERA. LE DATE E I LUOGHI

Sono due tra le persone che meglio conoscono l’America latina de los de abajo, quella che nei territori resiste al dominio del denaro e del capitale e cerca di creare mondi nuovi. Mondi nei quali la gente prova a lottare per fare quel che più ritiene necessario, interessante, piacevole. Si ribella facendo, come diciamo in queste pagine. Mondi molto diversi da quello che un sistema impazzito e predatorio fa correre a velocità impressionante verso l’autodistruzione. Quelle due persone si tengono ben lontane dai governi (di destra e di “sinistra”) e dagli incarichi accademici o istituzionali, cioè dalle posizioni dalle quali, anche indipendentemente dalle proprie volontà e ambizioni, non è mai stato possibile far nascere, crescere e accompagnare i cambiamenti profondi della società… Marco Calabria

L’AMERICA RITORNA IL CORTILE DI CASA DEGLI USA?

Barack Obama dichiara di aver “assoluta fiducia” in Dilma Rousseff, il Brasile “è un leader mondiale”. Dilma ricambia dicendo: “Io credo nel Presidente”. Solo due anni fa aveva sospeso un viaggio negli Usa dopo le rivelazioni sullo spionaggio cui veniva sottoposta. C’è una riconfigurazione delle relazioni continentali? Nei prossimi mesi i fatti parleranno da sé. Uno dei nodi decisivi è la cooperazione militare nell’area aerospaziale; un altro, non meno importante, è se Petrobras continuerà a controllare o meno i giacimenti di petrolio (noti come Pré.sal) nella piattaforma marittima. Influenti membri dell’opposizione –all’offensiva contro una Dilma in evidente difficoltà – hanno promesso a imprese statunitensi di modificare la legislazione per facilitare l’accesso al petrolio brasiliano finora sotto controllo dell&rs quo;impresa statale. Una radiografia dettagliatissima delle relazioni tra Usa e Brasile per comprendere la portata di un riavvicinamento che, in un momento in cui il Brasile attraversa una forte instabilità economica e politica, può tagliare le ali di una regione che aveva fatto solidi passi verso la propria indipendenza e farla tornare il buon vecchio patio trasero, il cortile del retro della casa, di Washington

SE DOVESSE ACCADERMI QUALCOSA……
Nadia Vera Pérez, antropologa originaria del Chiapas, voleva cambiare il volto del Messico e del mondo. Per questo promuoveva la cultura indipendente e partecipava alle lotte dei movimenti sociali. È stata torturata, violentata e uccisa il 31 luglio, insieme al compagno Rubén Espinosa e ad altre tre donne che si trovavano nell’appartamento di Città del Messico in cui abitava dopo esser stata costretta a fuggire da Veracruz. Otto mesi prima aveva rilasciato un’intervista a Rompeviento Tv durante la quale non aveva mai smesso di guardare la porta e la finestra temendo l’irruzione di qualcuno. Le sue ultime parole (le potete ascoltare qui so tto) erano state per dire che qualora fosse successo qualcosa a lei, alla sua famiglia o ai suoi compagni, la responsabilità andava attribuita tutta allo Stato e al governatore di Veracruz, Javier Duarte. La Procura di Città del Messico ora sostiene si tratti di rapina e vuole chiudere il caso
 

LA MAMMA DI NADIA ROMPE IL SILENZIO

Mirtha Luz Pérez Robledo, la mamma di Nadia Vera, la ragazza torturata, violentata e uccisa il 31 luglio a Città del Messico, ha molte domande da porre alla Procura della capitale messicana. Lo fa (non a caso) dal Centro per i diritti umani Fray Bartolomé de Las Casas, in Chiapas, dove vive e dov’era nata anche sua figlia. E lo fa senza dimenticare nessuna delle molte incongruenze che ha mostrato un’autorità  giudiziaria troppo preoccupata di seguire frettolosamente la pista della rapina ignorando le precise e pesantissime responsabilità indicate dalle vittime. A seguire, una bellissima lettera aperta alla comunità artistica internazionale per non dimenticare Nadia e quel che ha dato un senso alla sua vita  m.c.

QUANDO IL BAMBINO NON E’ UN RECIPIENTE
Una delle più belle è la scuola Màgoria, piccola e molto familiare, dove si persegue una filosofia di vicinanza e affettività basata sul contatto fisico ed emotivo. Jaime González, che la dirige e l’ha fondata, spiega quella pedagogia con altre parole: il bambino non è un recipiente da riempire, è un fuoco che si accende. Le cooperative di insegnamento hanno una lunga tradizione in Catalogna. L’hanno ereditata dalle scuole nate nel periodo che precedette il franchismo ma sono sempre rimaste un po’ in ombra. Eppure, oltre a essere fondate su pratiche inclusive e principi democratici e condivisi, potrebbero indicare una delle vie percorribili per una gestione diversa, sostenibile, partecipata, forse pronta a uscire dall’ombra

LE OCCASIONI MANCATE DA OBAMA SUL CLIMA

Il presidente degli Stati Uniti ammette che quella attuale è l’ultima generazione che può impedire la catastrofe del cambiamento climatico ma non trova il coraggio di prendere atto davvero e fare scelte conseguenti. Nei primi giorni di agosto ha annunciato misure che indicano un possibile cambiamento di rotta rispetto al passato e che troveranno notevoli opposizioni irresponsabili dei singoli Stati. Eppure, si tratta ancora di provvedimenti irrisori rispetto alla gravità della situazione. Gli scienziati che hanno elaborato il quinto rapporto dell’IPCC  hanno detto che, se si vuole che abbiano degli effetti reali sui meccanismi del clima, le misure per fermare la catastrofe vanno prese entro il 2020, cioè a partire da subito

AGGIUSTARE LE COSE FA VIVERE MEGLIO INSIEME
Per molte persone, soprattutto quelle poco avvezze a usare le mani, sono luoghi miracolosi. Per altre, meno portate alla spiritualità, sono soltanto luoghi utilissimi dove si esercita l’antica arte del saper vivere insieme. Nei Caffè delle riparazioni ci sono attrezzi e materiali per riparare vestiti, mobili, biciclette, giocattoli, stoviglie, elettrodomestici. Non solo strumenti, però, si possono incontrare elettricisti, sarte, carpentieri, meccanici. E chi non ha niente da aggiustare può fermarsi per bere una tazza di tè o di caffè, per aiutare gli altri o per leggere un libro sul fai-da-te. Partita dall’O landa, questa straordinaria iniziativa si è rapidamente diffusa in tutto il mondo. Oggi i Caffè dove si aggiusta tutto sono 750, distribuiti in 18 Paesi e il loro numero continua a crescere. Gli ultimi sono nati in Giappone e in Cile ma sta per aggiungersi l’Egitto
 

L’ORIGINE DELLA VIOLENZA E I MAESTROS DI OAXACA
Il governo federale e quello dello stato di Oaxaca cercano lo scontro con gli insegnanti, il settore che la storia recente dei conflitti messicani indica come il più forte della resistenza alla privatizzazione della scuola pubblica. A fine luglio, in una grande marcia di protesta, sono stati schierati 10 mila tra poliziotti e gendarmi, una militarizzazione inaudita del territorio. Anche la magistratura, come ogni altra istituzione dello Stato, fa la sua parte. Nel 2009 la Corte Suprema ammise che lo Stato impiega i corpi di polizia in modo irresponsabile e arbitrario. Sarebbe dunque “inutile che – con leggi, trattati o discorsi – il nostro paese riconosca e rispetti i diritti umani, se allorché vengono violati … le violazioni restano impunite e non si rende giustizia alle vittime”. Eppure, nel rapporto su Oaxaca, la Corte ha detto che le autorità possono violare le garanzie costituzionali, sospendendole anche per un tempo illimitato. Un’impostazione giuridica aberrante, tecnicamente ridicola, eticamente intollerabile e politicamente criminale: uno stato di eccezione non dichiarato, che dà forma legale a quanto è manifestamente illegale. Eppure, scrive Gustavo Esteva, los maestros non saranno lasciati soli. L’aggressione che ora subiscono potrà unirli di nuovo alla gente e preparare una loro rinascita 
 

GLI ARTIGIANI DI QUEL BORGO ANTICO
L’articolo “L’antico mestiere del maestro del rame” di Elisabetta Pau, un ritratto dell’ultimo artigiano di Isili (Cagliari) che lavora il metallo rosso, è stato molto letto. “Qui in Agnone, nell’Alto Molise, per fortuna quest’arte continua – ha commentato tra gli altri Enzo Carmine Delli Quadri di Altosannio.it – Il 5 agosto è stato anche inaugurato il Museo del rame, grazie a Francesco Gerbasi, il quale mentiene viva la tradizione in questo borgo antico sui monti del Sannio”. Un articolo di Nicola Mastronardi, scrittore e direttore della biblioteca storica di Agnone. spiega perché quel museo è un luogo magico, tra memoria, percorsi didattici e laboratoriali, tine, filmati, pentole e tenaglie. Le cose certe sono due. La prima, la lavorazione del rame resta un’antica arte di quelli che vivono in basso. La seconda, come ricorda Clifford Conner nello spelendido Storia popolare della scienza (Tropea) – un testo da diffondere nelle scuole e che secondo Howard Zinn ha fatto “vacillare i palazzi dell’ortodossia” – abbiamo bisogno di sguardi nuovi sul ruolo ricoperto dalle persone comuni nella scienza, nell’arte e nella vita di ogni giorno
 

 

VIVERE DA DIFFERENTI E UGUALI NELLA DIGNITA’
Lo straordinario successo che lo scorso anno ha ottenuto Educare alle differenze racconta diverse cose sulle possibilità di trasformare la società italiana nella direzione di una maggiore inclusione nella sfera della cittadinanza. La prima è che ad essere aggredito è il principio che vede la scuola come spazio di educazione al vivere in comune e come risorsa per aprire le nuove generazioni a una cittadinanza plurale e a un’etica che può differire dall’educazione impartita nelle famiglie di origine. La seconda è che in tutta Italia ci sono soggetti collettivi e singoli professionisti che sviluppano progetti efficaci e di qualit&agra ve; per la valorizzazione delle differenze, l’educazione sentimentale, la prevenzione e il contrasto di ogni forma di discriminazione e sopraffazione. Se ne riparlerà prestissimo a Roma, a metà settembre, con la seconda edizione
 

LETTERA A UN TURISTA DEL SALENTO
“Caro turista,
sappi che la maggior parte degli ulivi che vedi in giro e che sono secchi o mutilati, non sono malati di xylella. Molti di quegli ulivi sono stati trattati, qualche settimana fa, prima del tuo arrivo in Salento, con il fuoco, con trattamenti chimici disseccanti “casualmente” irrorrati sulla chioma ….
Dopo oltre tre anni, non hanno ancora dimostrato, con esami di laboratorio accettati dalla comunità scientifica internazionale, che xylella è patogeno per l’ulivo ….
Ma a loro non interessa la vera causa dell’essiccamento, se si tratta di funghi patogeni o altro. Ai fautori di questo piano basta dimostrare (e convincere l’Ue) che c’è un’epidemia di xylella per ottenere l’ok per le eradicazione, e liberare così spazio per realizzare una miriade di faccende ….
Ma stai tranquillo, turista, abbiamo sgamato in tempo il loro diabolico piano. Adesso sarà dura per tutti” LA LETTERA COMPLETA

VENDEREMO CARA LA PELLE. NO OMBRINA
Dopo la firma del decreto di compatibilità ambientale, la via istituzionale per devastare un bel tratto delle coste adriatiche è finalmente spalancata. Incurante delle proteste popolari e ambientaliste, arrogante come un qualsiasi governatore texano, Matteo Renzi regala alla multinazionale Rockhopper la concessione per far trivellare con tecniche aggressive, alla ricerca gas e petrolio, i fondali sabbiosi di un mare chiuso come l’Adriatico. Si avvelena così, con cadmio e mercurio, una costa preziosa, a due passi dalle più belle spiagge abruzzesi. Eppure gli Abruzzesi sono gente fiera, difficilmente accetteranno di abitare un regno delle trivelle ed è assai poco probabile che restino a guardare lo scempio di un luogo che possono ancora difendere in mille modi
 

SLOT FREE? MENO TASSE COMUNALI A NOVELLARA
Il benessere della comunità è un valore importante e il Comune di Novellara non lo dimentica. Così ha deciso di premiare con una riduzione delle tasse gli esercenti di bar, tabaccherie ed edicole che esporranno una vetrofania che segnala il loro rifiuto di ospitare le slot machine o le macchine VLT. Se ne va anche l’odiosa tassa sull’ombra delle tende o delle pensiline

IL GRIDO DEI POVERI E QUELLO DELLA TERRA
Un messaggio forte e chiaro, quello della straordinaria enciclica scritta di suo pugno da Francesco. Ha sorpreso anche i più avveduti ambientalisti ed ecologisti per la sua visione ampia e lascia tracce profonde e chiare di sè. Ogni virgola è densa di significati, di denuncia come di speranza nel cambiamento. Un grido che pone sullo stesso livello la voce dei poveri e quella della terra e un invito alla solidarietà tra la famiglia umana e la sua casa comune in questo pianeta 

IL RAPPORTO SVIMEZ E LE LETTERE A UN MERIDIONE MAI NATO
Ogni volta che si ha a che fare con faccende che riguardano il Sud, si tira in ballo un linguaggio medicale. Il Sud è inchiodato alla trave del sottosviluppo che richiama una terapia d’urto duratura, se non uno stato di eccezione permanente. Eppure, come spiega questo saggio di Giso Amendola, Girolamo De Michele, Francesco Ferri e Francesco Festa, non mancano meridionalismi eretici e sguardi laterali, che aiutano a rompere con la retorica del Sud “vittima”, ribaltamento speculare della retorica dello sviluppo. I meridi onalismi eretici hanno mostrato come il Sud sia abitato da resistenze eterogenee e da una cooperazione sociale che non è riducibile né alla linearità sviluppista né al comando sovrano. I meridionalismi eretici sono critica dell’omogeneo, del nazionale, ciò che permette di gridare OXI alla logica del debito. Ma sono soprattutto l’insieme delle mille pratiche precarie e poco visibili della cooperazione dal basso e del welfare autogestito con le quali una popolazione tenuta a livelli di disoccupazione “ufficiale” a due cifre si arrabatta, resiste e crea mondi diversi

IL PROBLEMA REALE
“Ciò che abbiamo sotto i nostri occhi, tra Ventimiglia e Mentone, e spingendosi oltre fino a Calais, è il riproporsi di politiche razziali che si credevano superate …. Qui non c’è un problema di ordine pubblico, ma un problema politico e sociale …. – scrivono dal Presidio permanente No Border di Ventimiglia – È triste vedere come alcuni professionisti dell’informazione non capiscano alcune cose fondamentali: chiedere di non fare una fotografia o un video dei migranti in viaggio non è un attacco al diritto d’informazione, ma la tutela di persone la cui identificazione potrebbe avere conseguenze pesanti sulle proprie scelte di vita. Sconcerta l’invadenza di certi operatori che pretenderebbero, in nome del diritto di cronaca, di poter violare perfino l’intimità dei luoghi dedicati all’igiene e al riposo …. ” 
 

 

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