Affitti in nero, Senato ‘non affronta il cuore del problema’

Oggi al Senato è stato approvato un emendamento con il quale si afferma che è nulla ogni pattuizione volta a determinare un importo del canone di locazione superiore a quello risultante dal contratto scritto e registrato.

 

Roma 18 novembre 2015

Comunicato stampa

Stabilità: affitti in nero, approvata norma che non affronta il cuore del problema e di fatto rischia di non produrre effetti reali.
Dichiarazione Massimo Pasquini, Segretario Nazionale Unione Inquilini

Oggi al Senato nell’ambito della discussione della legge di Stabilità è stato approvato un emendamento con il quale si afferma che è nulla ogni pattuizione volta a determinare un importo del canone di locazione superiore a quello risultante dal contratto scritto e registrato” e si precisa che nei casi di nullità “il conduttore, con azione proponibile nel termine di sei mesi dalla riconsegna dell’immobile locato, può chiedere la restituzione delle somme corrisposte in misura superiore al canone risultante dal contratto scritto e registrato” La misura, a prima firma Franco Mirabelli (Pd), a detta del senatore, dovrebbe puntare ad evitare gli abusi ma non potrà sanare le situazioni pregresse poichè, come ha spiegato lo stesso Mirabelli, una norma precedente che prevedeva agevolazioni per chi denuncia il nero e’ stata già bocciata dalla Corte Costituzionale. Consideriamo l’approvazione di tale emendamento un pannicello caldo che rischia di non avere alcun effetto reale sul mercato degli affitti in nero che vede 950.000 appartamenti sottratti al mercato legale, introiti per 5 miliardi di euro per i proprietari evasori e un mancato introito le casse dello Stato dall’Irpef di almeno 1,5 miliardi di euro. L’emendamento di fatto riproduce quanto già previsto dalla legge 431/98 ed avrà un effetto pari a zero in quanto non affronta la questione dei contratti verbali ovvero del 90% dei contratti illegali. Come si evince dall’emendamento questo interviene solo sui contratti scritti e registrati per i quali si paga una somma superiore a quanto previsto dal contratto “scritto e registrato” ovvero si dimostra da parte dell’inquilino di avere pagato oltre quanto pattuito. Ci sembra che la montagna abbia partorito il topolino e non capiamo l’esultanza da parte dei senatori Pd presentatori dell’emendamento. Voglio augurarmi che la Camera dei deputati sappia affrontare la questione in maniera più incisiva rispetto a emendamenti ad effetto placebo. Questo se si vuole davvero contrastare il nero.”

Unione Inquilini
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