“Caos climatico”

L’accordo raggiunto a Parigi dimostra che il sistema capitalistico cerca ancora di promuovere trasformazioni inutili per lui indolori. Uno strumento di lavoro per le organizzazioni di base.

 

 

NEWSLETTER DI COMUNE

 

FACCIAMO COMUNE INSIEME

RACCONTARE IL MONDO OGNI GIORNO PER NON ABITUARSI AL DOMINIO

CAOS CLIMATICO
Limiti e tempi da rispettare, investimenti, incubi burocratici… Nei giorni del Natale caldo come non mai e dello smog che paralizza intere città, abbiamo letto con attenzione i documenti approvati alla conferenza sul clima, elaborati e trattati da 195 delegazioni, rappresentanti di paesi oppure di coordinamenti di paesi o di Ong. L’accordo raggiunto a Parigi dimostra che il sistema capitalistico cerca ancora di promuovere trasformazioni inutili per lui indolori. Uno strumento di lavoro per le organizzazioni di base
ALBERTO CASTAGNOLA

IL BIVIO DI PARIGI

IL CLIMA, LA TAVERNA E LA VITA IN COMUNE
Costruire comunanze e comunalità non è certo un pranzo di gala. E infatti, al Casale che ospita il Laboratorio sociale autogestito del quartiere romano di Centocelle, abbiamo disposto i tavoli rustici e conviviali della nostra quinta taverna comunale. Dalle lasagne al ragù, vegetariane e vegane alle molte frittate e insalate della diversità e poi, via via così, in crescendo, fino alla crema pasticcera artigiana. S’è mangiato, bevuto e suonato a conclusione di due giornate di incontri del nostro tipo con tanti racconti e molta sana indignazione. Abbiamo chiesto a Pina, una delle anime più immerse nella vita del Casale, che è stata anche la prima ideatrice di queste giornate, di raccontarle ai lettori di Comune. C on un collegamento da Parigi s’è cercato di approfondire la portata di un accordo mediatico sul cambiamento del clima che piace tanto agli ambientalisti di governo ma non ferma certo il treno impazzito di un’umanità lanciata ad alta velocità verso il baratro. Con la presentazione di un libro sulle esperienze di riconversione e il racconto delle straordinarie e plurali esperienze di vita negli ecovillaggi, abbiamo provato a indicare uno dei percorsi di ricerca possibili per uscire dalla pista scoscesa dell’autodistruzione. Sì, c’è molto da fare, nel 2016, ma intanto
PINILLA DE GIROLAMO

INVERNO
“Dicembre peluria di grano sul freddo volto acerbo della terra… Le giornate si accorciano, le ore di luce e di lavoro si riducono, la fatica allenta con cautela la sua morsa. È inverno. Nella stufa crepitano l’acacia e il carpino, avvolgono le cose di un calore intimo e profondo. È un calore diverso da quello dei termosifoni, più caldo, più umano. Davanti alla stufa si leggono libri, si raccontavano storie, si scartocciano gli agli per la semina e si preparavano i vinchi… E che gioia, la mattina, il tepore delle braci ancora accese dell’ultimo ciocco di legna rimboccato la sera prima con cura insieme alle coperte. I termosifoni scaldano ma non avvolgono i corpi di calore, se ne stanno muti e immobili appesi alle pareti. Ci si dimentica di loro. Gli inverni sono interminabili davanti a un termosifone e le città deserti grigi e senza presagi di primavera… ”
BIANCA BONAVITA

SMETTIAMOLA CON IL VOTO ALLE ELEMENTARI
L’aziendalizzazione dell’apprendimento, cioè della trasmissione e condivisione dei saperi, trova nell’ossessione dei voti e dei test la chiava con cui mercificare ulteriormente scuola e relazioni educative. Ma i voti come i test Invalsi, “non sono soltanto inutili, sono proprio dannosi al clima generale delle classi”, spiega la maestra Claudia Fanti. “Con bambini e bambine valgono le gratificazioni, il sostegno ed eventuali osservazioni in casi che volta per volta, giorno per giorno, si ripropongono. Nei documenti ufficiali rivolti ai genitori (non ai bambini) poi basterebbe raccontare e descrivere in modo sintetico per punti forti e deboli ciò di cui l’alunno avrebbe bisogno, ciò che fa e che ancora deve apprendere …”. Voti e test “non servono per la loro stessa natura rigida e schematica, in quanto bambini e bambine sono ‘morbidi’ come nuvole che si fanno/sfanno ed eternamente “in movimento” negli apprendimenti, nell’impegno, nella concentrazione … “
CLAUDIA FANTI

CARI GENITORI. BREVE LETTERA DI UNA MAESTRA
Viviamo un tempo grigio, in cui si moltiplicano diffidenze e chiusure. ” Bambini e bambine sono spugne di sentimenti – scrive la maestra Elettra in un messaggio ai genitori – avversioni, attrazioni, sdegni di varia tipologia, permali, chiusure. non bastano maestre e maestri preparatissimi, disposti allo sfinimento, per fortificare atteggiamenti positivi nei confronti dell’altro da sé. Essi, come insegnanti, possono fare tanto ma non tutto, perché i modelli siete voi coi vostri sensi di colpa, con le vostre difese d’ufficio, oppure con la vostra generosità, il vostro cortese porvi, con le vostre aperture al mondo e l’attenzione alla cura dell’infanzia a casa vostra e a casa degli altri genit ori.È tanto difficile, ma è tanto importante, oggi più che mai, sostenersi a vicenda nelle relazioni, nelle vicende quotidiane con discrezione e garbo… I bambini e le bambine vi guardano e vi imitano… “
ELETTRA WAVE

DOVE SI ANNIDA LA SPERANZA [ELETTRA WAVE]

E come si potrebbe ormai perdersi il mare di impulsi magnetici che ci catturano ogni giorno tramite Comune! Siete presenti dove si annida la speranza, dove la pedagogia buona chiama alla militanza del bello e del giusto. Sempre attenti con la sensibilità dei giusti, verso gli ultimi che si fanno primi in ogni vostra pagina

IL BISOGNO DI RIFIUTARE ETICHETTE
L’essere ridotto a una dimensione categoriale e trasformato in oggetto di assistenza, di cura, di trattamento, d’intervento di controllo finisce per trasformare la persona umana in una cosa; quello che Karl Marx chiamava processo di reificazione (logica strutturale del modello capitalistico che trasforma tutto in merce) cioè la negazione dell’umanità dell’essere umano e la sua trasformazione in un oggetto di vari trattamenti. Questo modello profondamente disumanizzante dilaga nell’ambito della cura e dell’educazione: Non esiste più la soggettività fatta di vissuti, storia sociale, culturale, affettività e relazioni ma esistono l’autistico, il Dsa, il Bes. Accade qualcosa di simile ne l procedimento delle rappresentazioni predefinite con i figli dei migranti: vengono identificati e classificati in funzione dell’etnia e della religione. C’è bisogno di rifondare la nostra filosofia della prassi educativa e di cura per dare spazio alla persona come soggetto inserito in un contesto collettivo di relazioni sociali e culturali
ALAIN GOUSSOT

ILDEGARDA, LA SIBILLA DEL RENO
Scrittrice ma anche visionaria, Ildegarda von Bingen, monaca benedettina tedesca del XII secolo, passò la vita a scrivere, studiare (filosofia, medicina naturale, musica..) e predicare, aprendo spazi di ribellione nella società – un mondo di uomini e di grandi lotte – e nella Chiesa
DANIELA DEGAN

LA PALESTINA CHE FA PAURA A LIVORNO
La martellante pressione politica e mediatica di una parte della Comunità ebraica livornese spinge le autorità cittadine a comportamenti inspiegabili e pavide reticenze in occasione di prestigiose iniziative culturali sulla Palestina. Il sindaco pentastellato Nogarin, già crocefisso dai media e dai fanatici supporter di Netanyahu in occasione dell’esposizione di uno striscione che denunciava l’ultimo massacro compiuto su Gaza, si chiude in un imbarazzato silenzio. Si tratta di scelte politiche gravi e irresponsabili. Non solo perché sacrificano la libertà di espressione in una città che vanta tradizioni ben diverse ma perché alimentano, soprattutto nei ragazzi, quell’ignoranz a sulla realtà storica dei conflitti mediorientali che è il naturale brodo di coltura di comportamenti violenti o razzisti nei confronti di chi si teme in primo luogo perché non lo si conosce
PATRIZIA CECCONI

IL DOVERE DELLA MEMORIA E IL CIMITERO MEDITERRANEO
Arte in strada per ricordare “le migliaia di persone morte nel Mediterraneo in questi anni”. Un’iniziativa importante di Rete dei Comuni solidale e della giunta di Messina
R.C.

L’ALBERO MARCIO DELLA FINANZA
Le banche non smettono di inondare i cittadini di prodotti finanziari ad alto rischio. Naturalmente scandali come quello di Banca Etruria vengono poi classificati nella categoria di ”mela marcia in albero sano”. In realtà siamo di fronte a una crisi di “sistema”. Servono una netta separazione tra banche commerciali e banche d’investimento (finanza), un’inversione di rotta sulla trasformazione delle banche popolari in spa e una loro reale riforma che ne sancisca la territorialità (attraverso la gestione partecipativa delle comunità locali), il blocco della privatizzazione di Poste italiane e della trasformazione di Cassa Depositi e Prestiti, ma anche provvedimenti in favore del risparmio critico e della diffusi one di tutte le esperienze, anche autorganizzate, che vanno in quella direzione. “Perché o si mettono in campo con la mobilitazione diffusa misure che disegnano un’altra società – scive Marco Bersani – basata sulla mutualità cooperante, o niente e nessuno ci salverà da un modello che ci vuole tutte e tutti immersi nella solitudine competitiva”
MARCO BERSANI

POSSIAMO PRENDERCI CURA DEL TERRITORIO
In un cartellone all’entrata del paese si legge: “Medole No Tav”. Contestata è la tratta Brescia-Verona su un nuovo sedime che sventra località magnifiche. Per dare il buon esempio l’amministrazione ha approvato un Piano di governo del territorio che azzera il consumo di suolo riducendo l’edificabilità già concessa E dove c’era una cava, diventata una discarica, ha messo su impianto fotovoltaico. Poi vi sono venticinque tra profughi e rifugiati ospitati in paese che aiutano ogni giorno i bambini ad andare a scuola con il Pedibus….
PAOLO CACCIARI

COME SI UCCIDE LA DEMOCRAZIA
Nel 2008 l’Italia era la seconda nazione al mondo dopo il Regno Unito per capitale generato dalla privatizzazione del demanio pubblico. Per questo il movimento dell’acqua gridò con il referendum del 2011 “Adesso basta!”. Quattro anni dopo il referendum, è ormai chiaro che né la classe politica Italiana né quella Europea avevano intenzione di onorarne il risultato. Oggi è lo Sblocca Italia a limitare radicalmente il ruolo dei sindaci che si permettono di difendere l’acqua pubblica: molti sindaci hanno infatti promulgato ordinanze che vietano distacchi, ma alcune sentenze della Corti Amministrative del Lazio, hanno decretato che i sindaci non possiedono il diritto di prendere decisioni autonome in questo senso < strong>
ANDREA MUEHLEBACH

C’È DEL MARCIO NELLA FELICE DANIMARCA
L’Amleto di William Shakespeare aveva ragione: che la Danimarca e il mondo stesso siano “un giardino incolto, pieno tutto di malefiche piante” non c’è più alcun dubbio. Come spiegare altrimenti l’abietta proposta del governo danese di confiscare beni ai cittadini stranieri con l’obiettivo di rivenderli per coprire le spese sostenute dallo Stato con l’assistenza ai migranti? Parrebbe che dalla requisizione possano essere esclusi orologi, cellulari e oggetti di importanza personale-sentimentale (come le fedi nuziali), “a meno che non ricoprano un alto valore commerciale”. Secondo il governo, la pestilenziale legge dovrebbe passare a gennaio, per essere poi operativa da febbraio, e coinvolgerebbe anc he i rifugiati già presenti nel paese. All’uso del condizionale, in questo caso, è appesa un’essenziale speranza: nelle prossime settimane avremo modo di sapere se una buona parte della felice popolazione danese è capace di mostrare un sussulto di dignità
CRONACHE DI ORDINARIO RAZZISMO

LA CARTA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI INDIPENDENTI
Quinto Stato. La proposta in nove punti della Coalizione 27 febbraio: i precari, i freelance e i professionisti a partita Iva si confrontano criticamente con lo statuto del lavoro autonomo annunciato dal governo. L’esecutivo ha presentato le norme in un collegato alla legge di stabilità e parla di tutele per la maternità, la malattia, la formazione e i ritardi dei pagamenti. Da gennaio la coalizione 27 febbraio andrà in tour da Nord a Sud. Storia di un esperimento innovativo
ROBERTO CICCARELLI

IL PIÙ BEL REGALO DI NATALE
C’erano una volta le feste.
Puntuali come i ceffoni, quando le bottiglie erano ormai tutte vuote.
Poveri grandi.
Vanno capiti, devi capirli, altrimenti sei tu quello che diviene incomprensibile.
E questo non è giusto.
A tredici anni non lo è.
Anche questo, no, dai.
Che poi, la sorte era stata malevola fin dall’inizio.
Quale specie di sadismo arriva a imprimere siffatto nome sulla fronte di un’anima destinata a un’adolescenza segnata da privazioni, laddove le esistenze coetanee godano di luci e sorrisi.
Natale.
Ebbene sì, il ragazzino si chiamava Natale e sarebbe bastato questo per odiare quest’ultimo.
La festività, ovviamente, non se stesso.
E sarebbe bastato nel senso che se lo sarebbe fatto bastare, ecco.
Ma poi il racconto era andato avanti e … SEGUE QUI

SI COMINCIA DA SOLI SI CONTINUA FACENDO COMUNE [CINZIA BAGGIO]
Carissimi, siete una delle risorse più belle che si possano trovare in web. Perchè dite le cose come stanno, e informate senza reticenze su argomenti che la televisione o i media in generale trattano come vogliono, filtrate dal potere e dalle convenienze. Ma dentro le vostre pagine si trova anche molta speranza. Ci mostrate quotidianamente che esiste un mondo alternativo, che non è utopia ma realtà, che la gente sa ancora essere solidale e pensare con la sua testa, agire col suo cuore.

Vi seguo dall’inizio. Un carissimo amico mi mandò il vostro link, e da allora sono della partita. Vi sostengo già da tempo come posso, e continuerò a farlo molto volentieri, perché è bello poter in qualche modo contribuire ad un lavoro come il vostro, vero, sincero, appassionato. Nel mio ambiente cerco di portare avanti le stesse idee e convinzioni, perché il vero cambiamento è, in primis, sempre e solo personale. Si comincia da soli, dentro di sé, e si continua aggregandosi, facendo “comune”, appunto, condividendo, scambiando, amandoci.

Sono e sarò sempre dei vostri. Vi abbraccio tutti con grande affetto e vi ringrazio per tutto ciò che fate.
Hasta la victoria siempre!

(Cinzia Baggio ha aderito alla campagna “Facciamo Comune insieme“)

 

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