“Riprendersi le città”

“Le città sembrano essere intensamente attraversate, in questa fase storica, da processi e pratiche di appropriazione e ri-appropriazione dei luoghi, dei propri contesti di vita. Si tratta, in realtà, di esperienze molto diverse tra loro”.

 

 

NEWSLETTER DI COMUNE

 

FACCIAMO COMUNE INSIEME

RACCONTARE IL MONDO OGNI GIORNO PER NON ABITUARSI AL DOMINIO

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RIPRENDERSI LE CITTÀ
Le città sembrano essere intensamente attraversate, in questa fase storica, da processi e pratiche di appropriazione e ri-appropriazione dei luoghi, dei propri contesti di vita. Si tratta, in realtà, di esperienze molto diverse tra loro: dagli orti urbani alle forme di autogestione della città informale e autocostruita, dal parkour alle occupazioni a scopo abitativo, dagli spazi verdi autogestiti alle occupazioni dei luoghi di produzione culturale (cinema, teatri, ecc.), dagli usi temporanei di spazi abbandonati all’utilizzazione degli spazi pubblici per attività collettive organizzate, ecc.. Di sicuro l’azione e il pensiero politici sono trasformati attraverso la ricomposizione dei legami sociali e un rapporto diverso con la vita di ogni giorno< strong>
CARLO CELLAMARE

CREARE BENI COMUNI GEORGE CAFFENTZIS E SILVIA FEDERICI

PENSIERI CHE DIVENTANO AZIONI [CARLO CELLAMARE]
L’ADESIONE ALLA CAMPAGNA FACCIAMO COMUNE INSIEME
Carissimi, grazie del vostro impegno e delle vostre finestre su un mondo ricco e che ha voglia di pensare altrimenti. Mi offrite un sacco di idee e mi fate sentire in rete con un mondo di persone che vuole continuare a pensare, che vive con passione, che dà importanza alle scelte della vita, che produce continuamente con la propria vita una realtà diversa. Che non è solo pensata, è vissuta. È questa una grande differenza. Pensieri che diventano azioni, storie di vita che diventano riflessioni vissute e condivise. Una grande ricc hezza che trabocca in un mondo che sembra povero di senso. Mi fate gustare un mondo che a molti sembrerebbe arido (e drammatico lo è, lo sappiamo bene), ma che invece apre molte prospettive di futuro. Buon lavoro, io non farò mancare il mio contributo”

LA TAVERNA DELLE ERBE E UNA STORIA PICCOLA
Una gran bella partenza. È un brindisi prezioso e avvincente quello che saluta il 2016 offrendo alla nostra campagna una taverna delle erbe più libere, quelle selvatiche. Patrizia, che con eleganza e passione racconta abitualmente su queste pagine storie molto laiche di Palestina e di erbacce, ci farà presto conoscere la data. Per questa volta, intanto, scrive di una storia islamica che svela uno dei mondi diversi tanto cari a Comune. Una storia piccola piccola, capace di sorprendere e far sorridere, nella sua delicatezza, della stoltezza e della meschinità di una fobia e di un pregiudizio che perfino nella notte di fine anno hanno dilagato nelle città di mezza Europa
PATRIZIA CECCONI

RIBELLARSI CON UNA BIBLIOTECA
Una biblioteca che chiude dovrebbe essere considerato sempre un lutto nazionale, scrive Giorgio Nebbia. Lutto ancora più doloroso se la biblioteca, come la Giovenale di Roma, è in periferia e se col tempo è diventata non solo un presidio culturale e sociale ma anche un archivio storico sui temi ambientali. Gli amministratori del Comune senza sindaco più noto d’Italia hanno comunicato ai cittadini, agli studenti e alle studentesse e agli operatori che se vogliono tenere aperta la biblioteca dovranno pagarsela di tasca propria. Tuttavia hanno sottovalutato la protesta, soprattutto degli studenti (nell’articolo le foto della grande azione diretta del 28 dicembre, biblioteca a cielo aperto): al momento il Comune di Roma è stato costretto a concedere almeno una proroga di alcuni mesi (senza fondi)
GIORGIO NEBBIA

PER UNA POLITICA COMMOSSA
1. … La politica deve avere un sapore di alba, di gente che sa fare il pane e riconosce il vento…
2. Conoscere un luogo e abitarlo, questo è importante. Sapere a che punto è il grano, come stanno le vacche, che fine faranno le api. Sapere dove stanno le sorgenti…
3. Più che la foga della crescita, ci vorrebbe il culto dell’attenzione. Attenzione a chi cade, al sole che nasce e che muore, ai ragazzi che crescono… Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, al buio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza.
4. Considerare che oggi il margine può essere più fecondo del centro…
5. Abbiamo bisogno di strategie per assicurare reddito a chi non ce l’ha, ma a nche di conservare paesaggi inoperosi, luoghi salvi dalla catena del consumare e del produrre…
6. Politica e poesia intrecciate ogni giorno, in ogni luogo… Molti lo stanno già facendo. Non stanno in parlamento e non è importante che ci vadano…
7. … Cediamo la strada agli alberi…
QUI IL DECALOGO COMPLETO DI FRANCO ARMINIO

SMETTETE DI SPARARE
Per ribellarsi alla violenza Vanessa German ha portato arte, riciclo e bambini in strada con risultati straordinari. Scultrice, poetessa, attrice, insegnante, Vanessa vive a Pittsburgh, negli Usa, in un quartiere chiamato Homewood che è stato definito dai media “il vicinato più pericoloso d’America”, piagato com’è da anni da povertà, attività criminali e presenza continua di scontri a fuoco. I materiali usati da Vanessa sono tutti riciclati: bambole rotte, stoffe vecchie, barattoli, oggetti gettati via e raccattati per strada. Anche i colori sono per la maggior parte frutto di riciclo. Del resto, Vanessa da bambina era poverissima e qualsiasi cosa desiderasse non poteva averla, ma sua madre la incoraggiava cos tantemente a creare da sola quel che voleva, con quello che poteva trovare attorno a sé. Quando ascolteremo notizie sulla violenza e sull’impoverimento nelle città statunitensi più che ai governi pensiamo a Vanessa
MARIA G. DI RIENZO

TERRORISMO XYLELLISTA
Dopo aver creato l’emergenza mediatica (con i giornalisti amici) dell’epidemia di xylella, continuano ancora con la logica del terrore. Adesso – con il blocco delle eradicazioni degli ulivi in corso – la paura da incutere è la fantomatica procedura Ue di infrazione. Nei giorni scorsi è rimbalzata infatti la notizia dell’invio, da parte del ministro Maurizio Martina, di una lettera a Michele Emiliano (presidente della Regione Puglia), con cui viene chiesto, più o meno, cosa intende fare la Regione per contrastare la (presunta) diffusione della (presunta) epidemia di xylella, visto le dimissioni del Generale Commissario Silletti… Ci sarebbero molte cose da dire sulla procedura euroepa, tuttavia il ministro, non deve fuggire pr ima di tutto da un preliminare giudizio, per ora solo politico: la lettera di messa in mora e le dimissioni del Commissario Silletti sono già due primi segnali del suo clamoroso fallimento…
CROCIFISSO ALOISI

IL 2015 DELLA SCUOLA
Cominciano a realizzarsi nella pratica, piano piano, gli aspetti perversi e distruttivi della scuola pubblica democratica della legge 107 con i presidi manager, un’aziendalizzazione sempre più accentuata, la competitività tra scuole. L’operazione di demolizione dell’anima democratica e pedagogica della scuola è dunque al suo culmine. Abbiamo bisogno di agorà pedagogiche diffuse nei territori con insegnanti e genitori, abbiamo bisogno di costruire un nuovo modo di stare insieme per co-educarsi
ALAIN GOUSSOT

LETTERA DI MARIO LODI AGLI INSEGNANTI

CIBO E BANALITÀ DEL MALE
“Focalizzando il problema della violenza sugli animali non umani sul ’mangiar carne’, si va diritti al cuore della questione perché grandissima parte di tale violenza non è agita da persone sadiche e malvagie, ma è consentita e supportata da quelle ‘normali’. Il mangiar carne è chiaro esempio di quella banalità del male, che proprio in quanto banale viene accettata nella sua pretesa normalità, disconosciuta nella sua portata e nelle sue conseguenze… Gli animali nel mondo vengono mangiati da molti… nonostante sia possibile, facile, sensato, oltrechè imperativo morale, nutrirci d’altro… Resiste l’ostinata convinzione che gli animali sono lì giusto per essere da noi mangiati… Moltissimo resta da far e affinchè una consapevolezza diversa si vada diffondendo: la consapevolezza, da trasformare in responsabilità, che nella stratosferica lotta per i diritti animali, il campo dell’alimentazione è quello in cui ognuno di noi, oggi stesso, può apportare un personale e fondamentale contributo, spostando il focus dell’interesse dalla propria pancia e dalla propria testa e dal proprio cuore a quelli speculari degli altri animali. Decidendo una volta per tutte in quale mondo vogliamo vivere…”
ANNAMARIA MANZONI

IL MINIMO VALORE ETICO PER CAMBIARE
Il presidente del Comitato etico di Etica Sgr risponde alla lettera di Paolo Trezzi sulla (im)possibilità di coesistenza tra etica e rendimento del risparmio attraverso i fondi d’investimento e sul fatto che questi debbano essere promossi, più o meno direttamente, da una Banca Etica. Becchetti ascrive gli argomenti esposti all’eterno dilemma tra purezza dei comportamenti e capacità di trasformare il mondo: dobbiamo realizzare un grande sogno, non possiamo abbandonare i tentativi di contaminare la realtà “sporcandoci le mani” per ritirarci nella nostra cittadella incontaminata, come vorrebbe Trezzi. Il risultato, spiega, sarebbe di diventare del tutto irrileva nti “perché non saremmo seguiti che dallo 0,1 per cento della popolazione”. Premiando i “meno peggio” si creano invece stimoli e incentivi perché le aziende migliorino realmente sul fronte della responsabilità sociale e ambientale
LEONARDO BECCHETTI

SFRATTO PER IL PONTE CHE RIFIUTA LA GUERRA
Sono in tanti a occuparsi di Un ponte per… in questi mesi: c’è chi ha ripreso in mano i racconti e le analisi degli ultimi anni scritti da Iraq e Siria molto prima che media e politica scoprissero l’emergenza profughi, c’è chi sostiene la nuova campagna dedicata dalla storica ong pacifista al diritto all’istruzione dei bambini siriani e iracheni, ma c’è anche chi, come l’Isma (ente autonomo controllato dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma) ha deciso di sfrattare Un ponte per… dalla loro sede romana, nonostante la volontà di corrispondere un giusto canone. Intanto il 2 gennaio, una delegazione di nove volontari/e di Un ponte per… è arrivata sull’isola di Lesvos in Grecia dove rimarrà una settimana per por tare la solidarietà a chi fugge dalla guerra (ogni giorno anche ora con il mare grosso arrivano sull’isola più di mille persone). Sì, questi di Un ponte per… bisogna proprio sfrattarli
MARTINA PIGNATTI

LA ROTTA BALCANICA CHE NON FA PIÙ NOTIZIA
Solo qualche mese fa la drammatica odissea della gente in fuga dalla guerra che entrava in Europa da est commuoveva il mondo e apriva i telegiornali, i campi profughi dell’est brulicavano di reporter. Oggi la via balcanica dei profughi e dei migranti sembra non interessare più nessuno, in attesa di un nuovo tempo in cui chi ha il potere di farlo deciderà che è venuto il momento di proclamare l’emergenza. Eppure migliaia di persone continuano a passare di lì, ora arrivano soprattutto donne sole con bambini, e il grande freddo è alle porte. Un reportage dell’Osservatorio Balcani racconta la “normalità” di quell’esodo che per qualcuno può diventare perfino un buon affare
STEFANO LUSA

LA MERAVIGLIA DEL CIRCO SOCIALE
“Vogliamo portare spettacoli, parate e laboratori in quelle zone del mondo dove la vita si complica a causa di povertà, guerre e sfruttamento”, dicono quelli di Circo InZir (che in emiliano significa ‘in giro’). Dopo Algeria e Guatemala, il collettivo di artisti nato a Bologna (e che raccoglie una decina di giovani artisti tra giocolieri, clown, funambol) è pronto a partire per il Corno d’Africa: “Il circo di strada è uno degli strumenti migliori per creare rapporti sociali e diminuire le distanze…” [notizia, foto, video e proposta]
REDATTORE SOCIALE

LE POLVERI SOTTILI SIAMO NOI
Ormai è noto: il grosso delle polveri sottili è alimentato da caldaie e auto. “Quanto, di quel consumo, sarebbe riducibile tagliando sprechi, inefficienze e usi impropri?”, scrive Marco Boschini dei Comuni virtuosi. Ma noi che facciamo davvero per ridurre quei consumi? Certo non bastano le scelte individuali per cambiare un sistema che fonda la sua esistenza (e dissolutezza) in un modello di sviluppo fallito (servono meno cemento e autostrade, più trasporto pubblico ed efficienza energetica negli edifici pubblici e privati, autoproduzione di energia per industria e agricoltura), ma è dalle nostre scelte della vita di ogni giorno che occorre cominciare. Oppure preferiamo protestare suonando il clacson mentre siamo in coda per il centro commerciale?
MARCO BOSCHINI

NON ASPETTEREMO L’AMMINISTRAZIONE
Dimezzamento del parco macchine nell’arco di cinque anni tramite il disincentivo all’uso e l’incentivo a quelle non inquinanti, area urbana 30 km/h, bike lanes (piste ciclabili non protette) come se piovesse, ciclabili, car e bike sharing, pedonalizzazioni spinte… Appunti di Salvaiciclisti Roma per amministrazione e cittadini: “Noi non chiediamo, noi mostriamo la strada da intraprendere… “
R.C.

BLOCCARE IL TRAFFICO NON BASTA PIÙ
Raddoppio ferroviario, rete di piste ciclabili, bus elettrici… Immaginate cosa sarebbe Milano se alla sua conversione ecologica si assegnassero le risorse stanziate per Expo2015
DOMENICO FINIGUERRA

LA GIOIOSA VOGLIA DI CAMBIARE
Il primo gennaio a Gioiosa Ionica, comune della Locride, è cominciata la raccolta differenziata porta a porta. Tuttavia la notizia che arriva da questo comune di sette mila abitanti, e che i “grandi” media dimenticano, è un’altra: meno di un mese fa le auto del sindaco Salvatore Fuda sono state prese di mira da colpi di pistola, il 31 dicembre invece sono stati dati alle fiamme proprio due mezzi pubblici della raccolta della spazzatura. Quello che è certo è che da un paio di anni pezzi di società civile a Gioiosa hanno smesso di aspettare cambiamenti dall’alto e hanno cominciato a risvegliare partecipazione e voglia di fare in molti modi, anche con l’amministrazione locale. Il Comun, tra le altre cose, dopo essersi occ upato di acqua pubblica è entrato nella Rete dei comuni solidali perché ha avviato un’impiortante progetto virtuoso di accoglienza dei migranti
JLC

IL TEMPO DEL MONOPATTINO
Viaggiare in monopattino ha numerosi vantaggi: è estremamente compatto per cui sale su treni e bus (utile nell”intermodalita”, in caso di pioggia improvvisa o di passaggi in auto), non fora perché ha le ruote piene, non necessita di manutenzione e permette di fare attività fisica. E soprattutto diverte!
MARCO CONTI

L’ANNO NUOVO E L’ORECCHIO ACERBO
In una delle sue poesie più amate, Gianni Rodari lo dice con la consueta favolosa semplicità: c’è una scuola grande come il mondo, ci insegnano maestri e professori ma anche avvocati, muratori, giornali, cartelli stradali, temporali, stelle. Di imparare, in quelle stanze oceaniche, non si finisce mai. Magari anche la Fantastica (di Novalis ma tanto cara a Rodari), sì più o meno l’immaginazione creativa, o l’arte di inventare il racconto di quel che potrebbe già esistere ma non esiste (o noi non ri-conosciamo) ancora. Insomma i mondi nuovi, come diciamo spesso su queste pagine. Però bisogna saper imparare ad ascoltare, ci vuole un certo orecchio. Forse è proprio di una nuova grammatica della fantasia “rodariana” che avremmo bisogno per cominciare a sfogliare le pagine dell’anno che comincia oggi, tenendo bene a mente che quel che ci opprime, come quel che ci libera, dipende da noi
GIANNI RODARI

 

 

 

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