29/01 – CARTELLO DI GIUDICI REINTEGRA IN SERVIZIO POLIZIOTTI E MILITARI CORROTTI
24/01 – ONU APPOGGIA CESSATE IL FUOCO BILATERALE IN COLOMBIA
Lo scorso 18 gennaio l’ONU ha confermato di aver ricevuto la richiesta della Colombia per organizzare una missione per la verifica del cessate al fuoco bilaterale e definitivo fra l’insorgenza rivoluzionaria delle FARC e lo Stato. Attraverso un comunicato, il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-Moon, si è congratulato con le parti per “un altro passo significativo verso la risoluzione pacifica del conflitto armato”, appoggiando la richiesta della “Comunità degli Stati Latinoamericani Caraibici (CELAC) perché contribuiscano con osservatori internazionali alla missione”. La verifica del cessate il fuoco, secondo quanto previsto dal Tavolo dell’Avana, verrà realizzata da osservatori del Governo, della guerriglia e della CELAC, appunto. Finalmente il governo Santos si impegna nel cessate il fuoco bilaterale, passo indispensabile per la costruzione della Pace. Ma se anche le forze militari regolari del regime colombiano interrompono le azioni militari contro l’insorgenza, il terrorismo di Stato, attraverso il paramilitarismo, continua imperterrito la sua guerra contro il popolo.
06/01 – FARC: LE GUERRIGLIERE SONO DONNE RIVOLUZIONARIE COSCIENTI E LIBERE
Attraverso un comunicato del Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP, datato 2 gennaio, l’insorgenza rivoluzionaria rispedisce al mittente le calunnie dei media oligarchici nazionali ed internazionali in merito ad inesistenti aborti forzati cui sarebbero state costrette centinaia di guerrigliere. “La contraccezione, nella nostra organizzazione, è una norma obbligatoria per uomini e donne, dettata dalle condizioni della guerra”, si legge nel comunicato. “L’aborto non è considerato un metodo contraccettivo. Rappresenta l’ultima risorsa cui appellarsi quando, nonostante le misure anticoncezionali adottate, si presenta una gravidanza indesiderata. In ogni caso si soppesano molto bene i rischi per la madre, la futura creatura e l’ambiente guerrigliero”, chiarisce il comunicato, aggiungendo che “è un diritto fondamentale delle donne decidere sul proprio corpo”, ed in conseguenza di ciò il regolamento interno proibisce “qualunque intervento senza il consenso della guerrigliera”. Il cancan mediatico sul tema mostra tutta l’ipocrisia di oligarchi colombiani e relativi corifei; in un paese dove l’aborto è consentito solo per motivi di salute o in caso di violenza sessuale, e dove il 99,9% delle interruzioni di gravidanza viene effettuato in strutture clandestine, nessun oligarca -men che meno il fascistissimo opusdeista procuratore Ordoñez- ha la decenza di tacere.