“E adesso il Governo se la prende con le vedove”

Questo Governo sta pensando bene di trattare le Pensioni di Reversibilità, non come il legittimo godimento di un diritto raggiunto da un coniuge defunto, bensì come assistenza e quindi condizionabile dall’ISEE.

E adesso il Governo se la prende con le vedove
 
Adesso tocca alle vedove. Già, proprio quelle menzionate anche nel Vecchio Testamento per la loro condizione di debolezza e povertà.
Questo Governo, che dice di ispirarsi a Don Sturzo, sta pensando bene di trattare le Pensioni di Reversibilità, non come il legittimo godimento di un diritto raggiunto (e ahimè non goduto) da un coniuge defunto, bensì come assistenza e quindi condizionabile dall’ISEE.  
Una povera vedova, che già vive con metà della pensione del marito, se ha la “disgrazia” di avere una casa e quindi di non pagare l’affitto, rischia, con questo reddito figurativo, di sforare il tetto ISEE e di ritrovarsi con un trattamento pensionistico simile all’assegno sociale che viene riconosciuto agli indigenti ultra 65enni.
Certo, è ben noto che vengono erogati anche assegni di  reversibilità che gridano allo scandalo ma questi sono frutto di pensioni altrettanto scandalose che il governo non ha potuto, voluto, saputo tagliare! Ma certo questo non può essere motivo per falcidiare l’istituto della reversibilità e cambiarne radicalmente l’approccio, tanto da trasformarlo in assegno sociale con tutto ciò che ne deriva.
Viene anche il sospetto che il paventato taglio possa servire a finanziare meccanismi pro-elettorali come gli 80 euro indipendentemente dal reddito dell’altro coniuge o le 500 euro per la pseudo cultura dei diciottenni.  In pratica si affamerebbero le vedove per finanziare elargizioni a pioggia a soggetti che potrebbero non essere in condizioni di indigenza con indubbia stimolazione di gratitudine verso la generosità governativa.
Oggi gli organi di stampa cercano di sminuire la portata di questo provvedimento specificando che non toccherà le pensioni in essere, e ci mancherebbe pure, ma questo non rassicura il Sindacato che va oltre le dichiarazioni tranquillizzanti. Pur di evitare lo scontro si scarica sulle generazioni future, come se le vedove di domani non abbiano diritto ad una vita dignitosa.  
La Pensione di Reversibilità nasce nell’aprile del 1939  per dare dignità all’esistenza del coniuge superstite che spesso è donna. La vedova quindi, dal 1939, acquista dignità sociale e può far fronte alle esigenze primarie senza questuare. Tutto questo lo aveva pensato e fatto un governo di destra quale era quello dell’epoca. Oggi un illuminato e progressista governo di sinistra pensa invece di ributtare le vedove nella precarietà negando loro dignità e diritti acquisiti.
Il LIBERSIND CONF.SAL si oppone con forza all’idea di tagliare le pensioni di reversibilità; invita i sindacati al più alto livello e le forze sane del Paese ad unirsi in questa battaglia per fermare la promulgazione di questa norma non degna del popolo italiano.
 
Roma lì 15/02/2016
 
IL SEGRETARIO GENERALE
Cav. Giuseppe SUGAMELE

 

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