“Sì. Il tempo del petrolio deve scadere”

Per una volta, Sì. Per una volta andremo a votare con convinzione e senza alcuno scetticismo, sapendo che il voto serve a decidere una vicenda semplice, concreta, importante quanto chiara.

 

 

NEWSLETTER DI COMUNE

 

FACCIAMO COMUNE INSIEME

TAVERNA COMUNALE A CASETTA ROSSA

Raccogliere intorno a una tavola persone che leggono e fanno Comune insieme: l’ambizione delle Taverne comunali è nota e sperimentata in diversi spazi sociali romani. Domenica 6 marzo sarà Casetta Rossa, a Garbatella, ad ospitare, una nuova Taverna e offrire così un sostegno alla nostra fragile avventura di comunicazione indipendente. L’appuntamento è alle 18 con l’incontro “Sì. Il tempo del petrolio deve scadere” per ragionare con il Coordinamento nazionale No Triv e ad altri del referendum del 17 aprile, ma anche di alternative al dominio delle energie fossili. Alle 20 tutti e tutte a tavola. Per partecipare alla cena viene proposta una quota/donazione di 15 euro (10 per i bambini): è indispensabile prenotarsi scrivendo a info@comune-info.net

SÌ. IL TEMPO DEL PETROLIO DEVE SCADERE
Per una volta, Sì. Per una volta andremo a votare con convinzione e senza alcuno scetticismo, sapendo che il voto serve a decidere una vicenda semplice, concreta, importante quanto chiara. Il tempo concesso alle compagnie petrolifere per distruggere e avvelenare le coste, il mare, l’aria dei litorali italiani non può essere eterno. Sembra un’affermazione perfino banale, no? E invece non lo è, affatto. In primo luogo perché il senso politico contenuto nel voto del 17 aprile va ben al di là del quesito referendario in senso stretto. Investe la difesa della terra, dell’acqua e dei beni comuni contro l’eterna avidità dei padroni del petrolio. E poi perché se quel voto non avesse una portata essenziale per una democrazia senza aggettivi, per una partecipazione sana e per la lotta al saccheggio del pianeta, non avremmo votato in aprile. Monica Pepe ce lo ricorda: l’Italia spende in finanziamenti pubblici agli inquinatori 42 volte il denaro che destina alle politiche climatiche. No, senza uno di quegli inviti che non fa affatto bene rifiutare, gli amici delle trivelle che siedono nelle istituzioni italiane non avrebbero buttato dalla finestra 360 milioni di euro per provare a convincere la gente a starsene a casa.Memori dell’invito rivolto da un governo che adorava il business e nutriva un’acuta forma allergica per la democrazia non meno di quello attuale, il 17 aprile noi andremo al mare. A guardare un tramonto senza trivelle e dopo aver votato Sì
MONICA PEPE

SVEZIA, PRIMO PAESE LIBERO DAL PETROLIO MARIA RITA D’ORSOGNA
RICORDANDO IL PETROLIO GIORGIO NEBBIA
UNO SGUARDO INDIETRO PER MIRARE L’ORIZZONTE ZONA22 E LAB61 
LA LAVASTOVIGLIE E LA GUERRA JLC

IL DITO LA LUNA E IL PROFESSOR PANEBIANCO
«Tutti conoscono la storia del dito che indica la luna e dell’imbecille che guarda il dito. Sembra che in questi giorni a Bologna si sappia solo vedere il dito. Il dito – scrive Franco Berardi Bifo – è l’azione di un gruppo di studenti del Cua che hanno esposto un telo con su scritto “Fuori i baroni della guerra dall’università” durante la lezione del professor Panebianco. Si è trattato di una presa di parola le cui modalità non mi importa discutere, perché si tratta di minuscoli dettagli a confronto della luna. E la luna cos’è? La luna è quel che il professor Panebianco ha scritto in un editoriale pubblicato dal Cor riere della sera…. Come insegna la storia, dice il professor Panebianco, le nazioni si forgiano nella guerra e non sul burro, dunque ci si prepari, e i disfattisti vadano in galera… È legittimo quello che scrive Panebianco? Certo che lo è… Panebianco insomma annuncia che adesso è il nostro turno: mettetevi in fila, ragazzi… Del resto, alcuni professori (non tutti) hanno applaudito i bombardieri che partivano per l’Afghanistan, per l’Iraq, per la Libia. Con quali risultati lo sappiamo: centinaia di migliaia di morti, milioni di fuggiaschi che l’Europa respinge, intere regioni devastate, una generazione di giovani musulmani spinti dalla violenza e dall’umiliazione a impugnare un coltello per tagliar gole. Forse a Panebianco nessuno gliel’ha detto, ma la guerra in Libia cui ci chiama l’abbiamo già combattuta, nel 1911, nel 1940, e infine nel 2011…»
FRANCO BERARDI BIFO
 

SULLE SPIAGGE DI TRIPOLI FRANCESCO MARTONE 
UN’ALTRA GUERRA ALEX ZANOTELLI 

FACCIAMO COMUNE INSIEME

RACCONTARE IL MONDO OGNI GIORNO PER NON ABITUARSI AL DOMINIO

EPPURE IO SONO FELICE OGGI
“Un uomo che ama un uomo
una donna che ama una donna
due esseri umani dello stesso sesso che stanno insieme
che passano un tempo bello
che incrociano i corpi e le teste e le fantasie e le lacrime.
Questa roba impaurisce i potenti.
I brutti catafalchi che nascondono dietro la cravatta, 
un cuore che trabocca sterco …
Eppure io sono felice oggi
per questa piccola legge zoppa
perché lo so che per il nostro domani sarà una radice e crescerà un albero devastante … “

ASCANIO CELESTINI

SIETE PEGGIO DI BERTONE, SIETE IL SUO ATTICO
“Volevo sommessamente far notare che tuti i partiti contrari alla Stepchild adoption hanno votato tutte le guerre degli ultimi quindici anni. Perché la verità è che della vita e dei bambini, a questi ipocriti, non gli interessa un cazzo… – scrive Saverio Tommasi – Voi siete peggio di Bertone, voi siete il suo attico… “
SAVERIO TOMMASI

FUORI IL T-TIP DALLA MIA CITTÀ
È partita la nuova fase di pressione sui sindaci, i presidenti di Regione e i parlamentari italiani, per mettere “fuori legge” il T-tip. Con l’hashtag‪ #‎fuorittip‬ la Campagna Stop T-tip Italia chiede a tutti i comitati e ai cittadini preoccupati per l’impatto del trattato transatlantico, di sottoscrivere questa petizione e di farla girare il più possibile. I negoziati del T-tip – Trattato di liberalizzazione commerciale tra Unione europea e Stati uniti, nato per soddisf are le multinazionali – stanno avvenendo in segreto, senza il coinvolgimento dei parlamenti nazionali, degli enti locali e della società civile. Spiegano i promotori della campagna: “Vogliamo che l’adesione dell’Italia al T-tip sia discussa in ogni consiglio comunale… “
R.C.

IL RIFIUTO DELLA SCUOLA AZIENDALE E TECNOLOGICA
“Voglio entrare in classe e fare con i miei allievi laboratori di pensiero critico a partire da Spinoza, Marx e Nietzsche – scrive Matteo Saudino, insegnante di filosofia a Torino – e non allenarli a compilare test per valutare competenze funzionali alla costruzione di un uomo alienato… Non voglio assistere all’intervento esterno di esperti, finanziati da banche e da fondazioni, che trasmettono agli allievi i valori della flessibilità, del rischio, dell’investire sulla propria vita come se fosse un’obbligazione o un future… Voglio insegnare ai miei studenti i valori dell’umanesimo e della fraternità… Non voglio accompagnare i miei studenti ad incontri in cui le Forze Armate sp iegano ai ragazzi che fare il soldato è un mestiere come gli altri… Voglio che gli strumenti tecnologici siano il mezzo e non il fine dell’apprendere… Non voglio essere un professore che deve gestire gli studenti come capitale umano, ma un semplice docente che vuole contribuire a formare dei liberi cittadini, che abbiano degli strumenti critici per decodificare la realtà in cui vivono… “
MATTEO SAUDINO

LA FALSA COSCIENZA DI UNA SOCIETÀ TRISTE
La logica del dominio pervade ogni piega della società. Non si diventa bulli all’improvviso. Occorre cambiare questa società bulla, una società triste che produce passioni tristi. Per questo contrastare il bullismo significa prima di tutto mettere in discussione la logica del “sorvegliare e punire” e trasformare istituzioni, famiglie e scuola. A scuola si tratta, ad esempio, di porre al centro l’apprendimento e il soggetto che apprende, anziché l’insegnamento e il soggetto che insegna. Spaventa?
GIOVANNI FIORAVANTI

FUOCOAMMARE, LAMPEDUSA E L’ODORE DEL LIPPO
Il film di Rosi ha vinto con merito il Festival di Berlino. Tuttavia, scrive il collettivo Askavusa di Lampedusa, racconta le migrazioni solo come un problema umanitario e senza chiedersi troppi perché, mentre la militarizzazione dell’isola, il business dell’accoglienza, la mancanza di un ospedale e i problemi dei pescaatori sono dimenticati. “Un caro amico lampedusano ci dice spesso che non sente più l’odore del lippo – il muschio scivoloso tipico degli scogli – quando si reca al porto. È convinto sia un segno di quanto sia cambiato il mare, di quanto stia poco bene. Siamo d’accordo. Il mare ha cambiato odore. Crediamo anche che il lippo, le scivolosità su cui è facile perdere l’equilibrio, abbia abbandonato il mare e disseminato ben altri luoghi, ben altri percorsi. Intanto il governo ha autorizzato i voli dei droni Usa da Sigonella aprendo così ad un nuovo interventismo nella martoriata Libia. Anche a Lampedusa verrà fatto giocare un ruolo a tal proposito. Non abbiamo dubbi. Ma sempre con accoglienza e con bellezza, per carità. Non ci resta che augurarvi buona accoglienza a tutti voi, buona guerra e buona visione…” (foto: Achref Chargui, musicista tunisino, partecipa all’opera collettiva Noi scegliamo la vita, progetto Colors revolution promosso da Le mamme di Lampedusa e il collettivo Askavusa)
COLLETTIVO ASKAVUSA

IL GRIDO DI LAMPEDUSA. APPELLO
MIGRAZIONI MEDIATICHE FULVIO VASSALLO PALEOLOGO

PRENDERSI CURA È UN ATTO CREATIVO E RIBELLE
“Poche, troppo poche sono le persone che si prendono veramente cura di un luogo, di un oggetto, di un fiore, di una stanza, di un’aiuola, di un albero, di un animale … del nostro prossimo … Cura, sostantivo femminile. Arte, non solo prassi … Il prendersi cura è un atto creativo, un gesto che modifica l’esistente generando bellezza. È un atto rivoluzionario che modifica lo scorrere grigio e freddo delle cose con il calore e il colore dell’attenzione, della tenerezza … “
TIZIANA BONORA

BERTOLASO, NON TI VERGOGNI NEANCHE UN PO’?
«30 marzo 2009: una settimana prima del terremoto, Guido Bertolaso organizza a L’Aquila “un’operazione mediatica”, come la definisce lui stesso nelle intercettazioni, per “tranquillizzare la popolazione”. Per effetto di questa “operazione” molte persone sono rimaste serene nelle proprie case la notte del terremoto. Bertolaso è attualmente sotto processo con l’accusa di “omicidio colposo plurimo”… Dopo il terremoto, Bertolaso, commissario per l’emergenza, ha utilizzato i suoi poteri per ostacolare in tutti i modi la partecipazione e l’autorganizzazione della popolazione… Con le palazzine del Progetto Case e le sue 19 “new town” Bertolaso ha sostanzialmente contribuito alla devastazione del territorio aquilano, occupando circa 460 ettari fuori città… ». Una lettera scritta da chi a L’Aquila non ha dimenticato, una lettera scritta al di là dell’effettiva vittoria, o anche solo dalla concreta competizione elettorale a cui Bertolaso, candidato dalla destra come sindaco di Roma, prenderà o meno parte. Una lettera per ribellarsi a un metodo che non riguarda solo Roma, quello della «limitazione temporanea dei diritti civili (e non solo), in contesti in cui l’eccezionalità della situazione (catastrofi naturali, disastri ecologici, grandi eventi, ecc.) viene evocata come condizione sufficiente per un esercizio non convenzionale degli strumenti di controllo… »
LETTERA

LE SLIDE NASCOSTE
Ci sono delle slide che Renzi – in occasione dei due anni dall’insediamento del suo governo – non farà certamente vedere. Sono le slide che testimoniano la crisi del paese e l’inefficacia delle politiche del suo governo – scrivono Giulio Marcon e Giorgio Airaudo – Un paese che non esce dalle difficoltà sociali… che ha creato un inedito “mercato dei lavoratori”, senza diritti e sotto ricatto… Renzi davanti agli scout a San Rossore aveva detto: “‘La più grande arma per costruire la pace non sono gli Eurofighter o gli F35, ma la scuola. Quando fai delle spese che sono inutili, per il gusto di buttare via i soldi, ti senti piangere il cuore”. Solo chiacchiere: invece diminuiscono i sol di per la scuola e aumentano quelli per gli F35… Intanto, il debito pubblico negli anni del renzismo aumenta… mentre si riducono gli investimenti pubblici…”. Guardatevi queste slide nascoste
GIULIO MARCON E GIORGIO AIRAUDO

COME POSSIAMO NUTRIRE L’UTOPIA?
Chi ha vissuto in campagna forse ricorda come dopo l’assassinio del primo maiale con il suo carico di strilla e di angoscia, il resto della “comunità dei porci” viveva nel terrore della morte imminente. Spesso cadevano in una vera depressione e rifiutavano di cibarsi, tant’è che il macellaio di turno si affrettava a compiere il triste rito per timore che perdessero peso. Dal rifiuto di quella violenza nasce la scelta vegetariana di molte persone. Del resto, Gandhi e Capitini hanno mostrato che la pace si costruisce anche nel piatto. Oggi una crescente coscienza animalista lascia qualche ragionevole speranza che il sogno dei padri della nonviolenza, ma anche di Leonardo (“Verrà il gior no in cui si conoscerà l’intimo animo delle bestie ed allora uccidere un animale sarà considerato un delitto come uccidere un uomo”), non fu un vaneggiamento
MICHELE MEOMARTINO

LA PRIMAVERA DEL LAGO RIBELLE
A largo Preneste, Roma est, c’è un lago. Sì, un vero lago, emerso da più di venti anni, ma molti romani lo hanno saputo solo da pochi anni (anche grazie a questo articolo “E a Roma saltò fuori un lago” di Giulia Barra. Naturalmente è a rischio di cementificazione. Naturalmente i fondi, proclamati con clamore alla stampa dal Comune di Roma e destinati a sistemare l’area del lago, dopo circa un anno sono stati dirottati al grande cantiere inutile e inesistente del Giubileo. “È arrivato il tempo di vivere e godere con continuità di un patrimonio che è di tutti e tutte noi e di riprend erci il nostro diritto a respirare – scrive il Forum permanente del Parco delle Energie dell’ex snia – come Forum vogliamo aprire regolarmente l’area da via di Portonaccio e con l’impegno di tutte e tutti renderela fruibile e sicura, per diventare finalmente un parco… “. Domenica 28, intanto, riprendono le visite autogestite
FORUM PARCO PERMANENTE DEL PARCO DELLE ENERGIE 

 

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