Clamori dalla Colombia

17/02 – LETTERA DELLE FARC A FIGLIA DI POLITICO ASSASSINATO
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/6439-1702-lettera-delle-farc-a-figlia-di-politico-assassinato.html>

Il Comandante Iván Márquez, capo della Delegazione di Pace delle
FARC all’Avana, ha inviato alla figlia di Luis López Peralta,
politico assassinato nel 1997, una lettera nella quale si dimostra
l’estraneità della guerriglia a questo crimine.

La difesa dell’ex governatore del dipartimento della Guajira, Juan
Francisco Gómez, accusato dell’omicidio, ha infatti espresso la tesi
che gli autori dell’omicidio fossero esponenti

dell’insorgenza, sulla base della testimonianza del cognato di
Gómez, Carlos Figueroa Ucrós. Questo omicidio è uno dei 131
attribuiti all’ex governatore, oggi in carcere al penitenziario della
Picota. Attraverso una commovente lettera la figlia del politico
assassinato, Diana López Zuleta, aveva chiesto ai leader della
guerriglia se fossero gli autori del crimine. Nella lettera di
risposta del Comandante Márquez, si afferma che il padre di Diana
non è mai stato oggetto di richieste economiche da parte
dell’insorgenza, completamente estranea ai fatti.

D’altro canto, già la Procura aveva sancito che le modalità
dell’assassinio sono proprie “del crimine organizzato e non della
guerriglia”. Quando saranno operativi gli accordi raggiunti fra il
Governo e le FARC sul tema della giustizia, sarà possibile chiarire
la verità su migliaia di casi come questi, sepolti negli armadi
della magistratura colombiana.

13/02 – FORUM ONU CRITICA DURAMENTE IL PLEBISCITO VOLUTO DAL
GOVERNO COLOMBIANO
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/6438-1302-forum-onu-critica-duramente-il-plebiscito-voluto-dal-governo-colombiano.html>

Dal forum “Fine del conflitto” organizzato dall’ONU, è emerso
chiaramente il rifiuto del meccanismo plebiscitario -sostenuto dal
governo Santos- per validare i risultati del Tavolo dei Dialoghi
dell’Avana.

Per l’ex ministro e direttore dell’Ufficio per il Contributo ai
Grandi Dibattiti dell’Università del Rosario, Carlos Holmes
Trujillo, il plebiscito “non è un meccanismo idoneo; né per la
sua definizione costituzionale, né politicamente”.

L’ex ministro e facilitatore dei dialoghi di Pace, Álvaro Leyva,
concorda con questa opinione e chiarisce che il suddetto meccanismo
“attenta contro lo stesso processo di Pace”.

Da parte loro le vittime del conflitto partecipanti al forum, hanno
dichiarato che la formula deve essere quella dell’Assemblea Nazionale
Costituente.

D’altronde, risulta evidente a chiunque che le diverse istanze
affrontate ai Tavoli dell’Avana, che intendono ricostruire lo Stato
colombiano su nuove basi, non possono essere gestite con qualche
quesito cui rispondere in una cabina elettorale; è indispensabile
invece la costruzione di un luogo dove le varie anime della società
siano rappresentate, in particolare permettendo finalmente al
movimento popolare di potersi esprimere liberamente per sostenere le
proprie ragioni.

La recentissima sparata di Santos, secondo il quale il plebiscito su
un eventuale trattato di pace si farà, che piaccia alla guerriglia o
meno, è l’ennesima dimostrazione di arroganza e di unilateralismo.
E, naturalmente, di spacconeria, con la quale però non si va
lontano.

08/02 – DOPO LA MORTE DEL PRIGIONIERO POLITICO JHON JAIRO MORENO
PER MANCANZA DI CURE, SANTOS NON HA PIU’ SCUSE
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/6437-0802-dopo-la-morte-del-prigioniero-politico-jhon-jairo-moreno-per-mancanza-di-cure-santos-non-ha-piu-scuse.html>

Il 5 febbraio scorso è morto il prigioniero politico e di guerra
delle FARC Jhon Jairo Moreno Hernández, a causa di una malattia
epatica di cui soffriva da 3 anni.

Secondo diverse organizzazioni per i Diritti Umani, il decorso
fatale della malattia è stato determinato da negligenze delle
autorità penitenziarie, che non hanno permesso a Jhon Jairo di
ricevere le cure specialistiche che il suo caso richiedeva.

Moreno faceva parte di una lista di 71 prigionieri politici
gravemente malati la cui liberazione, per ragioni umanitarie, era
stata richiesta da personalità internazionali del calibro di Adolfo
Pérez Esquivel e Noam Chomsky.

Lo Stato colombiano ha il dovere di proteggere e garantire cure
mediche alle persone private della libertà e, come previsto dalle
Convenzioni di Ginevra, di garantire l’integrità fisica e la
sopravvivenza dei prigionieri di guerra.

La mancanza di cure mediche, nel caso di Jhon Jairo Moreno
Hernández, equivale all’esecuzione di una condanna a morte, di cui
il regime colombiano è pienamente responsabile.

Santos non ha più scuse: deve far sì che tutti i prigionieri
politici e di guerra rinchiusi nelle infami e sovraffollatissime
carceri colombiane siano rilasciati immediatamente. E, come chiedono
a gran voce migliaia di detenuti scesi in lotta in diverse prigioni
del paese, dare risposte celeri e coerenti al dramma umanitario
vissuto dai prigionieri in quelli che sono veri e propri cimiteri con
le sbarre.

03/02 – INTERVENTO DEL COMANDANTE IVÁN MÁRQUEZ AL PARLAMENTO
EUROPEO
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/6428-0302-intervento-del-comandante-ivan-marquez-al-parlamento-europeo.html>

Lo scorso 28 gennaio il Comandante Iván Márquez è intervenuto di
fronte al Parlamento Europeo a nome della Delegazione di Pace delle
FARC-EP.

Il Comandante, attraverso un video fatto pervenire a Bruxelles, ha
affermato che l’approvazione della missione politica speciale per
l’osservazione del cessate il fuoco bilaterale rappresenta un grande
passo avanti in direzione della pace.

A conclusione del suo intervento, il Comandante ha manifestato la
necessità di cancellare le FARC dalla lista delle organizzazioni
“terroriste”, con la stessa rapidità con cui vi erano state
inserite.

La decisione di qualificare le FARC come organizzazione
“terrorista” è stata ratificata negli USA nel 2001, seguiti a
ruota, l’anno successivo, dall’Unione Europea. Occorre sottolineare
che in America Latina solo il Perù e lo Stato colombiano adottano
questa definizione.

Tali liste, arbitrarie ed ingiuste secondo numerose organizzazioni
internazionali, non prendono in considerazione né il terrorismo di
Stato (responsabile, secondo l’ONU, del 75% delle violazioni dei
diritti umani in Colombia), né tanto meno il diritto di ribellione
armata esercitato dai popoli di fronte alla tirannia.

E’ evidente che l’eliminazione delle FARC dalla lista rappresenta un
passo imprescindibile verso una società inclusiva, in cui
l’insorgenza possa operare come organizzazione politica legale con
tutte le garanzie del caso.

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *