“Idomeni, i dannati della terra”

W. è partito dalla Siria con sua moglie incinta e i suoi bambini di quattro e cinque anni, assieme ad altre decine di persone. I suoi genitori gli hanno dato tutti i soldi che avevano per sostenere il viaggio verso l’Europa, e portare in un posto più sicuro la sua famiglia.



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FARE COMUNE È L’ANTIDOTO (CARMELITA, ZONA 22)
“È importante promuovere e sostenere esperienze belle come questa. In una fase storica in cui la narrazione dominante è quella del pensiero unico e del libero mercato, è necessario e meraviglioso andare alla scoperta di modi di vita alternativi, di comunità che rompono il meccanismo del consumo fine a se stesso, e di tutte le cose belle che piano piano stiamo dimenticando. Fare comune è l’antidoto all’impoverimento culturale e sociale”

 

IDOMENI, I DANNATI DELLA TERRA
W. è partito dalla Siria con sua moglie incinta e i suoi bambini di quattro e cinque anni, assieme ad altre decine di persone. I suoi genitori gli hanno dato tutti i soldi che avevano per sostenere il viaggio verso l’Europa, e portare in un posto più sicuro la sua famiglia. A., invece dice che la sua città in Siria non è stata bombardata: Daesh (Isis) ne ha preso il controllo militarizzandola. Gli hanno proposto di fornire assistenza economica alla sua famiglia per tutta la vita se fosse andato in Europa a farsi esplodere. Ha deciso di rifiutare questo ricatto ed è dovuto fuggire. M., invece. racconta di essere stato costretto a guidare il barcone su cui erano presenti i suoi compagni di viaggio: quindici adulti e qua rantaquattro bambini… Lunedì 4 aprile, data in cui è entrato in vigore il contestato e vegognoso accordo siglato tra Ue e Turchia, è cominciato il rimpatrio forzato. Reportage dal fazzoletto di terra dove la vita di W., A., M. e di altre 11.000 persone è sospesa tra il nulla e le barbarie
CARMELITA, ZONA 22

CRISI, MOVIMENTI E COMMONS
I movimenti e le lotte sociali possono davvero cambiare il mondo? E se sì, come? Potrebbero farlo creando un luogo che sia migliore, più conviviale e coeso, per tutti, o almeno per il 99 per cento di noi? Potremmo abitare un pianeta dove la dignità, la pace, la libertà, l’autonomia, la solidarietà, la convivialità e l’uguaglianza non siano una questione di fede ma gli elementi di una bussola con la quale indirizzare la trasformazione sociale? Le risposte, si dice nell’ampio e prezioso articolo che ci ha inviato Massimo De Angelis, possiamo trovarle soltanto provando a costruirlo, giorno dopo giorno, quel mondo. Le domande ingenue che vengono poste in questo testo sono quelle necessarie a evidenziare le problematiche del sistema di conoscenza che è alla base di alcune nostre certezze e degli schemi mentali che utilizziamo per attribuire significati e intervenire su quel che ci circonda. Le domande ingenue pare piacessero molto a Socrate, quel tale che aveva capito che per muovere il mondo bisogna cominciare a muovere se stessi (foto: un’assemblea di Mondeggi Bene comune, dove capita anche di pulire le olive appena raccolte; fiaccolata No Tav; manifestazioni contro la riforma del lavoro in Francia; incontro No Triv a Macao; corteo Viome, fabbrica greca autogestita)
MASSIMO DE ANGELIS

Innanzitutto, nessuno snobismo. La nonna, il vicino, l’amico del bar, il collega conformista… non è meno intelligente né meno civile: semplicemente si fa le principali esperienze cognitive sulla peggiore tv d’Europa – spiega Marco Geronimi Stoll, pubblicitario disertore -, il che inculca quel po’ di gregarismo e di deresponsabilizzazione…

Non giocare al piccolo marketer imbroglione…

Non darti arie di superiorità…

Riconoscigli un po’ di stima e di emotività affettuosa: sinceramente. “Come è intelligente lei, e anche bella, sono sicuro che andrà a votare…”, non è detto che funzioni…

Invece di smentire, fa domande: la domanda fa pensare… SEGUE QUI 
MARCO GERONIMI STOLL

DIECI RAGIONI PIÙ UNA PER VOTARE SÌ IL 17 APRILE PEPPE SINI

MA IL PETROLIO NON DOVEVA PORTARE BENESSERE IN BASILICATA? 

LA NUOVA DESTRA IN BRASILE
Una nuova destra militante, che possiede strategie e forme di organizzazione originali, ha conquistato l’egemonia della visibilità politica nelle piazze del Brasile. Non è una riproposizione classica della destra cattolica e militarista del golpe del 1964. È una destra laica, di classe medio-alta, sostenuta dagli industriali e dall’Ordine degli avvocati, politicizzata ma senza partito, che si è formata nelle università private e pubbliche. Ha creato una cultura di protesta che le ha consentito di indirizzare le marce di strada con milioni di persone verso i suoi obiettivi proprio mentre la sinistra si rinchiudeva nelle istituzioni dello Stato. Non può essere combattuta a livello ideologico ma va sconfitta nella disputa viva della vita quotidiana
RAÚL ZIBECHI

GIULIO SIAMO NOI
“…Paola, la mamma di Giulio Regeni, era senza una lacrima negli occhi, quando con voce ferma dichiarava guerra alle menzogne. Una lezione di alta politica a tutto il nostro governo. Le mamme che perdono un figlio si riconoscono subito, hanno un urlo nero mischiato alla compostezza del dolore, come le stelle in pieno giorno, l’amore davanti alla morte. Perdere un figlio non è da tutti, riconoscere tutti i mali del mondo in un viso trafitto dall’oscenità del tempo che non si ferma, appartiene a chi ha sempre creduto che si possa cambiare una società malata…”
CLAUDIA PEPE

RENZI È TERRORIZZATO DALLA DECRESCITA?
“Chi vive in questo momento storico ha il privilegio di assistere al crollo della civiltà occidentale – scrive Serge Latouche – Un fatto rarissimo, paragonabile alla fine dell’Impero romano. Con la differenza che questo si è svolto in un arco temporale di settecento anni, mentre il crollo della nostra civiltà si compierà in meno di trenta. Dal momento che un cambiamento radicale, di fronte a quel crollo e alle sue conseguenze, è una necessità assoluta, la scelta di una società della «decrescita» rappresenta una sfida che vale la pena di cogliere per evitare una brutale e drammatica catastrofe. Decrescita è uno slogan che raccoglie gruppi e in dividui che maturano una critica profonda dello sviluppo e sono interessati a individuare gli elementi di un progetto alternativo per una politica del doposviluppo… L’utopia della decrescita è un progetto articolabile sul circolo virtuoso delle cosiddette otto «R»: rivalutare (prima di tutto la sobrietà), ridefinire (la scarsità e l’abbondanza, il pubblico e il privato, le idee e le pratiche educative), ristrutturare (il sistema produttivo, costruendo cose più utili e non nocive), ridistribuire (l’Occidente rappresenta il 20% della popolazione mondiale ma consuma l’86% delle risorse naturali, occorre dunque ridistribuire la terra, il lavoro, il reddito di cittadinanza…), rilocalizzare (la produzione e quindi i trasporti, ma per farlo occorre prima di tutto pensare globalmente e agire localmente), ridurre (la nostra «impronta ecologica», gli orari di lavoro, gli sprechi, i consumi di energia), riutil izzare (per risparmiare risorse naturali e creare posti di lavoro), riciclare (ciò che non è possibile riutilizzare). Se condividiamo l’intuizione di Cornelius Castoriadis, secondo il quale la «rivoluzione è volontà deliberata di trasformazione della società, è partecipazione», allora, il progetto di società della decrescita e delle otto «R» è realmente rivoluzionario…” IL SAGGIO COMPLETO DI LATOUCHE

L’ASSENZA DEGLI ADULTI
Troppi padri e troppe madre sembrano adolescenti in perenne crisi. Abbiamo bisogno di una maggior capacità diffusa di prendersi cura delle future generazioni. Abbiamo bisogno di rimettere al centro l’inutile economico (uno degli ultimi articoli, inediti, inviati alla redazione di Comune da Alain Goussot, scomparso il 26 marzo)
ALAIN GOUSSOT

È STATO L’ULTIMO
“È stato l’ultimo ad essere riconosciuto fra i morti dell’attentato all’aeroporto di Bruxelles. È stato l’ultimo ad essere riconosciuto perché non capivano chi fosse – scrive Saverio Tommasi -, lui era un clochard e quella mattina non l’aspettava nessuno e non stava andando da nessuna parte, lui viveva lì, in aeroporto. I chiodi e il vetro sparati addosso lo avevano reso irriconoscibile, più irriconoscibile degli altri. Era l’ultimo in tutti i sensi, Rosario Valcke. Uno di quelli di cui non frega un cazzo a nessuno e la gente se ne accorge solo se puzzano un po’, oppure che fastidio però, o anche “ma ci sono anche qui?”. Era dentro al bar, al momento dell’esplosione, non si sa se h a fatto in tempo a … SEGUE QUI
SAVERIO TOMMASI

COSTRUIRE LA SPERANZA NELLA SIRIA IN MACERIE
Malgrado le centinaia di migliaia di morti, le distruzioni, l’orrore che si vive quotidianamente, in questi anni ho visto crescere anche una nuova generazione della rivolta. Sono giovani che sfidano gli «sbirri» del regime come l’Isis, mi fanno credere che la rivoluzione iniziata qualche anno fa in Siria si fermerà solo quando avrà vinto. Khaled Khalifa è uno dei più prestigiosi scrittori siriani contemporanei, nonché fermo oppositore del regime di Assad, nei prossimi giorni sarà in Italia anche per presentare il suo ultimo libro, ha raccontato al manifesto perché continua a vivere a Damasco e a coltivare la speranza
KHALED KHALIFA

IL SABER PALESTINESE RACCONTA LA STORIA
La determinazione a rimuovere ogni traccia del passato non è seconda forse neppure all’arroganza. La storia dei territori occupati da Israele in Palestina, tuttavia, può essere raccontata in molti e fantasiosi modi. Quello che qui suggerisce a Patrizia Cecconi un prete cristiano è certo tra i più suggestivi: dove vedi spuntare un saber, un fico d’India, fino alla Nakba del 1948 c’era uno dei 400 villaggi arabi rasi al suolo dai soldati di Tel Aviv. Come si usa ancora in molte zone del sud Italia, nei terreni aridi e pietrosi gli arabi segnavano i confini tra gli appezzamenti con questa fantastica pianta importata dalle Americhe. Al di là dell’insospettabile ri velazione di memoria storica, da questa parte dell’Atlantico le sue straordinarie virtù sono ancora largamente sottostimate
PATRIZIA CECCONI

E SE TOGLIESSIMO I NOSTRI RISPARMI?
Una gigantesca fuga di notizie, chiamata Panama Papers, fa dunque sapere chi sono i leader politici, i personaggi dello spettacolo e dello sport ma anche i criminali di tutto il mondo che hanno dirottato enormi masse di denaro nei paradisi fiscali, attraverso banche e istituti legali. Quali saranno le conseguenze non lo sappiamo. Vale la pena rileggere questo articolo di Leonardo Becchetti “I paradisi fiscali? All’inferno” (http://comune-info.net/2013/04/la-piaga-dei-paradisi-fiscali/), ma soprattutto, considerando che a fare questo tipo di operazioni restano le grandi banche, rimettere al centro il problema sollevato, tra gli altri, da Andrea Baranes in “E se togliessimo i nostri risparmi?”
ANDREA B ARANES

LE DONNE NON C’ERANO
Margaret Bulkley si travestì da uomo per potersi laureare in medicina. L’architetta Elizabeth Wilbraham solo oggi è riconosciuta come l’autrice di progetti di diverse chiese attribuiti a uomini. Claudia Cumberbatch Jones, nel tentativo di contrastare il razzismo in Gran Bretagna, inventò quello che sarebbe diventato il Carnevale di Notting Hill e che ora è una tradizione. Non si tratta solo di riscrivere i libri di storia per mettere in discussione la misoginia che nasconde la vita e le lotte delle donne, si tratta di essere consapevoli che “privare le bambine e le ragazze della loro Storia significa controllarle tramite l’abbassamento delle loro aspettative…”
MARIA G. DI RIENZO< /a>

ROMA BRUCIA
Cosa significa e perché è opportuno parlare di “Terra dei Fuochi romana” lo capisci solo quando nella periferia est avverti l’odore acre di plastica bruciata. Dicono che sono rom, bruciano i rifiuti per cercare il rame e i materiali ferrosi, Ma nessuno dice che non sono solo loro. I “campi nomadi” sono stati un affare per Mafia capitale ma anche per chi voleva “liberarsi di rifiuti speciali” , spiega Eros, che ha iniziato a fare il raccoglitore di ferro dopo aver smesso come giostraio. Con la crisi, è diminuita l’attività industriale e le aziende hanno iniziato a chiedere a Eros e ai suoi colleghi di portare via, insieme ai metalli, altri rifiuti che costava troppo smaltire regolarmente: rifiuti speciali, plastiche, pneumatici, amianto. In alcuni campi è evidente che la quantità di rifiuti non può essere stata portata soltanto dai rom. Intanto Eros si è ammalato di un doppio tumore che l’ha ucciso qualche mese fa. “A ferro e fuoco” è un’inchiesta sullo smaltimento illecito dei rifiuti a Roma
VALENTINA VIVONA

IL CARRELLO CARICO DI ROBA
«Circa una volta al mese, organizziamo un evento dal bellicoso titolo: “Il mercatino del vestitino che non gli sta più e adesso a chi lo regalo?”… Attorno ai tavolini – scrive Miguel Martinez, da un bizzarro e ribelle rione di Firenze – nascono e si approfondiscono amicizie… Immaginate adesso di trovarvi a spingere un carrello della spesa stracarico sui sassi sconnessi dell’Oltrarno, pieno di più vestiti di quelli con cui siete arrivati al mercatino; e la ruota davanti finisce in una buca e non riuscite a tirarla fuori e le macchine dietro si fermano con gli autisti che inveiscono e il fruttivendolo si mette pure a fare lo spiritoso e i bambini con gli altri carrelli si mettono a giocare e i turisti osservano tutta la scena. Ecco, in quel preciso momento, capisci con il corpo, e non solo con le chiacchiere, che tutti quelli che parlano di crescita, di sviluppo, di potenziale, di spirito d’impresa, di espansione del mercato sono quelli che ti hanno messo la ruota nella buca… »
MIGUEL MARTINEZ

SONO ANCORA CATTIVE LE NOTIZIE SUL CLIMA
Sono trascorsi alcuni mesi dalla Cop 21 di Parigi ma le preoccupazioni sugli effetti devastanti dei cambiamenti climatici continuano a crescere. I giudizi severi sul vertice francese non erano frutto di pessimismo ma di rigorose letture critiche rispetto alla comunicazione irresponsabile favorita dai governi e dai media non si sa se più incompetenti o più compiacenti. Forse entrambe le cose. Alluvioni e siccità cominciano a delineare delle fasce di territori che più risentono del riscaldamento globale. I danni all’ambiente e a tutti gli esseri viventi fanno risaltare la spietata e criminale ragione economica che li determina. Le poche notizie relative ad attività di base e a movimenti popolari che tentano di realizzare processi positivi dovrebbero moltiplicarsi per incidere ma sono una via, forse la sola, percorribile
ALBERTO CASTAGNOLA

UN’ALTRA STRADA, A BRUXELLES
“Un’altra strada (con la verdura)” è un film-documentario che racconta l’esperienza della rete Gasap (Gruppi d’acquisto solidale dell’agricoltura contadina) di Bruxelles. La rete è composta da piccoli gruppi di cittadini che pagano in anticipo prodotti di contadini locali. Sono gruppi che quando raggiungono quaranta famiglie di consum-attori si dividono in due gruppi da venti, per mantenere numeri piccoli, necessari a garantire una conoscenza diretta
ECONOMIASOLIDALE.NET

IL VERO SIGNIFICATO DELL’ISTRUZIONE
Apprendere non significa superare un test. L’istruzione è indagare e creare
NOAM CHOMSKY

 

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