“Obama e l’Europa”

In molti si sono chiesti quale fosse il vero scopo del recente viaggio di Obama in Europa, un viaggio fuori delle forme tradizionali del protocollo e delle gerarchie istituzionali che normalmente sovraintendono a questi eventi.

 

Obama e l’Europa

 

In molti si sono chiesti quale fosse il vero scopo del recente viaggio di Obama in Europa, un viaggio fuori delle forme tradizionali del protocollo e delle gerarchie istituzionali che normalmente sovraintendono a questi eventi.

Prima domanda che ci riguarda direttamente come italiani: che ci faceva Renzi in quella sorta di G5 in cui erano presenti, oltre Obama, Merkel, Hollande e Cameron? Sembrava una promozione sul campo del primo ministro italiano, ma noi riteniamo invece che la sua presenza fosse solo quella di un valletto a disposizione degli americani che lo resuscitano nelle occasioni in cui il servo sciocco deve coprire i loro obiettivi con i consensi europei. Questo, e solo questo, era il ruolo di Renzi nel G4+1.

Questo ci rimanda al quesito iniziale su come e perchè Obama è venuto in Europa alla vigilia della scadenza del suo mandato presidenziale. La prima tappa, quella di Londra serviva a dare un pò di ossigeno al capo del governo inglese che deve affrontare la scadenza del referendum sulla permanenza dell’Inghilterra nella UE che si terrà nel prossimo giugno. L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea provocherebbe un ulteriore sconquasso continentale che potrebbe provocare una crisi finale di una istituzione al collasso. Perchè gli americani si preoccupano di tenere unita l’Europa? Non certo per altruismo. Diciamo che gli obiettivi che gli americani perseguono in Europa in questo momento sono almeno due. Uno di carattere economico e uno di controllo militare.

L’obiettivo economico si chiama TTIP, il trattato transatlantico che dovrebbe unificare Europa e USA nel commercio, investimenti e sviluppo industriale. Un mercato di 800 milioni di persone che dovrebbe rappresentare per gli americani un ghiotto boccone in una situazione di crisi. Una UE in crisi non può servire allo scopo e quindi Obama sbarca a Londra e poi riunisce il G4+1 per sollecitare gli europei ad accettare il TTIP rimanendo uniti.

Sul piano militare Obama è venuto a verificare fino a che punto sia possibile controllare ciò che sta avvenendo in Medio Oriente con gli alleati della NATO i quali, in particolare in Libia, in Iraq, in Siria hanno iniziato un processo concorrenziale con gli americani mettendosi in proprio. Non c’è più lo schema di una America che decide gli interventi e inquadra i suoi satelliti NATO, ma Francia e Inghilterra si sono inserite nella guerra con una autonomia militare da potenze neocoloniali. Salta il binomio USA-Israele in MedioOriente e appare la triangolazione franco-anglo-statunitense.

Questi sono i dati di fatto. Si deve aggiungere però una considerazione finale che riguarda il modo in cui Obama si è presentato in Europa. L’impressione che egli ha dato non è più quella tradizionale della leadership forte che impone la strategia agli alleati sudditi, ma quella di un paese in crisi che si aggrappa ad alleati in crisi per trovare una via di uscita economica e militare dalle difficoltà in cui l’imperialismo occidentale si è cacciato. Solo Renzi non si è accorto di nulla. A lui bastava sorridere e gioire del fatto di stare al G4+1.

 

 

Aginform
4 maggio 2016

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