“L’11 settembre inglese”

“Stavolta non ci sono stati giri di parole attorno all’omicidio della deputata laburista Jo Cox. Mass media ed esponenti politici e soprattutto le borse hanno festeggiato l’evento con forti rialzi e con la ritrovata unità nazionale.”

 

L’11 settembre inglese

 

Stavolta non ci sono stati giri di parole attorno all’omicidio della deputata laburista Jo Cox. Mass media ed esponenti politici e soprattutto le borse hanno festeggiato l’evento con forti rialzi e con la ritrovata unità nazionale. Quello che doveva essere un referendum sulla permanenza o meno della Gran Bretagna nell’UE è diventata una ulteriore occasione per dimostrare come si pilotano gli eventi. Dall’omicidio, all’organizzazione del terrorismo internazionale, al crollo delle torri gemelle. Non ci sono limiti alle macchinazioni di questo fronte imperialista, ormai al crepuscolo, ma che ci sta trascinando nel baratro.

Nei decenni scorsi e fino alla ‘primavera araba’ si parlava di diritti umani e di movimenti arancioni, ora l’argomento principale è la parola ‘terrorismo’ con cui i governi occidentali e i loro alleati giustificano le decisioni peggiori e più liberticide.

Purtroppo questa impostazione ottiene risultati insperati se anche una persona come Padellaro, ex direttore de Il Fatto, si adegua alla versione ufficiale, quella che vede uniti governanti e opposizioni istituzionali nell’accettare tutte le ambiguità e le omissioni che vengono confezionate dai servizi di mezzo mondo.

Quali sono gli obiettivi di queste operazioni di depistaggio e di coinvolgimento dell’opinione pubblica?

Alcuni sono obiettivi specifici. Le torri gemelle per la guerra infinita di Bush, Jo Cox per la Brexit, i gas letali e il bombardamento degli ospedali per Assad, ma tutto questo a nostro parere fa parte di qualcosa di più grande e di più organico.

L’occidente in crisi che non è riuscito a digerirsi la Russia e la Cina e che si dibatte in enormi difficoltà in Medio Oriente e altrove ha ancora i mezzi per progettare una strategia di ripresa attraverso la guerra. Come diceva Mao la tigre imperialista è molto pericolosa dal punto di vista tattico. Per portare avanti i suoi piani essa ha bisogno di compattare il fronte interno, di far credere ai popoli dell’occidente e del circuito imperialista che sono minacciati continuamente. Anche se poi si scopre che lo sviluppo delle organizzazioni terroristiche parte proprio da coloro che conducono le campagne di denuncia.

Il guaio è che su questo terreno, come si è detto prima, vengono adesioni insperate da un’area politica che dovrebbe partecipare a una campagna di verità. Le menzogne diventano moneta corrente e accettata. Questo fa sì che la questione degli emigranti non diventi terreno di denuncia delle guerre imperialiste che la fuga di massa hanno determinato, ma si discuta solo e unicamente di come accogliere i profughi. E questo fa anche sì che le operazioni ‘antiterroristiche’ diano forza, come nel caso di Jo Cox, alle tesi che gli imperialisti a guida USA vogliono imporre per difendere gli interessi peggiori.

Non scordiamoci che il presidente Obama di recente è sbarcato a Londra come prima tappa del suo viaggio in Europa, per incontrare il capo e del governo inglese Cameron e perorare la causa della permanenza della Gran Bretagna nella UE. Tutto si collega in questa situazione. Maggiori sono i punti di crisi del sistema imperiale occidentale e maggiore è il tasso di spregiudicatezza e di criminalità di questo sistema.

Solo uno sviluppo di massa del movimento antimperialista puà contrastare questa deriva. Ma partiamo con armi spuntate.

 

Aginform
19 giugno 2016

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