“Tra Barroso e Bouhlel, 15 anni dopo Genova”

“Quindici anni dopo Genova, quando il globalismo neoliberista festeggiò sanguinosamente il suo trionfo, molti segnali fanno pensare che tutto stia precipitando… È prossimo il crollo del capitalismo globalista? Le cose non sono così semplici…”,


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TRA BARROSO E BOUHLEL, 15 ANNI DOPO GENOVA
“Quindici anni dopo Genova, quando il globalismo neoliberista festeggiò sanguinosamente il suo trionfo, molti segnali fanno pensare che tutto stia precipitando… È prossimo il crollo del capitalismo globalista? Le cose non sono così semplici…”, scrive Franco Berardi Bifo su Comune. La Brexit, il vertice Nato a Varsavia di cui pochi hanno parlato, il fascismo di Erdogan, la strage di Dallas, le migrazioni di massa… Intanto, “la carneficina nizzarda compiuta dal macho fallito Mohamed Lahouaiej Bouhlel giunge contemporanea alla notizia che il signor Manuel Barroso, presidente della Commissione europea tra il 2004 e il 2014 è ora ufficialmente dipendente dell’agenzia finanziaria Goldman S achs, un organismo internazionale al cui confronto Bouhlel appare come un dilettante nell’arte del massacro… La resistenza può oggi organizzarsi soltanto in forma marginale: la società è paralizzata… In Italia si gioca a fare i referendum, come se il problema fosse la forma della democrazia, quando è del tutto evidente che la democrazia è un arnese da tempo spuntato, privo di ogni efficacia e credibilità. Al referendum d’autunno andrò comunque a votare, non perché me ne importi delle forme della democrazia: voterò perché voglio che il governo Renzi crolli, e si acceleri il crollo di quel che resta dell’Ue. Solo allora la società comincerà a porsi il problema della solidarietà, dell’autorganizzazione e della fuoriuscita dal cadavere del capitalismo…”
FRANCO BERARDI BIFO
 

NIZZA, UN ALTRO SGUARDO
«Avevo in mente di scrivere un articolo sulla letteratura, la critica e l’insegnamento ma i drammatici fatti di Nizza hanno sparigliato tutti i miei pensieri… – scrive Anna Angelucci, insegnante di letteratura – Il punto di partenza era un libro pubblicato nel 2013, che avevo perso allora e recuperato ora, in modo felicemente fortuito: “L’altra critica. La nuova critica della letteratura tra studi culturali, didattica e informatica” di Raul Mordenti. Pagine che, ampliando i confini della letteratura, della critica e della didattica oltre i limiti del continuum – diacronico, storicistico, italocentrico, occidentalistico – allargano lo spazio delle nostre frontiere culturali, dei nostri orizzonti mentali… “. Una cosa è certa: c’è bisogno di praticare al più presto “un’altra critica, un’altra pedagogia, un’altra didattica, che conturbi le categorie dell’oppressore e dell’oppresso, della vittima e del carnefice, del concittadino e dello straniero…»
ANNA ANGELUCCI

THEÒ, OMAR, AHMED E KALID
“Quello più a destra con la matita rossa è Theò, con l’accento sulla o. I suoi nonni sono francesi…, Nella classe di fianco invece – scrive Paolo L., maestro – c’è Omar: è arrivato due anni fa dalla Siria e all’inizio non sollevava gli occhi da terra… e Kalid che è arrivato da Kabul… Al piano di sopra invece ci sono Ahmed, che arriva dalla Libia e ama correre… Quanti bambini sono morti ieri a Nizza? Non posso pensarci. Così come non posso pensare che guerre e terrorismi uccidono uomini, donne e bambini tutti i giorni. E a tutte le latitudini. E noi cosa possiamo fare?… “
PAOLO LIMONTA

LA LIBERAZIONE DAI DEBITI
No, la violenza a Genova 2001 non è riuscita a reprimere le ragioni e la forza del “movimento altermondialista”. Quella ragioni e quella forza sono riemerse in altre forme, come dimostrano ad esempio le lotte di molti territori contro grandi opere e l’estrattivismo, oppure le straordinarie mobilitazioni per l’acqua bene comune e campagne come Stop T-Ttip. Anche le battaglie per la liberazione dai debiti illegittimi e odiosi, che tante energie avevanoraccolto in quella stagione, oggi sembrano riaffiorare, con le diverse esperienze di resistenza alle ricette di austerity applicate ad alcuni paesi del Nord del mondo. Per questo c’è chi ha scelto Genova (e il 19 luglio) per alimentare vecchie e nuove sp eranze, per mettere in relazioni temi ma soprattutto persone e gruppi, per continuare a “promuovere ad ogni livello la liberazione dai debiti illegittimi, verificare se siamo capaci di attivare percorsi di Audit del debito pubblico a partire da quello degli enti locali… Vogliamo dire con forza che la vita viene prima del debito…”
ANTONIO DE LELLIS

CERCO MIO FRATELLO, IL TELEFONO È STACCATO ELENA GIULIANI

ALLE MAESTRE, CON AFFETTO
Perché le maestre del Messico, nonostante la violenza subita, non si arrendono? “No, non sono manipolate da forze diaboliche, né sono parte di un complotto. Sono così, normali. Giovani, quelle del giudizio, anziane. Sì, magre, grasse, medie, e di tutti i colori. Sono diverse, ma si assomigliano, perché sono in basso e sono donne… E ormai sanno che non sono sole…”
SUBCOMANDANTE MOISÉS E SUB GALEANO

GOVERNARSI DA SÉ GUSTAVO ESTEVA

LA MAESTRA E LA PEDAGOGIA DELLA GARROTA LUIS H. NAVARRO

LA SCUOLA DELL’ESSERE
Possiamo ricominciare a immaginare, praticare e rendere visibile una scuola diversa, ripensando i luoghi dell’educazione, spazi nei quali fatica e sofferenza non sono sinonimi, piacere e felicità sono alleati, competizione e cooperazione abitano in terre educative differenti. Del resto i sentieri tracciati, tra gli altri, da Tolstoj, Dewey, Freire, Morin, Montessori, Freinet, Lodi, le sorelle Agazzi, Manzi, Zavalloni, Rodari, Goussot dimostrano che il pensiero critico applicato all’arte dell’apprendere è piuttosto ampio. Si tratta, in primo luogo, di essere nella pratica di ogni giorno quel mondo che a parole si dichiara di voler costruire
CARLO RIDOLFI

NO SAV, SCUOLA AD ALTA VELOCITÀ FRANCO LORENZONI 

CI VORREBBE UN ORTO IN OGNI SCUOLA LUCIANA BERTINATO

DODICI TESI PER UNA SCUOLA CONVIVIALE ANTONIO VIGILANTE

A SCUOLA DI SAPER FARE E AUTOSUFFICIENZA
Permacultura, autoproduzione, vita comunitaria… con stagisti senza frontiere che vengono da Romania, Stati Uniti, Francia, Olanda, Germania, Inghilterra, ma anche Messico, Tailandia ed Egitto… Ci sono scuole di saper fare, come quella di Alunisu–Magyarokereke, in Transilvania, la cui originalità consiste nell’interazione con il territorio, che non è affatto “folcloristica”, poiché è decisamente radicata nella vita quotidiana delle persone. Scuole rurali di un mondo diverso
ANNE E OSWALD

SALVARE IL PIANETA. COMINICIAMO DAL CIBO
“I modelli di produzione attualmente esistenti non possono essere sostenuti a lungo…, cambiare stile di vita e cibo è ormai una scelta inevitabile. Dobbiamo scegliere se imparare a mangiare meglio o distruggere il pianeta Terra… “
BIAGIO TIGHINO

CHE ARIA TIRA
La zona della piana fiorentina, nel nord della città, secondo l’agenzia europea per l’ambiente è una delle più inquinate di tutta Europa. Nonostante questo le amministrazioni locali vogliono costruire un inceneritore, un nuovo aeroporto, la terza corsia dell’autostrada. Naturalmente nella piana fiorentina non sono state collocate, né lo saranno in futuro, stazioni di rilevamento della qualità dell’aria. Per questo, dalla straordinaria esperienza del movimento Mamme No Inceneritore è nata l’idea di mettere su un progetto di monitoraggio partecipato e diffuso (con centraline a energia solare) della qualità dell’aria e della salute di chi vive nella piana. “Ben presto – fanno sapere le mamme – gli investitori realizzeranno che non è conveniente costruire un inceneritore dove la popolazione non dà tregua e ha gli strumenti per non delegare a nessuno la tutela della propria salute…”. Articolo e video
MAMME NO INCENERITORE

PERCHÉ MOBILITARSI SULLA GUERRA IN YEMEN
“Siamo corresponsabili, oggi, di una guerra dove il massacro di civili, il terrore, seminato a pioggia, tra vecchi, donne e bambini, è una parte fondante della strategia militare. Si tratta della guerra in Yemen Noi stiamo fornendo armi e stiamo cooperando militarmente con dei paesi che la stanno combattendo. Oggi…”
MIMMO CORTESE

LE BORSE BRUCIANO L’EUROPA
L’ultima notizia che ha fatto tremare le borse è stata la Brexit. Dicono che i mercati hanno bruciato, soltanto a Piazza Affari, 4.000 miliardi. La domanda è: cosa significa esattamente “bruciati”? Dal momento che un terzo delle azioni scambiate a Milano nel 2015 è riconducibile a solo cinque grandi gruppi, tutti bancari, se crolla la Borsa… sono dolori per le banche quotate
ANDREA BARANES

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TOGLIERE LE BENDE AGLI OCCHI (CORRADO IANNUCCI)
“Comune descrive il mondo esattamente come lo vorrei. Scrive come se scrivessi io. Vede come vedo io. Fa quello che vorrei fare io: togliere le bende dagli occhi. Mi auguro però che non abbia la mia stessa inerzia, perché c’è davvero bisogno che qualcuno inizi, ora, concretamente e poderosamente, la rivoluzione”

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