Il Sesto Congresso mondiale contro la pena di morte di Oslo è stato deludente, il peggiore della serie.
Un congresso loffio
Il Sesto Congresso mondiale contro la pena di morte di Oslo è stato deludente, il peggiore della serie.
A quarant’anni esatti da Gregg, e nonostante la dissenting opinion di Breyer in Glossip, non si è nemmeno accennato al “ritorno” della pena di morte americana, alle 8000 condanne, alle 1400 esecuzioni e alla sua difficile situazione attuale: come del resto non si è fatto cenno alla contemporanea e quarantennale abolizione della pena di morte canadese.
Con i forcaioli europei sul piede di guerra e la risorgente balla della deterrenza della pena capitale, la presenza di un agguerrito panel sull’argomento sarebbe stata d’obbligo e invece niente.
Ovviamente ci sono state tante cose interessanti e c’erano tanti amici vecchi e nuovi, ma come si dice … “In Paradiso i poliziotti sono inglesi, i cuochi francesi, gli amanti italiani e tutto è organizzato dai tedeschi. All’Inferno i poliziotti sono francesi, i cuochi inglesi, gli amanti tedeschi e tutto è organizzato dagli italiani.”
Dott. Claudio Giusti
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Member of the Scientific Committee of Osservatorio sulla Legalità e i Diritti, Claudio Giusti had the privilege and the honour to participate in the first congress of the Italian Section of Amnesty International: later he was one of the founders of the World Coalition Against The Death Penalty. He writes on a regular basis about human rights, death penalty and American criminal law.