C’è stato un momento in cui forse era possibile ridefinire la direzione in cui si muove l’Ue: è stato il 6 luglio del 2015. Il 62 per cento dei greci aveva gridato No al ricatto del sistema finanziario, Alexīs Tsipras venne in Italia per incontrare Matteo Renzi…
NEWSLETTER DI COMUNE
SEMINARE UN MONDO NUOVO
Non abbiamo più molto tempo, dobbiamo ascoltare il grido della Terra
FRANCO BERARDI BIFO
Certo, la Danimarca ha una legge sul sequestro dei beni ai migranti, ha diversi gruppi neonazisti e un odioso Partito del Popolo danese. Tuttavia, lontano dalle attenzioni dei “grandi” media, migliaia di persone comuni negli ultimi mesi hanno cominciato a disobbedire alle leggi e a fornire ai rifugiati un letto caldo, via clandestine per raggiungere la Svezia, indumenti e spesso anche chiavi per una casa. Tutto in modo informale e spontaneo. Si tratta in realtà di strumenti ritagliati dai ricordi della II Guerra mondiale, quando migliaia di danesi portarono di nascosto alla salvezza centinaia di famiglie ebree
PHIL WILMOT
SEATTLE, CRISI E MOVIMENTI
Chi si ostina a voler cambiare il mondo deve fare i conti in primo luogo con il dominio dei grandi media, che stabiliscono cosa è importante sapere e discutere. Per questo abbiamo bisogno ogni tanto di guardare le cose con distacco. Appare evidente, in questi casi, il ruolo decisivo dell’azione collettiva nell’indebolire qualsiasi potere, è accaduto tante volte nella storia, si ripete oggi con i movimenti che si sono messi in marcia contro l’ideologia neoliberista. Sono almeno un paio, ad esempio, le grandi lezioni della battaglia di Seattle contro la Wto nel ’99: la prima, le poliziotte possono picchiare come un qualunque poliziotto; la seconda, oggi è largamente accettata l’idea secondo cui la globalizzazione ha fallito nel m antenere le sue promesse (risollevare i paesi dalla stagnazione, eliminare la povertà e ridurre le diseguaglianze), e fu proprio grazie a quelle inaspettate e tumultuose giornate di protesta a Seattle che il mondo iniziò a parlare dei lati oscuri della globalizzazione. Certo, oggi il capitalismo finanziario ha reagito in modo aggressivo ovunque, tuttavia quei movimenti in marcia non hanno smesso di sperimentare e cercare narrazioni alternative complesse. La costruzione di una società diversa, dice Bello, sfrutta e sfrutterà quello che, nonostante tutto, resta il più profondo istinto degli uomini e delle donne: la cooperazione
WALDEN BELLO
SAPERE LIBERO, ECOLOGIA E COMMONS
C’è bisogno dell’incontro sempre più intenso tra i movimenti del software libero e quelli della decrescita e dell’economia solidale. Del resto, attraverso piattaforme web, persone di ogni angolo del mondo hanno cominciato a condividere le proprie competenze per creare libri, enciclopedie, ma anche codice informatico e hardware libero. Non è vero, dicono quei movimenti, che soltanto il desiderio di profitto fa muovere le persone
LEONARDO A.K.A. EXEKIAS
CAPORALI, BRACCIANTI E FILIERA SPORCA
La nuova legge contro il caporalato nasce dal basso ed è un risultato importante. Tuttavia chi conosce sul serio il fenomeno non si fa illusioni: non basta quell’intervento normativo, non privo di limiti, il problema riguarda le logiche dell’intera filiera agroalimentare e i diritti dei migranti. In Italia sono almeno ottanta i luoghi nei quali sono stati riscontrati fenomeni di grave sfruttamento in agricoltura. Il caporalato coinvolge quasi mezzo milione di persone. Dovremmo tutti pensarci più spesso quando ci sediamo a tavola: la lotta contro il caporalato si fa tutti i giorni
ILARIA DE BONIS
I SEMI DELLA TERRA DELL’EDUCAZIONE
Si possono fare cose straordinarie con pochi mezzi. È fondamentale dimostrare che una scuola di qualità si può e si deve realizzare come scuola di tutti e tutte. Le lezioni dello straordinario incontro nazionale della Rete di Cooperazione Educativa
CARLO FRANCESCO RIDOLFI
GALLERIA FOTOGRAFICA SULLA DUE GIORNI DELLA RETE DI COOPERAZIONE EDUCATIVA
QUELLA RETE CHE NON SMETTE DI CAMMINARE
Cinque anni della Rete di Cooperazione Educativa: quando l’educazione non è funzionale all’adattamento a un sistema dato. Scrive Carlo Ridolfi: “Un progetto sovversivo, quello di Rce? “Certamente sì, nello spirito di quella sovversione non sospetta cantata da un grande poeta come Edmond Jabès. Così come sono stati provvidenzialmente sovversivi, tutti in assoluta pratica nonviolenta, i maestri ai quali facciamo riferimento, da Francisco Ferrer a don Lorenzo Milani, da Maria Montessori a Loris Malaguzzi, da Alberto Manzi a Gianni Rodari, da Mario Lodi a Gianfranco Zavalloni. Perché, come appunto canta Jabès: «Che cos’è la sovversione?». «Forse, della rosa che t’incanta, la spina più discreta»”
C.F.R.
SEMINARE UN MONDO NUOVO
Non abbiamo più molto tempo, il grido della Terra devastata si perde nel frastuono delle economie di crescita, tra guerre al terrorismo e quelle ai migranti. Abbiamo bisogno di abitare la Terra in modo diverso, di nuove relazioni sociali, di una pedagogia critica, di prenderci cura dei semi e di di nuovi “semenzai” con cui ripensare il mondo. Un quaderno (43 testi) da scaricare, leggere, discutere subito ovunque (a cominciare dalle scuole e dalla due giorni in Valpolicella con la Rete di Cooperazione Educativa). No, non abbiamo più molto tempo
R.C.
LE DONNE SAUDITE CONTRO IL “GUARDIANO”
Ma tu ce l’hai un permesso per vivere? Nel regno saudita, le donne devono ottenere dal proprio “guardiano” – il marito, il padre, il fratello e, nel caso delle vedove, il figlio – un permesso per fare qualsiasi cosa. Serve per uscire dal paese ma anche per ricevere cure mediche, per sposarsi, lavorare, studiare, chiedere il passaporto e addirittura per uscire di prigione alla fine di una pena. Soltanto lo scorso anno la petromonarchia ha votato una legge che riconosce alle donne il diritto di voto ma, nel primo test, le donne hanno potuto votare solo se accompagnate da un uomo e in seggi separati, infatti alle urne sono andate solo 130mila su un milione e mezzo. Da due mesi, tuttavia, va avanti una ten ace campagna per eliminare il sistema di tutela maschile: su Twitter e in una petizione, migliaia di donne hanno trovato il coraggio per affermare il loro diritto a vivere la propria vita
CHIARA CRUCIATI
DEVASTARE LA PUGLIA. DUE PAROLE A LINO BANFI
Secondo il signor Lino Banfi quella di fare pubblicità per una ditta che vuole costruire l’ennesimo impianto di gas in Puglia è nientemeno che una questione di libertà. La stessa, ad esempio, del signor Rocco Papaleo di raccontare le brillanti avventure di Eni in Basilicata. Secondo Lino Banfi, inoltre, come prendersi cura del proprio territorio non è un problema che lo riguarda, in fondo lui fa solo l’attore. A tutto questo Maria Rita D’Orsogna, fisica e docente universitaria in California, dedica un articolo destinato al signor Banfi, in cui, tra l’altro, si chiede: “Caro Lino Banfi, ma chi deve proteggere l’ambiente?”, “Caro Lino Banfi, prima di sottoscrivere pubblicit&agrav e; non le è venuto in mente di voler studiare esattamente cosa quella ditta faceva?”. E ancora: “Caro Lino Banfi, ma quanti miliardi deve ancora accumulare uno a ottant’anni?”…
MARIA RITA D’ORSOGNA
I PARADISI FISCALI? NON ESISTONO
Mentre tutta l’attenzione viene concentrata sul farsesco de profundis a Equitalia, nelle pieghe meno visibili della legge di stabilità 2016 sul capitolo della lotta all’evasione fiscale si infila qualcosa di veramente incredibile. Di fatto il governo, lo ribadisce una circolare dell’agenzia delle entrate, cancella la lista nera dei paradisi fiscali… Chi fa affari con le offshore non deve più nemmeno dichiararlo perché…sono affari suoi. Viva l’evasione fiscale internazionale
ANTONIO TRICARICO
LA RIVOLTA È UN VIRUS CHE PORTA IL VENTO
Un viaggio di sole poche settimane in giro per il mondo, di qua e di là dagli oceani, può esporre alla contrazione di un virus che genera un pazzesco slalom speciale tra storia e geografia, cambiando o dando un volto nuovo alle destinazioni reali e a della memoria e dell’immaginario. I microrganismi patogeni del virus tratteggiano infine, tuttavia, la traccia di un profilo concettuale: la potenza, il potere di cambiare le cose, che abbiamo tutti, da chi è detenuto nei campi di prigionia a chi è salito sulle barricate a difendere la vita e la dignità, sopravvive al potere di chi esercita il dominio. Una rivolta può concludersi nel pianto di una madre ma non è affat to raro che siano proprio quel dolore e quelle lacrime ad alimentare le prossime occasioni di ribellarsi e di saltare il muro
FRANCESCO MARTONE
QUEL RISTORO COLLETTIVO DELLE BORGATE
“Borgate. Uscita nella calma insolita di periferia” è un bel reportage fotografico di Pasquale Liguori. Sguardi attenti oltre la percezione patinata, retorica o istituzionale di alcune periferie romane. Sguardi sulla città dal basso, la domenica alle prime luci, quando un momento di ristoro collettivo attraversa finalmente una città complessa e ferita come Roma. “Nel momento dello scatto – spiega Pasquale -, antagonismi, conflitti, dolori e razzismi risultano sfocati, persino neutralizzati. Predomina la dignità dei singoli e possibilmente quella collettiva…”
PASQUALE LIGUORI
CERTO, CHE SI PUÒ FARE
Gazebi di associazioni, comitati, cooperative sociali, gruppi del volontariato. Spettacoli teatrali e musicali, giochi per bambini, incontri tematici, mostre, laboratori sul riuso e il riutilizzo di computer e abbigliamento… Quando ci sono festival che nascono dal basso come Si può fare! (festival delle economie e delle relazioni solidali che si è svolto a Mira a metà ottobre), accolto con grande interesse da oltre 15.000 persone, significa che in certi territori c’è davvero una società in movimento
R.C.
ANDARE A 30 ALL’ORA, PER CAMBIARE LA CITTÀ
La società di Padova si mette in movimento con la rete Muoviamoci – A ruota libera che lancia una petizione per le “zone 30” e la ciclabilità diffusa. Per avere una zona 30, però, spiega Eugenio Varotto, portavoce cittadino di Salvaciclisti, non basta mettere un cartello: l’obiettivo è cambiare radicalmente il rapporto quotidiano con la strada, facendola diventare da semplice luogo di spostamento a luogo di relazioni e socialità, l’opposto di quelle politiche che vogliono rendere la città un deserto
LUCA CIRESE
IL LAVORO NON SMETTE DI UCCIDERE
Qualcuno si ricorda di Paola Clemente? È passato poco più di un anno. Ha lasciato tre figli a quarantanove anni, morta mentre lavorava anche tredici ore al giorno nei campi di Andria. E di Ion Cazacu, cosparso di benzina e arso vivo per aver chiesto di poter avere un contratto regolare? Precariato, caporalato, amianto, Ilva… Il lavoro ruba la vita ogni giorno
ALESSIO DI FLORIO
UN PENSIERO [GIANNI RODARI]
Il 23 ottobre di qualche anno fa a Omegna (VB,) sul Lago d’Orta, nasceva Gianni Rodari.
“Su un marciapiede in mezzo alla città
ho trovato un pensiero
pieno di serenità.
Mi è balenato in testa
come una festa,
come un raggio di sole
dopo la tempesta.
Ho pensato che un giorno,
allo scoccar del mezzogiorno
non ci sarà una casa
senza …… SEGUE QUI
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