“Non smetteremo di colorare le piazze”

La grande manifestazione delle donne di sabato 26 (#Nonunainmeno) contro la violenza e il dominio maschili ha radici antiche, nessi evidenti con i movimenti che negli ultimi mesi hanno sorpreso molti paesi e un futuro prossimo fatto di ribellioni nella vita di ogni giorno.

 

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NEWSLETTER DI COMUNE
 

LA COMPAGNIA DEL SABATO
Che fate sabato sera? Noi saremo con grandi e piccoli in un luogo bello e accogliente, l’ex Lavanderia del Santa Maria della Pietà di Roma: ci aspetta un bel menù per la cena (pasta “ruote ciclabili” alla norma e pasta broccoletti e salsiccia, Cerchioni rustici di verdure di stagione, Insalata a pedalata corta, Vino e acqua in borraccia). Prima facciamo due chiacchiere su biciclette, Roma e movimenti a pedali. Dopo cena, c’è anche uno spettacolo teatrale. Insomma, un momento conviviale, una “Taverna comunale” per sottrarsi alla propagande televisive di Renzi, per concludere in buona compagnia la giornata della manifestazione delle donne, per ricorda re che il mondo non è solo Trump. Vi aspettiamo?

NON SMETTEREMO DI COLORARE LE PIAZZE
La grande manifestazione delle donne di sabato 26 (#Nonunainmeno) contro la violenza e il dominio maschili ha radici antiche, nessi evidenti con i movimenti che negli ultimi mesi hanno sorpreso molti paesi e un futuro prossimo fatto di ribellioni nella vita di ogni giorno. “È stato necessario, e lo è ancora oggi, che nelle piazze tornassero a manifestare per iniziativa di collettivi, gruppi femministi e lesbici – scrive Lea Melandri -, generazioni di donne che non hanno mai smesso dagli anni Settanta di portare l’attenzione su un dominio particolare, fondamento di tutte le forme di oppressione finora conosciute e, allo stesso tempo, così sfuggente da confondersi con le relazioni più intime…”
LEA MELANDRI

ROMA, 26 NOVEMBRE: NON UNA IN MENO

TESSERE TELE, COSTRUIRE RELAZIONI NUOVE
Scendere in strada resta un momento importante per tutte le donne con cui alimentare la propria forza, con cui gridare insieme “Basta!”. «Ma dobbiamo esserci tutti i giorni, in ogni luogo – scrive Emilia De Rienzo – con i nostri figli, con i nostri genitori, con i nostri studenti, con i nostri malati, ovunque “con” e “per”… Questa può diventare la nostra rivoluzione al femminile… Si tratta in primo luogo di tessere tele, si tratta di costruire rapporti nuovi… Ma dobbiamo essere consapevoli che anche noi possiamo essere imprigionate da una rigidità di pensiero incapace di smontare pregiudizi e inventare nuovi percorsi, di ragionare su cose che diamo per acquisite e scontate… »< span class=”text_exposed_show”>
EMILIA DE RIENZO

LA PERCEZIONE DEL DELIRANTE DEL POTERE
L’elezione di Trump è il segno della percezione delirante anti-migrante. Ovunque i territori vengono militarizzati e ai migranti viene negata qualsiasi soggettività. Intanto l’Europa nega l’esistenza della fossa comune chiamata Mediterraneo
FLORE MURARD

RINASCERE
Ascoltare le comunità, presidiare il territorio, ripensare l’economia e il turismo locali. Tra i paesi colpiti dal terremoto c’è chi sceglie di rinascere guardando il mondo in modo diverso. Si può cominciare, ad esempio, da una biblioteca itinerante o dalle escursioni a passo lento in compagnia degli asini
PAOLO PIACENTINI

LE COMUNITÀ E IL POST TERREMOTO

MAMMA, SONO ARRIVATA
«La bambina nella foto si chiama Oumoh e ha quattro anni. La madre l’aveva portata via dalla Costa d’Avorio per sottrarla alla pratica dell’infibulazione, ma alcuni parenti le avevano bloccate a Tunisi – scrive Saverio Tommasi – La madre l’aveva affidata a un’amica, “almeno lei si salverà”. Il barcone era affondato e la bambina, salva e in Italia, era però rimasta sola e senza un numero di telefono. È stata un’altra bambina, Nassade, otto anni del Mali, giunta a Lampedusa venerdì scorso insieme alla madre e al fratellino di tre settimane, a riconoscerla. Si erano viste in Tunisia, per caso, e per caso si sono rincontrate. È spuntato un numero di telefono ed era quello della madre di Oumoh, cos&i grave; l’hanno digitato… SEGUE QUI
SAVERIO TOMMASI

CONSIDERAZIONI DALLA PARTE DEI VINTI
Educare al valore della sconfitta, in queste nostre paginette ne abbiamo parlato spesso. Sull’amarezza della sconfitta di “un’intera generazione” e le residue speranze di liberarsi “in nome di generazioni di vinti” – per citare Walter Benjamin – ragiona questo lungo articolo di Antonio Castronovi, sindacalista della Cgil romana per una vita intera. «Noi che ci siamo battuti per il Progresso, abbiamo identificato il “gigantismo” con la “modernità” e considerato il “piccolo” come sinonimo di arretratezza. Abbiamo sostenuto la grande impresa agricola e industriale rispetto alla proprietà e alla civiltà contadina, alle piccole imprese e all’artigianato; le grandi opere rispetto alle piccole; le grandi banche d’affari a svantaggio delle banche territoriali; i mega-centri commerciali che costellano le nostre periferie urbane rispetto alla rete diffusa dei piccoli negozi di vicinato…». È una disanima impietosa d’una miopia nefasta e di una sconfitta senza appelli, quella di Castronovi. Una rilettura dolorosa quanto limpida di una cultura del lavoro molto marxista e assai poco attenta a Marx. Una lettura utile, non solo perché viene fatta con rigore da chi non ha mai pensato di arrendersi né di saltare sul carro dei vincitori (pratica comune a diversi esponenti di spicco della “generazione” di cui si parla), ma perché recupera un fattore essenziale quanto dimenticato nella cultura e nella memoria di una parte di quei vinti di ieri: il coraggio e la capacità di fare autocritica, un patrimonio originale e prezioso di quella s tessa generazione gettato poi allegramente alle ortiche
ANTONIO CASTRONOVI

DISSACRARE IL PROGRESSO THEODOR SHANIN

FAI RIPARARE L’ABITO, L’IVA SI DIMEZZA
Il governo della Svezia ha approvato nuovi incentivi per combattere il consumismo e spingere i cittadini ad acquistare in modo più consapevole. Saranno ridotte le tasse sul lavoro effettuato per riparare vestiti, biciclette, frigoriferi e lavatrici. Sulle bici e i capi di abbigliamento, l’Iva passa dal 25 al 12 per cento, mentre per la riparazione degli elettrodomestici è prevista la restituzione dell’imposta. Questo provvedimento, spiega il ministro delle finanze, non impedirà ai cittadini di acquistare, ma consentirà loro di comperare prodotti di qualità maggiore, perché sapranno che, nel caso, possono farli riparare
LAURA TAJOLI
 

LA MARCIA DEGLI ALBERI
Il 27 novembre 2016 si svolge a Roma, la quinta edizione della Marcia Nazionale degli Alberi. Quest’anno, i promotori hanno scelto un luogo simbolo per rappresentare la vastità del patrimonio botanico, culturale, storico, archeologico, collettivo romano e nazionale: Il Parco Archeologico di Centocelle. In omaggio alle periferie, al verde urbano, all’Agro romano: 126 preziosissimi ettari tutelati dalla soprintendenza archeologica di Roma e presidiati dai cittadini e dagli abitanti che lo difendono dall’incuria e dagli abusi, un patrimonio inestimabile che rischia di essere lasciato all’abbandono. Ogni partecipante sarà un “fitoforo”, ovvero un portatore di alberi, torna dunque la &ldquo ;Foresta che cammina”: i Fitofori porteranno in spalla, in uno zainetto, un giovanissimo alberello in una passeggiata lungo le strade del quartiere di Centocelle per poi raggiungere il suo Parco. È tempo di seminare un mondo diverso
SALVIAMO IL PAESAGGIO ROMA E LAZIO
 

SEMINARE UN MONDO NUOVO

LA GUERRA AL SAPERE CRITICO
La notizia è dell’8 novembre: la ministra Stefania Giannini ha firmato il decreto “Scuola breve”: cento scuole superiori sperimenteranno il liceo articolato su quattro anni anziché in cinque. Qual è il vantaggio del liceo a quattro anni? “Avere un anno in più per lavorare. Non è in fondo il lavoro lo scopo della scuola? Così la pensa il governo Renzi. A scuola si perde tempo – scrive Alvaro Belardinelli – Meglio lavorare. Tutta la propaganda governativa va in questa direzione. Così come in questa direzione va la legge 107/2015 (sedicente Buona Scuola), che obbliga gli studenti a quattrocento ore di “alternanza scuola-lavoro” negli istituti tecnici, e a duecento nei licei. … I giovani non devono imparare ad usare il cervello, ma i muscoli. O al massimo i polpastrelli, per usare tastiere di computer. Credere, obbedire, farsi spremere…”
ALVARO BELARDINELLI

UN MOVIMENTO A PEDALI
Dai primi anni Novanta in poi, negli Stati Uniti e in Europa, abbiamo assistito a un enorme aumento quotidiano degli spostamenti in bici. Nello stesso arco di tempo in molte città spuntava dal nulla la Critical Mass. Ma in quali scenari si situano i cambiamenti che possono favorire oggi un utilizzo sempre maggiore della bicicletta? Prima di tutto c’è da difendersi dalle reazioni dell’industria automobilistica e delle corporation dell’estrattivismo e del petrolio. Poi c’è da rendere sempre più evidenti le ragioni per scegliere i pedali e le proprie gambe come agenti del movimento nella vita di ogni di giorno. La sfida più grande, per gli uomini e le donne che vanno in bici, rimane però quel la di restare in movimento e di restare un movimento. Sì, la bicicletta serve a vivere insieme cambiando il mondo. A questi temi è dedicato il nuovo quaderno “Un movimento a pedali” (25 interventi, 18 autori) e un appuntamento romano (sabato 26 novembre)

 

 

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