“Cosa possiamo fare”

Gli umani della colonia più potente del mondo hanno eletto un nuovo re…Sulle cime del regno dal complicato potere e con armi innominabili, di mezzi senza limiti e luci accecanti, ma soprattutto ombre, un sovrano succede all’altro.



logo comune_info


NEWSLETTER DI COMUNE
 

 

DA OBAMA A TRUMP. COSA POSSIAMO FARE
Gli umani della colonia più potente del mondo hanno eletto un nuovo re…Sulle cime del regno dal complicato potere e con armi innominabili, di mezzi senza limiti e luci accecanti, ma soprattutto ombre, un sovrano succede all’altro. Obama lascia quel che Trump prende. Sì può fare, esclamò all’inizio il primo, alla stregua del dottor Frankenstein nella parodia del compianto Gene Wilder. E l’abbiamo fatto, recita il suo commiato.Cosa farà il secondo, è tutto ancora da vedere. Ciò malgrado, quando i re si scambiano il posto, le reazioni più sorprendenti le puoi osservare tra le vite dei più inaspettati sudditi…
ALESSANDRO GHEBREIGZIABIHER
 

DIAMOCI DA FARE
“Una donna che conosco (bianca, di mezza età che chiameremo D) recentemente mi ha parlato di una famiglia musulmana che vive nei Queens a New York – scrive Michael Zezima – Una delle figlie di 11 anni ha iniziato da poco a indossare lo hijab, per cui ho inviato a D un link che parlava di un rapido incremento post elettorale di crimini razzisti. La volta dopo che D ha visto la ragazzina camminare per strada, si è sentita profondamente preoccupata: si è avvicinata alla madre della ragazza e le ha detto che se la figlia si fosse sentita spaventata o avesse subito aggressioni, sarebbe stata la benvenuta a casa sua in ogni momento. Le ha promesso che da lei sarebbe stata al sicuro e non le sarebbe potuto accadere nulla. Mi sono sentito molto o norato e ispirato da questa storia e invito ciascuno di voi a considerare a intraprendere azioni simili, il più spesso possibile… Possiamo continuare a denunciare virtuosamente le cose che non vanno sui social media, cercando disperatamente dei like. Oppure possiamo seguire l’esempio di D e darci da fare sul territorio, nella nostra città, nel nostro quartiere in tanti modi. Ovunque sia necessario. Se questa è la direzione che scegliete, allora il resto dell’articolo è per voi:
MICHAEL ZEZIMA
 

UN NUOVO FASCISMO?
Donald Trump – un uomo che rappresenta i valori del Ku Klux Klan e i valori del machismo aggressivo, un uomo che ha costruito le sue fortune economiche sul lascito miliardario del padre e lo sfruttamento brutale di lavoro malpagato e sulla truffa – ha dunque organizzato la sua prima conferenza stampa da presidente degli Stati uniti. Intanto, cresce l’impoverimento dei lavoratori, molti dei quali si sentono traditi dalla sinistra, e la guerra si diffonde ovunque. È il fascismo che ritorna? “Il fascismo non torna nelle forme che abbiamo conosciuto nel ventesimo secolo… “, scrive Franco Berardi Bifo. In ogni caso, quello che può accadere ora, le nostre forme di resistenza e ribellione, continuano a dipendere “dalla nostra immaginazione, dalla nostra creatività concettuale poetica, scientifica…”
FRANCO BERARDI BIFO
 

IL POTERE DE ABAJO
Che i popoli indigeni del Messico decidano di creare un consiglio di governo sembra un fatto grande importanza. Milioni di uomini e di donne stabiliscono il proprio autogoverno in modo coordinato, in un solo consiglio, che rappresenta tutti e tutte. È uno spartiacque per gli indigeni, che potrebbe avere ripercussioni in tutta la società, come avvenne nel gennaio del 1994. Raúl Zibechi commenta con ottimismo la decisione presa dall’Ezln e dal Congresso Nazionale Indigeno dopo l’ampia consultazione e l’approvazione della proposta da parte di 43 diversi popoli. L’attenzione dei media “a pagamento” si è concentrata e si concentrerà sulla portavoce indigena che verrà candidata nelle elezion i messicane del 2018 ma la cultura politica che praticano gli zapatisti e il CNI consiste nel promuovere l’autogoverno di tutti i settori della società, non hanno mai voluto governare gli altri. E non hanno alcuna intenzione di competere con i politici professionisti, perché – dicono – “non siamo la stessa cosa”
RAÚL ZIBECHI
 

UNA GIORNATA DI LOTTA CREATIVA
Hanno costruito lentamente un percorso inedito e partecipato in molte città, senza appoggi da media e istituzioni, emerso con la grande manifestazione a Roma del 26 novembre. Hanno avvertito la risonanza con straordinari movimenti di donne di altri paesi (dall’Argentina alla Polonia…), hanno continuato a camminare insieme, a gridare, a mettere in comune idee e proposte. Ora i gruppi e collettivi di donne di “Non una di meno” hanno scelto di riprendere in mano l’8 marzo per farne una giornata di lotta creativa, con lo sciopero generalizzato e globale delle donne. Quella contro il sessismo, ricorda Lea Melandri, resta una ribellione di straordinaria importanza in questi tempi cupi perch&eacut e; è contro “il fondamento di tutte le forme di dominio, servitù, violenza, disuguaglianza, che la storia ha conosciuto finora”
LEA MELANDRI
 

“PERCHÉ HO SOCCORSO I RIFUGIATI”
Pierre Alain Mannoni: “Ho 45 anni e due figli, sono docente alla Facoltà di Scienze di Nizza… Domenica 16 ottobre rientrando in macchina da una festa di campagna a Briga con mia figlia di 12 anni, abbiamo soccorso quattro giovani del Darfur, erano completamente persi e si dirigevano a piedi, alcuni in bermuda, verso montagne innevate… È stata la mia prima azione di soccorso nei confronti di ‘migranti’… Ognuno di noi può fare qualche cosa… L’indomani lunedì 17 ottobre, dopo una serata passata da amici in quella stessa vallata, sulla strada del ritorno per Nizza, ho deciso di arrestarmi in un campo per migranti a St. Dalmas de Tende, un edificio in disuso per colonie di vacanza appartenente a lle Ferrovie dello Stato che era stato occupato poche ore prima, da un collettivo di associazioni… Sapevo che il mio ritorno a Nizza poteva essere un’opportunità per togliere qualcuno da quel luogo senza acqua né elettricità e dove la temperatura di notte non arriva a 10 gradi…. Ecco cosa è successo:
PIERRE ALAIN MANNONI
 

QUESTO È IL MOMENTO DI ALZARSI IN PIEDI M. A.

LO AVETE UCCISO VOI
“L’altra notte un uomo più piccolo di me, che abitava a 500 metri da casa mia ma arrivato dall’altra parte del mondo, è morto nel rogo dell’ex Aiazzone,.. Si chiamava Alì Muse, e con altri somali dormiva in camere con le pareti di cartone. Alì Muse si era salvato dalle fiamme, ma era tornato indietro a prendere i documenti per il ricongiungimento familiare… Io li so tutti i nomi dei colpevoli, coloro che hanno creato il clima, chi li ha illusi, trasferiti, deportati con promesse, tolto loro la corrente elettrica, umiliati… Alì Muse è stato ucciso da chi antepone la legalità alla giustizia…”
SAVERIO TOMMASI

IL PAESE DEI BALOCCHI. LA SCUOLA CHIUSA?
il 5 per cento degli italiani non è in grado di distinguere tra lettere e cifre. Il 30 per cento gravi difficoltà a comprendere ciò che legge. Solo il 20 per cento è in grado di usare la lingua e la comunicazione in modo efficace. Pochi sono consapevoli di non sapere. Insomma, ci siamo venduti l’abbecedario come Pinocchio? “La scuola è diventata la speranza di soluzione per tutto. Ma è ancora chiusa fisicamente e idealmente è controllata da programmi, burocrazie e indirizzi…”, scrive Giuseppe Campagnoli. Come ribaltare la scuola? Prima di tutto facciamo di ogni gesto della vita una continua occasione di arricchimento e ridefiniamo i luoghi dell’apprendere in una accezione di ricerca, scoperta scambio diffuse a tutta la città, e al territorio (scuole, ma anche musei, botteghe, teatri, piazze, strade, boschi…). Si tratta di porre le basi per difenderci insieme ogni giorno dal dominio del mercato
GIUSEPPE CAMPAGNOLI
 

25 IDEE PER UNA SCUOLA DIVERSA PAOLO MOTTANA

RIFIUTARE LA TIRANNIA DELL’ISTANTE
Viviamo in una serie di frammenti, di schegge di tempo, senza consequenzialità, senza memoria e vista nel futuro. Siamo condannati alla “tirannia dell’istante”, a vivere in un perpetuo e trafelato presente, travolti dall’indifferenza. Tuttavia possiamo “imparare giorno dopo giorno a compiere gesti dotati di significato, forse piccoli, ma che nascono da una scelta consapevole”, scrive Emilia De Rienzo, insegnante. Possiamo compiere ogni giorno gesti che sono di contrasto a un dilagare della indifferenza, possiamo smettere di delegare ad altri, possiamo riprenderci il tempo
EMILIA DE RIENZO
 

CI VUOLE IL TEMPO CHE CI VUOLE (QUADERNO EDIZIONI COMUNE)

IL VOUCHER ANTISCIOPERO
Il record storico di visitatori registrato lo scorso anno alla Reggia di Venaria di Torino si nutre del lavoro quotidiano di centinaia di lavoratori. Qualche giorno in quel complesso museale c’è stato un grande sciopero (adesione totale) per protestare contro i tagli ai salari (il premio per il record?), ma la Reggia non ha chiuso i battenti. Possibile?
MARCO ARTURI
 

IL PAESE DELLE TRAME, DEI DEPISTAGGI E DELL’OMERTÀ
Sulla strage di Ustica e sull’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin in queste ultime settimane ci sono state importanti novità. Ve ne siete accorti? Benvenuti in Italia, il regime fondato su trame, ricatti, depistaggi, omertà e malaffare
ALESSIO DI FLORIO
 

LA SPERANZA CHE VIVE LONTANO DALLA LUCE
La speranza è un detonatore di energia, ed è sempre troppo presto per valutare gli effetti delle nostre azioni. Anche nel tempo in cui soffia forte un vento che sembra escludere l’imminenza di un cambiamento verso un mondo che contrasti la guerra, la prevaricazione e il dominio della finanza speculativa, esistono importanti movimenti sotterranei, o comunque poco visibili, che accumulano energia, come un terremoto che scaricherà un giorno lungo la linea di faglia, non sappiamo quando né come. La speranza vive nel buio, come recita il titolo di un noto libro di Rebecca Solnit, la cui nuova edizione risulta particolarmente utile al tempo della tormenta e di Trump. Attraverso diversi esempi d egli ultimi anni, la studiosa statunitense mostra come i cambiamenti storici siano stati preparati lontani dai riflettori e si siano manifestati in modo inatteso
ANDREA SAROLDI
 

OGNI GIORNO È NUOVO MENTRE LA VITA SCORRE
Un capodanno memorabile è quello in cui le ore e i giorni e gli istanti scorrono fluidi come la semplicità che costruisce un naturale quanto straordinario vivere bene insieme. Per esempio a Panta Rei, un centro di esperienze essenziali, in ogni senso, a Passignano sul Trasimeno. Li hanno chiamati Festazione, i giorni che salutavano un anno per aprire il cuore e le braccia a quello che stava arrivando. Sono serviti a rendere meticci i sogni, a immaginare storie in cerchio e sotto la coperta, là dove si nascondono rami, foglie e pigne che danno vita a orecchie di renne, folletti, code di scoiattoli e diverse altre meraviglie…Tutto, intanto, scorreva con un passato, un presente e un futuro che facevi f atica a distinguere, perché nelle favole belle c’è un altro tempo della vita da raccontare e da inventare
ILARIA OLIMPICO
 

CANNABIS TERAPEUTICA, DOVE ACQUISTARLA
Tutto quello che c’è da sapere.
GREENME

SEMINARE UNA CITTADINANZA DIVERSA
Il conflitto, o meglio la gestione dei conflitti (tra coetanei, tra generazioni, tra “culture”…), e i nuovi stili di vita comunitari (orti urbani, ciclofficine, Gas, banche del tempo, Mag, spazi sociali autogestiti…), sempre più spesso favoriscono partecipazione e trasformazione sociale. Un ciclo di seminari a Roma
R.C.

RACCONTARE LA SOCIETÀ CHE CAMBIA
Comune è nato con un’ambizione: essere utile a chi vuole cambiare il mondo e a chi ha già cominciato a farlo. Ma riconoscere, raccontare e accompagnare la società che cambia è un esercizio complesso che merita molte attenzioni. Un seminario (costituito da sei incontri) di formazione sulla comunicazione sociale, ovvero su cosa (e come) raccontare, promosso da Comune – nell’ambito delle iniziative della Scuola del Sociale (Città metropolitana di Roma) – cerca di approfondire questi temi. Il titolo? “Raccontare la società che cambia”. Qui il programma degli incontri e le informazioni su come iscriversi (entro il 22 gennaio)
R
.C.

Abbiamo bisogno di rinnovare i nostri immaginari, di riprenderci le nostre città, di sperimentare azioni dirette e comunicazione creativa, ma anche di riscoprire pezzi di storia dei movimenti sociali. Si può cominciare anche da un piccolo gruppo interessato a partecipare a un corso di Comunicazione Guerrilla, come quello proposto da Valerio Gatto Bonanni, regista e performer, promotore di diverse compagne sui temi sociali e dei beni comuni. E c’è anche un’altra bella ragione per ospitare presso sedi di associazioni, centri sociali, teatri, botteghe del commercio equo, spazi occupati, asili nel bosco, aziende agricole, ciclofficine… di città e paesi di tutta Italia un corso di Comunicazione Guerrilla: una parte del costo del corso è destinata a sostenere l’esperienza di comunicazione indipendente di Comune. Facciamo Com une insieme, no?
R
.C.

 

Per seguire gli aggiornamenti di Comune-info ogni giorno su facebook clicca «Mi piace» qui

Inoltre dopo aver cliccato “Mi piace”  mettete la spunta su “Ricevi le notifiche” per poter rivevere la notifica dei  nostri post sulla Vostra pagina Fb.

Seguici anche su twitter.

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *