“Terremoto, paranoie e turismo”

Il terremoto può essere un’occasione per cominciare a diffidare di una comunicazione che fa della paura un elemento di successo. Ma anche per ripensare in profondità e dal basso l’idea di turismo. Intanto c’è chi promuove “ciaspolate” e camminate tra le montagne colpite dal sisma.

 

NEWSLETTER DI COMUNE
 

 

TERREMOTO, PARANOIE E TURISMO
Il terremoto può essere un’occasione per cominciare a diffidare di una comunicazione che fa della paura un elemento di successo. Ma anche per ripensare in profondità e dal basso l’idea di turismo. Intanto c’è chi promuove “ciaspolate” e camminate tra le montagne colpite dal sisma
PAOLO PIACENTINI

IL TEMPO LUNGO DEL TERREMOTO F. BRASINI E D. MODONESI

TRUMP È GIÀ TRA NOI
L’accordo che il governo italiano ha siglato con la Libia per trattenere là, schiavizzati, rapinati, massacrati e stuprate, profughe e profughi è peggio del muro che Trump ha promesso di ampliare a spese del Messico. I governi dell’Ue stanno adottando nei fatti le ricette propugnate dalle destre xenofobe e razziste, dal sovranismo alla crescita del Pil. Secondo Guido Viale si tratta, a cominciare dal basso, di lavorare sui nessi che legano la giustizia sociale a quella ambientale, la lotta contro le diseguaglianze alla difesa della natura, l’accoglienza con la valorizzazione della ricchezza culturale delle tante comunità di migranti, il programma della decrescita con la prospettiva della conversione ecologica
GUIDO VIALE

LASCIAMO PERDERE TRUMP, PER FAVORE
Se quel pittoresco speculatore immobiliare è riuscito a farsi strada, è perché ha colto qualcosa di essenziale. E su questo qualcosa di essenziale, il mondo continua a tacere. La questione fondamentale riguarda il sistema di vita che da settant’anni segna la vita statunitense, sistema che ha permesso attraverso gli indebitamenti (per la casa, l’automobile, gli studi dei figli, la salute), a milioni di persone di sentirsi “middle class”. Molte i quelle persone oggi si sono impoverite, altre vivono con l’incubo di finire in strada. “Questo incubo, non l’ha creato un signore con i buffi capelli biondicci – scrive Miguel Martinez – L’hanno creato decenni: di cultori dell’aut omobile, di sognatori di progresso infinito, di gente che dice che il terreno e il paesaggio sono una merce come tutte le altre, di truffatori che ti raccontano che il petrolio non finirà mai e se finisce ci saranno le Rinnovabili infinite, di esaltatori delle Grandi Opere Pubbliche, di esaltatori del Progresso Spendendo di Più…
MIGUEL MARTINEZ

UN PATTO SCELLERATO CONTRO I MIGRANTI
Abbiamo chiuso la rotta balcanica dei migranti scrivendo, attraverso il patto con la Turchia, una delle pagine più vergognose della storia comunitaria europea. Ora, visto il “successo”, di quel patto, il governo italiano – a nome dell’Unione – lo vuole replicare con i paesi africani per bloccare la rotta libica. Chi vede gli occhi dei bambini nei campi profughi – ha detto papa Francesco – è in grado di riconoscere la “bancarotta dell’umanità”. Davanti a parole così chiare e dure, Alex Zanotelli si dice sconcertato dal silenzio della Conferenza Episcopale Italiana e degli istituti missionari quando si gioca con la vita di milioni di migranti
ALEX ZANOTELLI

SCRIVERE SU ROMA, PER PARLARE A CHI?
Mentre la città affonda nelle macerie della sua fantastica Storia come un incubo nelle Carceri di Piranesi, scrivere su Roma è un po’ come scommettere, alle corse, su un cavallo zoppo: inutile sprecarci inchiostro, e poi per parlare a chi? Non certo ad amministratori afoni, preoccupati solo di rispondere a un codice etico stabilito dal loro partito o dal loro Capo, e neppure alle singole persone abituate, come solo succede ai romani, ad attraversare campi minati, scavalcare fili spinati, attendere inutilmente autobus sgangherati. Un suk di disperazioni. Chi si ricorda che questa città ha bisogno di idee e progetti? Chi si preoccupa del fatto che esiste una città di sotto dove invisibili presenze senza nome costruiscono rifugi e rovistano tra rifiuti? Eppure, m agari perché poco inclini all’assuefazione, continuiamo ostinati a domandarci: sarà ancora possibile disegnare un modo diverso di essere moderni senza pensare di essere a Dubai?
ENZO SCANDURRA

L’INSOPPORTABILE RESISTENZA MAPUCHE
Per i governi argentini, quello nazionale di Macri e quelli delle province meridionali della Patagonia, la tenace resistenza dei Mapuche nella difesa della terra dove vivono da secoli resta intollerabile. Il 2017 è cominciato con una repressione violentissima nei confronti del piccolo presidio indigeno di Cushamen, a nord della città di Esquel, provincia del Chubut. Tre le azioni sanguinose e brutali condotte in due giorni da duecento gendarmi, con pallottole di gomma sparate a bruciapelo e diversi feriti, anche donne anziane. Servivano a sgomberare il presidio e a intimorire la protesta che da decenni i Mapuche conducono contro il gigantesco latifondo di Benetton che occupa la loro terra. Questa volta, il pretesto era l’interruzione de lla linea del piccolo treno a vapore, il vecchio espresso patagonico, riservata ai turisti. Non sapendo come contrastare le evidenti ragioni di persone che rifiutano di essere considerate “gente da museo” (il museo è di Benetton), le autorità montano accuse sempre più ridicole e pretestuose di terrorismo inventando legami con l’antica colombiana delle Farc e qualsiasi altro terrorismo più alla moda. Non basteranno naturalmente, neanche questa volta, a piegare e ridurre al silenzio una resistenza che rinasce ogni giorno da secoli
PATRIZIA LARESE
 

IL SIMBOLISMO NELLA PROPOSTA ZAPATISTA
La difficile scommessa fatta dagli zapatisti alla fine del 2016, vista attraverso un’esperienza di prossimità e con una prospettiva analitica lucida che prova a prenderne in esame i simboli e la cornice. La tormenta annunciava la guerra, mai come ora l’EZLN ha parlato dei limiti della sua lotta, in particolare per quel che riguarda la capacità inclusiva della difesa armata. L’autonomia si rafforza ma non riesce ad estendersi. Lo straordinario immaginario zapatista sembra poter esaurire la capacità di far breccia. E’ qui che subentra il Congresso Nazionale Indigeno. Forte di un percorso ventennale, stimolato alla nascita dallo stesso EZLN, grazie a soprattutto a Ramona, il CNI &e grave; una realtà ormai affermata nei 43 popoli che rappresenta. Ha fatto suoi i principi del Comandare Obbedendo, riconoscendosi a pieno nel progetto politico inaugurato dall’EZLN nel 1994, la creazione di autonomie territoriali contro e oltre lo Stato nazionale. L’Ezln farà ora quel che il CNI non può fare: proteggere le comunità e facilitare il processo di estensione delle autonomie territoriali durante la guerra che verrà. Bisognerà però aspettare qualche settimana prima di poter comprendere meglio e valutare il delicatissimo processo che porterà la proposta nel resto delle geografie messicane
SIMONE OGNO
 

LA MARGINALITÀ COME DESTINO SOCIALE
A Ben Guerdane e a Dhiba, nel sud della Tunisia, c’è un sentimento essenziale che si accompagna a quello di marginalizzazione e ne è indissociabile. E’ quello della punizione, perché per la maggior parte degli abitanti la condanna a vivere ai margini è un destino sociale che trova il suo senso nella punizione inflitta dallo Stato centrale a tutto il territorio del Sud. Interviste formali e informali stabiliscono una lontana genealogia di questa punizione, facendone risalire le origini al periodo coloniale. E’ solo andando indietro nel tempo che si può dunque cogliere questa rappresentazione condivisa, iscrivendola nel tempo lungo della storia violenta che ha segnato i rap porti dello Stato coloniale e poi postcoloniale con il Sud. L’identità specifica assunta dagli abitanti delle due città suggerisce la valorizzazione di uno stigma eretto a distinzione. Un estratto di grande interesse dall’ultimo rapporto pubblicato da International Alert:«Marginalisation, insecurity and uncertainty on the Tunisian–Libyan border. Ben Guerdane and Dhehiba from the perspective of their inhabitants»
OLFA LAMLOUM
 

L’EUROPA DEI LOBBISTI E LA PETROCRAZIA AZERA
Dopo un muro di silenzio e omertà durato tre anni, il Consiglio d’Europa si è finalmente deciso ad affidare a un soggetto indipendente l’indagine sul “problema” azero, quello della pressione esercitata, anche attraverso bonifici milionari, da lobby molto vicine al governo di Baku perché fosse rigettato il rapporto Strasser sulle violazioni dei diritti umani in Azerbaigian. Le “donazioni” – come ha ben documentato una puntata di Report del novembre scorso – arrivavano a una società e a una fondazione riconducibili a Luca Volontè, ex presidente del gruppo parlamentare del PPE al Consiglio d’Europa. In passato anche la Commiss ione europea aveva sostenuto con entusiasmo il Corridoio Gas del Sud, che dalle rive del Caspio dovrebbe arrivare fino a quelle salentine con tre segmenti distinti solo nominalmente – l’ultimo è ovviamente il TAP. Ora la Banca europea per gli investimenti (BEI) potrebbe prestare ben tre miliardi per la realizzazione della mega-infrastruttura
LUCA MANES
 

ERRORI
Ma da dove escono gli insegnanti? Chi è che li laurea? Quanto si scrive all’università se non per la tesi? “Imparare ad imparare è una competenza chiave. Avviene a tutte le età. Può avvenire anche nelle aule universitarie la conquista ortografica dell’apostrofo e dell’accento. Non ci si sporca le mani a spiegarglielo e non si perde il prestigio – scrive Rosaria Gasparro, maestra – Sono gli effetti del passaggio dalla scuola elitaria, classista, a quella per tutti. Noi della scuola bassa conosciamo bene il fenomeno e lo amiamo, qui arrivano tutti, e tutti si prendono per mano non solo per il corsivo. Perché per molti, quelli che non arriveranno mai nelle vostre aule, già venire a scuola è eroico. Perché gli errori per molti bambini dalla vita difficile, quelli che abbiamo ingabbiato in definizioni che acquietano le coscienze, non sono quelli ortografici. Quei bambini che probabilmente non raggiungeranno i traguardi, che la vostra richiesta di scuola seria e responsabile, quella del merito, farà fuori…”
ROSARIA GASPARRO

LA CARICA DEI SEICENTO ANTONIO BRUSA

LA BANCA DEL RICICLO
Raccolgono i rifiuti plastici e di alluminio che i cittadini portano in piccole isole ecologiche sparse sul territorio: in cambio lasciano 0,08 euro ad ogni singolo imballo conferito, da spendere negli esercizi commerciali locali. Insomma, viva il vuoto a rendere. Ecco dove accade e come funziona
MARCO BOSCHINI

 

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