“Economia circolare e de-carbonizzazione”

Kyoto Club auspica che il nostro Paese divenga sempre più un protagonista della transizione in atto verso un’economia de-carbonizzata, abbandonando il modello economico lineare e consentendo una riduzione della dipendenza dalle importazioni di energia e materie prime, aumentando l’occupazione e limitando gli squilibri ambientali e climatici.

Economia circolare e de-carbonizzazione: le priorità per l’UE a favore di sviluppo sostenibile e lotta ai cambiamenti climatici

Kyoto Club auspica che il nostro Paese divenga sempre più un protagonista della transizione in atto verso un’economia de-carbonizzata, abbandonando il modello economico lineare e consentendo una riduzione della dipendenza dalle importazioni di energia e materie prime, aumentando l’occupazione e limitando gli squilibri ambientali e climatici. È quanto è emerso oggi durante il convegno annuale dell’Associazione.

 

Oggi, al convegno annuale di Kyoto Club, si è fatto un focus sul tema della de-carbonizzazione e dell’economia circolare, che rappresentano una priorità per l’UE a favore di sviluppo sostenibile e lotta ai cambiamenti climatici.Un momento del convegno

La sfida dell’economia circolare, se affrontata in modo innovativo e con un approccio strategico, potrà accelerare le scelte imprenditoriali sulla sostenibilità ambientale, avviate negli ultimi anni, garantendo ricadute economiche ed occupazionali positive, anche in una fase di difficoltà economiche.

“Negli ultimi anni si è creato un contesto internazionale favorevole – ha detto Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, al convegno annuale dell’Associazione. – Nel nostro paese serve un cambio di passo ad iniziare dall’avvio di un’ampia discussione partecipata per la revisione della SEN, e per l’elaborazione di una Strategia Energia Clima (SEC) adeguata agli ambiziosi obiettivi che dobbiamo raggiungere al 2030 e 2050″.

“Non ci si può più interrogare solo sui target di riduzione delle emissioni, ma va preso in considerazione il come, passando da un modello di sviluppo lineare a uno circolare”, ha dichiarato Catia Bastioli, Presidente di Kyoto Club e CEO Novamont. “L’Italia, in questo senso, ha l’opportunità di diventare un Paese di riferimento. Soprattutto nel settore della bioeconomia esistono già filiere innovative che con il giusto supporto potrebbero diventare un formidabile acceleratore e catalizzatore di opportunità in diversi comparti, dimostrando che la decarbonizzazione, prevista dagli accordi di Parigi e di Marrakech, non è un costo aggiuntivo ma un investimento vincente per una profonda rigenerazione territoriale”, ha concluso la Bastioli.

Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club, ha sottolineato che “l’economia circolare, l’uso efficiente delle risorse e la green economy rappresentano la sfida per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, già in atto sui nostri territori, e sono anche la forma vincente che sta pian piano assumendo il nostro sistema economico”. Ferrante ha concluso: “la green economy fa bene anche all’occupazione: nel 2016 le imprese che hanno investito green hanno assunto di più (330 mila dipendenti, pari al 43,9% del totale delle assunzioni, stagionali e non stagionali, previsti nell’industria e nei servizi). Parliamo di 2milioni e 964mila green jobs, ossia occupati che applicano competenze ‘verdi’, una cifra che corrisponde al 13,2% dell’occupazione complessiva nazionale”.Un momento del convegno

“L’efficienza energetica e le Energie Rinnovabili, ha sostenuto Gianluigi Angelantoni, AD di Angelantoni Industrie Holding e Vicepresidente Kyoto Club, sono elementi cruciali nel processo di decarbonizzazione, favorendo la competitività produttiva del nostro Paese nel contesto europeo e internazionale”. Angelantoni ha concluso che nelle Rinnovabili abbiamo tecnologie d’avanguardia, mentre l’Italia (parliamo di 400mila aziende e, incluso l’indotto, oltre 3 milioni di occupati) rappresenta il primo Paese al mondo nella diffusione di sistemi di smart-metering (componente essenziale nella gestione e riduzione dei fabbisogni energetici).

Ad aprire i lavori: Stefano Firpo, Direttore Generale per la politica industriale, la competitività e le piccole e medie imprese del Ministero dello Sviluppo Economico.
Hanno partecipato, tra gli altri, l’On. Ilaria Borletti Buitoni, Sottosegretario Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Erasmo D’Angelis, Coordinatore della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche – Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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