Lettera di presentazione Agenzia Stampa ‘Staffetta Rossa’

Con il referendum costituzionale del 4 Dicembre 2016, le masse popolari hanno dato un sonoro schiaffone ai vertici della Repubblica Pontificia e ai loro progetti di stravolgimento della Costituzione. Un NO alla riforma che è anche una bocciatura nel suo complesso del programma comune della borghesia imperialista che il governo Renzi ha cercato di portare a termine a tappe forzate.

 

Newsletter n. 08/2017 – Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo

Questa settimana ti consigliamo:

[Italia] Lettera di presentazione dell’Agenzia Stampa del Partito dei CARC “Staffetta Rossa” alle Organizzazioni Operaie e Popolari del Paese

Care compagne e cari compagni,

con il referendum costituzionale del 4 Dicembre 2016, le masse popolari hanno dato un sonoro schiaffone ai vertici della Repubblica Pontificia e ai loro progetti di stravolgimento della Costituzione. Un NO alla riforma che è anche una bocciatura nel suo complesso del programma comune della borghesia imperialista che il governo Renzi ha cercato di portare a termine a tappe forzate, creando scompiglio anche in parte della classe dominante.

Il governo Gentiloni è la fotocopia del precedente, una manovra per prendere tempo e cercare una tregua agli scontri sempre più acuti che imperversano fra i vertici della Repubblica Pontificia su come proseguire nell’attuazione di un programma di lacrime e sangue che non possono permettersi di accantonare per restare al passo nell’arena della competizione internazionale. E ciò che non sono riusciti a fare in maniera aperta, cercheranno comunque di ottenerlo operando sottobanco e con delle forzature. L’obiettivo è lo smantellamento di quanto resta delle conquiste e dei diritti delle masse popolari.

Dall’altro lato che sia per il lavoro, per l’ambiente, per la sanità, per la scuola, contro il fascismo, il razzismo e il maschilismo, contro la guerra o per la difesa e l’applicazione della Costituzione, in tutto il paese le masse popolari sono protagoniste di lotte e mobilitazioni. Le masse popolari organizzate nelle fabbriche, nelle scuole e nei quartieri (organizzazioni operaie e popolari, organismi e reti sindacali di base, organizzazioni studentesche e giovanili, comitati popolari ambientali e territoriali) che sono state i veri artefici della vittoria del NO, si sono poste nell’ottica di organizzare e praticare da subito l’attuazione diretta delle parti progressiste della Costituzione del 1948 violate apertamente, aggirate ed eluse dai governi che si sono succeduti in questi 70 anni: diritto a un lavoro e a condizioni di vita utili e dignitose, diritto a un’abitazione decente e a un ambiente salubre, diritto a un sistema scolastico, sanitario e culturale pubblico e al servizio delle masse popolari.

E’ ora di passare dallo sdegno, dalla denuncia, dalla rivendicazione e dalla protesta a concepirci e agire come artefici e costruttori di una nuova governabilità, che poggia sul protagonismo e sull’azione delle masse popolari organizzate. Non dobbiamo in alcun modo affidare la “soluzione” dei problemi a partiti e istituzioni della Repubblica Pontificia ma occuparsi direttamente del futuro delle aziende e della società e sperimentare l’emanazione e l’attuazione delle misure d’emergenza…(leggi tutto

***

Leggi anche…

[Piombino] Gli operai della Lucchini si riprendono, passo passo, la fabbrica e il Paese!

[Roma] Anche Paolo Di Vetta è deciso a violare le misure restrittive: passare dalla difesa all’attacco!

[Italia] Bologna libera: dalla lotta contro la repressione nasce il nuovo potere!

[Bologna] Istruzione blindata, biblioteca occupata: PD e polizia reprimono la Costituzione

[Siena] Rientrate nei ranghi che è meglio per voi

***

 

Da Resistenza n. 2/2017

Di seguito una selezione di articoli, al link il numero completo.

Qui è possibile scaricare il formato cartaceo e PDF. 

 

La situazione è rivoluzionaria, fare dell’Italia un nuovo paese socialista è possibile

Le masse popolari devono approfittare della crisi generale per rovesciare la classe dominante

“Situazione rivoluzionaria? Siete pazzi!”. Potremmo dire che è un disco che la Carovana del (nuovo)PCI ha già sentito da anni. Alcuni dicono che siamo pazzi perché in questa situazione rivoluzionaria che noi indichiamo, in verità le masse popolari non si mobilitano per fare la rivoluzione, molte persone si mobilitano in senso reazionario (razzismo, guerra fra poveri, egoismo, individualismo) e molte persone non si mobilitano affatto; quindi “non siamo in una situazione rivoluzionaria”. La situazione è rivoluzionaria non perché le masse fanno già azioni rivoluzionarie, ma perché le condizioni oggettive le spingono a farle; non perché le masse sono già organizzate per fare la rivoluzione, ma perché sono spinte a organizzarsi; non perché vogliono la rivoluzione, ma perché non hanno altra soluzione positiva.  “Allora – ci incalzano – se la situazione è rivoluzionaria come dite, perché non scoppia?”. Ecco, qui il discorso si fa articolato e importante. (Leggi tutto…)

 

Perché la rivoluzione socialista ha vinto in Russia, un paese arretrato, anziché nei paesi imperialisti?

Anzitutto, per affrontare l’argomento, è necessario usare il materialismo storico: i paesi più avanzati, all’epoca della prima crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale (1900 – 1945), erano quelli che la borghesia aveva fatto diventare i capofila dei suoi affari e dei suoi traffici, quelli che si erano più rapidamente e profondamente trasformati sulla spinta del modo di produzione capitalista. La Russia non era fra di essi, pertanto il regime politico era rimasto di natura feudale (lo zarismo) e il grado di sviluppo industriale era sensibilmente inferiore rispetto ai paesi capitalisti (il modo di produzione capitalista era poco diffuso: meno fabbriche, meno infrastrutture, un numero molto inferiore di operai). (Leggi tutto…)

 

L’insediamento di Trump e la tendenza alla guerra imperialista

Il 20 gennaio Trump si è insediato alla Casa Bianca, in un clima tutt’altro che sereno: centinaia di migliaia di persone hanno invaso le strade di Washington e delle principali città degli USA per affermare la loro assoluta opposizione alle posizioni reazionarie e razziste su cui ha poggiato la campagna elettorale. Una parte di esse è mobilitata direttamente (o attraverso il megafono di personaggi di spicco della cultura e dello spettacolo) dalle fazioni della classe dominante più vicine a Obama e alla Clinton, ma una parte consistente è genuina esponente delle masse popolari statunitensi.

Le tensioni che hanno fatto da sfondo e contesto all’insediamento di Trump sono solo una manifestazione della situazione di crisi politica negli USA, l’altra, egualmente evidente, è stata la sequenza di sgambetti e colpi bassi con cui l’amministrazione Obama ha “preparato il terreno” al passaggio di consegne… (Leggi tutto…)

 

Un paese allo sbando: le condizioni contingenti della lotta per il socialismo in Italia

(…) Un giorno sì e l’altro pure ci parlano della fine della crisi, della ripresa e della ripresina, mentre fioccano le notizie di licenziamenti di massa (Almaviva, Coop, Auchan, ecc.) e arriva l’attacco frontale all’istituto del Contratto Nazionale di Lavoro (CCNL), che si è concretizzato con la firma dell’infame accordo fra gli industriali metalmeccanici e FIOM-FIM-UILM (vedi articolo Assemblea operaia di Firenze… a pag. 6). Il CCNL dei metalmeccanici, dopo l’abolizione dell’articolo 18, il Job’s Act, il modello Marchionne, nel nostro paese è il muro che i padroni hanno bisogno di abbattere per dare corpo al superamento della pratica dei contratti collettivi di lavoro, per avere mano libera nelle fabbriche, per colpire le avanguardie di lotta e abbassare i salari, per rompere l’unità della classe e cercare di legare ogni singolo lavoratore al destino della singola azienda. Respingere il contenuto del contratto firmato da FIOM, FIM e UILM è uno dei fronti della lotta per applicare la Costituzione, e, dato il ruolo dei metalmeccanici nella definizione delle relazioni fra padroni e lavoratori di tutte le categorie e in tutto il paese, ha un’importanza decisiva. (Leggi tutto…)

 

Assemblea operaia di Firenze del 24 gennaio: come continuare la mobilitazione contro l’infame CCNL firmato da FIOM, FIM e UILM?

Continuità! Il bilancio della mobilitazione contro l’accordo infame sul CCNL è un segnale di continuità dopo l’assemblea del 6 dicembre (vedi Resistenza 1/2017) da parte dell’area del SAC e del sindacalismo conflittuale in genere, gli operai non si arrendono come speravano Landini e complici con la loro votazione farlocca: di certo non ha risolto le contraddizioni in campo, semmai le ha acutizzate! La mobilitazione messa in campo, tenendo conto dei numerosi limiti posti all’agibilità di chi si opponeva alla proposta di rinnovo, ha infatti dato risultati importanti; 69mila lavoratori si sono espressi contro l’accordo truffa, molti degli aventi diritto si sono astenuti dal sottoscrivere la liquidazione del CCNL (perché di questo si tratta) e immaginiamo che in diversi abbiano votato SI con il nodo in gola e pochissima convinzione. Le prospettive per rilanciare ed estendere la mobilitazione sono ottime.

Le questioni decisive. L’aspetto principale sta nell’individuare e condividere mezzi e forme di lotta per boicottare l’applicazione del nuovo CCNL nelle fabbriche: dagli straordinari comandati alla gabella di 25 euro che anche i non iscritti sono obbligati a pagare ai sindacati per il “servizio” che hanno svolto (hanno la faccia come il… si diceva una volta) e l’infame manomissione della legge 104: fare leva sui tanti appigli che la situazione offre per allargare le crepe nel campo nemico! (Leggi tutto…)

 

Mille mobilitazioni dal basso per attuare le parti progressiste e democratiche della Costituzione

Riportiamo alcuni esempi delle numerose mobilitazioni che le masse popolari stanno mettendo in atto in tutta Italia per applicare la Costituzione nelle sue parti più progressiste e difendere il loro territorio dallo scempio che le istituzioni ne stanno facendo. A premessa tre “avvertenze”.

Benché possano sembrare esempi “piccoli” (e in effetti spesso si tratta di embrioni da sviluppare), ognuno mostra una tendenza positiva che può essere tradotta in altre zone e contesti; benchè possano sembrare “particolari”, vanno presi giusto a titolo di “esempio” di una mobilitazione che nel paese è diffusa e crescente, di una spinta complessiva e generale in cui ognuno di questi esempi vive e si sviluppa. (Leggi tutto…)

***

 

Sostieni l’Associazione Resistenza!

Devolvi il 5×1000 della tua dichiarazione dei redditi

Cos’è il 5×1000? E’ una forma di finanziamento che non comporta oneri aggiuntivi al contribuente, dal momento che questi, tramite la compilazione dell’apposita sezione nella dichiarazione dei redditi, sceglie semplicemente la destinazione di una quota della propria IRPEF. Puoi devolverlo anche se non presenti la dichiarazione dei redditi.

L’Associazione Resistenza è un’associazione di promozione sociale. Le nostre attività servono a costruire solidarietà e organizzazione, a fare rete. Da una parte all’altra dell’Italia diamo il nostro contributo (con iniziative culturali e sociali) alla difesa e alla promozione di valori di democrazia popolare e partecipata, che nascono dalla Resistenza antifascista su cui si fonda il nostro paese. Valori attuali, che vanno “difesi ed estesi”.

L’Associazione Resistenza promuove:

– la conoscenza della storia del nostro paese a partire dalla Resistenza antifascista;

– il protagonismo e l’autorganizzazione popolare attraverso la costruzione di campagne sociali, di spazi, reti e strutture di coordinamento e di solidarietà tra le persone;

– l’aggregazione di lavoratori, giovani, donne e anziani e la valorizzazione del rapporto tra le diverse generazioni;

– la finanza etica, l’educazione al consumo critico, il rapporto diretto tra produttore e consumatore (costruire e fare rete);

– la cultura popolare, la conoscenza e l’interazione tra diverse culture attraverso creazione di spazi e reti di attività culturali e artistiche.

Devolvi il tuo 5×1000, usa questo codice fiscale: 97439540150

Associazione Promozione Sociale – Codice Fiscale: 97439540150

Via Tanaro 7, 20128 Milano, Tel: 02.26.30.64.54, Email: ass.resistenza@libero.it, Facebook: Associazione Resistenza

 

***

Segui tutte le nostre pubblicazioni su www.carc.it

Iscriviti al nostro canale Youtube, e seguici!

 

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)

Via Tanaro, 7 – 20128 Milano – Tel/Fax 02.26306454
e-mail: carc@riseup.net – sito: www.carc.it  

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *