“Dirottare l’economia”

Abbiamo bisogno, per dirla con Illich, di essere sempre meno dipendenti sia dal mercato che dallo Stato. In questo scenario, la decrescita non aspira a essere un paradigma universalista adottato come obiettivo comune dalle Nazioni Unite. La decrescita resta prima di tutto un détournement, un dirottamento con cui recuperare la libertà e il potere di immaginare e costruire significati e mondi diversi. 

 

NEWSLETTER DI COMUNE
 

DIROTTARE L’ECONOMIA
Abbiamo bisogno, per dirla con Illich, di essere sempre meno dipendenti sia dal mercato che dallo Stato. In questo scenario, la decrescita non aspira a essere un paradigma universalista adottato come obiettivo comune dalle Nazioni Unite. La decrescita resta prima di tutto un détournement, un dirottamento con cui recuperare la libertà e il potere di immaginare e costruire significati e mondi diversi. L’importante è perdere la paura
FEDERICO DEMARIA

PRIMO MAGGIO
Vale la pena ricordarlo: il Primo maggio nasce come momento di lotta. Quel giorno del 1886 a Chicago non si svolge uno sciopero generale come altri, ma una grande protesta in strada per la riduzione dell’orario di lavoro. Da allora, per altro, nonostante il mito della tecnologia, la giornata di lavoro è rimasta di (almeno) otto ore e il tempo libero non è diventato tempo liberato. Il mercato ci vuole soltanto lavoratori o consumatori
LUCILIO SANTONI

SCIOPERANO 35 MILIONI DI BRASILIANI
La Centrale Unica dei Lavoratori e i movimenti sociali hanno promosso il 28 aprile quello che già molti definiscono il più grande sciopero generale degli ultimi decenni in Brasile. La protesta, repressa con violenza in molte città, ha visto l’adesione di almeno 35 milioni di lavoratori, forse 40. È stata convocata contro le selvagge riforme del lavoro e delle pensioni proposte dal governo Temer: 49 anni di contribuzione continuativa e 65 anni di età per andare in pensione in un paese dove la metà degli occupati svolge un lavoro informale e l’abolizione di fatto della contrattazione collettiva. Il Brasile, come spiega in un’intervista di grande interesse il geografo Carl os Walter Porto Gonçalves, è un paese devastato dall’agro-business e prigioniero della logica sviluppista, dove un pesante processo di de-ruralizzazione crea sub-urbanizzazione ma, paradossalmente, non ci sono mai stati tanti agricoltori e tante espulsioni di comunità contadine e indigene. Se cresce anche il numero di persone che vivono nei campi, cosa mangerà la gente “sub-urbanizzata”? È il caos sistemico tante volte denunciato, oppure, per dirla in un altro modo, la guerra degli Stati contro i poveri invece che alla povertà ma la resistenza rinasce
BRASIL DE FATO
 

QUANDO LA SINISTRA È IL PROBLEMA
Il fatto che la scatenata destra politica venezuelana cerchi con ogni mezzo di provocare un bagno di sangue non cancella la realtà di uno scontro violentissimo tra due élite. C’è quella tradizionale e golpista, allontanata dal potere dello Stato e impaziente di consegnare il paese nelle mani di Donald Trump e c’è la nuova borghesia “bolivariana”, un mix di alti funzionari di imprese pubbliche e dell’apparato statale, militari di alto grado e imprenditori arricchiti all’ombra delle istituzioni, preoccupata solo che tutta la struttura di potere gli cada addosso. Una situazione estrema ma anche emblematica di una drammatica realtà, non certo solo sudamericana, in cui la sinistra politica “realmente esistente” lotta per il potere, appoggiandosi ai settori popolari, solo per installare i suoi quadri nelle istituzioni. Con il trascorrere degli anni e il controllo dei meccanismi di decisione, quei quadri si trasformano in una nuova élite che, generalmente, può spodestare le precedenti, trattare o fondersi con loro. Oppure combinare tutte e tre le opzioni. La polarizzazione destra-sinistra politica è sempre più falsa ma la cosa peggiore è che la sinistra è diventata simmetrica alla destra in un punto chiave: l’ossessione per il potere
RAÚL ZIBECHI

IL MOVIMENTO DEL 1977, UNA STORIA APPENA INIZIATA
Costruire subito relazioni sociali senza sessismo, leaderismo, sfruttamento, nei luoghi di lavoro, nella famiglia, nella società, nella vita di ogni giorno. Difendere l’autonomia dei movimenti dalle istituzioni, superare il mito operaista del lavoro ma anche l’idea di sviluppo fondata sullo sfruttamento e sulla moltiplicazione delle merci. C’è bisogno di rimettere al centro l’eredità del ’77: di certo quel movimento non aveva l’obiettivo di prendere il potere. Per questo, dice Marvi Maggio, le classi dominanti non sapevano che pesci prendere. Per questo è ancora indigesto a tanti
MARVI MAGGIO

LE PERIFERIE PENSANO GRANDE
Qualche giorno fa siamo stati in un angolo della periferia di Roma, Cinecittà, per raccontare e ascoltare storie. Ci ha spinto il desiderio di scavare, di cercare chi tesse, giorno dopo giorno, nuove esperienze comunitarie, chi resiste creando mondi nuovi. Ma davvero non cambia nulla nelle periferie? Davvero tutti pensano soltanto a delegare azioni per trasformare i quartieri di una città stanca? Davvero, nonostante l’aziendalizzazione della scuola imposta dall’alto, non è possibile ripensare l’apprendimento e diffonderlo nei territori? Noi abbiamo incontrato molti insegnanti di scuole diverse che cercano di lavorare in rete e vivono con consapevolezza la scuola come uno dei pochi presidi di comunit&agr ave; rimasti. Abbiamo scoperto diverse associazioni che con le scuole e sul territorio promuovono fantastiche e partecipatissime Giornate della poesia (nelle quali bambini di otto anni si trovano a leggere i propri versi accanto a bambini di ottant’anni…), book crossing di quartiere, festival creativi quanto affermati come Leggo per legittima difesa, associazioni che mettono in discussione i luoghi comuni che accompagnano la conoscenza dei processi migratori oppure giocano con la musica e la danza per intrecciare fragilità, emozioni, pensieri. Tutto autogestito, naturalmente. Con noi c’era Franco Lorenzoni, maestro e autore de I bambini pensano grande, che ha lasciato risuonare quanto ascoltato nella sua esperienza di maestro e di fondatore della Casa Laboratorio Cenci, straordinario luogo di sperimentazione e ricerca intorno ai temi ecologici, interculturali e di inclusione…
JLC
 

PIÙ FORTI DELLE ARMI
La storia vista dal basso dice che ovunque e in ogni epoca ci sono uomini, donne, movimenti che sfidano in diversi modi il potere soltanto perché è giusto, non pensando al risultato
ALESSANDRO PERTOSA

ORTI CONDIVISI
Ci sono città in cui si moltiplicano gli orti, per singoli cittadini e collettivi, orti sinergici e scolastici, orti di condominio, per anziani e per persone con disabilità, orti dove tornano a crescere alberi centenari, magari accanto a un forno a legna comunitario. Ma soprattutto orti senza chimica e recinzioni: Omnia sunt communia
PAOLO CACCIARI

GUERRE E ORTAGGI
Il mondo visto in un orto-giardino comunitario è piuttosto piccolo, complesso ma quasi sempre ricco di speranza. A volte si parla di guerre, più spesso si condividono ortaggi
MIGUEL MARTINEZ

GLI OTTO PUNTI DEI COMMONS
Le risorse dei commons sono quelle che creiamo insieme, che manteniamo come doni della natura o il cui utilizzo è stato garantito a tutti D
M.M.

SARA CHE CAMMINA DRITTA
“Sono contenta che sia andato tutto bene”, mi ha detto l’insegnante di matematica quella mattina, “e che lei, nonostante tutto, non sia particolarmente preoccupata. Ma capirà la nostra agitazione, mia e dei ragazzi, quando mentre spiegavo le rette sua figlia si è alzata in piedi e, camminando dritta come una specie di robot, è andata a dare un bacio a un suo compagno seduto al primo banco…”
ALESSANDRO GHEBREIGZIABIHER

SAPEVA CHE AVREBBE FATTO UNA BRUTTA FINE
«Gli piaceva stare appartato e in silenzio per farsi i fatti suoi.
Lorenzo era un SenzaDio. Nella sua vita aveva fatto tante cose cattive, ma non era mai riuscito a diventare veramente cattivo (…) Solo da una settimana era stato trasferito in quell’istituto, perché aveva dato una bastonata al comandante delle guardie nel carcere in cui era prima (…). Gli era rimasta la vita, ma non sapeva più che cazzo farsene (…).
Per ammazzare il tempo, si mise a ricordare l’ultimo colloquio che aveva fatto con Rita.
Nella sala colloquio c’erano solo loro due (…)
Dopo un lunghissimo silenzio che sembrava non finire più, iniziò a parlare prima lei.
“Lorenzo, non pensare che abbia un altro”.
Gli occhi di Lorenzo incontrarono i suoi.
Il suo cuore era disperato, lui un po’ meno.
“Rita, non lo sto pensando”.
CARMELO MUSUMECI
 

CARBONE E PETROLIO, VELENI ASSICURATI
Potevamo immaginare cifre da capogiro, ma non sapevamo poi molto sugli investimenti dei colossi mondiali delle assicurazioni nell’energia fossile. La cosa ci riguarda, perché per chiunque utilizzi un’auto assicurarsi è obbligatorio. La pubblicazione di una ricerca di Re:Common mette ora in luce le dimensioni mastodontiche di una delle relazioni più pericolose e nefaste per la salute del pianeta. Grazie a Kuba Gogolewski, attivista polacco, il 27 aprile se ne è parlato anche all’assemblea degli azionisti di Generali, che nel 2016 ha investito almeno due miliardi e mezzo di euro in combustibili fossili e – solo per fare un esempio – almeno 33,8 milioni di dollari nella Polska Grupa Energetyczna, che produce l’85 per cento della propria energia dal carbone. Generali è di fatto sponsor dell’espansione del peggiore carbone esistente, non solo ma soprattutto nei confini europei, dalla Repubblica Ceca alla Polonia, probabilmente il paese più inquinato d’Europa, dove il 70 per cento dell’acqua utilizzata finisce al comparto carbonifero
LUCA MANES
 

IL PATRIMONIO SOTTO I PIEDI
È al centro di una crescente attenzione e protagonista di una promozione culturale che danno soddisfazione a chi da tempo ha creduto e puntato sul progetto. Parliamo della Via Francigena, un itinerario culturale e di fede importante non solo per i camminatori e per i pellegrini, ma anche per lo sviluppo sociale ed economico dei comuni che attraversa. Un incontro a Roma
ILARIA CANALI

LETTURE IN RADIO
Pagina 3, la rassegna stampa culturale di Radio Rai 3, è uno di quei rari appuntamenti quotidiani in cui viene offerto un servizio originale e mai banale. Venerdì 28 aprile hanno letto anche l’articolo di Lucilio Santoni e Alessandro Pertosa, La società del lavorismo, pubblicato da Comune. La trasmissione completa si può ascoltare in qualsiasi momento qui.

 

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