“Disobbedienza civile”

Alle chiese si sono aggiunte università, città e contee. I semi gettati nei piani bassi della società statunitense per una disobbedienza di massa contro le politiche aniti-migranti sono motivo di speranza per molti. Azioni come quelle del Sanctuary movement si diffondono nei territori. Che il vento porti presto quei semi in Europa.

 

NEWSLETTER DI COMUNE
 

Alle chiese si sono aggiunte università, città e contee. I semi gettati nei piani bassi della società statunitense per una disobbedienza di massa contro le politiche aniti-migranti sono motivo di speranza per molti. Azioni come quelle del Sanctuary movement, il movimento che offre asilo, rifugio, santuario a chi è ricercato dalla polizia per essere espulso, si diffondono nei territori. Che il vento porti presto quei semi in Europa
ALEX ZANOTELLI
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I MURI SOPRA, LE CREPE IN BASSO SUPMOISES E SUPGALEANO
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UN REDDITO PER I TERRITORI COLPITI DAL TERREMOTO
Un appello importante per proporre la sperimentazione di un reddito di base incondizionato nei territori colpiti dal sisma. Una misura per una dignitosa sussistenza. Un reddito per capovolgere i tradizionali e inutili provvedimenti calati dall’alto. Tra i primi firmatari Lucilio Santoni, Alessandro Pertosa, Andrea Fumagalli, Emanuela Bussolati, Ugo Carlone, Marco Boschini, la redazione di Comune
FIRMA SUBITO

REDDITO DI CITTADINANZA LANFRANCO CAMINITI
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IL CAPITALISMO È POTERE, NON ECONOMIA
Suscita da tempo grande interesse il percorso teorico che ha cambiato in profondità il pensiero di Abdullah Öcalan, il leader storico del Pkk, detenuto in una condizione di isolamento disumano dal 1999 nell’isola-carcere turca di Imrali. Se è vero che la paranoica privazione di ogni diritto umano nei confronti del dirigente curdo è via via divenuta in Turchia l’ispirazione di un modello di repressione sempre più nefasto e generalizzato, è altrettanto vero che l’influenza dell’elaborazione di Öcalan ha paradossalmente conosciuto un allargamento, soprattutto nei movimenti antisistemici, ben più vasto di quello per decenni riservato all’ispira zione nazionalista per il suo popolo. L’articolo di Raúl Zibechi ne è un buon esempio, soprattutto per quel riguarda l’analisi economicistica del capitalismo, le riflessioni sullo Stato e il potere e l’impossibilità di sconfiggere il sistema con le stesse armi del nemico, sebbene poi ogni generazione debba scoprire le sue verità sulla base della propria esperienza
RAÚL ZIBECHI
 

CAMMINARE CON I NO TAV OGNI GIORNO
Hanno resistito e manifestato per vent’anni, i grandi media li hanno ormai dimenticati, è una giornata di pioggia. E i No Tav che fanno? Non solo mettono su una grane marcia colorata e partecipata da Bussoleno a San Didero, ma coinvolgono anche comitati, cittadini e amministratori locali di tanti territori di tutta Italia (NoTap, Terra dei fuochi, No Grandi Navi, Stop basi militari in Sardegna…). La manifestazione si è conclusa con una grande Amatriciana solidale, per sostenere le popolazioni terremotate. Lo slogan della manifestazione di sabato? ”C’eravamo, ci siamo e ci saremo sempre”
REPORTAGE FOTOGRAFICO DI LUCA PERINO

QUELLO SCIOPERO DELLA FAME CONTRO LA TAP
Quanti di noi sanno chi è Giuseppe Serravezza? Quanti sanno che questo oncologo è in sciopero della fame da una settimana? Quante tv hanno parlato della sua protesta e quella di altri nove attivisti No Tap in sciopero della fame in Salento, dello loro ragioni? Quanti sanno che i dati sul cancro nel Salento superano nettamente le medie regionali e nazionali, in particolare quelli sui tumori del polmone maschile? Quanti politici hanno mostrato sul serio attenzioni? In un intervento il Primo maggio, Serravezza, tra l’altro, ha detto: “Perché questo gesto estremo? Perché le abbiamo provate tutte… Ho visto morire troppe persone… Possiamo farcela. Non dipende da loro, dipend e da noi… Chiediamo l’interruzione dei lavori del cantiere Tap e il ritiro del progetto…
R.C.

VOLTI DI UNA CITTÀ DIVERSA
Un bel pezzo di Roma sabato ha attraversato la città da piazza Vittorio al Campidoglio. Il corteo della campagna “Roma non si vende” ha raccolto ancora una volta centri sociali, associazioni, cittadini per dire insieme no a sgomberi, sfratti, ma anche ai processi di privatizzazione e ai debiti illegittimi, alle politiche sul decoro e al razzismo istituzionale. La manifestazione è stata aperta dagli amici e dai parenti di Nian Maguette, il lavoratore ambulante senegalese morto due giorni fa dopo un blitz dei vigili urbani. Una giornata importante per chi, in una città stanca e ferita, non smette di difendere spazi sociali e beni comuni, per chi resiste creando ogni giorno in modi differenti legami sociali nei territori (una recente sentenza della Corte dei conti ha indebolito la delibera 140, quella degli sgomberi) e tenta di aprire fessure di una città diversa nei grigi muri della politica istituzionale
ALCUNE FOTO DEL CORTEO DI ANTONIETTA GEIROLA

 

SAPPIAMO CHI ERA NIAN
Baobab experience: “Noi non sappiamo come è morto Nian Maguette. Sappiamo chi era, un uomo del Senegal di poco più di cinquanta anni, che aveva due figli qui in Italia, ed un terzo rimasto in Senegal con la madre. Sappiamo che provava a far sopravvivere la sua famiglia vendendo la sua merce su un lenzuolo posato su un marciapiede della nostra città. Sappiamo che alla fine, mercoledì, c’è stato un altro corpo da coprire, con un telo argentato… Non sappiamo come è morto Nian Maguette, né se lo sapremo mai davvero. Ma sappiamo perché è morto…”
BAOBAB EXPERIENCE

MANIFESTO PER UNA RIVOLUZIONE DELLA SCUOLA
Abolizione dei libri di testo, ricchissime biblioteche di classe, materie scolastiche dirottate su centri d’interesse, lavori di gruppo, macchine fotografiche sempre a portata di mano, uscite frequenti, relazioni fu fatti reali, quotidiani in classe, indagini sulla condizione di vita dei cittadini, giornali scritti, laboratori di lingue, creazione di spettacoli da offrire alla comunità, lettura e riscrittura di classici. È la scuola promossa da alcuni maestri come Remo Rostagno a Collegno negli anni ’70. Qual è oggi la cosa più importante da fare nella scuola? Risponde Rostagno in un’intervista raccolta nel primo numero della rivista Educazione Aperta (auguri!): “Bisogna riuscire a innescare un rappo rto generativo con il piacere di leggere. Finirei qui. Se un ragazzo si innamora alla lettura, poi leggerà di tutto e di più”. In realtà secondo Rostagno c’è un altro passaggio che le scuole dovrebbero fare: non dimenticare mai il corpo, mettendo al centro il teatro. Una cosa è certa: a differenza di altri mestieri “gli insegnanti hanno il privilegio unico, unico, unico, di poter migliorare il mondo”
REMO ROSTAGNO
 

GRAMELLINI, LA MEMORIA E I CINQUE STELLE
Massimo Gramellini ha invocato la triste pedagogia della fatica e del nozionismo per controbattere alla proposta dei pentastellati di consentire agli studenti, durante la prova di matematica della maturità, di poter consultare il manuale di formule. La memorizzazione deve sempre avere la meglio. “Occorre ricordare ancora una volta, che non esiste apprendimento puramente mnemonico, se non è rafforzato dal cemento emotivo della motivazione… – scrive Paolo Mottana – Si impara e memorizza veramente, e non per il tempo di una prova, quale che sia, matura o immatura, solo quando qualcosa, nel caso anche una formula o una data, ha suscitato il nostro interesse ed è stata sottoposta ad un ripetuto e appass ionato lavoro di appropriazione e comprensione…”
PAOLO MOTTANA
 

MI CHIAMO LUCIE SIG. INVALSI, E INSEGNO BELLEZZA NONOSTANTE LEI
“Cara Lucie, giovanissima ragazza che hai affrontato, occhi negli occhi, un manifestante di estrema destra in una protesta neonazista il primo maggio a Brno, nella Repubblica Ceca, vorrei baciarti – scrive Claudia Pepe, insegnante – per aver dimostrato al mondo intero, che una ragazza può fermare la rabbia, e il frastuono di una storia che si è maledettamente attaccata a noi…. Lucie, sei una ragazza che potrebbe essere una mia allieva, una ragazza che sicuramente frequenta la scuola, una ragazza che magari in questi giorni dovrà subire l’ennesima catalogazione del Test INVALSI. Ti chiederanno di analizzare un testo, di saper fare di conto, di calcolare un’area e di interpretare una risposta. Lucy, non so se saprai districarti tra la freddezza dei certi momenti scolastici e la grandezza del tuo animo. Ma spero che la scuola non ti rovini mai, e che nessun test ti potrà far cadere in una vita che ignora le tue idee e potrà minare la tua persona…”
CLAUDIA PEPE

ESPLORARE E TRASFORMARE LA COMUNICAZIONE
Zer0magazine 2017 non è solo un bel progetto che coinvolge comunità reali e virtuali, alcune scuole, una Asl, un’associazione e una casa editrice nella produzione di un magazine, ma è prima di tutto un modo per abitare la comunicazione contemporanea in modo diverso, per riconoscere e ribaltare violenza, disparità e manipolazioni, per coltivare pensiero critico
R.C.
 

LE PISTOLE DEL SISTEMA PATRIARCALE
La nuova legge italiana dei giustizieri della notte, che favorisce il possesso di armi e il loro uso per legittima difesa, se sarà approvata, segna un salto epocale. “Mai, neppure in epoca fascista, i principi di civiltà giuridica e le regole di convivenza avevano subito uno strappo così profondo e lacerante. È l’introduzione nel sistema di una sorta di (possibile) pena di morte privata…”, ha spiegato Livio Pepino. Quello che non viene detto è che in Italia c’è da anni una riduzione dei reati, sia quelli più gravi che quelli più modesti, che sono gli uomini a costituire la schiacciante maggioranza dei proprietari di armi leggere, sono gli uom ini che costituiscono anche la maggioranza nelle professioni in cui l’accesso a pistole e fucili è più facile, ma sono invece le donne più a rischio pallottole nell’ambito domestico. Le donne sono anche la maggioranza di coloro che subiscono intimidazioni e coercizioni correlate alle armi. Quel testo legislativo non fa fa che rafforzare un dominio: il sistema patriarcale
M.G.D.

È TUTTA UNA QUESTIONE DI MERCI
I nuovi inquietanti record di concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, con relative bizzarrie climatiche, ci ricordano che la causa principale resta la combustione dei combustibili fossili (petrolio, carbone, gas), ma anche la produzione di cemento, la combustione di rifiuti, gli incendi di foreste e l’agricoltura industriale. Sappiamo ormai che esiste un rapporto diretto fra le modificazioni dell’ambiente e la produzione e l’uso di merci. Non ci sono alternative: “Se si vuole rallentare gli effetti nefasti degli inquinamenti e dei mutamenti climatici – scrive Giorgio Nebbia – si può agire sulla diminuzione della massa delle merci usate e sprecate nei paesi ricchi”. Questa riduzione non dipende solo da Stat i e multinazionali, dipende anche da noi
GIORGIO NEBBIA

QUANDO L’ORTO È COMUNITARIO
Mettere insieme associazioni e cittadini, recuperare terre abbandonate e antiche sementi, promuovere corsi sull’orto sinergico, dividere i frutti dell’orto fraternamente, ma soprattutto coinvolgere costantemente e in modi diversi le persone del quartiere e le scuole, magari anche i richiedenti asilo residenti in quel territorio. Ecco come nasce Comun’Orto
PAOLO CACCIARI
 

LA SCUOLA DELLE TERRA
Corso di formazione per giovani contadini: ripartiamo dall’agricoltura ecologica
DANIEL MONETTI

 

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