“L’orrore e il nulla”

“Conosco quella famiglia che frequentavo da anni. Qualche anno fa il capofamiglia mi diceva sconsolato: ‘Ho ricevuto non uno ma due decreti di espulsione. Ma io sono nato in Italia, mia moglie è nata in Italia i miei figli sono nati in Italia. E dove dovrei andare? In un Paese dove non sono mai stato? In un Paese di cui non conosco la lingua?’

 

NEWSLETTER DI COMUNE
 

 

L’ORRORE E IL NULLA
“Conosco quella famiglia che frequentavo da anni. Qualche anno fa il capofamiglia mi diceva sconsolato: ‘Ho ricevuto non uno ma due decreti di espulsione. Ma io sono nato in Italia, mia moglie è nata in Italia i miei figli sono nati in Italia. E dove dovrei andare? In un Paese dove non sono mai stato? In un Paese di cui non conosco la lingua?’… Ora una cosa è chiara ed evidente: se la famiglia Halilovic non fosse stata costretta per le sue condizioni di povertà a vivere stipata in un camper e vivesse in un normale appartamento… quella tragedia non sarebbe accaduta”. Per questo all’orrore che prorompe alla notizia della tragica morte delle tre ragazze rom si lega il nulla, tra impotenza e ra bbia, per “la colpevole inerzia delle varie amministrazioni ad affrontare in modo adeguato la questione di questa minoranza… E nel nulla, nella totale inerzia il degrado continua, la povertà e l’esclusione prosperano, il razzismo e la discriminazione crescono…”
MARCO BRAZZODURO
 

I CITTADINI ROM E LE PERIFERIE ROMANE ADRIANA GONI MAZZITELLI

ZINGARO DI MERDA, LA BANALITÀ DEL MALE. MATTEO SAUDINO
 

REDDITO UNIVERSALE INCONDIZIONATO IN CHIAVE COSMICA
“Se si vuole uscire da un orizzonte dispotico e violento, entro cui ci troviamo da almeno due secoli e mezzo, non possiamo pensare di farlo finendo dentro l’ennesima gabbia ideologica. L’esodo dalla società dei consumi non si ottiene seguendo un decalogo o immaginando la decrescita come un modello precostituito cui sottostare. La decrescita è un’opzione libertaria – scrive Alessandro Pertosa – Lungi dall’essere scelta pauperistica, può certamente essere strumento culturale di contro-immaginazione e di coscienza, ma per rendere efficace lo strumento della decrescita è indispensabile che vi siano anche le condizioni materiali di continu ità di reddito. In questo senso, allora, va pensato un reddito universale incondizionato, concepito però non in ottica antropocentrica, ma cosmica…, come una forma redistributiva basata sulla responsabilità del singolo che si trova immerso in un contesto-mondo… Nel pensare al reddito si deve tener conto degli esseri umani, degli esseri animali, della natura circostante. E della necessità di ridurre mercificazione e consumi di energia… Dobbiamo riappropriarci delle parole, per riappropriarci del mondo…”
ALESSANDRO PERTOSA
 

UN REDDITO PER I TERRITORI COLPITI DAL TERREMOTO
Nuove adesioni all’appello per sperimentare il reddito di cittadinanza nelle aree colpite dal sisma: tra gli altri, questa settimana hanno aderito Franco Berardi Bifo, Lea Melandri, Paolo Cacciari, Franco Arminio e Guido Viale Firma subito

REDDITO PER TUTTI E TUTTE UGO CARLONE
 

CALL VERSO AMBURGO, NOG20. MA GENOVA 2001?
L’appello dei movimenti #NoG20 dimentica Genova 2001. Eppure al G8 emerse un movimento straordinario, “dove suorine si mescolavano a militanti dei centri sociali ricoperti di gommapiuma per resistere ai colpi dei manganelli, associazioni di base stavano insieme a pezzi di partito e sindacato, pacifisti dalle mani bianche alzate sfilavano insieme a duri manifestanti con bastoni e casco”, scrive Lafranco Caminiti, Dovremmo ragionare sul perché nonostante quel movimento, nonostante tribunali e inchieste abbiano riconosciuto la violenza inaudita delle forze dell’ordine, Genova ’01 resta un garbuglio irrisolto
LANFRANCO CAMINITI

IL TESORETTO DEI BENI COMUNI
Ve lo ricordate il grande movimento dei beni comuni? Qualche anno fa fu capace di rimettere in discussione la gestione dello spazio urbano restituendo ai cittadini teatri, spazi culturali, parchi pubblici lasciati al degrado. A Pisa, l’occupazione di un colorificio, abbandonato da una multinazionale, vide protagonista uno straordinario avamposto di quel movimento che prese il nome di Municipio dei Beni Comuni. L’amministrazione cittadina rifiutò ogni dialogo, attese a lungo la parabola discendente di quella grande mobilitazione popolare e diede il via alla repressione. Cinque anni dopo, mentre lì e altrove il movimento vive la fase più sotterranea di un percorso inevitabilmente carsico, propone un regolamento sui beni comuni urbani che mette una pietra tombale sulle istanze sociali della cittadinanza ribelle. La sua idea del patrimonio pubblico è quella di un tesoretto da svendere all’occorrenza
FRANCESCO BIAGI
 

COMMUNIA PETER LINEBAUGH
 

EBOOK. COMMON PROPERTIES
 

CI SONO PERIFERIE CHE NESSUNO QUASI NOMINA
Le periferie delle periferie sono quelle affollate di anime invisibili, quelle più dimenticate. Spesso le attraversi velocemente su grandi strade. “Li avrai visti quei bastioni di cemento, anche di sottocchio, e sicuramente ti sarai chiesto almeno una volta: ma come fanno a viverci? – scrive da una di quelle periferie Mara Trovato, fotografa e narratrice – Agglomerati grigi, case su case, mancanza di spazi verdi fruibili, scheletri di cemento incompiuti, assenza di luoghi di aggregazione sociale che non siano biliardi e centri scommesse, e gli ultimi circoli per anziani, spesso gestiti da una fatiscente presenza politica… Scriveva Peppino Impastato: “… Bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la be llezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla… La bellezza, è importante la bellezza, da quella scende giù tutto il resto…”
MARA TROVATO
 

PERIFERIE ROMANE CARLO CELLAMARE
 

RISCOPRIRE IL SENSO DELLE PERIFERIE ENZO SCANDURRA
 

CUCINA SOVVERSIVA PER ACCOGLIERE IL G7
Qualcuno dovrà pur occuparsi dei ministri delle Finanze, dei presidenti delle banche centrali e della Bce, dei responsabili dell’Fmi che nei prossimi giorni invaderanno il castello normanno-svevo di Bari per il G7 finanziario. Raccogliendo i pomodori della salsa Sfruttazero (una bellissima storia di chi ha smesso di lavorare per i caporali), una buona idea è venuta alla rete Cucina sovversiva: non si tratta di lanciarli a lor signori (cosa avranno mai fatto di male quei pomodori?) ma di preparare un piatto con ingredienti provenienti da circuiti di autoproduzioni o piccoli produttori etici e di partecipare poi a un social contest su facebook. Non sarà una manifestazione sotto il castello a cambiare i deliri sulla cre scita (ora la chiamano inclusiva) del G7: abbiamo bisogno soltanto di un po’ di terra, di cibo buono e sano, di autoprodurre e di scambiare attraverso circuiti fuori mercato. Abbiamo bisogno solo di decidere noi e di seminare così mondi nuovi. Avete già pensato alla ricetta?
R.C.

BISOGNA PROPRIO CAMBIARE TESTA
Immaginiamo un giardino normale dove Tizio – se è proprio bravo – butta i rifiuti in un bidone. Poi, mesi dopo, paga le tasse. Che per uno strano giro arrivano a una ditta che incarica un’altra ditta di incaricare una cooperativa di svuotare quel bidone. Tutte azioni non hanno alcun rapporto evidente tra di loro. “Da noi, invece, il bidone lo mettiamo noi – racconta Miguel da un giardino di una grande città -, lo svuotiamo noi… e quindi ci accorgiamo che esistono i rifiuti, anzi che sono il principale prodotto di tutto il sistema di cui facciamo parte. È la puzza e il peso che fanno sì che ci pensiamo, mica le chiacchiere degli ecologisti. Insomma, nasce una particolarissim a combinazione tra l’attenzione che il privato ha per le cose sue, e lo spirito del bene comune che dovrebbe essere del pubblico. È una cosa molto piccola, una goccia d’acqua, però dentro potenzialmente c’è un mondo: perché si impara ad affrontare le cose senza bisogno di complicazioni ideologiche. È un modo concreto di agire, che alla fine tocca tutto – società, economia, ambiente, identità, paesaggio – e che definiamo con termine inglese, commoning. Un modo che non rientra nei due poli riconosciuti, lo Stato e il Mercato, il pubblico e il privato. In realtà, il termine commoning l’abbiamo scoperto dopo, prima l’abbiamo fatto e vissuto…”
MIGUEL MARTINEZ
 

LA STRANA CASA CHE IL SINDACO NON CAPISCE
Quelli della Casa in Movimento di Cologno Monzese magari saranno pure simpatici ma fanno solo cose assurde. Non si preoccupano mica di procurarsi degli incassi e poi si lamentano se il sindaco li sfratta. Roba da pazzi. La crisi morde e loro organizzano bizzarrie, come le passeggiate per distribuire poesie stampate su foglietti colorati. La chiamano “una pioggia di cultura in tutta la città” ma è un vero casino. Può capitare pure che i versi di un ragazzo cinese finiscano in mani italiane o egiziane. Ma ci sapete dire voi che gliene frega a uno di Cologno delle poesie egiziane? Andassero a leggerle sotto le piramidi, no? La verità è che hanno tempo da perdere e fanno caos “ideologico” s enza pensare a chi paga. Così la scuola popolare per donne migranti, i laboratori artistici, l’animazione per bambini. Tutto gratis. E poi dicono che il sindaco leghista non capisce. Certo, che la gente è strana…
PATRIZIA CECCONI
 

QUANDO RINASCE UNA BIBLIOTECA
Capita, a volte, che alcuni genitori non si limitino a creare un gruppo WhatsApp ma comincino a catalogare vecchi libri, a dipingere di giallo scaffali malconci, a promuovere attività per raccogliere fondi, a organizzare riunioni con le maestre convinti che è finito il tempo della delega. Non mancano certo le difficoltà poi arriva il giorno tanto atteso e quel gruppo di genitori insieme alla propria scuola riapre la biblioteca scolastica al territorio, tra letture, laboratori, musica, giochi, bici e molti libri. “La scuola è il centro di una comunità – scrive Aurora, una delle mamme della rinata biblioteca autogestita – E quello che dentro vi succede, di bello o brutto che sia, supera i confini della porta di ingresso e si dif fonde intorno e nel futuro. Come un vulcano acceso, la sua lava rende intorno la terra fertile…”
AURORA AVENOSO
 

SONO UN CATTIVO DIRIGENTE SCOLASTICO
“Sono un cattivo dirigente scolastico… forse, perché credo:
… che troppo spesso gli studenti non lascino spontaneamente gli studi, ma siano “respinti” da una scuola che promuove chi sia culturalmente, socialmente, economicamente avvantaggiato;
… che la scuola imponga una malsana, prolungata immobilità alle menti e ai corpi di bambini bisognosi di esprimere gioiosamente la propria naturale vitalità;
… che si possa imparare naturalmente (Freinet) e insegnare indirettamente (Montessori), evitando esercitazioni noiose, estenuanti, che procurano sofferenza profonda e suscitano repulsione per lo studio;
… che si debbano valorizzare: il gioco, la collaborazione tra pari, l’iniziativ a individuale e del gruppo, la ricerca, quella “vera”, perché sostenuta da motivazioni autentiche, intrinseche, non come nelle squallide ‘ricerche scolastiche’…”
MAURIZIO PARODI
 

L’UNICO DA BOCCIARE È GALLI DELLA LOGGIA
Ernesto Galli della Loggia, con un editoriale apparso sul Corriere della Sera, accusa la scuola italiana di aver abbandonato il merito, di aver abdicato alla selezione e quindi alla pratica delle bocciature. Ma Galli della Loggia, spiega Giovanni Fioravanti, non considera il numero di studenti che non termina le scuole superiori. “È falso, dunque, che la scuola non boccia… Sarebbe meglio, anziché bocciare, dedicare più attenzione agli studenti fragili… Un modo di gran lunga migliore per sostenere gli studenti con difficoltà di apprendimento o problemi comportamentali è offrire loro più qualità, più ore di insegnamento, più occasioni di apprendimento, una scuola aperta e più flessibile e, soprattut to, più amica… “
GIOVANNI FIORAVANTI

SE CROLLA UN TUNNEL RADIOATTIVO
Hanford Nuclear Reservation è un grande sito nucleare di Richland, nello stato di Washington. Due giorni fa un tunnel del sito è crollato mentre era pieno di materiale radioattivo. In migliaia sono dovuti scappare (qui lavorano 4.800 persone…). È stato interdetto il transito degli aeroplani in un area di circa mille e cinquecento chilometri quadrati. Ad Hanford si produceva plutonio per armi, dal 1943 fino alla metà degli anni Ottanta. Il plutonio della bomba di Nagasaki è stato fatto qui. Naturalmente la notizia non è rimbalzata sui media italiani
MARIA RITA D’ORSOGNA

ENEL: TROPPO SANGUE PER QUEL CARBONE
L’ostinazione delle denunce, a cominciare da quelle di Re:Common, che – grazie a Luca Manes – compaiono regolarmente su Comune, li ha costretti ad andare a vedere “persona”. Un anno dopo, l’Enel ha mantenuto la promessa e ha sospeso i contratti per l’importazione di carbone dalla Colombia. Un successo significativo per chi da molti anni conduceva una dura battaglia contro la violenza dei paramilitari, il business indecente delle multinazionali e l’utilizzo dei paradisi fiscali. Nell’ultima assemblea annuale degli azionisti, l’amministratore delegato ha comunicato la decisione dell’utility energetica italiana, che resta un piccolo passo nella lunga ma inevitabile marcia per de-carbonizzare l’econo mia e l’ambiente
LUCA MANES

 

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