Rete elettrica addio: non più tralicci, cavi, piloni che impattano sul paesaggio e sull’ ambiente, non più spine e prese elettriche in casa, il futuro dell’energia è “senza fili”, in un prossimo scenario, sarà infatti una nuova formula legata all’energia e alla massa a trasportare l’elettricità.
Comunicato Stampa
Al Festival dell’Energia di Milano arriva il New deal energetico
Non più tralicci, cavi o piloni
Il futuro dell’energia è “senza fili” e green
Un team di ricercatori guidato da Marco Santarelli ha già realizzato un primo esperimento in Abruzzo e presto porterà l’energia senza fili sull’ Isola dei Pescatori sul Lago Maggiore
Anche elettrodomestici, tv e computer potranno funzionare senza “spina”
Roma, 6 giugno – Rete elettrica addio: non più tralicci, cavi, piloni che impattano sul paesaggio e sull’ ambiente, non più spine e prese elettriche in casa, il futuro dell’energia è “senza fili”, in un prossimo scenario, sarà infatti una nuova formula legata all’energia e alla massa a trasportare l’elettricità. Questo new deal energetico, che prende spunto da alcuni esperimenti fatti a fine Ottocento da Nikola Tesla ed è allo studio di un team di ricercatori guidati da Marco Santarelli, direttore scientifico di Res On Network e membro scientifico del progetto di ricerca Netonnets, ha avuto anche una prima applicazione pratica con l’ illuminazione del terzo piano della Torre di Cerrano, nell’Area Marina Protetta del Cerrano (Abruzzo) e sarà presentato a Milano alla decima edizione del Festival dell’ energia
“In questo momento – sottolinea Santarelli- la trasmissione dell’energia senza fili è la frontiera della ricerca in tutto il mondo perchè eliminare i ‘cavi’ renderà i nostri dispositivi e tutto ciò con cui interagiamo molto più efficiente, pratico e decisamente meno costoso. Con tale scoperta potremmo prevenire black-out e fornire re interi quartieri con energia in surplus di impianti rinnovabili. Stiamo conducendo esperimenti importanti sulla rete elettrica tradizionale con un approdo ad un’energia senza fili che sfrutta anche l’energia da elementi ambientali secondo il principio della cosiddetta ‘risonanza reciproca’. L’esperimento è registrato come ‘Elastic Energy’ in team con esperti internazionali.”.
Ma come funziona? Per la trasmissione dell’ energia prodotta da fonti rinnovabili e da una determinata massa o materia reperibile nell’ambiente, occorrono principalmente tre elementi: due bobine in rame, poste in qualsiasi posto, dette bobine di Tesla, che trasformano l’energia raccolta e creano nello spazio compreso fra loro un campo di forza e un trasformatore che rende il segnale energetico fruibile da una lampadina o da qualsiasi dispositivo richiedente energia elettrica, come elettrodomestici, Tv o computer, che così non avranno più bisogno di essere attaccati a una spina per funzionare. Una sorta di comunicazione tra elementi grazie anche alla nuova visione di Internet delle Cose.(1)
Dopo il primo esperimento nella Torre di Cerrano è in corso il Progetto “Isola delle Reti” che vuole portare in un ecosistema molto fragile – l’Isola dei Pescatori, Stresa (VB) – in collaborazione con Enti internazionali, una sperimentazione e un miglioramento delle Reti di Tesla e di una ricerca fatta dal MIT anni fa. I tempi per la diffusione di questa rivoluzione energetica non sono lontani, l’esperimento in Abruzzo ha dimostrato che è possibile trasmettere energia a una distanza di 500 metri e di produrre e stoccare 1 kw e mezzo di energia al giorno e fra meno di un anno sarà pronto un primo prototipo che mostri il funzionamento delle bobine trasmettitrici a circa 20 km.
“Personalmente –conclude Santarelli– sia con il brevetto di Biro robot che permette il, monitoraggio real time dei consumi energetici, sia con quello dell’energia senza cavi, sto cercando di dimostrare che dalla scienza arrivano le soluzioni per abbattere i costi, l’inquinamento ambientale e prevenire i black-out. Nel prossimo futuro il costo dell’energia, luce e calore, potrà essere quasi zero e avremmo sempre meno interruzioni monitorando meglio l’efficienza energetica. Questo studio permetterà anche di monitorare meglio fenomeni legati alle infrastrutture critiche quali crisi e attacchi terroristici”.
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Scheda tecnica dell’energia senza fili
Dalla fisica alle persone attraverso l’energia dei flussi e delle reti
Grazie alla scoperta della “particella di Dio” o bosone di Higgs, perché grazie ad essa ogni cosa ha una massa e, di conseguenza, la materia esiste così come la conosciamo, abbiamo capito che la materia, oltre che essere quantità, piu precisamente grandezza fisica dei corpi materiali, genera anche un comportamento dinamico quando è soggetta all’influenza di forze esterne. Questo ci fa comprendere come sia reale la possibilità di convertire la massa in energia anche nella nostra quotidianità regolando la distribuzione dei cosiddetti campi di forza che si generano nello spazio – tempo da materia di scarto o grezza. Un esempio è dato dall’energia idroelettrica:essa sfrutta la trasformazione dell’energia potenziale data dalla massa d’acqua in energia cinetica infine in energia elettrica.
Questo potrebbe cambiare anche la nostra idea di tempo, spazio e distanza tra noi e le cose. Infatti con questo esperimento non è più l’energia fornita al corpo che si trasforma in massa (come vorrebbero tutti i principi fin ad oggi esistenti in fisica) ma il contrario rendendo la sua “funzionalità” in un determinato tempo e in certo spazio. Le due forze misurabili insieme ora potrebbero essere analizzate singolarmente e proprie della materia circostante.
Questa tendenza ci potrebbe dare l’opportunità di risolvere problemi come blackout, efficienza o disastri in termini generali. Infatti con l’avvento di Internet delle cose, riusciamo a mettere in relazione, incrociando dati da Gps e altri tipi di dati, ciò che è il reale fabbisogno energetico di una data zona, e, soprattutto capire come le persone sfruttano l’energia e in che modo migliorano l’ambiente. Questo ci aiuta anche a “mappare” meglio (con strumenti più sofisticati) il grado di pericolosità delle persone e degli eventi con un algoritmo che permette di prevenire crisi e attacchi di ogni tipo. Energia e studio delle infrastrutture critiche senza perdere troppo tempo e senza lenire la privacy delle persone. Anzi le persone implementano loro stessi (e per la loro sicurezza)i database a disposizione. Infatti grazie alla scienza delle reti e dalla similitudine delle stessi reti tra loro siamo arrivati a mettere in relazione più elementi rendendo tutto molto più semplice. In primis alla rete sanguigna e la sua somiglianza con quella elettrica.
Ovvero, stiamo cercando di “riunire” più punti della rete (dove rete è anche reti di persone, organigrammi aziendali, reti web e social) decentrandone però le potenzialità assoluta. Ovvero, calato sulle città, di vedere, quartiere per quartiere, lo svolgimento delle azioni quotidiane per poi creare protocolli di sicurezza che da una parte ci indicano, appunto, il reale fabbisogno di energia di una determinata zona, dall’altro ci permettono di capire anche abitudini degli stessi quartieri e prevederne quelle che potremmo chiamare “a-simmetrie”. Ovvero comportamenti non standard e pericolosi per la comunità. Ogni punto in esame è un HUB, centro importante di smistamento. Tale HUB diventa importante solo come centro di immissione ed elaborazione all’interno di una rete in cui tutti i nodi (gli “n” centro di collegamento) sono collegati ed ogni nodo dialoga attraverso link non con un pari valore gerarchico, perché non esiste un centro del sistema, ma creando relazione in cui ognuno possa valorizzare il proprio flusso. In questa relazione si studiano le variabili e le possibili mosse future. Un minority report della quotidianità.
Il laboratorio su cui si lavora per questo è il nostro mondo circostante, i pedoni che attraversano in strada o le persone in fila al supermercato. Tutto ciò che ci permette, zona per zona, di prevedere anche solo immaginare un possibile black-out o attacco di tipo terroristico