“Elezioni Amministrative 2017”

Finito il primo turno (11 giugno) delle elezioni amministrative che hanno coinvolto circa 1000 comuni del paese (tra cui venticinque comuni capoluogo di provincia), il prossimo 25 giugno ci sarà il ballottaggio nei comuni con più di 15mila abitanti. Solo in 3 comuni capoluogo (Palermo, Cuneo e Frosinone) è stato eletto il sindaco al primo turno.

 

Newsletter n. 24/2017 – Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo.

Questa settimana ti consigliamo:

 

Elezioni Amministrative 2017: oltre il voto, quali prospettive per le Amministrazioni locali

Finito il primo turno (11 giugno) delle elezioni amministrative che hanno coinvolto circa 1000 comuni del paese (tra cui venticinque comuni capoluogo di provincia), il prossimo 25 giugno ci sarà il ballottaggio nei comuni con più di 15mila abitanti. Solo in 3 comuni capoluogo (Palermo, Cuneo e Frosinone) è stato eletto il sindaco al primo turno.

 

Quali sono gli aspetti più salienti dell’esito del voto dell’11 giugno?

– la crescita dell’astensionismo che passa dal 66,8% del 2012 al 60,1% dell’11 giugno;

– i partiti delle Larghe intese (PD, FI, AP, ecc.) si sono presentati (o camuffati) con ammucchiate di liste civiche per cercare di carpire più voti possibili, ma cresce il distacco e il discredito delle masse popolari nei loro confronti;

– il Movimento 5 Stelle (M5S) si è candidato in 225 comuni, ha aumentato il numero dei voti rispetto al 2012, è presente al ballottaggio in due città capoluogo (Asti e Carrara), e per quanto riguarda la percentuale dei voti va dal 3,2% di Parma al 16,3% di Palermo e 18,1% di Genova;

– le liste della sinistra borghese alternative ai partiti delle Larghe intese (Liste DemA- De Magistris, Beni comuni, ecc.) dove erano presenti hanno ottenuti modesti risultati (intorno al 5%).

 

Sul M5S pesa la politica di sostanziale condiscendenza dei sindaci e delle Amministrazioni locali (a partire da Roma e Torino) ai dettami e alle regole imposte dai governi dei vertici della Repubblica Pontificia. Le Giunte Raggi e Appendino invece di usare il potere politico per dare forza alla mobilitazione popolare e attuare misure nell’interesse delle masse popolari e dell’ambiente (attuare le parti progressiste della Costituzione del 1948) si sono fatte garanti degli interessi dei vertici della Repubblica Pontificia. La contraddizione  principale che si pone all’interno del M5S è: essere una forza di governo “normalizzata” (espressione della legalità del sistema di potere vigente nella Repubblica Pontificia) o essere una forza che vuole rompere qui e subito con questo sistema e costruire Amministrazioni Locali di Emergenza. Amministrazioni che attuano da subito e dal basso (con la partecipazione attiva e con un ruolo di primo piano dei lavoratori e delle masse popolari) tutto  ciò che è possibile attuare (in materia di lavoro, casa, ambiente, salute, istruzione e cultura, diritti politici e sindacali) delle disposizioni progressiste della Costituzione, anche disobbedendo alle leggi del governo centrale e facendo fronte alle sue manovre, facendo leva sul fatto che la Costituzione è ancora in vigore, confermata dalla stragrande maggioranza del popolo italiano con il referendum del 4 dicembre 2016. Questa è l’azione che i sindaci e gli altri amministratori locali in combinazione con le organizzazioni operaie e popolari devono fare da subito, estendendo e generalizzando misure legislative e iniziative in materia di lavoro, salvaguardia del patrimonio economico, ambientale e culturale, applicando misure per rendere effettiva la funzione sociale delle proprietà privata e pubblica, del diritto ad una abitazione dignitosa, alla salute e all’istruzione previste dalla Costituzione.  Ad oggi il M5S appare più intenzionato a seguire la prima strada: ne è dimostrazione tanto la questione della legge elettorale in combutta con PD-PDL, quanto le scelte della Giunta Raggi a Roma (dagli affaristi e politicanti nella Giunta al recente appello al Prefetto per una moratoria sull’ingresso di migranti a Roma, che ha fatto gongolare la destra xenofoba e reazionaria, fino agli sgomberi degli spazi sociali occupati – tra questi, la sede del Forum Acqua Pubblica e il Centro di accoglienza dei transitanti Baobab, ad oggi giunto al ventesimo sgombero).

 

Sulle liste della sinistra borghese pesa la radicata concezione elettoralista e di sponda elettorale delle lotte nelle istituzioni della borghesia invece di promuovere la crescita del numero di organismi operai e popolari e sostenerne il lavoro per attuare dal basso e da subito le parti progressiste della Costituzione. (Continua a leggere…)

 

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È uscito Resistenza n. 6/2017

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Assemblea del 14 maggio a Napoli: da città ribelle a “città per l’attuazione della Costituzione”

Il 14 maggio al Maschio Angioino si è svolta la terza assemblea di “Attuare la Costituzione – Un dovere inderogabile”, aggregato promosso dal vice Presidente emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena che, in collaborazione con l’Amministrazione De Magistris, ha voluto concludere proprio a Napoli il primo ciclo di assemblee finalizzate a rafforzare la rete di organismi, comitati e singoli per l’attuazione della Costituzione.

L’assemblea, che si è aperta segnando il passaggio di Napoli da “città ribelle” a “città per l’attuazione della Costituzione”, è stata un importante punto di svolta nel percorso che l’aggregato sta facendo che ne testimonia l’evoluzione quantitativa e qualitativa e che proprio nella giornata del 14 ha meglio definito come proseguire, su quali ambiti concentrare la mobilitazione, le prime azioni “sperimentali” di attuazione della Costituzione e infine, il fronte delle forze in campo.
In questo articolo riportiamo una parte di quanto emerso, in particolare ci concentriamo sulla relazione fra amministrazioni locali e organizzazioni operaie e popolari avendo come riferimento le elezioni amministrative di giugno e, più in generale, la mobilitazione per costruire amministrazioni locali di emergenza.

Un passo indietro: le assemblee di Roma e Milano. L’assemblea di Roma del 22 gennaio, ha avuto il merito di rilanciare a stretto giro il risultato referendario del 4 dicembre, considerandolo il principale patrimonio su cui contare per promuovere l’attuazione della Costituzione. Questa assemblea ha chiarito l’estraneità di questo progetto a logiche e cartelli elettorali in vista delle elezioni politiche del 2018 (diversamente da quanti intendono valorizzare il risultato referendario solo attraverso la costruzione di un “soggetto politico” di sinistra). In questa assemblea, tuttavia, la difesa e applicazione della Costituzione è trattata ancora principalmente da punto di vista “legale”: questo ha determinato sia che la componente principale dei partecipanti fossero esponenti del mondo giuridico o dell’economia, sia che le prime proposte di azione concreta nei territori (punti di soccorso legale, ecc.) nei fatti non si sviluppassero.

L’assemblea di Milano del 18 marzo, costruita in collaborazione con il Comitato per il NO è stato un punto di svolta significativo e questo sostanzialmente per due fattori. Il primo è la centralità data al tema del lavoro. Il secondo è stata la combinazione di due aspetti: la sollecitazione di Paolo Maddalena a non “restare sul generale” e a non avvitarsi su questioni che ora non sono urgenti (Euro si, Euro no; uscire o no dall’UE, ecc.) e la proposta della partigiana Lidia Menapace di ispirarsi al Comitato di Liberazione Nazionale della Resistenza quanto a obiettivi (liberare il paese dai governi “occupanti”) e forma organizzativa dell’aggregato.(Leggi tutto…)

 

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Devolvi il 5×1000 della tua dichiarazione dei redditi all’Associazione Resistenza

Il cinque per mille è una forma di finanziamento che non comporta oneri aggiuntivi al contribuente, dal momento che questi, tramite la compilazione dell’apposita sezione nella dichiarazione dei redditi, sceglie semplicemente la destinazione di una quota della propria IRPEF.

Se presenti il Modello 730 o Modello Unico Persone Fisiche:

  1. Compila la scheda sul modello 730 o Modello Unico Persone Fisiche;

  2. firma nel riquadro indicato come “Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative…”;

  3. indica nel riquadro il codice fiscale dell’Associazione Resistenza 97439540150;

Anche se non devi presentare la dichiarazione dei redditi puoi devolvere il 5 per mille:

  1. Compila la scheda fornita insieme al CU dal tuo datore di lavoro o dall’ente erogatore della pensione, firmando nel riquadro indicato come “Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative…” e indicando il codice fiscale dell’Associazione Resistenza 97439540150;

  2. inserisci la scheda in una busta chiusa;

  3. scrivi sulla busta “DESTINAZIONE CINQUE PER MILLE IRPEF” e indica il tuo cognome, nome e il codice fiscale dell’Associazione Resistenza 97439540150;

  4. consegnala a un ufficio postale o a uno sportello bancario (che le ricevono gratuitamente) o a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (CAF, commercialisti, ecc.).

 

Promuovi il 5×1000 all’Associazione ResistenzaSCARICA E DIFFONDI IL VOLANTINO  Fronte Retro

Associazione Promozione Sociale – Codice Fiscale: 97439540150 –

Via Tanaro 7, 20128 Milano, Tel: 02.26.30.64.54, Email: ass.resistenza@libero.it, Facebook: Associazione Resistenza

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