[Tortura] Dopo bocciatura EU ‘legge va ritirata’

La proposta di legge sul reato di tortura in discussione alla Camera è scritta in modo da renderla inapplicabile ed è in totale contraddizione con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani e con la Convenzione ONU del 1984. Perciò deve essere fermata. L’appello sottoscritto anche da Don Ciotti.

 

 

La proposta di legge sul reato di tortura in discussione alla Camera è scritta in modo da renderla inapplicabile ed è in totale contraddizione con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani e con la Convenzione ONU del 1984. Perciò deve essere fermata.

Le ragioni dell’appello contro il provvedimento “truffa” -lanciato tra gli altri da Enrico Zucca, Roberto Settembre, Ilaria Cucchi e Lorenzo Guadagnucci a maggio, e sottoscritto da Don Luigi Ciotti e centinaia di operatori del diritto, studiosi e testimoni-, sono state pienamente confermate da due fatti importantissimi accaduti in questi giorni.

Da un lato, la stroncatura del testo da parte del Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muižnieks, che ha preso forma in una lettera indirizzata il 16 giugno ai presidenti del Senato, della Camera, delle commissioni Giustizia dei due rami parlamentari e al presidente della commissione straordinaria Diritti umani del Senato. Dall’altro, la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del 22 giugno che ha nuovamente condannato l’Italia per aver violato il divieto di tortura scolpito all’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Il testo oggi in discussione alla Camera è provocatorio e inaccettabile, sostengono i promotori dell’appello, che lo scorso 14 giugno hanno promosso un convegno sul punto (qui il videoresoconto integrale) e condiviso una presa di posizione per chiedere al Parlamento di fermarsi. Se l’Italia intende rimanere nel perimetro delle nazioni democratiche e all’interno della Convenzione europea sui diritti umani e le libertà fondamentali, firmata nel 1950, quel testo non deve essere approvato.

C’è un solo modo per fermare una legge “di facciata”: tornare al testo concordato in sede di Nazioni Unite, arrivando così alla scrittura di una norma chiara e applicabile, “secondo le indicazioni della Corte europea”, come esplicitato dal Comitato dei ministri del Consiglio europeo nel marzo di quest’anno. Non basta infatti “legiferare comunque”, rendendo magari impunita la tortura attraverso quelle “scappatoie” rilevate anche dal Commissario Muižnieks.

22/06/2017

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