“A piedi nelle terre del sisma”

La solidarietà è indiscutibilmente bella. Come motivazione, scopo e mezzo. Il mondo dei cammini l’ha adottata a la sta facendo girare sui monti e in collina, nei borghi e nei boschi dei  territori dell’Appennino dove, passo dopo passo, vengono proposte iniziative di sostegno per le terre colpite dal sisma.

 

NEWSLETTER DI COMUNE
 

UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI
NON SIAMO GLI INGRANAGGI IMPOTENTI DI UN TEMPO OROLOGIO
“MI SENTO PARTE DI COMUNE”

«Comune è inveramento delle necessarie “tattiche del quotidiano” di cui abbiamo necessità per frantumare e dissolvere le rovine dell’Impero. Tattiche fluide e persistenti, prove di altri mondi, crepe e vortici intorno a cui può annodarsi il volto di una nuova storia. Mi sento fiero di contribuire, ahimè con le mie pause, a una progettualità che rende comune il patrimonio di tanta intelligenza collettiva, di tanta operosità vitale e trasformatrice, di tanto entusiasmo per riappropriarsi del tempo, dell’intensità e del piacere di esserci. Mi sento parte di Comune»
L’ADESIONE DI PAOLO MOTTANA ALLA NUOVA CAMPAGNA DI COMUNE

 

A PIEDI NELLE TERRE DEL SISMA
La “Lunga Marcia nelle terre del sisma”, da Fabriano all’Aquila, nei prossimi giorni cerca di ricucire, con i passi, un territorio ferito e dimenticato. Camminare come elogio dell’ascolto, trekking solidale, atto di ribellione dolce
ILARIA CANALI

IL MAESTRO ELEMENTARE GIORGIO CAPRONI
Giorgio Caproni non è stato solo un poeta, è stato anche un maestro elementare straordinario e ironico. Usava metodi singolari. Si intratteneva spesso con i ragazzi anche dopo l’orario scolastico, non era contento finché tutti non avessero capito. Scriveva poesie con i suoi alunni oppure insegnava le divisioni attraverso una specie di filastrocca. Chi terminava per primo un problema o una composizione d’italiano, veniva mandato a comperare un quotidiano e i canestrelli: con essi infatti venivano premiati il primo e l’ultimo degli scolari, quasi a sottolineare che ai suoi occhi avevano lo stesso merito. “Chissà se oggi, in una scuola troppo spesso asservita a farraginose pratiche burocratiche, il maestro elementare Giorgio Caproni avrebbe modo di utilizzare la sua ironica leggerezza – scrive Giuseppe Grattacaso, insegnante e poeta (autore del blog giuseppegrattacaso.it) -, così capace di suggerire grandi contenuti, il suo animo di violinista, la profonda umanità di chi crede che la scuola debba servire proprio a tutti per essere migliori, ma soprattutto a chi della scuola sembrerebbe non sapere che farsene…”
GIUSEPPE GRATTACASO
 

IL VUOTO CELEBRATIVO DI DON MILANI
In questi giorni don Lorenzo Milani è assurto ufficialmente nel Pantheon pedagogico della scuola italiana con la giornata di studi che il Miur, per la prima volta in cinquant’anni dalla sua scomparsa, gli ha dedicato. Ma se vogliamo uscire dal bagaglio delle banalità, occorre dire chiaramente che quella di don Milani “non è una palestra di scuola, ma una palestra di studio, dove ci si aiuta reciprocamente nella fatica dello studiare, non a riuscire a scuola che è un’altra cosa. Una destrutturazione della scuola, una descolarizzazione per strutturare lo studio, quello vero, non quello formale, artefatto, che si fa nelle aule…”, scrive Giovanni Fioravanti. Si tratta allora di diffondere davvero una scuola senza banchi, voti, registri, interrogazioni per moltiplicare luoghi di apprendimento dove avere compagni di viaggio per aiutarsi a vicenda, dove incontrare persone sagge da consultare ogni giorno, una scuola in cui apprendere non tramite materie, ma per idee, curiosità, narrazioni, una scuola aperta al territorio
GIOVANNI FIORAVANTI
 

NELLE NOSTRE SCUOLE SI RIDE TROPPO POCO
“Nelle nostre scuole, generalmente parlando, si ride troppo poco – scriveva Gianni Rodari – L’idea che l’educazione della mente debba essere una cosa tetra è tra le più difficili da combattere”. Saranno in tanti e tante, al Sud, al mare per ridere e sorridere insieme alla due giorni nazionale annuale della Rete di Cooperazione educativa (Bari, 21 e 22 ottobre) il cui titolo è “Una risata ci educherà”. Apriranno il convegno Monica Guerra, Antonia Chiara Scardicchio e Francesca Fornario. Qui il ricco programma completo (le iscrizioni, aperte a insegnanti, educatori, genitori e chiunque interessato si aprono il Pri mo settembre). Ci vogliono, grandi e piccoli, tristi, soli, addormentati e magari consumatori? E noi strapperemo risate, costruiremo relazioni, non smetteremo di incontrarci, a cominciare dalla scuola, a cominciare dalla Puglia
RETE DI COOPERAZIONE EDUCATIVA
 

VECCHIETTE E PERTANTO RIBELLI
Affrontano la polizia faccia a faccia. Agitano ombrelli e bastoni da passeggio contro gli elicotteri che passano sulle loro teste, urlando loro di andarsene. Non sono tante, una dozzina circa. Hanno dai 60 agli oltre 80 anni e bloccano ogni giorno l’unica strada di Soseong-ri (Corea del sud) che porta all’area dell’installazione del Thaad – sistema antimissilistico un po’ datato ma molto costoso… – costringendo l’esercito Usa a trasportare i materiali tramite elicotteri. Forse pensavano che piazzandolo in un villaggio agricolo con poco più di ottanta residenti non avrebbero incontrato alcuna resistenza… Insomma, ci sono molti modi per rifiutare il dominio della guerra e l’idea che quel tipo di resistenza sia questione di avanguardie maciste
MARIA G. DI RIENZO

SOGNA UN PENTAGONO DE’NOANTRI
Un sogno non è quello che vedi quando dormi. E’ quello che t’impedisce di addormentarti. Sono parole di Abdul Kalam, scienziato e presidente dell’India, conosciuto anche come l’uomo-missile. Tutti dovremo avere un sogno, è ovvio, ma pochi trovano la determinazione e la tenacia per realizzarlo. Una è la ministra Pinotti, che il suo, di sogno, l’ha rivelato coraggiosamente mesi fa: un Pentagono italiano nel quartiere romano di Centocelle. Un bel Pentagono de’noantri. La ministra dai trascorsi scout e pacifisti, prudente e modesta com’è, disse che si trattava di un progetto in fase avanzata. Ora sappiamo che quel sogno è già realtà: i 2,6 miliardi nec essari sono inseriti in un paragrafo intitolato “Edilizia pubblica, compresa quella scolastica” (sì, scolastica, avete letto bene) del decreto governativo che ripartisce 46 miliardi in investimenti per i prossimi anni. Dei 46 miliardi, la ministra modesta ne userà complessivamente solo 10. Oltre al gran regalo per gli abitanti di Centocelle, la metà dell’importo (5,3 miliardi) servirà a produrre carri da combattimento Freccia e Centauro 2, le fregate Fremm, gli elicotteri da attacco Mangusta. Altri piccoli sogni che impediscono di addormentarsi
GIULIO MARCON
 

AMO FARE IL PANE
“Amo fare il pane, e non m’importa il tempo necessario all’operazione: pochi ingredienti, economici e sani, il lavorare la pasta come ti chiede, con forza e dolcezza, a lungo, benedirla con olio e sale (e quando li ho a disposizione patata o cipolla a tocchetti), invadere la casa di aromi antichi… Impastare – scrive Giovanna Mulas, scrittrice – è come fare l’amore, o come scrivere: fondamentali passione, volontà e tempo…”
GIOVANNA MULAS

PRIMA CHE L’INSENSATEZZA ABBIA IL SOPRAVVENTO
“Verso una civiltà della decrescita” è un libro densissimo che raccoglie i contributi di ventidue fra studiose e studiosi, da Serge Latouche a Veronika Bennholdt-Thomsen, da Mauro Bonaiuti ad Alberto Castagnola, da Yves Cochet a Joan Martinez-Alier. Uno dei filoni di ricerca più originali che emerge dal testo è l’angolatura del pensiero femminista verso la decrescita, troppo sottovalutato secondo Veronika Bennholdt- homsen. Secondo Paola Melchiori “quello della decrescita … è tra i movimenti sociali quello più “assomiglia” al femminismo nella critica al modello di produzione e di civiltà. Tuttavia, non vi sono riferimenti al femminismo nella sua letter atura principale, né nelle discussioni al suo interno…”. “Come è possibile descrivere sia la società della crescita che quella della decrescita, senza mai nominare il patriarcato – prosegue Melchiori -, sia come colonizzazione dell’immaginario che come forza agente in cui tutti viviamo, che tutti agiamo o subiamo, uomini e donne?”. Le decolonizzazione dell’immaginario passa anche per questa strada
ALBERTO MELANDRI
 

ABBATTERE UN ALBERO
Quando si decide di rimuovere un albero in città, quasi sempre perché le radici cercano di difendersi da quintali di asfalto, non tutti sono consapevoli di quello che può accadere. A Rotondo Beach in California c’è chi ha atteso due anni e sette mesi, dopo l’abbattimento di albero di pepe di trenta anni, prima di vendicarsi in modo formidabile
GREENME

PRIMI PASSI PER LA LEGGE SUI CAMMINI
Un territorio può essere animato e diventare attrattivo solo quando viene scoperto nella sua bellezza e unicità. È questa la grande forza dei cammini: non solo, a passo lento, ci fanno vedere cos’è veramente un certo luogo ma possono raccontarne anche la storia e perfino il futuro. Daniela Bianchi, consigliera della Regione Lazio e co-promotrice, con Eugenio Patanè, di una delle leggi sui cammini più innovative d’Europa, parla di un fenomeno in grande crescita che sta salvando dall’abbandono molte aree interne di un’Italia che non ha saputo valorizzarle né proteggerle. Per fortuna, in Europa sono sempre più le persone che cercano un turismo da perco rrere a piedi, vale a dire percorsi lontani dalle grandi mete turistiche che possono favorire una relazione vera con il territorio. “Era impossibile rimanere indifferenti a tutto questo. Da qui nasce l’idea di una Legge e di coniare l’idea di un’economia fondata sull’accoglienza diffusa, sulle aree naturali, sui prodotti tipici, sulla cultura. Insomma, un’Economia della Bellezza”, racconta Daniela, allungando il passo verso il Santuario di Canneto
I.C.

IL FUTURO NASCE DAI SEMI CHE PIANTIAMO OGGI
“Il futuro sfida ciascuno di noi, perché la storia non è già stata scritta: la storia del futuro sarà il risultato di quello che noi facciamo oggi, nel presente. Questo vale per le nostre vite personali e per le nostre vite sociali – scrive Frei Betto – Quello che sarà il futuro è il risultato del seme che stiamo piantando oggi, e dobbiamo chiederci che seme sia, quale raccolto ci si aspetti, che tipo di umanità e di mondo si pensi di costruire…”
FREI BETTO

I RAGAZZI DI AVIGLIANA. APPUNTI DI UN MAESTRO
Fofana, che gioca col numero 2 a calcio. Salif, che ha imparato molto. Alì senza acca. Nouhu, che forse è fidanzato con Sophia. Moussa, che ha poco più di vent’anni, ma sembra un vecchio saggio… Il caldo afoso, le zanzare, le serrande rotte dell’aula, il Ramadan… Le scuole di italiano per migranti restano uno straordinario microcosmo di relazioni sociali, di vita di ogni giorno, di dignità
LINO DI GIANNI

LA CULTURA IN RETE
Insieme ad Alfabeta2, Carmilla online, Eddyburg, Wu Ming e molti altri qui ci siamo anche noi
RAI PAGINA3

AGENDA

SE I DELFINI VENISSERO IN AIUTO: ERRI DE LUCA A CASETTA ROSSA

CENA MONDIALI REBELDI 2017

 

 

Per seguire gli aggiornamenti di Comune-info ogni giorno su facebook clicca «Mi piace» qui

Inoltre dopo aver cliccato “Mi piace”  mettete la spunta su “Ricevi le notifiche” per poter rivevere la notifica dei  nostri post sulla Vostra pagina Fb.

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *